De Vetustate Urbis ex Publio Victore et Fabio di Clario

La prima “guida turistica” della Città di Roma.

Vi offriamo la prima traduzione dal Latino al Volgare ad opera dell’ebolitano Giovannantonio Clario, avvenuta in Venezia nel 1550.

EBOLI – Pubblichiamo un’altro frammento di ricerca di Mariano Pastore, su questo personaggio straordianario, l’umanista Giovannantonio Clario, il quale sotto il nome di Gio Luca Papera Ebolitano (uno dei suoi ventiquattro pseudonimi) a Venezia nel 1550 tradusse in volgare il De vetustate Urbis ex Publio Victore et Fabio edito a Roma nel 1510 di Giulio Pomponio Leto (il più grande umanista del quindicesimo secolo) opera che il Clario dice: “Leto con il De vetustate… investigò Roma sotterranea e sotterrata, si aggirò tra i suoi monumenti, e ne scrisse la prima grande guida archeologica, il De vetustate Urbis ex Publio Victore et Fabio.

Clario, questo personaggio straordinario, che amava beffeggiarsi da solo con i suoi 25 pseudonimi, risulta essere il primo traduttore linguista dal latino al volgare. Grazie a Mariano Pastore ripercorriamo tempi e personaggi ai più sconosciuti ma che sono pietre miliari per le nostre terre e per la cultura umanistica in generale. Questa che vi proponiamo potrebbe essere presentata come la prima “GUIDA” turistica di Roma, infatti vi è la descrizione dei luoghi più famosi di Roma.

a cura di Mariano Pastore

DE VETUSTATE URBIS EX PUBLIO VICTORE ET FABIO

Giulio Pomponio Leto. Roma 1510

giulio pomponio leto

Traduzione di Gio Luca Papera Ebolitano (Giovannantonio Clario). Venezia 1550.

De amphitheatro

In media urbe amphitheatrum inchoatum a Vespasiano: perfectum a Domitiano cum incrustatione intrinsecus et extrinsecus cum signis: et in singulis superioribus arcubus erant statuae marmorae illic fiebant ludi sub tanto aedificio subsunt cloacae adeo ut aedificii substineart cloacis: ab latere aedificii versus septentrionem et orientem erat via publica strada lapidibus quadratis et magnis: amphitheatrum nunc appellatur Colosseum a Colosso qui ibi erat. Est autem Colossus magna statua: quando ludi fiebant aedificium linteis operiebatur.

Dell’anfiteatro

Era nel mezzo della città l’anfiteatro, da Vespasiano cominciato, e da Domitiano finito, incrostato, dalla parte di dentro, con le figure dalla parte di fuori; e in ciascheduno de gli archi superiori erano statue di marmo. Ivi si facevano i giuochi. Sotto cotanto edificio sono le cloache; tal che parte dell’edificio è sostenuto da quelle. Dal lato dell’edificio, verso settentrione ed oriente, era la via pubblica, tutta battuta di pietre grandi e quadre. Ora l’anfiteatro si chiama Coliseo, dal Colosso, che ivi era. E’ il Colosso una gran statua. Quando si facevano i giuochi l’edificio si copriva con lenzuola.

De busta gallica

Post Capitolium inter septentrionem et orientem est locus appellatus busta gallica; ubi Galli in magna copia a Camillo intefecti fuerunt et ibi habent sepulchra; locus nunc dicitur Portogallo.

Della Busta gallica

Dopo il Campidoglio, tra settentrione e oriente, è un luogo chiamato Busta gallica; dove i Galli in gran copia da Camillo furono ammazzati: e ivi hanno le sepolture. Ora il luogo si chiama Portogallo.

De templo Aesculapii et templo Concordiae

In horto Sanctae Mariae novae est vestigium templi Aesculapii et Concordiae.

Del tempio d’Esculapio, e del tempio della Concordia

Nell’orto di Santa Maria Nuova appaiono ancora i vestigi del tempio d’Esculapio e del tempio della Concordia.

De arcu Costantini

In radicibus montis Palatini verso Colosseum est arcus Costantini principis victoriis alatis qui profligavit Mascentium filium Maximiani, is Costantinus fuit britannicus.

Dell’arco trionfale di Costantino

Nelle radici del Monte Palatino, verso il Coliseo, è l’arco trionfale del principe Costantino, con le vittorie riportate dopo la rotta di Massenzio, figliolo di Massimino.

