Grandi inquinatori, arriva il condono del ministero

Il Ministero dell’Ambiente, con un concordato con le imprese inquinatrici, a Priolo paga le opere per la messa in sicurezza e la bonifica della falda e delle acque di rada inquinate.

Si è aperto il “grande condono ambientale” per i “grandi inquinatori”, che non potrà non riguardare tutti e 12.000 i siti inquinati e da bonificare.

Priolo –  Da bonificare: l’intero litorale, ivi compreso lo specchio d’acqua, per la presenza di mercurio, metalli pesanti cancerogeni e montagne di ceneri di pirite.

di Erasmo Venosi

ROMA – Sul tema rilevantissimo del danno ambientale, il percorso comunitario mirante a introdurre un regime di responsabilità civile per danni all’ambiente, si conclude con la direttiva 2004/35/CE, la quale presenta luci e ombre.

La direttiva è di particolare interesse per la legislazione italiana, poiché la legge 349/86, che disciplinava il danno ambientale in Italia, si è mostrata di difficile applicazione (?), a causa di una giurisprudenza incline a estendere la sua creatività forse di là del dettato, non sempre chiaro, del legislatore, e dell’entrata in vigore di una serie di norme specifiche, non coordinate tra di loro.

La direttiva fa chiarezza sui contrasti tra la normativa generale in materia di danno ambientale (art.18, l.349/86) e le normative di settore, orientate in prevalenza su una responsabilità di tipo oggettivo. Ma il percorso normativo dell’Italia, appare accidentato. Gli articoli 5 e 6 della direttiva disciplinano rispettivamente le “azioni di prevenzione” e le “azioni di riparazione”, realizzando il principio che il responsabile dei danni deve pagare i costi del ripristino.

L’autorità pubblica, che ha effettuato opere di prevenzione, bonifica e ripristino ambientale, ha comunque la possibilità di recuperare, “tra l’altro attraverso garanzie reali o altre adeguate tipologie, dall’operatore che ha causato il danno o l’imminente minaccia di danno, i costi sostenuti in relazione alle azioni di prevenzione o di riparazione adottate”.

La direttiva afferma che “gli Stati membri dovrebbero adottare misure per incoraggiare gli operatori a munirsi di una copertura assicurativa appropriata o di altre forme di garanzia finanziaria e per favorire lo sviluppo di strumenti e mercati di copertura finanziaria per fornire un’efficace copertura degli obblighi finanziari derivanti dalla presente direttiva”.

I siti potenzialmente contaminati sono 12.000. I siti d’interesse nazionale con elevata pericolosità sono circa 50, le aree interessano circa 316 comuni e 7 milioni di persone. La stima dell’intervento per la bonifica è  pari a 2,8 mld di euro e riguarda 41 siti. Dei 50 siti nazionali: 36 sono aree industriali (chimiche e siderurgiche), 8 sono discariche e 6 hanno un inquinamento da amianto. I 50 siti e le zone limitrofe riguardano un’area pari al 2% della superficie nazionale (300.000 Kmq).

Come trova concreta applicazione nel nostro Paese la disciplina del danno ambientale? Attraverso un condono verso gli inquinatori mascherato da un tranquillizzante Protocollo d’Intesa per la sottoscrizione di Accordi Transattivi per alcuni siti inquinati d’interesse nazionale: Priolo, Brindisi, Napoli Orientale, Pieve Vergonte, Crotone, Cengio, Avenza, Mantova, Gela, Porto Torres.

Il condono ambientale si apre con il sito di Priolo Gargallo, sede della raffineria di proprietà di Erg e Lukoil, dopo l’incorporazione dell’impianto nord che era dell’ENI. I problemi riguardano la ripartizione degli oneri per la bonifica tra ENI, ERG e LUKOIL.

Il Ministero dell’Ambiente utilizzando l’art 2 della legge 13/2009 ha preso l’iniziativa di predisporre uno schema di contratto di transazione, concordato con le imprese inquinatrici e comunicato a Regioni, Province e Comuni. In seguito, dopo la verifica da parte dell’Avvocatura dello Stato, lo schema viene firmato dalle imprese e trasmesso, dal Ministro dell’Ambiente, al Consiglio dei Ministri.

A Priolo il Ministero dell’Ambiente paga le opere per la messa in sicurezza, e la bonifica della falda e delle acque di rada inquinate. L’ERG dovrebbe sborsare 90 milioni di euro con possibilità di dilazione decennale, e senza interessi e possibilità di compensazione con investimenti sul sito. Priolo, quindi, visto come grimaldello del grande condono ambientale che, in seguito, non potrà non riguardare tutti e 12.000 i siti inquinati e da bonificare.

Erasmo Venosi
dal Quotidiano Terra

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