Cosa resta di Vincenzo De Luca

De Luca aveva contro tutti i partiti, alcuni formalmente altri in maniera subdola; e nessun potere forte a favore.

Il risultato di De Luca, è un risultato personale, proprio come quello di Vendola.

POLITICAdeMENTE, propone questo articolo di Umberto De Gregorio, perché si collega alle riflessioni di un altro intervento, quello di Nichi Vendola intervistato da Antonello Caporale del Corriere. Entrambi gli articoli, sottolineano le vittorie personali di Vendola e De Luca, e per contro, la sconfitta del PD e della coalizione, incapace di dare una risposta alle domande degli elettori e del popolo della sinistra.

Entrambi gli interventi mettono in luce la necessità di affrontare in modo nuovo la sfida politica di questi tempi, ma anche la necessità di aprire un dibattito politico serio, che affronti queste tematiche e che in via breve trovi una soluzione ed indichi una strategia che riporti la sinistra in sintonia con la base. POLITICAdeMENTE si fa promotrice di avviare questa discussione, che non vuole nella maniera più assoluta, condannare o colpevolizzare chicchessia, pur indirizzando critiche e pur facendo rilevare errori a tutti i leader della sinistra, ma vuole offrire un contributo sincero a dibattito politico in atto.

………………….  …  ………………….

di Umberto De Gregorio*

Umberto De Gregorio

NAPOLI – Il PD e la sinistra perdono quattrocentomila voti in Campania rispetto alle precedenti elezioni regionali del 2005. Vincenzo De Luca ottiene duecentomila voti in più rispetto alle liste che lo appoggiano. Il che significa che, in qualche modo, personalmente De Luca recupera il cinquanta per cento dei voti che hanno abbandonato tali partiti.

De Luca perde contro Stefano Caldoro con undici punti di distacco. Qualcun altro poteva contenere meglio la sconfitta? Evidentemente no, considerato anche che nessuno ha avuto il coraggio di sfidarlo alle primarie di coalizione . Poteva fare qualcosa in più De Luca? Forse si, se avesse avuto più tempo per farsi conoscere ed avesse commesso meno errori strategici nel condurre la campagna elettorale. Poteva alla fine anche vincere? Probabilmente no, perché l’alternativa al Bassolinismo era necessario che avvenisse sotto l’insegna di un partito diverso rispetto a quello cui appartiene Bassolino. Che De Luca poteva essere più alternativo al bassolinismo (inteso come sistema di potere) di quanto non lo sia Caldoro, era messaggio troppo complesso per essere assimilato dal corpo elettorale locale.

Ora resta da capire cosa potrà fare Vincenzo De Luca per essere utile al territorio senza semplicemente ritornare a fare il sindaco di Salerno. Si ritrova in Regione come capo dell’opposizione ma i suoi consiglieri sono per la gran parte eterogenei rispetto alla sua storia ed alla sua impostazione politico- culturale: quanto potrà spendersi positivamente in questa posizione? Si ritrova come leader contestato d’un partito allo sbando, nel quale non si sente a suo agio ed il quale non si sente da lui rappresentato : potrà delineare una nuova strategia capace di rinnovare uomini, metodi e contenuti?

De Luca Vincenzo Repubblica

Contrariamente a quel che molti credevano, De Luca ha convinto gli elettori della città di Napoli, i quali evidentemente sognano proprio un uomo cosi, forte, uno sceriffo appunto, capace di sottrarli al degrado al quale sembrano inesorabilmente destinati.

Il risultato di De Luca in Campania, a ben vedere, non è molto lontano da quello di Vendola in Puglia. E’ un risultato personale, proprio come quello di Vendola. Anche in Campania, infatti, se l’UDC fosse andata per conto proprio e la sinistra avesse appoggiato il candidato del PD, De Luca avrebbe vinto sul candidato di Berlusconi, e sostanzialmente nella stessa misura. Il problema quindi in Campania è stato quello delle alleanze e delle convergenze. De Luca aveva contro tutti i partiti, alcuni formalmente altri in maniera subdola; e nessun potere forte a favore.