De septizonio Severi

In templo Sanctae Luciae sub colle sancti Gregorii est septizonium Severi dictum a septem zonis.

Del settizonio di Severo

Nella chiesa di Santa Lucia, sotto il colle di Santo Gregorio è il Settizonio di Severo, ornato di colonne: detto dalle sette zone.

De subura

Subura incipit inde ubi est Colosseus et producitur usque ad Exquilias.

Della Suburra

Suburra è di là, dove è ‘l Coliseo, incomincia e tiene per insino alle Esquilie superiori.

De Fragmento

Fragmentum minimae rotunditas prope Colosseum cinctum est marmoribus; super erat Jovis simulacrum.

Del Frammento

Il Frammento è una piccolissima rotondità, vicino il Coliseo. Era cinto di marmi, sopra l’imagine di Giove.

Circo Massimo

De Circo maximo, templo Iovis Statoris et domo

In ea parte Palatini montis quae aspicit circum maximum fuit templum Iovis statoris: prope quod fuit domus Ciceronis.

Del Circo Massimo, del tempio di Giove Statore e della casa di Cicerone

In quella parte del Monte Palatino, la quale riguarda verso il Circo Massimo, fu il tempio di Giove Statore; presso il qual tempio fu la casa di M. Tullio Cicerone.

De templo Pacis

Post palatium statim versus Septentrionem sunt ruinae templi Pacis quod templum post bella civilia Vespasianus aerdificavit.

Del tempio della Pace

Subito dopo ‘l Palazzo, verso settentrione, sono le rovine del tempio della Pace: quel tempio, dopo le guerre civili, da Vespasiano fu edificato.

De tredecim columnis Domitiani

Inter capitolium et palatium ubi remanserunt tres columnae altae erat tredecim saltis ornatae. Super has columnas erat statua equestris aurei: et sub pedibus erat Rhenus fluvius Germaniae de qua triumphavit.

Delle tredici colonne di Domitiano

Tra ‘l Campidoglio, e ‘l Palazzo, ve sono rimaste tre colonne sole, ve n’erano tredici ornate, belle; sopra le quali era la statua di Domitiano Augusto: sotto i cui piedi è tutto ‘l fiume Reno di Germania; perciò che di quella trionfò.

De voraginibus vel apertura Curtii

In eodem loco fuir olim illa apertura terrae in qua se dimisit Curtius ornatus unacum equo: terra statim coluit et pestis evvanuit; iste locus est in parte fori romani circum quod fuerunt multa templa et ornamenta; inter quem templum Vulcani, ante quod templum pendebat sciphus qui temuit Romulum et Remum. Prope forum ubi nunc est hospitale aromatoriorum fuit porticus Antonini imperatori set Faustinae.

Delle voragini o apertura di Curtio

Nel medesimo luogo fu già l’apertura della terra, nella quale Curzio armato insieme col cavallo si buttò, allora la terra si chiuse e la peste sparì. Questo luogo è in parte nel foro Romano, intorno al quale furono molti templi, e ornamenti, tra i quali fu il tempio di Vulcano, avanti al quale stava appeso il Scipho, dentro del quale stettero Romolo e Remo. Vicino la Piazza, dove ora è l’Hospitale de i Spetiari, fu il Portico d’Antonino e di Faustina.

De templo Saturni et Opis, Aerarium populi romani

Sub capitolio est parva ecclesia; quae diruta imminet Hospitali sanctae Mariae de porticu: ubi fuit templum Saturni et Opis eius uxoris: in quo templo fuit alzarium populi Romani.

Del tempio di Saturno e d’Opi, dell’Erario del popolo Romano

Sotto ‘l Campidoglio è una picciola chiesa destrutta, la quale sta di sopra allo Spedale di Santa Maria in Portico: ivi fu il tempio di Saturno e d’Opi sua moglie; nel quale fu l’Erario del popolo Romano.

De arcu Severi, templo Iunonis nummi, templo Concordiae

In radicibus capitoli versus aquilone et zephirum ad hortum aestivum est arcus Severi imperatoris: prope fuit templum Iunonis Nummus et templum Concordiae, inde multi gradus usque ad Capitolium fuerunt.

Dell’arco frionfale di Severo, del tempio di Giunone Moneta, del tempio della Concordia

Nelle radici del Campidoglio, verso Aquilone e Zefiro, verso l’orto estivo, è l’arco trionfale di Severo Imperatore: al qual vicino fu il tempio di Giunone Moneta e il tempio della Concordia, indi furono molti gradini al Campidoglio.

