“HAMBURGHER HILL” dell’ambiente e del cemento di Armando Voza

Opere pubbliche ad Eboli: Serbatoio alla Madonna del Carmine. “Scempio edilizio”.

Gli ambientalisti, impegnati nel ridare dignità alla Città tutelando e incremento il verde pubblico, si indignino davanti a quello scempio e a quello che potrà realizzarsi nell’area: lo devono alla loro credibilità, ai nostri figli, al futuro di questa città.

Madonna del Carmine
Madonna del Carmine

di Armando Voza

EBOLI – Dalla relazione di accompagnamento al PRG del Comune di Eboli (del gennaio 2000) è possibile comprendere quanto sia stato importante dotarsi, finalmente, di un moderno (anche se perfettibile) strumento di programmazione per la crescita del nostro territorio e come i bei propositi (ed i sogni) dei nostri amministratori di allora (non disdegnando quelli attuali) si siano infranti contro i poteri forti (più o meno occulti) di personaggi che, dietro le quinte, da sempre manovrano e decidono la vera politica del paese. Da tempo con l’associazione di cui faccio parte, stiamo portando avanti la battaglia per la tutela delle bellezze del territorio e da tempo stiamo denunciando lo scempio edilizio (palazzine di 2/3 piani dai colori improponibili) che sta devastando le colline alle spalle del centro abitato (in pieno parco dei Picentini dove le regole dovrebbero essere più stringenti).

E’ con grande meraviglia che scopriamo come questa problematica sia stata già affrontata proprio nel 2000 nel Piano Regolatore Generale, ben nota quindi agli amministratori di allora i quali se ne sono bellamente disinteressati (bastava frenare o, comunque, monitorare le licenze edilizia concesse in quell’area imponendo, quanto meno, cubature, adozione di materiale e colori adeguati all’ambiente in cui intervenivano). Nella relazione al PRG, il cui testo è richiamato integralmente nella relazione di presentazione al Piano Strategico Comunale dell’attuale amministrazione, si dice:

Negli anni Settanta e Ottanta, l’evoluzione dell’abitato non sempre rispetta le prescrizioni di piano: sono inattuate le zone da urbanizzare previo piano di lottizzazione (S. Andrea–Epitaffio, Madonna del Carmine, S. Giovanni, fascia costiera); altrettanto numerose sono quelle edificate in contrasto con lo strumento urbanistico” ed ancora “Un nucleo di aree turistico–residenziali, quantitativamente marginale, ma di impatto ambientale molto negativo, è previsto anche in montagna, in località Madonna del Carmine (35,5 ha). È destinata ad accogliere utenti di provenienza locale e, in effetti, si presenta piuttosto come una zona di espansione residenziale, e così è trattata nella relazione di piano” per chiudere in bellezza con il Piano di lottizzazione in località Madonna del Carminenel quale si chiarisce tutto “Nel gennaio del 1979 [sindaco ex PSI ndr] la cooperativa edilizia ”Villaggio degli Ulivi” ha presentato un progetto di lottizzazione per l’area di Madonna del Carmine dove il Prg vigente prevedeva, come si è detto, una zona C4–turistica montana. Come si motivava nella stessa relazione del progetto, gli appartenenti alla cooperativa intendevano realizzare nell’area residenze stabili e avevano scelto tale localizzazione perché presentava

