È morto Carlo Mazzella già Sindaco di Eboli: Un galantuomo

Ieri si è spento Carlo Mazzella già Sindaco di Eboli, Presidente dell’Ospedale di Eboli e dell’ATACS, leader provinciale DC. I funerali oggi.

Carlo Mazzella leader locale e provinciale della corrente “sinistra di Base” della DC, fece scuola politica favorendo il rinnovamento generazionale. Principale attore politico del boom economico degli anni ’60 e ’70 e sostenitore instancabile dell’Ospedale di Eboli. Affettuoso mentore politico politico  e padre e marito esemplare. Affrontò le varie stagioni anche quelle più buie con determinazione. Un onesto galantuomo.

Carlo Mazzella Sindaco di Eboli con Bernardo D'Arezzo
Carlo Mazzella Sindaco di Eboli con Bernardo D’Arezzo

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

EBOLI – Si è spento ieri, dopo una lunga malattia che lo aveva allontanato dalla vita quotidiana cittadina, Carlo Mazzella già Sindaco della Città di Eboli e leader politico della Democrazia cristiana locale e provinciale esponente di spicco della corrente DC “Sinistra di Base”. Nel corso fella sua lunga carriera politica ha ricoperto diversi incarichi all’interno del suo Partito e nei vari Enti territoriali come Presidente dell‘Ospedale Provinciale Maria SS Addolorata di Eboli e come Presidente dell’ATACS, l’Azienda provinciale dei trasporti salernitana. I funerali si sono tenuti oggi alla Chiesa del Sacro Cuore di Gesù officiati da Don Peppino Guariglia, suo padre spirituale.

Carlo Mazzella, da cattolico praticante, e da cattolico impegnato nella società civile si dedicò da giovanissimo all’impegno politico divenendo leader locale e poi provinciale della Democrazia Cristiana e da giovane e rinnovatore gli fu naturale impegnarsi nella corrente “sinistra di Base“. Con la sua semplicità ma forte dei suoi sentimenti cattolici civili e nello stesso tempo progressisti, fece scuola politica favorendo il rinnovamento attraverso un profondo ricambio generazionale portando in consiglio comunale una pattuglia giovane di Consiglieri comunali: i compianti Italo Lettera, Gerardo D’Urso, Guido Marisei; oltre che Pasquale Sessa, Vito Pindozzi, Alfonso Cillo. Risultò vincente la scelta di non candidarsi e il passaggio del testimone fu favorito anche dalla tecnica elettorale e da regista e leader sbaragliò i suoi avversari interni, determinando poi scelte e strategie tra le quali quelle di riportare la DC alla guida della Città nel 1975 con il Sindaco Brescia interrompendo il predominio della sinistra storica del PCI di Cassese e Sparano e quella emergente del PSI riformista di Conte.

Carlo Mazzella
Carlo Mazzella

Fu attore politico principale del boom economico degli anni ’60 e ’70 e da Sindaco della Città legò il suo nome a molteplici realizzazioni. Nel cambio delle varie gestioni della Sanità fu promotore del rilancio dell’Ospedale di Eboli favorendo nel corso della sua Presidenza il potenziamento delle varie specialistiche rendendo il nosocomio, per qualità e servizi, punto di riferimento provinciale e regionale. Affettuoso mentore politico di giovani classi dirigenti non mai trascurò di essere padre e marito esemplare.

Affrontò con le varie stagioni politiche con determinazione, passione e dedizione più totale, anche quando arrivarono i tempi bui che dolorosamente lo costrinsero ad allontanarsi da quello che restava della DC., recidendo i suoi rapporti politici con On. Vincenzo Scarlato e poi Guglielmo, approdando a nuovi rapporti politici con l’On. Fanfaniano Paolo Del Mese.

Fiero difensore dei principi e dei valori cattolici e non volendosene mai allontanare, ebbe diversi scontri all’interno della sua corrente fino a diversificarsene, e non tanto perché le sue aspirazioni politiche, avanzate sempre discretamente, non furono prese in considerazione non candidandolo al Parlamento nel Collegio di Eboli-Battipaglia, ma perché alcune politiche locali esclusero la Città di Eboli da diversi insediamenti industriali (Fiat) promessi e mai mantenuti che dettero vita ai moti del ’74, circostanza che lo allontanò da De Mita e lo avvicinò ancora di più alla sua Città.

