EBOLI E LE RONDE CITTADINE

Ronde si, Ronde no. I poli si scontrano sulla sicurezza e l’ordine pubblico. Il Sindaco si appropri delle sue prerogative.

EBOLI – Il caso della violenza subita da una minore a Eboli ad opera di un rumeno, ha fatto montare la rabbia ed ha acceso gli animi fino al punto da invocare la costituzione di “ronde” cittadine. Vincenzo Ippolito e Antonio La Manna, rispettivamente Segretario e Consigliere di Azione Sociale, hanno avanzato la proposta della istituzione delle “ronde” cittadine e subito è stato un susseguirsi di polemiche. Cori di proteste da sinistra e adesioni da destra. L’Assessore Luca Sgroia e il Sindaco Martino Melchionda dei ReD, contrari senza mezzi termini, Donato Gallotta e Dario Landi di Alleanza Nazionale, favorevoli.

Sicurezza e ordine pubblico, sono il tema del giorno. 1 italiano su 4 non si sente sicuro quando cammina per strada, questa insicurezza aumenta al Nord come al Sud, raggiunge il massimo in Campania ed è preoccupante a Eboli.

Si ha paura di camminare soli per strada, specie di notte. Le donne sono terrorizzate, 1/3 subisce violenze o maltrattamenti anche nelle mura domestiche. Si ha paura degli extracomunitari per via dei reati ad essi riconducibili.

Ma i dati sulla criminalità, non corrispondono a quelli reali, poiché non tutti sono stati denunciati, così vi sono le conseguenze reali legate alla criminalità (rilevate dalle denunce) e quelle percepite (subite e non denunciate). Se poi si vuole una classificazione: c’è la criminalità organizzata; quella “fai da te”; quella ambientale; il gangsterismo metropolitano; la criminalità in senso lato della parola; la percezione della criminalità. Quest’ultimo dato, non rilevabile è quello che mette sotto accusa, il mondo politico e le Forze dell’Ordine.

La percezione nei confronti del “rischio criminalità”, è su livelli estremamente alti. Purtroppo, nell’opinione pubblica passa il principio secondo cui, molti reati restano impuniti, e che quelli che li commettono non solo la fanno franca, ma continuano “tranquillamente” a delinquere indisturbati.

La paura di subire un reato è un sentimento sempre più diffuso e ormai ha assunto dimensioni per nulla trascurabili. Si ha paura anche nel proprio quartiere, di notte, di giorno, dei “balordi”, della microcriminalità, del gangsterismo urbano, degli extracomunitari. La cosa grave, è che fanno più paura questi “piccoli” reati e il senso generale di insicurezza, che la delinquenza organizzata.  Per contro cresce sempre di più la sfiducia nella politica, nelle Istituzioni, nelle Forze dell’ordine, tanto che questo sentimento di insicurezza, coincide con il desiderio della “sicurezza”, e in tutti i sondaggi, quando si chiede quale sia l’emergenza per la quale si dovrebbe intervenire immediatamente, la risposta è corale: la sicurezza. Ecco perché il Presidente Berlusconi si butta a picco sul fenomeno e “spara” proclami e Decreti.

Rapine, omicidi, scippi, borseggi, furti in appartamenti, furti d’auto, violenze sessuali, stupri  e sfruttamento dei minori, caporalato, spaccio, prostituzione e chi più ne ha più ne metta. E’ tutto “normale”: la disoccupazione; l’immondizia; l’abusivismo; la criminalità, le tangenti. Un quadro sconfortante, che mette in discussione tutti.

La fotografia della situazione reale dovrebbe consentire di misurare correttamente le politiche della sicurezza, affrontandole senza “tremolii”. La cronicità e la “tolleranza” sugli eventi delinquenziali, hanno reso il fenomeno endemico e la delinquenza viene “accettata” come un fenomeno naturale, addirittura inevitabile, che fa paura, ma fatale, per contro si avverte che il quadro legislativo e l’applicazione delle Leggi sono blande e non commisurate ai reati commessi, mentre cresce l’inquietudine tra i cittadini che si sentono lasciati soli a fronteggiare tutti questi fenomeni.

In tutte queste incertezze l’unico dato certo è la crescente sfiducia nelle Istituzioni, nelle Forze dell’ordine e del ruolo che svolgono, fino ad avere una sorta di “percezione” che poco e nulla fanno per contrastare efficacemente la criminalità.