Contrada S. Andrea
Contrada S. Andrea

minori costi delle aree. Il progetto, approvato insieme alla convenzione nel maggio del 1979, è stato riapprovato nel febbraio del 1982 senza alcuna modifica evidente rispetto al precedente. Nel 1986 fu stipulato l’atto di convenzione tra il comune di Eboli e la cooperativa. Il progetto prevede, su una superficie di 14,7 ettari e per una volume residenziale di 24.871 mc, lotti edificabili (6,7 ha), aree destinate a verde e a parco (7,5 ha), attrezzature sociali e commerciali (0,5 ha). Le caratteristiche orografiche del sito e le difficoltà di collegamento con il centro … sono state probabilmente la causa del mancato completamento dell’intervento. La parte realizzata determina comunque un pesante impatto negativo sul paesaggio, che in questa zona presenta peculiarità panoramiche di notevolissimo pregio”. Sono gli stessi estensori del PRG che pongono l’accento sul grande valore paesaggistico di quell’area e lo stigmatizzano in alcune righe “L’elevato valore ambientale e paesaggistico dell’intero sistema collinare e montano evidenzia l’inammissibilità della conferma delle previsioni del piano di lottizzazione in località Madonna del Carmine che … prevedeva l’urbanizzazione di una quindicina di ettari e l’edificazione di poco meno di 25.000 metri cubi, all’interno di quella che il nuovo Prg classifica come sottozona collinare e montana. In tale sottozona, come si è detto, sono stabilite ammissibili soltanto le edificazioni strettamente funzionali all’attività agricola, alle rigide condizioni descritte appresso. La conferma dell’intervento lottizzatorio avrebbe quindi dato luogo ad una situazione di pesante discriminazione rispetto ai proprietari di tutti gli altri suoli compresi nella sottozona, oltre a contraddire pesantemente una delle opzioni fondamentali del piano. Questi argomenti motivano specificatamente a sufficienza, come richiesto dalla giurisprudenza consolidata, la mancata conferma delle previsioni di uno strumento esecutivo già convenzionato, come nel caso di specie.

Housing Sociale Loc Fontanelle render fotoinserimento dell'intervento sul lotto
Housing Sociale Fontanelle render fotoinserimento intervento sul lotto

La tutela e la conservazione del paesaggio, e del patrimonio storico ed artistico della Nazione, è un valore di elevata importanza. La prima normativa in materia è stata la legge n. 1497/39 che ha introdotto lo strumento del Piano Paesistico, per regolamentare l’utilizzo delle zone di interesse ambientale per proteggere le bellezze naturali e per difendere particolari aspetti del paesaggio. A questa ha fatto seguito la legge n.39/1089 sulla protezione delle cose di interesse artistico e storico. Nel 1985, l’intera materia è stata riordinata con la legge 8 agosto 1985, n. 431 la cosiddetta “Legge Galasso”. Tale normativa ha reso obbligatorio per le Regioni la redazione dei piani paesistici (e la Regione Campania si è dotata di tale strumento) ed ha introdotto l’istituto del vincolo ambientale in base al quale è vietata qualsiasi trasformazione dell’assetto del territorio nonché di ogni opera edilizia, per zone e beni vincolati fino all’adozione dei piani paesistici. Alla citata legge Galasso ha fatto seguito il D.Lgs 29 ottobre 1999, n. 490, “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali”. L’ultima legge in tema di tutela ambientale è il D. Lgs. 21 gennaio 2004 n. 42 che, sulla base della delega contenuta nell’articolo 10 della legge n. 137/2002, ha introdotto il “codice dei beni culturali e del paesaggio”, meglio noto come “codice Urbani”, con il quale è stata ridisciplinata la materia ambientale, prevedendo anche sanzioni sia amministrative che penali.

Armando-Voza
Armando-Voza

Il “codice Urbani” si presenta, da un punto di vista sistematico, come la diretta attuazione dell’articolo 9 della Costituzione, ai sensi del quale la Repubblica Italiana “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”. I beni ambientali sono definiti in tale norma come “la testimonianza significativa dell’ambiente nei suoi valori naturali e culturali” e il paesaggio come “una parte omogenea del territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana e dalle reciproche interrelazioni”. Tra i beni ambientali soggetti a tutela sono ricompresi: le ville, i giardini, i parchi; le bellezze panoramiche; i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 mt dalla linea di battigia, i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua; i ghiacciai; i parchi e le riserve nazionali o regionali e i territori di protezione esterna dei parchi; i territori coperti da foreste e boschi, le zone di interesse archeologico; le montagne, la catena alpina, la catena appenninica; i vulcani; le zone di interesse archeologico. In tali aree è vietata la distruzione e l’alterazione delle bellezze naturali, anche se vi è possibilità di intervento ottenendo una autorizzazione da parte dell’ente a cui è demandata la tutela del vincolo. Le Regioni assicurano (o meglio dovrebbero assicurare) che il paesaggio sia adeguatamente tutelato e valorizzato. A tal fine sottopongono a specifica normativa d’uso il territorio, approvando piani paesaggistici ovvero piani urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei valori paesaggistici, concernenti l’intero territorio regionale.