Carlo Mazzella con un gruppo di giovani e don Biaggino
Carlo Mazzella con un gruppo di giovani e don Biaggino

Nel corso del tempo da vero Leader, sebbene non condividesse, ritenendo vi fossero state delle conseguenze disastrose per la Città e per il Paese, appoggiò la nascita della prima Amministrazione del Compromesso Storico DC-PCI, che all’epoca da capogruppo consiliare PSI definii “Papocchio”. Aveva ragione Carlo Mazzella, quell’amministrazione non fu brillante come si prefiggevano i due promotori dell’Epoca Gerardo D’Urso da Sindaco e il PCI Vincenzo Aita da Vice, un pagina senza seguito che era basata più che su un progetto politico sull’odio verso il leader socialista emergente Carmelo Conte.

Con Carlo Mazzella scompare un testimone politico di un tempo che certo non ritornerà ma che ha segnato uno stile di vita politica che era si dettato dalla appartenenza e dalla lealtà ma senza mai sconfinare nella fedeltà cieca. Con lui scompare uno degli ultimi uomini della cosi detta Prima Repubblica: Un uomo politico onesto e galantuomo; e il suo stile di vita ne è stata piena testimonianza.

I miei rapporti con Carlo, o Zio Carlo come chi gli voleva bene lo chiamava riconoscendogli un affetto che diventava addirittura parentale sebbene non vi fossero rapporti di sangue, è stato leale, rispettoso, affettuoso e sebbene a quel tempo la politica non favoriva gran che i giovani da lui ho avuto sempre incoraggiamento e affettuosi e sinceri scambi di opinione e mai i provvedimenti che da assessore all’urbanistica del tempo proponevo in Consiglio ricevevano opposizione di Carlo ma sempre garbati suggerimenti.

Carlo Mazzella
Carlo Mazzella

Con lui affrontammo e risolvemmo diversi problemi, non ultimo quello della realizzazione dei 250 alloggi della famosa “167”, quello fu un atto di grande responsabilità politica che solo un leader, sebbene all’opposizione, potesse fare e da leader osservò e in qualche modo subì la cosiddetta amministrazione del “Compromesso storico“, non si accorse o non volle ostacolare i suoi “discepoli”, non lo sapremo mai, ma da uomo politico sostenne quel “Papocchio” assistendo malgrado tutto ad una metamorfosi di un Partito, la DC che da qui a poco per le sue incertezze, e la sua progressiva azione consenziente fu accompagnata verso il suo declino.

Carlo Mazzella è stato il testimone di quella politica semplice, coraggiosa e onesta che comunque poi ha visto trasformarsi fino a soccombere rispetto al camaleontismo imperante che ci riporta ai giorni nostri e alle rovine morali di un Paese che è cresciuto all’insegna dei valori cristiani o laici che fossero per giungere al pressappochismo qualunquista e para-giustizialista vuoto e approsimativo.

A Sara moglie fedele e discreta a Gaetano e Cinzia figli educati e affettuosi, eredi di quella tradizione semplice e importante che ha rappresentato l’impegno civile e politico di Carlo Mazzella, padre affettuoso, marito devoto, paterno e comprensivo con gli amici e chi voleva bene, va il più profondo cordoglio di POLITICAdeMENTE del suo animatore e dei sui collaboratori, sicuri che il meglio nella semplicità sarà scuola per le generazioni future.

Eboli, 15 luglio 2018

11 commenti su “È morto Carlo Mazzella già Sindaco di Eboli: Un galantuomo”

  1. L’amministrazione “Papocchio” non fu brillante??? Egregio Le ricordo le cose fatte in 10 mesi: primo piano di recupero del centro storico, restauro del chiosco di S. Francesco, primo P.R.G. a firma del Prof. Arch. Capobianco (poi sostituito da Rosania con ingente esborso economico), approvazione e inizio lavori Palazzetto, Stadio Dirceu (tant’è che si era proposto di intitolarlo all’ex sindaco D’Urso) e sicuramente mi sfugge qualcos’altro. Se quest’amministrazione non è stata brillante c’è qualcosa che non mi torna rispetto alle attuali amministrazioni che governano 5 anni.
    Cordialmente

