Il "ruggito" del coniglio

Il comizio in piazza del Sindaco Melchionda: un atto di debolezza e non di forza

Eboli – La domenica politica si è caratterizzata per gli “scontri” a distanza: in Piazza, il Sindaco Melchionda con i suoi “amici governativi”; nella sede del PD, i dirigenti Provinciali, Regionali , Nazionali con Guercio, dirigenti, Consiglieri, e ex assessori. Ne è rimasto ancora lo strascico. L’assenza del Sindaco di Eboli Martino Melchionda alla manifestazione inaugurale della sede ufficiale del Partito Democratico, è stato un pugno negli occhi. Un’assenza che stride con le dichiarazioni che entrambe le sensibilità interne al PD hanno rilasciato. Una cosa è certa che da una parte c’è il partito con dei Consiglieri e dall’altra c’è il Sindaco con una maggioranza consiliare. Le vicende politiche degli ultimi mesi hanno consegnato alla Città, un’Amministrazione “numerica” guidata da Melchionda del PD, che pur espellendo 3 Assessori e per questo scollegandosi al suo Partito, ha ancora una maggioranza di 20 Consiglieri, che il Sindaco chiama “eroi”. Non c’é che dire, i numeri tornano dal punto di vista matematico, tornano un po’ meno sotto l’aspetto politico. Non è più la stessa coalizione del 2005. E’ una maggioranza composita, sorretta da partiti e gruppetti “residuali”, da Consiglieri singoli e dall’ex Costituente Riformista di Conte. Analizzando i singoli gruppi, non si capisce bene a chi fanno capo. Accade: che alcuni Consiglieri si sono messi insieme per raggiungere un “quorum”, ottenere un Assessore o per concorrere ad avere un incarico o una nomina; partiti come Rifondazione, che sta metà dentro (Rizzo) e metà fuori (Caprarella); come l’Udeur che sta invece, metà dentro (La Manna e Lettere) e metà pure (Rotondo e Cillo); i Verdi, che stanno dentro, tanto dentro, che il suo Consigliere (Ruggia) non si accorge di quello che accade fuori (vedi lo scempio dell’embrice); DfC, che non si capisce dove sta, se a destra o a sinistra, ma che il suo consigliere c’è sempre; movimenti come il Cantiere di Centro, sempre in allestimento, con chi va e chi viene, tra qualche rivendicazione e l’altra (qualche incarico), c’è sempre; poi ci sono gli “eroi”, battitori liberi, Ciccarone, La Rocca e Bisogno, che nonostante i mugugni e qualche contentino, assicurano il voto. Che allegra brigata. Sono talmente eroi che hanno votato il riequilibrio di bilancio, esponendosi anche personalmente, tenuto conto che i Revisori non hanno mai detto se ci sono altri debiti corrispondenti al restante esercizio finanziario. Il “duello” a distanza non vede nessun vincitore, vede semmai un Partito che offre al pubblico il peggio di se stesso e che non riesce a governare i suoi Amministratori. Mosse e contromosse che significano cautela, dal momento che sia Tino Iannuzzi, sia Michele Figliulo, sia Guercio, terranno aperto un canale di dialogo, per risolvere la vicenda nel migliore dei modi e arrivare a una ricomposizione bonaria. Significa correggere qualche tiro mancino. Da una parte il dialogo e l’apertura; dall’altra pure, ma con una manifestazione che voleva sembrare di forza, mettendo in luce tutto il suo isolamento politico e tutta la sua debolezza. Insomma è sembrato il “ruggito” del coniglio.

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