costone-collinare-battipaglia-Eboli
costone-collinare-battipaglia-Eboli

Anacronismo allo stato puro. In una società dove si fa sempre più strada la cultura del cemento e della cementificazione indiscriminata (ammantando il tutto con l’esigenza di creare lavoro, come  se tale prerogativa dovesse escludere necessariamente l’esigenza di tutela del territorio) queste suonano come parole prive di significato. La dimostrazione è oggi sotto i nostri occhi. Ieri (15 marzo) un quotidiano locale sparava il titolo “Tredici milioni per il piano triennale dei lavori pubblici” nel quale venivano elencati una serie di interventi tra i quali la realizzazione di un serbatoio idrico per servire gli abitanti in località Madonna del Carmine (costo 400 milioni, avete capito bene!). Qualcuno potrebbe accogliere la notizia come qualcosa di assolutamente normale in realtà la realizzazione di quel serbatoio apre di fatto la strada ad una più massiccia lottizzazione di quell’area così che fra qualche decennio le colline alle spalle della nostra città saranno cancellate per sempre per far posto a ville e casette per i week end che devasteranno quell’area, così come sta avvenendo oggi.  Sappiamo bene come l’Italia sia a rischio idrogeologico e i disastri ambientali e la perdita di vite umane ce lo ricordano ogni anno. Proprio in quell’area c’è stata già una prima avvisaglia nel 2004 quando una pioggia torrenziale, sfruttando l’impermeabilizzazione di quei terreni, si trasformò in un fiume in piena che spazzò via parte della strada che la collegava al paese. Questa scelleratezza è costata alla nostra comunità ben 723.040,00 euro (fonte amministrazione Rosania) che potevano essere spesi per cose molto più utili.

Eppure quella zona, come viene affermato nello stesso sito del Comune, è ad alto interesse storico-archeologico per la presenza di strutture molto antiche (nel 1500 era luogo di ritiro spirituale per i monaci cappuccini di San Pietro alli Marmi) con la presenza di una diruta struttura religiosa nel cui interno sono ancora presenti degli affreschi (struttura inglobata ignobilmente in una proprietà privata; situazione che abbiamo da anni segnalato alle autorità politiche e giudiziarie senza ottenere nulla).

Il 5 aprile 2010 su questo blog, a proposito del rilancio della città, il vostro Sindaco così si esprimeva:

Con i progetti che riguardano i Parco dei Picentini, il parco Tufara ed il recupero di importanti strutture pubbliche, come Palazzo Varriale, daremo un motivo in più di attrazione sul piano culturale ed architettonico, capace di riportare ad Eboli l’attenzione di fette di turismo. Si tratta di progetti seri, già messi in campo, sui quali chiediamo il coinvolgimento dell’intera Città, senza false promesse e senza illudere nessuno, ma avviando il confronto con i cittadini. Un confronto con tutti coloro che credono nel futuro del nostro territorio e nel protagonismo della nostra Città”,

