Allarme dagli USA: La Carne rossa è un pericolo?

Allarme dagli USA. Sotto accusa per l’OMS: “Salsicce, prosciutto e carni rosse trattate, possono causare il cancro”.

Anche da Eboli su impulso dell’Associazione delle mamme, arriva un contributo informativo del dott. Antonio Lioi a seguito del bombardamento dei mass media sulla pericolosità delle carni, ritenute fortemente cancerogene.

Carne rossa
Carne rossa

di  Antonio Lioi
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento del dottor Antonio Lioi, già direttore del Laboratorio di Analisi dell’Ospedale di Eboli, intervento richiesta dalla presidente Anna Moccaldi, dell’Associazione spontanea delle Mamme in difesa dell’Ospedale di Eboli, come contributo informativo ovviamente parziale.

E’ evidente che l’intento della pubblicazione, del tutto informativo, per il quale POLITICAdeMENTE, come in altre occasioni ha fatto, non vuole e non è una pubblicazione scientifica, ma appunto un contributo.

«Ogni tanto – scrive Antonio Lioi – dai media vengono lanciati allarmi che preoccupano l’opinione pubblica, anche se questa volta va  valutata correttamente la segnalazione dell’OMS.

In questi giorni in tutte la case si discute se  è attuale e grave il pericolo di mangiare carne rossa. Purtroppo per esigenze giornalistiche si amplifica l’allarme e si esagera valutando non correttamente questa  notizia pur seria ed importante. Ragioniamo seriamente insieme, senza panico.

Antonio Lioi
Antonio Lioi

Sono noti da tempo i pericoli legati all’abuso della carne rossa nella dieta e sono direttamente proporzionali all’eccesso  del suo consumo. Due o tre porzioni di carne “rossa” la settimana non sono la causa patogenetica  di alcune malattie.

Appartengono alla categoria delle carni rosse- da una  le carni di bue, vacca, toro, pecora, cavallo, montone, bufalo e maiale adulto. La percentuale di grassi saturi varia non solo in base alla specie animale, ed alla sua alimentazione,  ma anche e soprattutto in base al taglio di carne.

I prodotti animali, quindi anche la carne rossa, sono alimenti che contengono lipidi saturi ed apportano quantità più o meno importanti (a seconda del taglio e della porzione) di colesterolo esogeno ( endogeno è quello prodotto dal proprio organismo). Pertanto, il primo pericolo al quale fa riferimento l’abuso della carne rossa è l’alterazione dei LIPIDI TOTALI nel sangue ( Lipemia o lipidemia).

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Un introito eccessivo di colesterolo alimentare e di acidi grassi saturi può causare (soprattutto in soggetti sedentari e predisposti) un innalzamento diretto ed indiretto del colesterolo totale e soprattutto delle lipoproteine LDL. Ne deriva un aumento del rischio cardio-vascolare imputabile alla formazione di placche aterosclerotiche che finiscono per occludere i vasi sanguigni.

La carne rossa apporta una quantità notevole di proteine animali e da ogni porzione (200-300g) ne derivano circa 40-60g. L’abuso del consumo di proteine animali comporta un rischio piuttosto importante di sviluppare una riduzione dell’efficienza metabolica del calcio. Pertanto, se introdotte in eccesso, le proteine animali potrebbero favorire l’insorgenza di una patologia ossea definita osteoporosi. Tuttavia non tutti gli scienziati  sono concordi nel ritenere la dieta iperproteica un fattore di rischio per l’osteoporosi, poiché la stessa, oltre ad aumentare l’escrezione urinaria di calcio, esplica un effetto positivo sul suo assorbimento intestinale; inoltre parrebbe stimolare la secrezione di ormoni osteo-anabolici, come l’IGF-1. In ogni caso, l’ipercalciuria associata alle diete iperproteiche può essere efficacemente compensata dalla contemporanea e generosa assunzione di alimenti alcalinizzanti (frutta e verdure fresche).