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  2. Caro Con testo
    Lo stadio e qualsiasi altra cosa si poteva intestare a D’Urso, è stato comunque un amministratore di questa Città ma purtroppo percquesto e per le altre cose che hai elencato, D’Urso non aveva nessun merito essendo state programmate e realizzate o in corso di realizzazione da altre amministrazioni che con d’Urso niente avevano a che fare se non registrando un suo voto contrario all’epoca delle Amministrazioni Presutto che avevano avviato e portato a termine molte di quelle cose che tu elenchi e che con quell’Amministrazione nulla avevano a che fare. L’amministrazione del Papocchio come la definii in consiglio comunale fi semplicemente un tranello ordito dal PCI di allora e dalla parte della DC che seguì poi D’Urso e non Mazzella che la subì.
    L,’amministrazione Silenzio continuò nelle programmazioni avviate dalla precedente Presutto e con un colpo di mano approdarono alla così detta amministrazione Papocchio da me definita. Questa solo dopo qualche mese inaugurò tutte le opere pubbliche progettate prima dalle amministrazioni presutto e poi Silenzio. Per quanto riguarda il Piano di Recupero del centro storico, il mio amico Gerardo non centrava proprio nulla aveva votato contro, io ero l’assessore. Il buon Gerardo si insediò e inaugurò il lavoro delle amministrazioni precedenti, ivi compreso gli impianti sportivi.
    Quell’Amministrazione era solo il frutto di un rancore politico e non di una programmazione, che al contrario si baso’ solo ad inaugurare progetti che non gli appartenevano.
    Da capogruppo del PSI allora io votai favorevolmente in contrasto al mio gruppo che avrebbe voluto votare contro. Pretesi di esprimere il voto favorevole e lo motivai aggiungendo nella mia dichiarazione di voto che votavo qualcosa che da assessore all’urbanistica prima e capogruppo poi avevo portato avanti e che nulla aveva a che fare con l’amministrazione del “papocchio”.
    Il seguito fu che a D’Urso servì per affermarsi come capo politico scalzando il suo mentore Mazzella, e conquistare la DC, al PCI e al mio amico Aita rimasero gli spiccioli elettorali. Conte Stravinse
    Adesso se invece vuoi scrivere la tua “storia” di certo è in contrasto con la cronaca.
    Il papocchio fu l’appellativo che coniai per loro.

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  3. In famiglia zio Carlo era l’esatto opposto di come appariva in pubblico , sempre pronto a farci sorridere e a regalrci momenti di ilarità.
    Vederlo esanime , anche se le sue condizioni di salute erano comunque molto precarie, mi ha provocato uno shock incommensurabile.
    Non ho mai pianto tanto in vita mia nemmeno quando sono mancati i miei genitori!
    Ciao zio , è finito tutto!
    CHE LA TERRA TI SIA LIEVE.

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  4. La scomparsa di Carlo Mazzella merita una riflessione,
    e sulla persona e sull’uomo politico.Preferisco
    definirlo “un galantuomo democratico” per sfuggire
    alla connotazione negativa che il termine “galantuomo”
    ha avuto nella storia del Mezzogiorno.Le emozioni non
    debbono stravolgere le valutazioni storiche e poli-
    tiche ,la sua figura ha bisogno di serietà e severità,
    oltre le vanità e le vanaglorie.
    Egli appartenne al filone del cattolicesimo democratico,sviluppatosi demtro la Democrazia Cristiana ebolitana ,che pure aveva eredidato la
    presenza di famiglie ,ex fasciste ,traslocate ,nel
    secondo dopoguerra ,nella D.C.,insieme a tutte le
    loro clientele.Ebbe capacità personali e politiche
    di unsinuarsi nelle pieghe della società ebolitana,
    mettendo a frutto le sue virtu’ di ex seminarista,
    ammodernando il cogestito sistema clientelare.
    Era unn modo ,non condivisibile ,ma purtroppo era
    un modo di rispondere ai bisogni e alle necessità
    di molti.Convinto anticomunista ,ma antifascista,
    ebbe l’accortezza di capire le ragioni del Partito
    Comunista all’interno della comunità ebolitana.
    Espresse le sue migliori virtu’ politiche nella
    ricerca di accomodamenti parziali con le altre forze
    politiche ,solo dopo e soltanto aver sistemato i
    suoi interessi politici.La sua rappresentanza politi-
    ca si confermo’ con l’esercizio del potere e fino
    a quando ciò fu possibile il consenso non gli fù
    negato.Durante il suo sindacato ,non gli mancò la
    consapevolezza che un incipiente sviluppo economico
    nell’edilizia richiedeva interventi pubblici e capitali privati.La sua ascesa politica non si accom-
    pagnò con la creazione di nessun mito,sia per il
    profilo anti-retorico della sua persona ,sia per
    il suo profondo radicamento nella cultura locale, quindi una visione del progetto politico abbastanza circostanziata,dovuto anche alla sua ristretta
    autonomia che riuscì a conquistarsi all’interno
    della Democrazia Cristiana provinciale.Le lotte
    del popolo di Eboli e la industrializzazione
    della Valle del Sele furono miti ,costruiti ad
    arte,da una classe politica incapace.
    Onore ,dunque ,al galantuomo democratico,ma senza
    retorica politica.Nella Storia di Eboli c’è
    Carlo Mazzella ,ma in essa ci sono anche gli altri.

