Battipaglia Story 7 – Parla Pastina: «Non sono camorrista»

L’ex consigliere comunale Pastina: «Non sono camorrista. La nostra azione ci ha creato molti nemici».

Ancora polemica dopo la pubblicazione del decreto di scioglimento del consiglio comunale: «Se queste sono le motivazioni allora vanno sciolti tutti i consigli comunali italiani. Io ho fatto nella legalità il mio ruolo istituzionale»

Pastina Orlando
Pastina Orlando

da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

BATTIPAGLIA – Continua ancora “Battipaglia Story“. L’assurda storia a puntate di tutte le vicende che la Commissione di Accesso agli atti ad individuato come “anomale” e che poi sono state determinanti per il Decreto di Scioglimento del Consiglio comunale di Battipaglia per infiltrazioni camorristiche emanato dal Ministro degli Interni Angelino Alfano. Uno degli episodi, ritenuto centrale sicuramente è quello che riguarda l’ex consigliere comunale Orlando Pastina e suo figlio Paolo, ritenuto esponente emergente dei clan camorristici della Piana del Sele. La circostanza specifica, è quella che riguarda l’occupazione degli alloggi IACP di via Manfredi. La Commissione ha ritenuto che quella vicenda fosse determinante, e si è soffermata su quell’episodio come su altri messi in luce, fino a dare corpo alle motivazioni del Decreto di Scioglimeto del Consiglio Comunale di Battipaglia.

Il ruolo del consigliere comunale, nonostante vi fosse un assessore alle politiche sociali, era quello di delegato dal sindaco Santomauro all’emergenza abitativa, ed è stato ben descritto nella relazione dei tre commissari, tanto da ritenere di trovarsi di fronte ad un “sistema” che a Battipaglia si è intrecciato nei rapporti tra politici, amministratori, faccendieri, funzionari, imprenditori, camorristi, e che unito al clima rassicurante e allo stesso tempo intimidatorio, mirava attraverso i circuiti decisionali al controllo di ogni cosa.

Un quadro che senza equivoci disegna percorsi decisionali importanti come i Piani urbanistici e le programmazioni urbanistico-territoriali, come si è visto nel caso dell’insediamento di 1600 alloggi nell’area costiera, al controllo delle Partecipate, fino alla gestione dei piccoli “favori” quotidiani e gli appalti importanti, non tralasciando nulla, passando tra parentele inquietanti a rapporti convenienti, il tutto finalizzato al controllo e alla gestione a tutti i costi del potere.

Naturalmete a questo castello accusatorio Pastina non ci sta e ritiene siano esagerazioni e che non esiste nessun “Sistema Santomauro” e sottolinea nello stesso tempo come non si ritiene affatto pentito del ruolo che ha svolto tanto se potesse rifarebbe le stesse cose, avendo agito in un quadro che egli ritiene essere rispondente alle leggi.

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di Oreste Vassalluzzo
Giornalista professionista

«Abbiamo intrapreso una strada per cambiare la città che ci ha creato di certo problemi e molti nemici». A parare è l’ex consigliere Orlando Pastina che la relazione dei commissari della commissione d’accesso ha “dipinto” come un “faccendiere” dell’amministrazione Santomauro. E proprio l’ex conigliere parla e chiarisce tutto ciò che è contenuto in quella relazione.

«Ho piena fiducia nella magistratura – dice – ma quello che hanno scritto i commissari sono solo supposizioni. Oggi la famiglia Pastina (nella relazione è stato tirato in ballo anche il figlio Paolo dipinto come un boss emergente nda) è stata messa alla gogna. Non ci stiamo a passare per camorristi e capi criminali. Oggi nessuno della mia famiglia ha subito condanne e non è mai stato arrestato e non abbiamo mai avuto a che fare con la camorra. La mia decisione di parlare è per ridare dignità alla mia famiglia, ai miei figli e ai miei nipoti. Non c’è nessuna posizione economica forte come invece hanno scritto i commissari. Io e la mia famiglia lavoriamo 24 ore al giorno per andare avanti».

Impossibilitato dalle nuove regole imposte dalla triade commissariale ad organizzare la conferenza stampa al Comune, Pastina parla in un locale messo a disposizione da un amico. Con lui anche l’ex consigliere comunale Luigi D’Acampora.

«Non nego nulla di tutto quello che ho fatto da consigliere comunale – dice -. Tutto è stato fatto nel pieno rispetto della legalità e del ruolo di consigliere in favore dei cittadini. Sono rammaricato per quello che la città di Battipaglia ha dovuto subire con lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. La città non meritava di essere messa all’angolo». L’accusa precisa di Pastina è alla politica che non ha detto nulla rispetto a questo scioglimento.

«C’è troppo silenzio rispetto a quello che è accaduto – continua Pastina -. Si è esagerato in quella relazione. Se sono quelle le motivazioni per cui il Comune è stato sciolto allora tutti i comuni d’Italia dovrebbero essere sciolti per infiltrazioni mafiose».

E per quella relazione della commissione d’accesso Pastina, attraverso l’avvocato Raffaele Francese, ha già chiesto alla Dda di Salerno di essere ascoltato. «Sugli atti che mi vengono contestati – si sfoga Pastina -, posso solo dire di aver partecipato ma nel rispetto del ruolo da consigliere comunale. Ma non c’è stato nessun sistema Santomauro. Io sono stato vicino all’ex sindaco e l’ho anche contestato. Ma non rinnego nessuno degli atti che sono stati prodotti da quell’amministrazione comunale. Ma il silenzio ora è assordante. Ho chiesto ai miei colleghi consiglieri di essere presenti. C’è solo Luigi D’Acampora».

E anche l’ex consigliere comunale eletto nella lista del Pd, ora tesserato di FdI, esprime il suo parere. «Chi aveva interesse al commissariamento del consiglio comunale va ricercato – dice D’Acampora – in chi ha firmato le dimissioni dopo quelle presentate dall’ex sindaco Santomauro seguite al suo arresto. L’opposizione al sindaco Giovanni Santomauro, oggi posso dire che era composta da chi ha firmato quel documento».

Battipaglia, 31 maggio 2014

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