De Tulliano

In radicibus Capitolii super forum Romanum versus septentrionem est carcer; nunc dicitur sancti Petri fuit illa pars carceris quam construxit Tullus Hostilius et appellabatura Tullianum.

Del Tulliano

Nelle radici del Campidoglio, sopra il foro Romano, verso settentrione, è il carcere, che ora si dice di San Pietro; e già fu quella parte di prigione, che fabbricò Tullio Hostilio, e chiamavasi Tulliano.

De carcere Claudii Decemviri, vel plebis romanae, et de theatro Marcelli

Ex altera parte Capitoli versus meridiem ubi est ecclesia sancti Nicolai in Carcere fuit postea ibi aedificatus carcer et a Claudio Decemviro quem appellavit carcerem plebis Romae. Ubi nunc est domus Sabellorum fuit olim theatrum Marcelli.

Del carcere di Claudio Decemviro, o della città romana, e ‘l teatro di Marcello

Dall’altra parte del Campidoglio, verso merigge dove è la chiesa di San Nicolò in carcere, fu già edificato il carcere di Claudio Decemviro; e ‘l chiamò carcere della città romana: vicino è ‘l Teatro di Marcello: ora è  la casa dei Sabelli.

De Velia, domo Catilinae et Catulli

Illa pars Palatini montis quae videt forum Romanum appellatur Velia quia ibi pastores antiqui ante censuram ovium vellebant lanam ex ovibus eadem pars habuit domum Catilinae et Catulli.

Di Velia, della casa di Catilina, e di Catullo

Quella parte del Monte Palatino, la quale risponde al Foro Romano, si chiama Velia, perché ivi gli antichi pastori, avanti il tondere delle pecore, svellevano la lana da quelle; nel medesimo luogo fu la casa di Catilina e di Catullo

De aedificio Nervae imperatoris

Inter Capitolium et Exquilias versus Aram caeli adhuc sunt magna aedificia cum inscriptione aedifici Nervae imperatoris.

Dell’edificio di Nerva Imperatore

Tra ‘l Campidoglio, e l’Esquilino, verso l’Aracoeli, ancora appaiono i vestigi dell’edificio di Nerva Imperatore, col suo titolo scritto.

De platea Traiani et portico lato

Inter Capitolium et Quirinalem collem ab aedificio Nervae usque ad colomnam Coclidem et radices Capitolii fuit forum Traiani circum quod erant ornamenta inumerabilia quae fuerunt aducta ex toto orbe terrarum versus occasum porticus cum amplis et ezcelsis columnis et cum magnis epistiliis adeo mirabile opus fuit ut qui intuerentur non potuerint adduci ad credendu illa esse facta manibus hominum sed gigantum. Pars tota quae vergit ad occasum quia mons Quirinalis impediebat tota excisa fuit et solo aequata ne forum spacio fraudarentur.

Della piazza di Traiano e del Portico amplio

Tra ‘l Campidoglio e ‘l Monte, ovvero Colle Quirinale, dall’edificio di Nerva infino alla colonna Coclide e alle radici del Campidoglio fu la piazza di Traiano, intorno la quale erano innumerevoli ornamenti: portati ivi da tutto ‘l cerchio della terra. Verso l’occaso era il Portico con ampie, eccelse colonne con grandi capitelli e fu opera mirabile fossero fatti non per mano d’uomini, ma di giganti. Tutta quella parte, che è rivolta verso occidente, perché era impedita dal Monte Quirinale, tutta fu tagliata e agguagliata al volo; acciò che non fusse fraudata la piazza del conveniente spazio.

Colonna di Traiano

De columna Traiani

Columna quae est in foro Traiani est erecta a populo Romano honore Traiani post victoriam Dacis. Et ipse Traianus columnam non vidit, concessit enim ad indicendam expeditionem.

Della colonna di Traiano

La colonna che è nella piazza di Traiano fu alzata dal popolo Romano in onor di Traiano, dopo la vittoria sui Daci. Fu fatta la colonna né esso Traiano la potè vedere, perciò che morì nella guerra, che fe’ contra gli Indi.

De Pantheo

Ubi nunc est sancta Maria rotunda ibi fuit Pantheon dedicatum Jovi ultori: cuius tegmen fuit laminis argenteis. Illas laminas substulit Costantinus nepos Eraclii veniens ad urbem.

phanteon

Del Pantheon

Dove è ora la chiesa di Santa Maria della Rotonda, ivi fu già il Pantheon, dedicato a Giove Ultore: il cui scudo fu di lamine d’argento, le quali ne tolse Costante nipote di Heraclio, venendo alla città.

