Dichiarazione di Voto di Franceschini alla Came ra, sul Caso Caliendo

ROMA – Si propone ed integralmente, la dichiarazione di voto che l’On. Dario Franceschini ha rilasciato alla Camera dei Deputati, nella occasione del dibattito sulla sfiducia al Sottosegretario Caliendo, coinvolto nello scandalo eolico in Sardegna, organizzato dalla così detta “Loggia P3”, di cui ne farebbero parte oltre che lo stesso Caliendo, Denis Verdini, Marcello Dell’Utri, Nicola Cosentino, Flavio Carboni ed altri personaggi coinvolti a vario titolo come Ernesto Sica,

ROMA – Si propone ed integralmente la dichiarazione di voto che l’On. Dario Franceschini ha fatto alla Camera dei Deputati, sulla sfiducia al Sottosegretario Caliendo, coinvolto nello scandalo eolico in Sardegna, organizzato dalla così detta “Loggia P3”.

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Franceschini. Ne ha facoltà.

Dario Franceschini

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, abbiamo letto molte spiegazioni sulla nostra scelta di presentare e calendarizzare la mozione concernente il sottosegretario  Giacomo Caliendo. Sono tutte letture di natura tattica, “dietrologica”, per mettere in difficoltà maggioranza.

Noi crediamo che in politica vi sia ancora spazio per battaglie di valori. Noi crediamo che debbano esservi ancora battaglie parlamentari in cui vi sia modo di richiamare i principi di legalità e di trasparenza, per ricordare il ruolo che hanno le classi dirigenti di un Paese, che trasmettono, con i loro comportamenti e le loro parole, al Paese che guidano.

Nessun giustizialismo: la mozione in oggetto non è animata da questo; anzi, il sottosegretario Caliendo fa bene a difendersi, è un suo diritto. L’accertamento delle responsabilità penali sarà compito della magistratura, e non dal Parlamento. Anzi, è grave che, oggi, il Ministro della giustizia Alfano sia venuto qui ad esprimere un giudizio sulle indagini. Non si è mai visto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

Noi facciamo – lo abbiamo fatto con le mozioni riguardanti Brancher e Cosentino – una battaglia per un Paese normale, per un Paese europeo: la politica non può attendere l’accertamento delle responsabilità penali. È possibile che non si dimetta subito un sottosegretario per la giustizia che ha partecipato ad una riunione per premere sulla Corte costituzionale sulla vicenda del cosiddetto lodo Alfano? È possibile che non si dimetta un sottosegretario per la giustizia indagato per associazione segreta? Leggete l’articolo 1 della “legge Anselmi“: si tratta di un’associazione in cui i soci svolgono attività dirette ad interferire sull’esercizio delle funzioni degli organi costituzionali o di amministrazioni pubbliche. È esattamente ciò che è successo.

In qualsiasi Paese normale, in un caso così, ci si dimette subito. Siamo faziosi? Siamo giustizialisti? Guardate cosa accade nei Paesi normali, dove vi sono Governi conservatori normali. In Inghilterra, si dimette un Ministro per alcuni rimborsi spese eccessivi. In Francia, si dimette un Ministro perché è accusato di aver fatto pagare l’affitto allo Stato.

Negli Stati Uniti: si dimette il Ministro della giustizia accusato di circonvenzione di incapace; in Spagna: si dimette il Ministro, richiesto dai Popolari perché è stato a caccia con il giudice Gárzon; in Israele: si dimette il Primo Ministro che dice: sono orgoglioso di un Paese che indaga i suoi Primi Ministri; in Francia: si dimettono due sottosegretari perché hanno comprato con soldi pubblici dei sigari; in Svezia: si dimettono due Ministri accusati di non aver pagato il canone della televisione. Questi sono i Paesi normali, questi sono i Governi conservatori dei Paesi normali (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e di deputati del gruppo Unione di Centro).

Voi avete demolito il senso di rigore e il rispetto dell’etica pubblica che un Paese e una classe dirigente devono avere. Questo è il sistema che sta uscendo allo scoperto, non importi quali cognome porti, che siano Brancher, Verdini, Scajola, Caliendo, Bertolaso, Carboni, Anemone, Lombardi, Balducci: ognuno di loro ha il diritto di difendersi.

AMEDEO LABOCCETTA. Cambia Paese!