C’è poco da fare gli “scienziati” e far finta di vestire abiti “democratici”, qui si sta male e non saranno le ronde  a farci stare meglio e non sono le Telecamere a proteggerci da tutte le forme criminali. Il Sindaco e le forze dell’ordine facciano la loro parte, senza per questo sentirsi accusati, prendano coscienza delle loro responsabilità e del loro ruolo, anche alla luce del  Decreto sulla Sicurezza. Il contrasto è già un passo successivo. Una strategia, il coordinamento, l’educazione, la sorveglianza e il presidio del territorio sono a monte del contrasto e della repressione.

Forse sarebbe il caso di trattare la sicurezza con la stessa cura di un “appalto”, è quello che ci si aspetta per stare meglio.

10 commenti su “EBOLI E LE RONDE CITTADINE”

  1. un giovane che merita di stare in consiglio comunale….non come alcuni che vanno solo a scaldare la sedia!!! andate a casa mangia pagnotta

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  2. Ciao Mauro o Armando che sia, Vincenzo Ippolito è sicuramente un bravo ragazzo e sicuramente se si candiderà darà il suo contributo, e comunque in ogni caso non ha bisogno di “tifo” o di messaggi multipli. Grazie dell’intervento.

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  3. Addirittura, è così banale diventare eroi o essere acclamati quali rappresentanti del popolo. Riflettete bene le ronde non servono a nulla, dimenticate che il 70% delle violenze su donne avviene tra le mure domestiche.. ah avete ragione per la TV vengono propinate solo le barbarie dei ROMENI.
    Sembra essere tornati al regime dove dei banali slogan issano le masse…
    Chi rappresenta il popolo ha il sacrosanto dovere di combattere con l’arma dell’intelletto.. ma è cosa per pochi..

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  4. Le ronde servono eccome. Il lavoro delle forze dell’ordine è del tutto insufficiente. L’immigrazione straniera si trasformando in un bubbone etnico prima o poi destinato ad espandersi…. se non si interviene in tempo. E’ in gioco l’avvenire dei nostri figli

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  5. Per Silarus – Le ronde non servono e non serviranno mai se solo le forze dell’ordine facessero il loro lavoro molto meglio di quanto non lo fanno. Per il resto gli extracomunitari servono e come, ma poichè lo sappiamo tutti a chi servono, sarebbe il caso che i grandi proprietari terrieri venissero controllati un poco più spesso, così scopriremmo che anziché dichiararne 10 nei loro libri paga, ce ne sono 50. Basterebbe non consentire che vivessero in quel ghetto di S Nicola Varco, di cui tutti sappiamo e tutti tolleriamo, e basterebbe dichiarare obbligatoriamente alle forze dell’Ordine nei piani Agricoli e colturali, il numero esatto di dipendenti in relazione all’estensione dell’azienda e al tipo di produzione. Il problema dell’Ordine pubblico è una cosa seria e di delinquenti sono solo delinquenti a prescindere dalla loro provenienza.

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  6. Si….ma non c’è lavoro per tutti. Per cui regolarizziamo solo chi è regolarizzabile….il resto va immediatamente espulso dal territorio…. Altrimenti di qui a qualche anno la Piana del Sele diventerà la “Piana di Babele”.

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  7. Silarus, in parte hai pure ragione ma non è con l’arma della difesa fai date, perchè questa è la fonte d’spirazione delle ronde, che riesci a debellare un problema così grande.
    tra l’altro ci ci governa aveva promesso ben altro ma trovandosi di fronte un problema più grosso di quello che aveva immaginato ha pensato bene di distrarre con l’ennesimo colpo “d’autore” l’attenzione al vero problema

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  8. Cosa penso delle Ronde?
    Dio ci fece diversi, arrivo john Colt e ci rese uguali.
    Enzo è persona seria, ha belle idee, sembra cattivo ma è un pezzo di pane. Adatto a fare il guardiano dei lavoratori

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    • Per Shakira,
      condivido in toto il giudizio su Enzo, tuttavia non condivido le Ronde. Per me è un arretramento rispetto alle funzioni e ai ruoli che invece ognuno è deputato a fare.
      Grazie.

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