e vuole farlo favorendo la cementificazione delle zone più belle del nostro territorio. Una classe dirigente che si dimostra incapace di gestire anche problemi noti, rifiutandosi di  intervenire in maniera decisa per imporre il rispetto delle regole, può giustificarsi in due modi: o è incapace di svolgere a pieno il proprio ruolo o tutela l’interesse di qualche notabile che, anche commettendo abusi plateali, si sta godendo il paesaggio della Piana dal balcone della propria villa (quasi sempre seconda casa). Uffici tecnici core business? In entrambi i casi si dimostrano inadeguati alla loro funzione e quindi da defenestrare. Le associazioni ambientaliste, oggi impegnate nel apprezzabile sforzo di ridare dignità alla città attraverso la tutela e l’incremento del verde pubblico, devono avere il coraggio di indignarsi davanti allo scempio realizzato in quell’area e quello che potrà realizzarsi: lo devono alla loro credibilità e ai nostri e loro figli, futuro di questa città.

Eboli, 16 marzo 2013

7 commenti su ““HAMBURGHER HILL” dell’ambiente e del cemento di Armando Voza”

  1. Il programma elettorale di tutti i candidati sindaci, non facevano riferimento ad una eventuale lottizzazione del territorio,. Attenti consiglieri comunali votare delibere di urbanizzazioni scellerate, in un momento di crisi, ci porterà alle stesse conseguenze di certe città della Spagna, cattedrali nel deserto….

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  2. Dici bene Armando: “Devono avere il coraggio…” Ce lo avranno? Lo troveranno? Anche se, riflettendo, non è una questione di coraggio. Basta fare il proprio mestiere: il geologo faccia il geologo, l’ingegnere faccia l’ingegnere, e così via.
    Io so solo che, come zombie, dimentichiamo le tragedie passate. Se non ci scappa qualche morto – a volte anche in quel caso facciamo finta di non vedere – non siamo felici! Mi rivolgo anche ai cervelli bacati dei signori che fanno certi acquisti: la casetta ai piedi del Vesuvio, la villetta a ‘spiovere’ sul ciglio della strada in una prestigiosa zona turistica. Come i boss che a Napoli hanno la Reggia e l’immondizia fuori al cancello a ricordargli ogni giorno che anche loro sono dei rifiuti.
    Ergo… Prima di firmare, ascoltate la coscienza, di sicuro vi sta parlando, ma voi sentite solo lo squillo del cellulare e il gonfiore del portafoglio nella tasca interna della giacca – tra l’altro ve l’ha stirata la lavanderia, perché mentre voi pensate a mantenere il vostro Status la vostra degna consorte si sta *** un altro!

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  3. Complimenti x l’impegno ed il coraggio mostrato quotidianamente per la salvaguardia dell’ambiente e quindi della salute collettiva. Atterrisco per la mancata risposta di chi dovrebbe spiegare, rassicurare.

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  4. Il secondo Armando non sono io.

    Chiedo ad Admin se è possibile sapere quante persone hanno letto l’articolo, anche se gli interventi sono così pochi.

    Spero che siano tante perché questo è segno che l’argomento sta a cuore a molti anche se pochi avrebbero il coraggio di esporsi personalmente.

    La mancanza di interventi per far sapere ai vostri amministratori come la pensate sul problema “tutela ambiente” è però molto grave perché si corre il rischio che chi amministra si convinca che si sta operando bene, per l’interesse collettivo!!!

    E poi non dite che non ve l’avevamo detto.

    A.V.

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    • Per Armando,
      L’articolo “HAMBURGHER HILL” è stato letto da 494 persone alla mezzanotte di ieri. con un picco nei primi 3 giorni, fino a scemare del tutto nei prossimi giorni. Non è una grande cifra per il sito, ma è considerevole in generale, tenuto conto che sono visitatori unici e tenuto conto che il quotidiano più venduto ad Eboli non supera le 250 copie.
      Il fatto che non ci siano commenti non significa che i lettori non sono interessati, alcuni articoli lettissimi hanno pochissimi commenti, i commenti non sono un indictore, Va considerato che spesso non si interviene per pigrizia, perché non si conoscono gli argomenti, perché magari non si ha le competenze e così via.
      Il messaggio è arrivato, questo è sicuro.
      Massimo Del Mese

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