Si tratta ora di capire se il PD vuole ripartire da De Luca, cercando di incamerare subito quei duecentomila voti che al momento sono suo appannaggio personale ed allargando il suo consenso ulteriormente; oppure vuole ripartire da zero. Se vuole puntare e valorizzare persone come Paola De Vivo, che mostra risultati sorprendenti se paragonati alla sua incapacità di intercettare consensi d’interesse, oppure intende ripartire dai quei pochi capibastone delle tessere che hanno resistito al terremoto.

Esiste uno spazio politico nel voto d’opinione che può essere riempito e può dare frutti interessanti.

Esiste una domanda di politica vera che deve trovare risposta in un progetto politico credibile, e non lasciata marcire nelle secche dell’astensionismo e della protesta di stampo anarcoide.

Il problema del PD campano, come di quello nazionale, è che non ha una strategia. Le affermazioni personali di De Luca e Vendola, cosi diverse per contenuti, mostrano proprio l’assenza di un disegno strategico. Al momento non sembra esistere altro che il consenso personale frutto della capacità di buona amministrazione e di un linguaggio semplice e chiaro.

*Umberto De Gregorio da “La Repubblica

Napoli, 2 aprile 2010

16 commenti su “Cosa resta di Vincenzo De Luca”

  1. RESTA UN SUCCESSO PERSONALE ED UNA STIMA AUMENTATA VERSO LA SUA PERSONA DI UOMO E POLITICO. CALDORO SARA’ IN GRADO DI DIMOSTRARE DI ESSERE UN LIBERO PENSATORE E NON L’OMBRA DI QUALCUN’ALTRO? LA LOTTA ERA IMPARI, BASSOLINO UNA VERGOGNA MONDIALE, IL RISULTATO I DON VINCENZO + CHE LUSINGHIERO DATE LE PREMESSE, GLI SLOGANS PASSANO , LA ” FAME ” AUMENTA, E LE SCUSE SARANNO SEMPRE MAGGIORMENTE INVISE ALLA PP OPINIONE! La verità, come la luce, acceca. La menzogna invece è un bel crepuscolo, che mette in risalto tutti gli oggetti.
    Albert Camus, La caduta

    Rispondi
  2. E’ evidente che le recenti, significative vicende di Vendola e di De Luca hanno segnato uno strappo interno al centrosinistra. Uno strappo che potrebbe avere, tuttavia, riflessi e conseguenze tutt’altro che negativi, ma costruttivi e creativi. Infatti, mi chiedo: tutto questo è sufficiente per determinare un’autocritica consapevole, un cambiamento di rotta rispetto ad uno pseudoriformismo ed a un dissimulato conservatorismo? Il fatto è che le stesse considerazioni di questo articolo si possono estendere anche a livello locale, nel quadro politico ebolitano. Non credo che la politica debba essere ostinatamente combattuta dentro i partiti dove la competizione rischia di essere sfacciata e fuori da ogni contatto con il popolo, oltre la gente, se non proprio contro di essa (per riprendere le parole di Vendola). La politica non deve essere “una catena, una rete oligarchica e distante”, che si fonda sulle guerre intestine delle tessere e delle “correnti” contrapposte. Bisogna guardare oltre i simboli e i paraventi e ricercare chi abbia capacità di buona amministrazione, un linguaggio chiaro e diretto, progetti concreti di riforma! Per questo a Eboli vincerà il politico che è riuscito ad essere più vicino ai cittadini, colui che ha ricercato di più il contatto genuino con gli ebolitani e ha saputo recepirne le istanze e le aspettative, piuttosto che preoccuparsi di benevolenze personalistiche e ristrette. Per questo vincerà Massimo, il candidato a sindaco che si fa chiamare per nome.

    Rispondi
    • Per Verba Volant –
      Condivido, ma non esageriamo. Non facciamo certi paragoni, stiamo parlando di cose diverse.