Giacomo Caliendo

DARIO FRANCESCHINI. Noi non abbiamo alcun titolo, neanche morale, per condannarli, ma quello che emerge è un sistema malato basato sulla confusione tra politica e affari (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori), basato sul senso di impunità e sul senso di onnipotenza: non esistono reati e non esistono processi per chi ha vinto le elezioni. E se i magistrati insistono: si cambiano le leggi e si cambiano i reati, e non più solo per il Presidente del Consiglio, adesso anche per tutti quelli che stanno vicino al Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

CARLO CICCIOLI. Ricordati di Tedesco!

DARIO FRANCESCHINI. Il rispetto delle regole e la legalità non dovrebbero avere nulla a che fare con lo scontro fra destra e sinistra, ma dovrebbero essere un patrimonio comune delle democrazie, questo è quello che ci chiede la gente.

Ministro Bossi, è questo che chiede la gente del nord, quella a cui per anni avete detto che venivate a Roma a combattere contro Roma ladrona, e adesso tacete, anzi, li difendete (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

Cameron, Sarkozy, Angela Merkel, leader conservatori europei che non farebbero mai quello che avete fatto voi allo Stato di diritto. Quei conservatori non si scontrano con i progressisti sulle regole, sui magistrati, sulla Costituzione, ma si scontrano sulla politica, e le regole, i magistrati e le loro Costituzioni le difendono insieme ai loro avversari progressisti. E sanno, quei leader conservatori, che chi vince le elezioni ha l’onore di fare il servitore dello Stato, non il padrone dello Stato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

Questo è il sistema di potere che sta crollando in questi mesi. E mi rivolgo al Presidente Berlusconi, che con il consueto garbo istituzionale, come al solito, segue questo dibattito in televisione, ed entrerà soltanto per ascoltare le parole rassicuranti del suo capogruppo, degli altri non ce la fa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

Presidente Berlusconi, nel 1994, e per molti anni, sul palco eravate lei, Fini e Casini, si chieda perché su quel palco è rimasto da solo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Si chieda perché chi ha in mente un centrodestra normale, un centrodestra europeo, a un certo punto, per forza, deve rinunciare a lavorare con lei.

Si chieda, onorevole Berlusconi, che drammatica prova di debolezza, da fine corsa è non rispondere politicamente alle critiche, come fanno i veri leader, ma rispondere soltanto con l’arroganza del padrone che caccia chi disubbidisce, mostrando dei muscoli che non ha più (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e di deputati del gruppo Unione di Centro).

Il paradosso è che questi argomenti assorbono tutto il nostro tempo. Presidente Berlusconi, trovi un minuto per occuparsi dei problemi di quegli italiani che vi hanno votato, i quali vedono, invece, che la vostra agenda e tutte le vostre energie sono impegnate in altro, sin dall’inizio della legislatura: lodo Alfano, legittimo impedimento, processo breve, intercettazioni, tutte cose che riguardano voi e non il vostro popolo.

Il vostro popolo vi chiede dove sono finite quelle riforme promesse e tragicamente mancate, dove è finita la riforma del fisco con due aliquote, dove è finita la riforma della giustizia, quella degli ammortizzatori sociali, quella delle professioni, quella dell’articolo 41 della Costituzione, quella relativa al taglio dell’IRAP. Sono quei fallimenti che vi portano ad aver paura della gente. Avete paura di andare alla cerimonia del 2 agosto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Presidente Berlusconi, perché non torna a L’Aquila con quel seguito di telecamere compiacenti? Perché non torna adesso a L’Aquila? (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

L’astensione del nuovo gruppo Futuro e Libertà. Per L’Italia è un dato politico rilevantissimo. La maggioranza, di cui ha parlato l’onorevole Reguzzoni, uscita dalle elezioni non c’è più. C’è una maggioranza residuale che dovrà conquistarsi la sopravvivenza volta per volta, con le astensioni sui singoli emendamenti. Ne abbiamo avuto prova oggi nella parte nobile con l’intervento dell’onorevole Della Vedova e nella parte meno nobile con quanto avvenuto fuori dall’Aula. È iniziata la seconda parte della legislatura. Sarà tutta diversa. Non sappiamo quanto durerà ma, onorevole Berlusconi, non pensi di spaventare tutti minacciando le elezioni. Ridotti come siete, a brandelli, le perdereste (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

Si ricordi, Presidente Berlusconi, che lei può dare le dimissioni. Il Presidente del Consiglio può dare le dimissioni e il giorno in cui lei lo farà sarà il giorno della sua resa e della nostra vittoria. Ma un minuto dopo le sue dimissioni lei uscirà di scena e la parola passerà al Capo dello Stato e al Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Noi, che sappiamo che sarebbe folle tornare a votare per la terza volta con questa legge elettorale, questa “porcata” come l’avete chiamata, faremo ogni battaglia (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)…

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego!

