Il Senato con 190 si, 32 astenuti e nessuno contrario, ha approvato il disegno di legge conro il fenomeno del caporalato.

Con il #ddlcaporalato… una nuova stagione di diritti, dignità e giustizia per il Paese! Mastrovito (Acli Salerno): “soddisfatti per un provvedimento che libera il Mezzogiorno d’Italia dalla schiavitù del lavoro incivile nel comparto agricolo!”

Caporalato e Immigrati
Caporalato e Immigrati

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

SALERNO – Era ora che il Parlamento si occupasse della tratta del lavoro, che oggi prevalentemente investe gli immigrati, ma che in italia e soprattutto nel mezzogiorno tocca tocca anche i nostri connazionali. Nel testo del decreto sono previste pene non solo per il “caporale” ma anche per le imprese che sfruttano il lavoratore. Fino a sei anni di carcere per chi commette il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Ora il Ddl passa alla Camera.

Il Senato ha approvato il disegno di legge contro il fenomeno del “caporalato” con 190 sì, nessun voto contrario, 32 astenuti. Il provvedimento passa ora alla Camera. La relatrice, Maria Grazia Gatti del Partito democratico, nella relazione discussa giovedì scorso dall’Assemblea, ha evidenziato che il caporalato in agricoltura è un fenomeno «complesso e multiforme che, secondo le stime coinvolge circa 400mila lavoratori in Italia, sia italiani che stranieriè diffuso in tutte le aree del Paese e in settori dell’agricoltura molto diversi dal punto di vista della redditività».

Pene non solo per il “caporale” ma anche per le imprese che sfruttano il lavoratore. Fino a sei anni di carcere per chi commette il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, cioé il reato di caporalato. Oltre al carcere, è punito anche con una multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato, chiunque recluta manodopera per destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori e chi utilizza, assume o impiega manodopera, anche mediante l’attività di intermediazione di caporali, sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno. Queste alcune delle novità più significative contenute nel provvedimento licenziato dal Senato e che ora dovra essere esaminato da Montecitorio.

maurizio-martina
maurizio-martina

Il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, a commento del via libera del Senato al provvedimento contro il fenomeno del caporalato ha dichiarato: «È una legge cruciale per sradicare una piaga inaccettabile, come la mafia. Con l’approvazione in Senato del disegno di legge avanziamo in questa battaglia che non è solo di civiltà, ma di giustizia. Ora mi auguro che la Camera faccia presto e renda definitivo il provvedimento. La nuova legge rafforza gli strumenti di contrasto civili e penali, colpendo i patrimoni con la confisca e rendendo più forte la Rete del lavoro agricolo di qualità. È una battaglia che ci riguarda, tutti, a partire dal mondo agricolo che si mette alla guida del cambiamento».

Sull’approvazione del DDL contro il Caporalato è intervenuta anche le ACLI di Salerno e il suo presidente Gianluca Mastrovito – «Un #ddlcaporalatoper ACLI Salerno – una nuova stagione di diritti, dignità e giustizia per il Paese! Un primo passo importante, per debellare un antichissimo fenomeno, che nel mezzogiorno d’Italia, si è imposto come reclutamento illegale ed incivile della manodopera nel comparto agricolo.

Gianluca-Mastrovito
Gianluca-Mastrovito

Intervenire sul caporalato, – per ACLI Salerno – significa dare un segnale di forte discontinuità a pratiche illegali di intermediazione, di sfruttamento e violazione della dignità umana, di forme elusive della disciplina del lavoro.

E’ un tema che ci riguarda tutti, che ha segnato in modo particolare la storia ed il malessere del Mezzogiorno d’Italia, in cui si sono affermati stili malavitosi di sudditanza e schiavitù, in nome di un diritto non scontato e di un bisogno, quello lavorativo, necessario. Un fenomeno da numeri biblici, che coinvolge italiani e stranieri, adeguandosi, nelle forme e modalità, in aree territoriali quasi sempre a bassa redditività e lento sviluppo sociale.

Significativa, la convergenza delle forze politiche e la intelligente sinergia tra le istituzioni e le organizzazioni del comparto, a partire dalla stesura del protocollo sullo sfruttamento lavorativo di qualche settimana fa. Circostanza, che delinea approcci culturali nuovi nella tutela del lavoro, della dignità umana e per la civiltà giuridica del nostro paese.

Siamo certi che la rete del lavoro agricolo di qualità, prevista dal ddl, possa garantire maggiori controllisull’intera filiera agro-alimentare per prevenire e sanzionare ogni episodio, che mortifichi la dignità lavorativa e l’indebolimento sul mercato del valore del made in Italy.

Invocando il medesimo stile – in conclusione per le Acli – e principio di corresponsabilità inserito nel ddl, auspichiamo un rapido e felice passaggio alla Camera del provvedimento, così da accelerarne l’operatività».

renzi-boschi
renzi-boschi

Questo Disegno di Legge che si attendeva già dai primi anni della costituzione dell’Italia repubblicana, giunge da Senato della Repubblica proprio alla vigilia della sua soppressione, sempre che la Consulta ritenga legittimo il Referendum costituzionale di ottobre, e sempre che gli Italiani lo votino. Un rigurgito di orgoglio istituzionale e democratico prima di “morire”, da parte del Senato o un congedo alla grande sfuggito al “bischero” fiorentino?

Non lo sapremo mai, indipendentemente dalla relatrice e dal Ministro dell’Agricoltura, ma ora si spera l’altra Camera faccia in fretta e non si perda sugli emendamenti di “disturbo”.

Franco-Roberti-foto-Politicademente
Franco-Roberti-foto-Politicademente

Il DDL contro il Caporalato poi da noi, nella Piana del Sele, potrebbe essere risolutivo rispetto allo sfruttamento bracciantile, anche alla luce dell’allarme che a suo tempo lanciò il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, quando era a capo della Procura di Salerno. Allarme che poneva sotto osservazione la Piana e i passaggi di mano, e in poche mani, delle Aziende Agricole del posto, che consentiva ai proprietari occulti di poter meglio gestire produzioni e commercializzazioni dei prodotti agricoli, e attraverso di essi anche la manodopera, per la maggior parte abusiva, ma per l’altra parte, quella che passerebbe nelle maglie della Legge, gaglioffescamente aggirata con le 150 giornate lavorative le cui integrazioni salariali verrebbero divise al 50% tra il lavoratore e il Datore di lavoro, che così, correndo lo Stato, si paga il costo del lavoro in barba a tutti noi.

Salerno, 3 agosto 2016

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