  3. Grazie Admin per il commento, ma le mie considerazioni nascono anche da una nota che ho letto su FB, sul profilo dello stesso candidato a sindaco del PD, che le riporto: “Effetto Vendola anche ad Eboli? Per scongiurare un eventuale effetto Vendola anche nella nostra Città, occorre che il Partito Democratico e l’intero centrosinistra compiano un’attenta riflessione. In Puglia è stata sconfitta la nomenclatura del PD, militanti e simpatizzanti hanno bocciato tatticismi e giochi di potere. La vicenda Vendola è anche la testimonianza chiara di come, nel Partito Democratico, a volte si preferisca la sconfitta, pur di abbattere l’avversario interno, senza tenere in considerazione le aspettative delle comunità e la programmazione politica. Le lotte interne fanno perdere di vista gli obiettivi veri che riguardano il governo del territorio e non la conquista delle poltrone. Questa ottica produce scelte scellerate, partorite da una nomenclatura che spesso è uno schermo vuoto, senza consensi. Basti ricordare come siano state rifiutate le primarie sia interne al partito, sia allargate alla coalizione di centrosinistra. Mancando il confronto, è scattata la corsa personale, le fughe in avanti, immaginando scenari che esistono solo nella mente e nelle aspirazioni personali di pochi.
    Occorre una mobilitazione generale per compattare l’intero centrosinistra, in modo da definire intese programmatiche utili per la città e per lo sviluppo del suo territorio. Sulla strada intrapresa negli ultimi mesi, una strada bocciata dagli elettori poche ore fa in Puglia, il Partito Democratico rischia di isolarsi dal contesto politico […]”. Poi la nota prosegue in altre considerazioni su cui non mi soffermo. In ogni caso, probabilmente quanto ho detto risalta anche agli occhi di qualche “corrente” interna di partito. Naturalmente io giungo a conclusioni politiche, condivisibili o meno, che al di là dei paragoni che possono sembrare eccessivi, hanno un fondamento e una loro giustificazione.

    Rispondi
    • Per Verba volant –
      Ogni realtà è diversa dalle altre. Vendola l’Ha spuntata sulla nomenclatura, ma è il candidato del centro-sinistra, e la sua vittoria è la sconfitta dei “Baroni” ma apre anche riflessioni politiche profonde per le quali bisogna passarci per forza se non si vuole essere travolti dalle “orde barbariche” che rappresentano la non politica.
      A Eboli è tutt’altra cosa, senza entrare nel merito degli atti amministrativi, totalmente condivisi anche da Cariello fino a quattro mesi fa, per motivi ancora del tutto sconosciuti Rifondazione e Cariello stesso sono usciti dalla maggioranza, senza fare un minimo di autocritica rispetto a 14 anni di impegno e di coinvolgimento politico ininterrotto.
      Ho seguito molto attentamente ogni vicenda e purtroppo il Partido democratico, vuoi per un motivo o per altri, aveva lanciato le primarie di coalizione, evidentemente mettendo in discussione il suo Sindaco. a quella proposta non vi è stata nessuna adesione e Cariello si è candidato Sindaco, come successivamente ha fatto anche Rosania. Entrambi hanno rifiutato le Primarie, Vendola si è messo in discussione e ha vinto, ecco perché paragoni non se ne possono fare, sia per spessore che per linearità e limpidezza politica.
      Ma queste sono quisquiglie, ora bisogna parlare di politica e pare che lo stesso Consigliere Provinciale, si stia allontanando sempre più dal Centro-sinistra.

  4. L’analisi di De Gregorio sulla sconfitta di di De Luca per molti aspetti si adatta perfettamente,dandone una chiave di lettura attendibile, a quella sulla sconfitta di Vito Busillo, candidato sindaco ad Eboli. Fatti i dovuti distinguo sulla caratura e le caratteristiche individuali dei due personaggi, non si può non condividere alcuni passaggi, per esempio <> . Anche il nostro ottiene più voti delle liste che lo sostengono. qualcun’altro poteva contenere meglio la sconfitta? Evidentemente no visto il risultato di Di Benedetto. Poteva arrivare al ballottaggio? Qui la risposta è si per le stesse ragioni spiegate da De Gregorio a proposito dell’alternativa al Bassolinismo ( nel nostro caso Melchiondismo). quanto all’abbandono degli elettori di centro destra, Cariello ne ha fatto incetta nei mesi precedenti le elezioni candidandoli, uno per famiglia, nelle proprie liste.