    Eboli 16 luglio 2018 peppe leso

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  5. Nulla da ,togliere alla figura di C.Mazzella ma farlo diventare eroe rispetto alla xxxxxx che circola ad eboli negli ultimi anni è una doppia utopia o allucinazione. Il politico risponde ai bisogni del suo popolo e non ai bisogni dei suoi elettori, il politico serve il popolo emana delibere e leggi per risolvere i problemi della gente affinchè questi ultimi stiano meglio. io ho circa 60 di anni e siccome ho ancora una buona memoria ad Eboli non ricordo un sindaco che abbia tentato o fatto questo. Ricordo solo sindaci che si sparavano le pose in pompa magna sul monumento della piazza, noi piccoli attoniti zitti guardavamo perche i grandi ci obbligavano a guardare questi attori che posavano la foto. Poi i piu arroganti e sparaposa con l’evento socialista quelli che riempivano la piazza e il viale come ancora oggi qualche ombra che conta 5000 voti circa si adombra ancora.Poi i rivoluzionari coloro che volevano cambiare il mondo e non hanno cambiato nulla si sono solo contraddetti cambiando la fisionomia di Eboli E ARRICCHENDOSI ALLA FACCIA DEI FESSI. poi coloro del cambiamento odierno a pari passi coi tempi dove il vuoto assoluto vince. Allora dico il politico che fa il suo dovere non è un eroe se lo si paragona a questi gli si fa una ulteriore offesa.

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    • per Gente,
      Mazzella non era un eroe, assolutamente e non è così che si è rappresentato nell’articolo. Era un uomo del suo tempo, con utti i suoi limiti e se ha rappresentato qualcosa sono i fatti quotidiani che ci indicano la differenza. Era comunque un uomo onesto, e lo dimostra la sua vita.
      Se ha soddisfatto i bisogni dei suoi o di tutti è dimostrabile. Essere di un Partito significa essere di “Parte” e quando si opera si programma quello che il tuo Partito ritiene sia utile, immaginando vi sia un confronto franco e corretto nel “Partito”, poi portando avanti il programma del tuo Partito e se quel programma risponde o meno a tutti i bisogni della Città o comunità che si amministra è verificabile. Di qui, bisogna poi comprendere se quel programma si realizza e comne e se veramente incontra l’interesse di tutti, in caso contrario sarnno gli elettori a deciderlo.
      Oggi i programmi nessuno più li fa e quelle poche e rarissime cose che si fanno sono solo appartenenti al mondo dell’effimero e guarda caso l’effimero tocca proprio tutti e in quel caso si è il Sindaco di tutti.
      Io mi auguro e mi permetto di farlo anche per te che a governarci siano uomini semplici e non prsuntuodi e tuttologhi, quelli del “fare” come si dice oggi e quelli che quando sono eletti la prima cosa che dicono: “Saro’ il Sindaco di tutti” poi invece ti acorgi che è solo di pochi e di parenti, nemmeno tutti, erchè spesso non rappresentano, sebbene eletti da tutti perchè oggi si vota contro e non a favore, nemmeno tutta la famiglia.
      Mazzella era un brav’uomo. E quando si è brav’uomo lo si è in ogni circostanza.