De Antipantheo

Antipantheon appellatur Protirion idest locus ante portam templi quod M. Agrippa fecit. Antiqui in oia templa ingrediebantur per gradus ascendendo, in unum tantum descendebant.

Dell’Antipantheon

Antipantheon, si chiama anche Potirion, luogo avanti la porta del tempio, il quale fu fatto da Marco Agrippa. Gli antichi entravano ne’ i templi salendovi per molti gradini; per un solo scendendovi

De templo dei Consi

In templum quod in honorem Consi, dei consiliorum fuit aedificatum descendebatur pluribus gradibus et nullis ascendebatur.

Del tempio del dio Conso

Ne fu edificato uno in onore del dio Conso, il quale era dio dei consigli: si scendeva con molti gradini e non si saliva con nessuno.

De templo boni eventus

Propre supradictum Pantheon erat templum boni eventus aedificia prope Pantheon sunt ruinae. M. Agrippae et extendum usquae ad domun quae fuit cardinalis  Spoletini.

Del tempio del Buon Evento

Vicini il sopradetto Pantheon era il tempio del Buon Evento. Gli edifici presso il Pantheon sono le rovine di Marco Agrippa e si distendono per infino alla casa, che fu del cardinale Spoletini.

De thermis Neronis

Aedificia quae sunt ad sanctum Eustachium fuerunt thermae Neronis postea instaurate ab Alexandro imperatore et dictae alexandrinae.

Delle terme di Nerone

Gli edifici, che sono in Santo Eustachio, furono le terme di Nerone: dopo furono restaurate da Alessandro imperatore e dette Alessandrine.

Horologium Campo Marzio

De Campo Martio, Horologio

In campo martio ubi est epitaphium capellanorum ibi fuit effosum horologium quod habebat septem gradus circum: et lineas disfictas metallo inaurato et solum campi erat ev lapide amplo quadrato: et habebat lineas easdem: et in angulis quattuor venti ex opere musivo cum inscriptione ut boreas spirat.

Del Campo Martio, dell’Horologio

Nel Campo Martio, dove è l’Epitaphio de i Capellani, ivi fu cavato l’Horologio, che aveva sette gradini intorno, con le linee distinte di metallo indorato. Il suolo del campo era di pietre ampie in quadro, con le linee della medesima foggia: ne i capi de i quadri erano d’opera di Musia quattro venti, co ‘l titolo sopra come BOREA SPIRA.

De Colle Hortulorum

Collis qui surgit a dextris eundo ad sanctam Mariam de populo vocatur collis hortulorum; in quo sepulta fuerunt ossa Neronis: pars quae subiacet piana vergens ad austrum et libyn habebat hortos et tota humida.

Del Colle degli Horticelli

Quel Colle, che sorge da man destra, andando alla Chiesa di Santa Maria dal Popolo è chiamato Colle degli Horticelli; in esso furono sepolte le ossa di Nerone: quella parte che sottostà in piana e digrada verso mezzogiorno e libeccio aveva orti e tutti irrigati.

De Pincio

Locus ille qui videtur esse mons supra flumen appellatur Pincius a quodam Cive ex colle hortulorum candidati descendebant albis vestibus qui erant petituri magistratum.

Del Pincio

Il Colle de gli Horticelli ora si chiama Pincio, da un certo cittadino cosi detto. Dal Colle de gli Horticelli scendevano i candidati in vesti bianche, i quali erano per domandare i magistrati.

De Pila Tiburtina et domo Martialis

Inter collum Quirinalem et hortulos est locus depressus: ubi nunc esta vinea quae appellatur Pila tyburtina prope quam fuit domus Martialis: sed tyburtinae sum proximus accola pilae: Qua videt antiquum rustica Flora. Ista pila nunc vocatur Tybur vetud: antiqui cogitaverunt a porta collina protendere moenia usque ad pontem Milvium per montes propter suavitatem istius planitie: sed Aruspices vetuerunt qua non licebat circa Urbem comitia facere et legere milites.