    Rispondi
  5. Le sue considerazioni, Admin, sono molto utili perchè mi permettono di precisare meglio le mie opinioni. Sicuramente ogni realtà è diversa dalle altre, ma i paragoni e i confronti possono essere senz’altro fatti, anzi sono opportuni per l’analisi e la critica, soprattutto se costruttiva. Anche io ho assistito alle vicende cui lei fa riferimento e mi permetta di avere un’altra prospettiva e un’altra ricostruzione dei fatti. Innanzitutto, non mi sembra affatto che Cariello abbia fatto parte del precedente consiglio o giunta comunale. Si legga bene la composizione: non figura il suo nome. Ma a parte questo, il problema è interno al PD, dove le correnti contrapposte hanno messo più volte in discussione il sindaco “uscente” per poi riconfermarlo all’ultima curva non potendo rinnegare 5 anni di governo condiviso. Massimo non fa parte di quel partito: perchè mai doveva condidarsi alle primarie del PD? Magari doveva attendere anche le proposte del segretario di quel partito? Se a mala pena “le correnti interne” riescono a mettersi d’accordo tra loro, non capisco come possa parlarsi di linearità e limpidezza da quella parte. Più volte si è rischiato che il consiglio cadesse e ciò dimostra tutt’altro che compattezza e condivisione. Le ricordo il recentissimo rimpasto di governo che ha comportato l’introduzione di 2 nuovi assessori per riequilabrare gli assetti politici. Massimo ha proposto la sua candidatura superando lo schema illusorio su cui si fonda la situazione del centro-sinistra ebolitano, sulla base di un programma che è stato definito, nonchè condiviso sin dall’inizio dall’intera coalzione. Ma queste sono bazzecole – o quisquiglie – bisogna sperare nel rinnovamento riformista, non allontanandosi ma avvicinandosi alla gente, parlando a tutti gli ebolitani, perchè il nuovo sindaco sarà il sindaco di tutti. E spero di poterlo chiamare per nome 🙂

    Rispondi
    • Per Verba volant –
      E’ evidente che il sindaco chiunque esso sia è il sindaco di tutti, così come è evidente che da ogni azione politica ci si aspetti elementi di novità, se vogliamo anche fuori dagli schemi, ma a proposito delle responsabilità politiche o coinvolgimenti politici, non bisogna mica essere consigliere per essere coinvolto o responsabile, Massimo è un leader e si presume che in quanto leader del suo partito ne fosse anche l’ispiratore, fermo restando tutti i passaggi interni, ed è questo il problema. Purtroppo a quel cambio repentino di strategia politica che ha portato rifondazione ad uscire dalla maggioranza, non è seguita nessuna spiegazione o motivazione politica, avrei capito che vi fosse stato un fatto amministrativo o politico che ne avesse giustificato l’azione, ma questo non è avvenuto e non è avvenuto nemmeno quando si è nominato i revisori dei Conti, per esempio, in quella circostanza il presidente è stato di attribuzione a Rifondazione. Per il resto riguardo alle primarie, forse non mi sono spiegato, mi riferivo a primarie di coalizione (non quelle interne al PD) le stesse a cui ha partecipato in Puglia Vendola. Ma ormai si è imbroccata tutta un’altra strada, ciò non toglie che noi altri osservatori, commentatori e critici della politica pur verificando le sequenze ci fermiamo su alcuni “fotogrammi” anche per sottolineare il ritratto dei singoli.