DARIO FRANCESCHINI. Sono nervosi, signor Presidente, li lasci stare. Faremo ogni battaglia per tornare a votare con una legge diversa perché il nostro obiettivo è riconsegnare l’Italia ad un confronto normale e civile, con due schieramenti che conoscono la durezza dello scontro politico, ma che insieme sanno difendere le regole, il rigore e il rispetto della legge.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DARIO FRANCESCHINI. È una battaglia giusta e noi la faremo fino in fondo (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori – Congratulazioni – Dai banchi dei deputati del gruppo Italia dei Valori si grida: Elezioni, elezioni!).

5 commenti su “Dichiarazione di Voto di Franceschini alla Came ra, sul Caso Caliendo”

  1. Caro Massimo tu sei una brava persona e Franceschini e un bravo uaglione ma non ti rendi conto di tutte le stronzate che l’onorevole se onorevole è Fanceschini dice in questo articolo.
    Tutto quello che dice contro il centro destra,il centro sinistra lo ha sempre fatto quando comandavono loro.
    Perchè l’onorevole Franceschini non la smette di dire stronzate?
    Caro Massimo io capisco che tu sei un simpatizante della sinistra,e mi sta bene ,ma abiate il coraggio di essere onesti sarebbe cosa buona per tutti.
    Un cordiale saluto.Peps38 Varese

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    • Per Peps –
      Ti ringrazio della brava persona, ma non c’entra. Così come non c’entrano le mie simpatie, che comunque non mi impediscono di avere una mia autonomia di giudizio e di essere critico all’inverosimile, e ancora di più, nei confronti di chi ho più simpatia, e proprio per questo spesso mi attiro le antipatie di tutti.
      Ritornando alla dichiarazione di voto di Franceschini, ebbene, se fossi stato io avrei detto altre cose ma non sono Franceschini.

  2. Franceschini è stato un ottimo segretario, inopinatamente messo da parte, i suoi interventi calibrati come di solito sono lampanti delle situazioni che alla bisogna,l’ottimo parlamentare ravennate,espone.La questione morale,divenuta un optional di fronte al Cesarismo rampante di un Berlusconi che agita il garantismo (a senso unico) solo per i suoi fini,politico-giudiziari,che sovente si intrecciano ad operazioni economiche delle sue società.Ieri Vendola ha detto:“Caro Bersani, il centro sinistra deve seppellire la Seconda Repubblica”. Questo è l’obiettivo-slogan di Nichi Vendola. Ne consegue scarsissimo interesse per l’eventuale “terzo polo” e solo un blando riconoscimento politico a Gianfranco Fini che in nessun caso e per nessuna ragione può “essere arruolato in un esercito che sembrerebbe quello di Franceschiello”. E se D’Alema non lo vota, Vendola se ne fa una ragione, anzi quasi un vanto: “Vedremo alle primarie”. Tirando le somme delle ultime dichiarazioni pubbliche di Vendola auto candidatosi alla guida del centro sinistra, la linea è: centro sinistra, cioè Idv, Pd e Sinistra ecologia e libertà contro tutti.
    L’analisi che Vendola fa del centrosinistra di oggi è impietosa: ”Il centrosinistra a volte appare, lo dico facendone parte, come una adunata di anime morte” mentre ”noi dobbiamo costruire la coalizione del cambiamento senza pensare che chi, in maniera lodevole, si batte per un nuovo centrodestra, come Gianfranco Fini, possa essere reclutato in quello che apparirebbe un esercito di Franceschiello”. Il presidente della Regione Puglia e leader di Sinistra, ecologia e libertà lo ha detto in una intervista a Sky. ”Il centrosinistra – ha rilevato – non può essere salvato da fatti miracolosi. Puo’ salvarsi solo se decide di salvare l’Italia, cioe’ di costruire un discorso sul futuro”.L’interrogativo che oggi appassiona il mondo romano della politica è quando si svolgeranno le elezioni anticipate, che tutti sembrano ormai dare per certe, a meno di colpi di scena, dopo che anche Umberto Bossi ha detto di considerarle inevitabili.
    La scelta della data non è banale: tra l’ultimo trimestre del 2010 e il primo trimestre del 2011.
    Berlusconi preferirebbe che si andasse alle urne prima del 14 dicembre, giorno in cui la Corte Costituzionale si esprimerà sul legittimo impedimento: se dovesse bocciare la legge (e le probabilità sono molto alte) priverebbe Berlusconi di uno “scudo” giudiziario fondamentale. Ricorrendo al voto anticipato, invece, Berlusconi giocherebbe d’anticipo sulla Corte: un’eventuale vittoria autunnale gli consentirebbe infatti di accelerare i tempi per approvare in maniera definitiva un nuovo “scudo”, cioé il processo breve.
    Il legittimo impedimento è il provvedimento che consente al Presidente del Consiglio di non presentarsi in aula ai propri processi nel caso di impegni istituzionali importanti: è una sorta di provvedimento “ponte” concepito per dare il tempo necessario alla maggioranza per approvare una nuova versione del Lodo Alfano. La legge attualmente in vigore ha una durata di 18 mesi, è entrata in vigore lo scorso 7 aprile e scadrà nell’ottobre del 2011, salvo appunto un pronunciamento contrario della Corte Costituzionale.Berlusconi avrebbe indicato ai suoi almeno tre buone ragioni per cui è preferibile andare al voto quanto prima: in primis in questo momento non sembrano esserci avversari credibili; poi i nemici più temuti (Fini e Vendola) non avrebbero il tempo di raggiungere un’intesa per una “santa alleanza” in chiave antiberlusconiana; infine le elezioni anticipate toglierebbero il premier dall’imbarazzo di dover “trattare” con i finiani su ogni provvedimento.L’ipotesi di una sorta di coordinamento tra i gruppi di Fli, Udc e gli esponenti dell’Api potrebbe essere valutata alla ripresa dell’attività parlamentare dopo la pausa estiva.
    Questa ipotesi, si ragiona in ambienti parlamentari, potrebbe tradursi in un ‘patto di consultazione’ tra i gruppi dei finiani e quelli di Casini e i rappresentanti di Alleanza per l’Italia per fare il punto sui principali provvedimenti all’esame di Camera e Senato ed eventualmente trovare anche degli spunti su emendamenti o modifiche su cui convergere.