Della Pila Tiburtina e della casa di Martiale

Tra il Colle Quirinale e gli Horticelli è un luogo basso; ora è una vigna, la qual si chiama Pila Tiburtina, presso la quale fu la casa di Martiale, onde si dice: abito presso Pila Tiburtina. Ivi anticamente si vedeva Flora, la rustica dea dei fiori. Questa Pila si chiama oggi Tiuli Vecchio. Gli antichi dalla porta Collina per insino a ponte Mollo, pensarono di stendere le muraglia della città per sicurezza di questa pianura: ma gli Aruspici il vietarono, perciò che non era lecito fare i comizi dentro della città ed eleggervi i soldati per l’esercito.

De Vico Mamurii

Adhuc per dorsum Quirinalis ubi est templum sanctae Susannae a sinistris ibi fuit vicus Mamurii et ibi erat eius statua. Fuir autem Mamurius faber aerarius qui fecit ancilia Numae Pompilii. Est autem ancile scutum que latius quasi ambe cisum. Post templum ubi fuit ecclesia sancti Sabini ibi fuit Salustii forum.

Del Vico di Mamurio

Per insino a quest’ora pe ‘l dosso del Monte Quirinale, dove è il tempio di Santa Susanna, dal lato manco, ivi fu il Vico di Mamurio, ivi fu la statua di lui. Fu questo Mamurio architetto pubblicamente dall’Erario provisionato, il quale fe’ gli ancilij di Numa Pompilio, i quali sono certi scudi piccoli, non del tutto rotondi, ma più lunghi che larghi, detti così, perché erano d’ogni intorno recisi.

De antro Vestalium impudicarum

A sinistra intrinsecus euntibus est locus editus et elevatus ubi erat antrum artificio factum testudinatum cum esiguo foramien unde emittebant vestales quae commiserant impudiciam et ne pirent fame in antro erant excavatae duae parvae finestrae: in altera erat lucerna accensa: in altera lac et aqua; postea populus mittebat terram quosque terra ad summitatem pervenirent foraminis ita moriebantur illic sacerdotes cum vestibus sacerdotalibus primus hoc fieret. Intrinsecus ante portam auferebantur sacra monialibus. Et postea agrediebant portam sed non poterant vertere caput: deinde non licebat exire sacerdotem per illam portam per unnum: et totus populus ea die in luctu erat.

Della grotta delle Vestali impudiche

Da man manca dalla parte di dentro a chi esce fuori è un luogo alto e rilevato: dove era una grotta artificialmente fatta a volta di lamia, con un picciolo bugio; donde si mandavan giù le Vestali, cioè le monache, che avevan commesso sceleraggine d’impudicitia: acciò che non morissero di fame, nella grotta avevano fatto cavare due piccole finestrelle, nell’una era una lucerna accesa, nell’altra latte ed acqua. Dopo il popolo vi mandava terra dentro, per infin che la terra pervenisse alla sommità del bugio, e così finivano la lor vita in quel luogo alla presenza dei sacerdoti con le vesti sacerdotali. Dentro davanti la porta si toglievano i sacri monili. E dopo varcavano la porta ma non potevano girare il capo: poi non era lecito che sacerdote passasse per quella porta per un anno: e tutto il popolo in quel giorno era in lutto.

De via Salaria

Via extrinsecus Salaria vocatus qua Sabini ferebant salem ex Urbe.

Della via Salaria

Dalla parte di fuori era la via Salaria, per la quale i Sabini portavano il sale dalla città.

De hortibus Sallustii

Intrinsecus a porta Collina a sinistris est vallis longa ubi fuerunt horti Salustiani circundati pulcherrimis aedificiis qui fuerunt non modo morum sedent propter sumpotum et ornatum aedificiorum satis amaeni et aquae suterraneae manu factae irrigabant hortos.

Degli horti di Sallustio

Dalla parte di dentro della porta Salaria, dal lato manco è una lunga valle, dove furono gli Horti Sallustiani, verso il vento Libecce, circondati di bellissimi edifici, i quali Horti furono molto ameni, non solo per i frutti, ma eziandio per il dispendio, per gli ornamenti de gli edifici, per i corsi dell’acque sotterra manualmente fatti, con cui s’adacquavano gli Horti.

Terme di Diocleziano

De thermis Diocletiani, Maximiani, et templo Quirini

Ubi sunt thermae Diocletiani et Maxmiani quae non fuerunt inchoatae ab ipsis sed a Veteribus: inter ipsas thermas a Septentrione fuit templum Quirini quod dorsum Quirinalis  appellatur alta semita.

Delle terme di Diocletiano, di Massimiano. E del tempio di Quirino

Dove sono le terme di Diocletiano e di Massimiano, le quali non da loro, ma dagli antichi furono incominciate, fra esse stufe, verso settentrione fu il tempio di Quirino. Il dosso del monte Quirinale si chiama Alta Semita.

