Con il “NO” di Lula, il terrorista Battisti resta in Brasile

Il presidente del Brasile Lula, un altro “amico” di Berlusconi, supportato dal parere dell’Avvocatura di Stato, nega l’estradizione dell’ex terrorista dei Pac, nonostante l’esistenza di un trattato con l’Italia che regola la materia.

Nessuna sorpresa sul caso Battisti, ma anche se la battaglia per l’estradizione è ancora tutta aperta, alla Farnesina attendono solo che il presidente Lula formalizzi il “no” alla richiesta di estradizione.

Lula e Berlusconi in Brasile

ROMA Luiz Inacio Lula da Silva, il Presidente del Brasile, un altro grande amico del nostro Premier Silvio Berlusconi, non si smentisce e anche se ad un solo giorno dalla scadenza del suo mandato vuole dire la sua,  e con la scusa di rispettare il verdetto dell’Avvocatura generale dello Stato Brasiliana, corrispondente al nostro Ministero di Giustizia, dice no all’estradizione del terrorista Cesare Battisti, accusato dell’omicidio del gioielliere Pierluigi Torreggiani.

Si ricorderà che Torreggiani il 16 febbraio del 1979 a Milano, fu vittima di in un agguato punitivo da parte di membri del gruppo terroristico di sinistra Proletari Armati per il Comunismo (PAC).

Cesare Battisti fu condannato e rinchiuso nel carcere di Frosinone, dal quale riuscì ad evadere rifugiandosi  dopo varie peripezie in Brasile e li nel 2007 fu arrestato. Il 13 gennaio 2009, gli fu riconosciuto lo status di rifugiato politico.

Il Caso Battisti ci ricorda gli anni di piombo, ovvero gli anni della grande guerra terrorista che ha insanguinato il paese dal nord al sud. Anni che hanno visto attivi, oltre alle Brigate Rosse, una serie di nuclei e gruppi di fuoco ad esse parallele, oltre agli agguerriti gruppi e movimenti di estrema destra che si contrapponeva a quelle realtà ma che contribuiva in ogni caso alla realizzazione di azioni illegali ed efferati delitti.

Da un comunicato di Palazzo Chigi, si fa sapere: “Sarebbe incomprensibile e inaccettabile se l’eventuale no all’estradizione fosse motivato con il peggioramento delle condizioni di Cesare Battisti in caso di detenzione in Italia. Il Brasile dovrà spiegarla agli italiani”.

Ma in ogni caso da alcune dichiarazioni del Senatore brasiliano Eduardo Suplicy, dello stesso Partito di Lula, rilasciate al giornale “Il Fatto Quotidiano“, spunterebbe la promessa fatta a Lula, dal nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, di una manifesta volontà a non frapporre nessuna resistenza al diniego dell’estradizione. La circostanza secondo Suplicy sarebbe stata personalmente confermata anche da Carvalho, capo di gabinetto del governo brasiliano.

Il Senatore brasiliano, oltre a queste rivelazioni, si addentra anche ad alcune valutazioni riguardo alle attività dello stesso Battisti, esprimendo giudizi di assoluzione e di giustificazione degli atti attribuiti al Battisti, lasciandosi andare inoltre anche a valutazioni, che metterebbero in dubbio la correttezza degli atti processuali.

Queste dichiarazioni chiariscono in anticipo le posizioni che assumerà Lula nelle prossime ore. In ogni caso a giudicare sempre dal perfetto diplomatichese del Ministro Frattini, ad un diniego non vi sarà nessuna presa di posizione ferma se non dichiarazioni di facciata.

Sappiamo tutti bene che Battisti se estradato non correrà nessun pericolo di vita, e di come vengono trattati i carcerati di un certo “rango”, tuttavia la presa di posizione del Brasile e dei suoi governanti è uno sberleffo. A chiarire le posizioni del nostro Governo ci pensa un articolo del giornale amico, che per giustificare le posizioni del Premier Berlusconi, adombrerebbe responsabilità del mancato rilascio alla FIAT, che sarebbe di casa in Brasile, questo giornale, pur sostenendo di intraprendere una linea dura con il Brasile, ritiene che l’azione è da ricondurre a scambi di natura economica da concordare con le autorità brasiliane.

L’Italia anche su questo caso si avvia a fare un’altra bruttissima figura.

4 commenti su “Con il “NO” di Lula, il terrorista Battisti resta in Brasile”

  1. sos.sos.sos
    ritiriamo i nostri soldati dall’afghanistan. no non possono morire cosi ingiustamente.
    caro berlusca vuoi capire che innanzitutto all’estero non contiamo nulla
    un presidente usa anni fa nel dover scegliere il simbolo della bandiera nazionale disse.:”il nostro stato è come l’orso grizly aggressivo grosso e violento tutti ne hanno paura ecco perche è solo.
    noi siamo soli perche non ci teme nessuno “FORTUNATAMENTE” QUINDI RIMANDIAMO A CASA I NOSTRI POVERI SOLDATI,INGENUI ,NON ADDESTRATI ADEGUATAMENTE,MAL EQUIPAGGIATI,SOLO PRONTI PER ESSERE AMMAZZATI O AMMALARSI AL RIENTRO PER AVER VISSUTO QUALCHE MESE IN ZONE CONDAMINATE CHIMICAMENTE IN CAMBIO DI UN PUGNO DI EURO.nO A TUTTO QUESTO NON VIEè GIUSTIZIA CHE TENGA IN iTALIA E NEL MONDO SOPRATUTTO QUANDO SI VUOL FARE GIUSTIZIA COL CINISMO -VIOLENTO.oRMAI cESARE BATTISTI è MEGLIO CHE RIMANE IN BRASILE PORTARLO IN ITALIA SIGNIFICHEREBBE NON ASSERVIRE ALLA GIUSTIZIA MA SPENDERE SOLO ALTRI EURO PER UNA CAUSA ORMAI PERSA INESISTENTE.
    aUGURO A BERLUSCA ED AI SUOI AMICI POLITICI DI VIVERE LE STESSE ESPERIENZE DEI SUOI CONCITTADINI: LA FAME ,IL BISOGNO,IL DISAGIO ,IL DIVERSO.
    aUGURO A TUTTI GLI ALTRI UN 2011 DIVERSO UN MONDO MIGLIORE DI QUESTO.

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  2. E’ veramente in buona compagnia ilo nostro Presidente del Consiglio. Hai ragione Gheddafi, Putin il coreano e il moldavo con Lula so fanno buona compagnia. Se fosse vero quello che succede in Star Trek la polizia interplanetaria avrebbe molto lavoro da fare.

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  3. E’ vergognoso, siamo davvero un paese di serie B. Il vero fallimento italiano in questa vicenda si è verificato però quando Battisti circolava liberamente per la Francia facendo anche vita mondana. Io penso si sarebbe dovuto intervenire allora.
    A prescindere dalla considerazione di chi possano essere i responsabili di questa vicenda il nostro Paese non fa una bella figura a livello internazionale. Non perdiamo occasione di mettere in evidenza la nostra pochezza sullo scacchiere internazionale dove siamo considerati davvero come meno che una pedina.

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