carne-rossa
carne-rossa

L’aumento dell’apporto amminoacidico derivante dalle proteine animali determina anche l’incremento dei livelli di azotemia, in quanto gli amminoacidi che non vengono impiegati nei processi anabolici costituiscono un substrato di trasformazione neoglucogenetica e liposintetica. Ciò avviene negli epatociti (cellule del fegato) previa deaminazione (privazione del gruppo amminico) dei gruppi azotati dallo scheletro carbonioso degli aminoacidi. I cataboliti, che sono costituiti prevalentemente da ammonio, per essere espulsi con le urine necessitano un’ultima conversione in urea. L’eccesso proteico della dieta favorisce, quindi, l’accumulo di urea determinando un affaticamento renale continuo e persistente. In base a molti studi, questa condizione potrebbe indurre disturbi anche gravi come la nefrite cronica.

carni rosse
carni rosse

Ma, la carne rossa è anche uno degli alimenti che apporta il maggior quantitativo di purine; queste derivano dal catabolismo digestivo degli acidi nucleici, che in seguito alla metabolizzazione favoriscono l’iperuricemia. In parole povere, tra i pericoli derivanti dall’eccesso di cane rossa è presente anche il rischio di iperuricemia (gotta) e delle relative complicanze osteo-articolari (sedimento e precipitazione dei cristalli rilevabili da un buon esame di urine) e renali (formazione di calcoli).

La digestione della carne rossa impegna notevolmente lo stomaco che secerne grosse quantità di acido cloridrico (HCl). L’abbassamento del pH è fondamentale per la corretta denaturazione proteica e per l’attivazione del pepsinogeno in pepsina; tuttavia, un grosso contenuto proteico determina il rallentamento dei tempi di percorrenza del chimo, a causa della lunga permanenza nel tratto gastrico.     Nei soggetti che abusano di carne rossa, soprattutto cotta in maniera prolungata ed in orari serali, l’acidosi gastrica e duodenale incrementa il rischio di incidenza di gastriti, ulcere e cancro dello stomaco.

salsicce ed amburger
salsicce ed amburger

Per lo stesso motivo, nei soggetti predisposti o affetti da incontinenza dello sfintere gastro-esofageo inferiore, si osserva un aumento dell’incidenza di reflusso gastrico che, nel lungo termine, determina esofagite, e molto probabilmente il cancro esofageo.

Indipendentemente dall’ammontare proteico, l’eccessivo consumo di carne rossa favorisce anche l’incremento indiretto di alcuni pericoli inerenti l’incidenza neoplastica (tumorale) dello stomaco e dell’intestino. I residui dei nitriti impiegati nell’agricoltura e di quelli aggiunti a scopo conservante nelle carni trasformate si combinano con le ammine alimentari formando nitrosammine. Il consumo elevato e frequente di insaccati contenenti nitrati e nitriti determina l’innalzamento della combinazione in nitrosammine, che possiedono un elevatissimo potere cancerogenico a livello dello stomaco e dell’intestino.

Tra i pericoli del consumo eccessivo di carne rossa rientrano anche quelli legati alla formazione di composti tossici derivanti dalla carbonizzazione delle proteine. Cotture particolarmente rapide ed intense (griglia e piastra- “grassi anneriti”) favoriscono la produzione di composti altamente tossici e cancerogeni: gli idrocarburi policiclici aromatici, dei quali il più nocivo è senz’altro il benzopirene. Pertanto gli insaccati freschi senza sali nitrici necessari alla lunga conservazione non sono pericolosi.

carne e insaccati
carne e insaccati

Meno incisiva sui soggetti sani, ma determinante nei pazienti geriatrici, è l’alterazione della flora batterica intestinale. In terza età, seppur raro, l’abuso del consumo di carne  rossa a discapito di alimenti contenenti fibre alimentari favorisce il ristagno fecale (per stipsi) e predispone lo sviluppo di microrganismi patogeni all’interno del lume intestinale. Queste colonie saprofite determinano l’abbassamento del pH, la putrefazione fecale e l’accumulo di tossine, riducendo la flora batterica fisiologica a discapito delle sue funzioni (immunitarie e di sintesi vitaminica: vit K, vit PP e piccole quantità di vit B12)( Eboli 27 ottobre)».

Eboli, 29 ottobre 2015

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