De balneis L. Pauli

In descensu Quirinalis montis versus meridiem ubi nunc est domus de Comitibus et turris militiae ferunt balnea L. Pauli.

Dei bagni di Lucio Paolo

Nella scena del monte Quirinale, verso merigge, ove ora è la casa de i Conti e la torre della milizia furono i bagni di Lucio Paolo.

De valle Quirinalis, domo Pomponii Attici

Inter Viminalem et Quirinalem vallis est Quirinalis dicta ibi est sancti Vitalis templum: ubi Romulus apparuit ante lucem Proculo cum ascenderet in coelum ibi fuit domus Pomponii Attici.

Della valle Quirinale, e della casa di Pomponio Attico

Tra ‘l monte Viminale, e ‘l monte Quirinale è una valle detta Quirinale, ivi è ‘l tempio di San Vitale: dove Romolo salendosene in cielo, innanzi giorno apparse a Procolo: ivi medesimo fu la casa di Pomponio Attico.

De puteo divae Probae

In eo Quirinali est templum sanctae Agathae: et in ipsa valle non longe a templo sancti Vitalis est puteus dui dicitur puteus divae Probae: nam proba virgo eum fecit.

Del Pozzo della signora Proba

In quel Quirinale è il tempio di Santa Agata, in essa valle non lunge dal tempio di San Vitale è un pozzo, il qual si dice il pozzo della Signora Proba: per ciò che Proba vergine il fece.

De lavacro Agrippinae

In ascensu Viminalis collis versus Septentrionem est templum sancti Laurentii panispernae ubi lavacrum Agrippinae matris Neronis: quod lavacrum postea magna inpensa Hadrianus Caesar instauravit: ibi nubc sunt moniales.

Del lavacro di Agrippina

Nella salita del colle Viminale, verso settentrione, è il tempio di San Lorenzo Panisperne, ove è il Lavacro di Agrippina, madre di Nerone: il quale con gran spesa dopo Adriano Cesare adornò: e ora vi stanno le monache.

De turre Moecenatis

In via quae esta post thermas inter Oriente et Aquilone ubi est ascensus in illa parte eminentiori fuit turris Moecenatis: unde Nero dicitur inspexisse incendium urbis.

Della torre di Mecenate

Nella via, che è dopo le stufe, tra oriente e aquilone, dove è quella salita, in quella parte più eminente fu la Torre di Mecenate, donde si dice che Nerone riguardò l’incendio di Roma.

De campibus ubi olim comburebantur cadavera post hortos Moecenatis

Sub illa turri versus septentrionem est campus Exquilinus ubi olim comburebantur cadavera mortuorum cuius rei nidor multum Urbi nocebat Augustus qui studuit emendare aerem consensu Populi Romani et Senatus concessit campum Moecenati ubi faceret pulcherrimos hortos. Nunc appellatur campum vivarium; ibi postea detinebantur animalia.

Dei campi dove si bruciavano i corpi de i morti, dopo gli horti di Mecenate

Sotto quella torre verso settentrione, è il campo Esquilino, dove già si bruciavano i corpi de’ morti. Ma perché il puzzo di cotal cosa molto noceva alla città, Augusto, che di rendere l’aria salutifera s’ingegnò, con consenso del popolo, del senato Romano, quello a Mecenate concedette, dove facesse bellissimi giardini. Ora chiamano quel campo vivario perché ivi si tenevano a vendere gli animali per mangiare.

De Puticulis

Extra portam Exquiliam vel Exquilinam erat locus qui dicebatur puticulae: ubi erant frequentes putei quibus condebantur ossa combustorum.

Dei Puticuli

Fuor della porta Esquilia o Esquilina era un luogo nomato Puticuli, ove erano molti pozzi, nei quali vi seppellivano l’ossa dei corpi bruciati.

De porta Sancti Laurentii

Porta Sancti Laurentii est aquaeductu et externis non porta.

FINIS

Della porta di San Lorenzo

La porta di San Lorenzo è nell’acquedotto e non porta all’esterno.

FINE

3 commenti su “De Vetustate Urbis ex Publio Victore et Fabio di Clario”

  1. …di nuovo bravo al curatore culturale,M.Pastore, prendersi la briga di tali oneri è un atto di amore per la conoscenza e la testimonianza storica!

    Rispondi

Lascia un commento