  6. Sì, condivido le sue osservazioni: si è imboccata una nuova strada. Anzi lo spero. Quanto alla responsabilità di governo locale, almeno quella, l’assuma veramente chi l’ha avuta. Le spiegazioni delle scelte politiche, poi, sono nei fatti e nei fatti verificheremo se i “fotogrammi” determineranno l’una, piuttosto che l’altra sequenza. Sulle primarie (di coalizione e anche interne al PD) già all’epoca la posizione è stata chiara. I tempi, oltre che i criteri erano inopportuni: quando all’interno dello stesso PD si poneva una questione sulla riconferma del sindaco “uscente”, per contrapposizioni interne molto forti (che peraltro facevano addirittura presagire le sue stesse dimissioni) come poteva giustificarsi un confronto più ampio? Per quanto riguarda la coerenza politica, è difficile definirla nell’attuale sistema politico, sia dall’una che dall’altra parte. Secondo me basterebbe che la politica si adeguasse e facesse i conti col “divenire”, con i cambiamenti sociali e le istanze dei cittadino. Il problema si ha quando, piuttosto, rimane ancorata a vecchi schematismi, distorti o illusori. Per il resto, Admin, apprezzo il suo modo di dialogare e spero di poterlo fare anche in futuro. Grazie per l’ospitalità.

    Rispondi
  7. Caro On. Antonio Cuomo,
    ascolta il mio fraterno consiglio, lascia gli aguzzini dei Socialisti e capeggia la rivoluzione Culturale dei veri Socialisti.
    Io ti lanciai in politica ed io ti esorto ad unirti al Compagno Stefano Caldoro, per fare del Nuovo PSI il partito del riscatto del Mezzogiorno. Ritorna con i Socialisti che difendono Berlusconi dagli assalti del Fascista Fini e dai Mangia Meridionali della Lega Nord.
    Abbandona Melchionda che avversò le tue scelte. Abbandona i Falsi Socialisti Contiani che, dopo tanto splendore, hanno scelto la via dell’oscurantismo e del Giustizialismo Pediellino.
    Anche se avversasti Giancarlo Presutto, io ho sempre sperato in tuo ravvedimento. E’ giunta l’ora della verità e del riscatto degli Ebolitani e dei nostri fratelli del Meridione d’Italia.
    Fai la Storia del Risorgimento dei Popoli del Sud, ne hai tutte le capacità oltre al sostegno di uomini e giovani Socialisti, Democratici, Liberali, Riformisti, Cattolici, che la pensano come.
    Ti saluto con la speranza di accoglierti tra le mie braccia come figlio Politico ritrovato.
    Elio

    Rispondi
  8. Complimenti per l’enorme ,anche se vana , ripresa.Penso che occorra ora,più di prima , tener duro dall’opposizone. Sono sicuro che basteranno poche spallate dall’esterno (e tantissime dall’inter- no)per mandare a casa il peso piuma neo eletto.Credo che i tantis simi astenuti siano quelli del popolo allo sbando della sinistra e non aspettano che ricredersi in De Luca :luce in tanto buio.

    Rispondi
  9. mah…. io su de luca condivido quello che ha detto Biagio De Giovanni (che peraltro l’ha sostenuto): ha condotto una campagna elettorale plebea, sbagliata. Non è entrato affatto in sintonia con Napoli, e ha rozzamente sbeffeggiato l’avversario rifiutando sempre il confronto con lui, sbagliando ancora. E poi, dove sta sto recupero???? Ha perso con 11 punti percentuali di scarto,ma stiamo scherzando? sono certo che se si candidava lo stesso bassolino prendeva 5 punti in più…..

    Rispondi
  10. @Elio Presutto : Certo che di danni ne hai fatti ad Eboli. Oltre a raddoppiarti lo stipendio e a fare le cose che gia citai tempo fa, hai pure lanciato l’ONOREVOLE Antonio Cuomo, l’uomo che ha cambiato, partito più partito meno, 100 colori politici. E lui per te sarebbe l’uomo per fare la ” Storia del Risorgimento dei Popoli del Sud” ? Ammazza oh, ora è tutto chiaro il quadro della rovina politica ebolitana. Elio Presutto, con tutto il cuore spero che starai bene altri 100 anni, ma la politica non è arte tua e probabilmente non lo è mai stata. Cordialmente ti saluto.

    Rispondi

Lascia un commento