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  3. Belle parole. Da vero leader dell’opposizione. Altro che Bersani. Peccato però che quando si tratta delle larghe intese, poi sono i primi a tuffarsi sulla lottizzazione più indecente e più spudorata. Come accaduto nelle recenti nomine del CSM, primo fra tutti Vietti come Vicepresidente, ma, senza dimenticare a pari merito Brigandì e gli altri avvocati delle cause perse. I nostri padri costituzionalisti da anni si stanno rivoltando nella tomba. Non mi è parso di sentire parole altrettanto dure di Franceschini su queste porcate, perchè di vere porcate si tratta. E’ pur vero che “ogni scarrafone è bello a mamma soia”. Ma è anche vero che la nostra repubblica è un tavolo che poggia su quattro gambe (governo, parlamento, magistratura e informazione). Se destra e sinistra tutti d’accordo allegramente demoliscono (come hanno fatto in questi 16 anni) a colpi di ascia tre dei quattro pilastri fondanti della nostra repubblica, il tavolino crolla a terra miseramente. E, indovinate, se non c’è più la repubblica, cosa ci rimane in mano?

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  4. P3, Verdini a giudizio, l’uomo delle riforme accusato di corruzione.A processo anche Nicola Cosentino imputato di diffamazione e violenza privata. Il processo è fissato per il 5 febbraio prossimo davanti alla IX sezione penale.”VOLEVANO CONDIZIONARE GLI ORGANI DELLO STATO!”
    Il giorno dell’approvazione della riforma del senato da parte del senato, monna boschi fu ritratta mentre abbracciava Verdini, dopo aver vilipeso a più riprese il prof. Zagrebelsky,non una bella figura per il Governo la troppa vicinanza con esponenti F.I.!
    Se l’Italia fosse un paese normale con una normale tensione etica certi personaggi non verrebbero eletti e un partito che li candidi verrebbe sonoramente bocciato dagli elettori.
    Questo indipendentemente da condanne o meno.
    La legge Severino non dovrebbe neppure esistere. In certi paesi evoluti, infatti, non esiste perché esiste la dignità, il rispetto per il proprio paese, il senso civico, l’etica, il senso di comunità, che sono assolutamente più forti ed importanti di qualsiasi legge. .
    Ma è anche vero che nei paesi evoluti di cultura nordica esiste un senso morale diffuso che pretende dai politici il massimo della moralità anche come semplice apparire morale e di essere al di sopra di qualsiasi sospetto.
    TUTTO A VANTAGGIO DEL NEO LEADER DELLA SINISTRA,LANDINI!

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