Tra Ranieri e Oddati, De Magistris è “il terzo uomo”

Tre concezioni politiche rappresentate da tre uomini diversi, tutti rispettabili e capaci ma tutti già oggetti di critica, sempre che non si intraprenda la strada dei veti.

Aperta la successione alla Iervolino: Una eredità pesante sotto l’ombra lunga di Bassolino.

Comune di Napoli

NAPOLI – E’ iniziata la corsa per Palazzo S. Giacomo. Siamo già nel dopo Rosa Russo Iervolino. Per il Partito Democratico e per l’intera coalizione di centro-sinistra è una corsa tutta in salita, ma non impossibile, perché il centro-destra preso dalla difesa di Nicola Cosentino e nella ingordigia della vittoria sicura, non riesce ad organizzare un’alternativa valida da contrapporre ai governi di centro-sinistra.

Non c’è riuscito nemmeno nei momenti più critici, quando Silvio Berlusconi e il Governo intervenne per risolvere (si fa per dire) la grave crisi dell’immondizia mettendo da parte Antonio Bassolino, e non c’è riuscito nei giorni degli scandali che coinvolsero il Palazzo riguardo al caso “Global Service” che coinvolgeva l’imprenditore Romeo, l’Assessore Di Mezzo e l’Assessore Laudaddio; gli ex Assessori Cardillo e Gambale; il più sfortunato suicida Nugnes e il resto delle 13 persone interessate dalle misure cautelari.

Nicola Oddati

Il problema vero è che a Napoli o altrove, e quello che sta accadendo a livello nazionale ce lo insegna, che la corruzione, il male affare non si debellerà tanto facilmente, ma è altrettanto vero che se ci sono tanti vasi di “ferro” ce ne anche qualcuno di “cristallo”, e la Iervolino, nonostante tutte le sue responsabilità politiche, non è stata minimamente scalfita nella sua onestà dal benché minimo dubbio, semmai facendo il Sindaco di Napoli, ci ha solo rimesso, concludendo la sua brillantissima carriera affondata proprio nella sua Città.

In ogni caso la strada è in salita e l’eredità è pesante, a raccoglierla però c’è sempre qualcuno, nel caso specifico sono l’Assessore alla Cultura e Presidente della Fondazione “Forum delle Culture 2013”  Nicola Oddati, e l’Onorevole Umberto Ranieri già Sottosegretario agli interni con Delega ai Servizi Segreti. Entrambi del Partito Democratico, entrambi provenienti dal PCI-PDS-DS. Entrambi politici di lungo corso, che si sono cimentati in campi diversi: il primo nella difficile gestione amministrativa del Comune di Napoli; il secondo nei meandri parlamentari e dei palazzi grigi romani.

Umberto Ranieri

Se per Nicola Oddati si dice che la sua candidatura non rappresenta un segno di discontinuità, per Umberto Ranieri si dice che non ha un rapporto reale con la Città e la sua “filosofia” è lontana dai problemi e dai bisogni della Città, ma a suo favore pesa fortemente la sua parentela con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Dei due però nessuno dice che siano inadeguati.

In ogni caso le primarie di coalizione sembrerebbero alla porta e si dice che si svolgerebbero a fine ottobre, ma non è detto che i partiti scelgano di comune accordo una figura su cui tutti si possano riconoscere. E’ una ipotesi improbabile, anche perché il quadro delle alleanze non è per niente definito, e risentirà sicuramente degli sviluppi politici nazionali che non possono non avere un riverbero anche su Napoli.

Quindi per il momento la corsa tra i due contendenti Oddati e Ranieri è tutta interna al PD, anche perché come si mette piede fuori dalla porta dei DEM vengono fuori una valanga di insidie e di problemi.  Problemi di diversa natura, tattici e politici. Primo fra tutti è sapere cosa farà da grande Francesco Rutelli ed i suoi uomini, se preferiscono convergere al Centro a continuare un dialogo con il PD; Secondo, cosa farà Italia dei Valori, anche perché alle ultime elezioni Regionali si è turata il naso con Vincenzo De Luca, e adesso non ha intenzione di recitare un ruolo secondario, atteso anche che i sondaggi gli sono estremamente favorevoli; Terzo, cosa farà la sinistra estrema o quello che resta della sinistra ambientalista ed ecologista, che non finisce mai di tentare il suicidio senza riuscirci del tutto, potrebbe anche andare da sola; Quarto, ma non ultimo, cosa farà Sinistra Ecologia e Libertà, se  è tentata di accettare il presente, qualsiasi esso sia tra Oddati, Ranieri o altro, per investire sul futuro sul suo leader Nichi Vendola, che aspira a candidarsi come Premier.

Luigi De Magistris

Non sono affatto problemi di poco conto, sono le pre condizioni per assicurare un minimo di competitività al Centro-sinistra rispetto alla possibilità di riconquistare il Comune di Napoli.

Come al solito, il diavolo ha sempre la coda e se ai due Candidati contendenti Oddati e Ranieri e alle loro impostazioni politiche diametralmente opposte si dovesse insinuare come da più parti viene fuori una candidatura dell’ex PM di Italia dei Valori Luigi De Magistris? Cosa accadrebbe? Sicuramente si scompiglia il quadro e sicuramente si aggiunge un terzo modo di rappresentare le Istituzioni, proprio in un città come Napoli che ha bisogno di legalità come la Terra ha bisogno del Sole, ma che non ha bisogno solo di quello.

Tre concezioni politiche rappresentate da tre uomini diversi, tutti nessuno incluso, rispettabili e capaci ma tutti già oggetti di critica, sempre che non si intraprenda la strada dei veti. Siamo solo agli inizi, ma quando inciderà l’ombra lunga di Antonio Bassolino sulle prossime elezioni amministrative di Napoli non è dato sapere, una cosa è certa che l’ex Governatore non ha intenzione di giocare un ruolo secondario nella partita e questo è quello che preoccupa tutti gli ambienti del Centro-sinistra. Un suo coinvolgimento comprometterebbe il risultato. Bassolino dovrebbe capire di farsi completamente da parte. La sua stagione è finita.

3 commenti su “Tra Ranieri e Oddati, De Magistris è “il terzo uomo””

  1. Bassolino se non si fa vedere da qui alle prossime elezioni amministrative è meglio e se non viene da queste parti anche D’Alema non è sbagliato. Si potrebbe fare un lungo elenco di chi dovrebbe starsi a casa ma forse è meglio di no. lasciamo fare alla storia, anche se ce ne va di mezzo il paese.

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  2. De Magistris, forse se non facesse troppo il professorino e il giustizialista andrebbe bene. Il migliore dei tre è sicuramente Oddati. Viene dal popolo e conosce la macchina amministrativa e i problemi di Napoli, ma sa anche come ci si muove con i partiti.
    Di gente che viene chiamata, si fa eleggere e poi si convince di essere divini ne abbiamo avuti già troppi e Napoli men che tutte le altre città ne ha bisogno.

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