Renzi: “Se perdo il referendum sulle riforme lascio la politica”

Matteo Renzi: “Il 2015 è stato un buon anno. Se perdo il referendum sulle riforme lascio la politica“.

Populismo ko 4-0. No, non va tutto bene, su questi dati c’è molto da fare, un anno fa c’era una legislatura strascicata, che non riusciva ad andare avanti, che non riusciva ad eleggere il presidente della Repubblica”.

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da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

ROMA – “Se perdo la partita del referendum sulle riforme costituzionali nel 2016 considererò finita la mia esperienza politica“. È il passaggio più concreto della tradizionale conferenza stampa di fine anno del premier Matteo Renzi. Per il resto, il solito tripudio di ottimismo, slide contro i gufi e qualche slogan. “Il 2015 è andato meglio del 2014, meglio delle nostre previsioni, è stato un buon anno. Siamo un paese solido e stabile“. E ancora: “Pil + 0,8%, era previsto il +0,7%. Il Jobs Act è stato approvato e il tasso di disoccupazione è ancora alto ma è sceso all’11,5%, +47% di occupati a tempo indeterminato rispetto allo scorso anno. Ci sono più tutele e posti di lavoro, ma ancora non basta“. E poi la previsione ottimistica: “Io sarò contento solo quando l’Italia tornerà leader in Europa, e questo accadrà, piaccia o non piaccia“. E sull’immigrazione ribadisce: “Meno immigrazione rispetto all’anno scorso, il problema però è europeo“.

Populismo ko 4-0 – “No, non va tutto bene”, sulla base di questi dati “c’è molto da fare“, ma il premier ricorda che solo “un anno fa c’era una legislatura strascicata, che non riusciva ad andare avanti, che non riusciva ad eleggere il presidente della Repubblica. È evidente questo dato di fatto: l’Italia si è rimessa in moto e torna ad essere un grande Paese che può segnare la vittoria della politica contro il populismo: direi Italia batte populismo quattro a zero“.

Legge elettorale “capolavoro – Impossibile poi non citare la legge elettorale, “l’operazione parlamentare più difficile di quest’anno, un capolavoro“. “Si diceva che le riforme costituzionali sarebbero state l’ennesimo flop – prosegue Renzi, con stilettata ai soliti gufi –, invece l’11 gennaio saranno votate dalla Camera e ragionevolmente si andrà a stretto giro al Senato e poi immaginiamo il referendum a ottobre 2016 e saranno i cittadini a dire se sono riforme calate dall’alto“.

Nessun rischio per le banche – “Non c’è rischio sistemico per le banche italiane“, assicura ancora Renzi sottolineando che gli istituti italiani “sono molto più solidi di quelli di altri Paesi. Non cambierei il sistema italiano con quello tedesco nemmeno sotto pagamento“. “Chi ha subito un danno deve sapere che il governo è dalla sua parte e il governo farà di tutto perché abbia indietro i suoi soldi, abbiamo a cuore le persone truffate“.

Il nuovo slogan – “Il 2015 è stato l’anno delle riforme, degli ultimi tre il nostro governo è quello che ha fatto meno decreti legge e ha il più alto tasso di attuazione. Il 2016 sarà l’anno dei valori, oggi l’indice di fiducia è spaventosamente alto“.

Il mio ultimo incarico – “Il presidente del consiglio sarà il mio ultimo ruolo pubblico“, giura poi Renzi. Quando lo hai fatto “dopo lasci“, ha aggiunto e ha scherzato: “Spero molto dopo quello che spera qualcuno di voi“. “Questo sarà il mio ultimo servizio pubblico – ha sottolineato -. Quando hai questo approccio ti rendi conto che ciò che conta è il grande impegno perché l‘Italia si rimetta in moto. Questo impegno io lo vedo e spero nel 2016 possano vederlo sempre di più tutti“.

L’Europa – “L’Italia non dichiara guerra all’Europa, anzi la sta difendendo, io non pongo polemiche ma delle domande sulle regole, vorremmo che le regole devono valere per tutti e la Cancelliera Merkel prenda atto che quando parla il premier italiano non sta attaccando l’Ue, ma è il presidente del Consiglio di un grande paese“. Ricordando che il Pd alle ultime europee ha preso più voti del partito della stessa Merkel, Renzi chiede “il rispetto doveroso“.

Roma, 30 dicembre 2015

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