  6. Tranello ordito dal PCI ….
    La mia “storia personale” in contrasto con la cronaca … la sua cronaca. In quanto cronista aspetto che pubblichi un articola con protocollo e data di quanto affermato, spiegando quale impresa o imprenditore vinse l’appalto dei lavori del Dirceu,ad esempio,e cosa prevedeva il progetto.
    Resto in attesa di delucidazioni in merito.
    Grazie admin

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    • Per Con Testo
      non vedo cosa centri questo con l’articolo, con Mazzella e tutto il resto.
      Insomma siamo andati a finire all’appalto.
      Appalto che non ha niente a che vedere con Mazzella ne tantomeno con con il contesto.
      Posso solo che chi lo vinse purtroppo non c’è più, e se ci fosse e magari potesse parlare, lo ascolteremmo con molta attenzione e ovviamente capiremmo molte cose e soprattutto capiremmo la fretta di un’aggiudicazione e facendo i maligni anche forse perché si fece quell’amministrazione.
      Ma poiché molti di quei personaggi di allora non ci sono più non mi sembra corretto fare processi postumi.
      Non ho intenzione di farli e non lo consento.
      Se hai altre informazioni posso però, in un’altra circostanza offrirti una pagina per esporre le tue considerazioni.
      Ma una cosa sono i post un’altra un articolo, e per questo dovresti rinunciare all’anonimato.
      Pertanto ti invito a fare considerazioni politiche che siano nel contesto e la storia del Dirceu come altri appalti dell’epoca che quell’Amministrazione Papocchio portò avanti non rappresentano il centro del dibattito ma solo “maligni” ricordi.

  7. C’entra e come … i maligni ricordi sono quelli dell’ex ministro. Comunque la risposta dimostra oltre che il tifo l’inconsistenza della sua cronaca. I maligni ricordi non sono il paladirceu o il più grande palazzetti del centro sud. All’anonimato non rinuncio rispetto a false informazioni ma non rinuncio nei confronti della non conoscenza. Un Po più di studio per chi gestisce un blog senza imparzialità. Con rispetto e senza presunzione.

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    • Per contesto,
      questa è l’ultima risposta che ti do.
      Rispetto all’anonimato ebbene ricordarti che mi farei uccidere per garantirtelo, ma comunque non ti consento di esprimere giudizi di “inconsistenza”, rispetto a fesserie che racconti che non rappresentano niente se non cattiverie farfugliate.
      Nessuno ti ha chiesto di rinunciare a niente, ma se fai accuse devi avere le palle per sostenerle e fegato per sopportarne le conseguenze, perché se fossi uno di quelli che tu denigri ti denuncerei e a niente varrebbe il tuo anonimato nel momento in cui basta l’IP alla Polizia Postale per identificarti e rispondere delle tue accuse.
      Io per tua norma sono rispettoso di tutti e concedo a tutti gli spazi del mio blog, sono rispettoso e non sono presuntuoso, non devo studiare niente perché quelle vicende le ho vissute e a quel tempo, come sempre, ero dalla parte delle “guardie” e non dai “ladri”.
      Quali sarebbero le false informazioni?
      Se ne hai di diverse invece di cacagliare sciocchezze ti ho offerto le mie pagine, ma per farlo devi firmarti, una cosa è inviare dei post l’altra è voler essere in “cattedra”.
      Per il resto e bene che ti dica che con i tuoi post stai sporcando la memoria di chi invece si vuole ricordare in questo articolo essendo scomparso, e già questo la dice lunga sulla tua “ferrea” morale e solo per questo sei condannabile senza appello.
      Se al contrario, invece e sei a conoscenza di altro, ma non raccontando cose a vavera fallo, ma mostra documenti, fatti concreti e cerca di non diffamare nessuno, ma lo devi fare non un nome ed un cognome, perché non mi va affatto di veicolare immondizia per uno che non ha nemmeno il coraggio di esporsi ma ha la presunzione di accusare, giudicare, condannare.
      Non rispondere più. Non sei gradito altrimenti sarò io ad inviare il tuo IP alla Polizia Postale per diffamazione.

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