Tariffe su, pensioni e stipendi fermi: La povertà è dietro l’angolo

Per i consumatori, cresce il malessere e la povertà. Salgono le Tariffe, ma pensioni  e stipendi sono fermi.

Per il 2011 si rischia un tracollo, l’economia va giù, vanno giù i consumi. Le famiglie a reddito fisso sono in pieno malessere. Le loro condizioni peggiorano.

Famiglie con Tasche vuote

ROMA -Ma cosa deve succedere più per far capire al Governo Berlusconi e alla sua allegra brigata che le cose non vanno bene? Come bisogna far capire al nostro super Ministro Giulio Tremonti che l’economia non è solo fare i conti e farli pareggiare a tutti i costi con l’unico risultato di ridurre tutti alla fame? Dove è finito il Tremonti della famosa “Finanza creativa“? quella che dava speranza alle famiglie e fiato alle imprese e i mercati?

E c’è bisogno di Tremonti per fare il Ministro-ragioniere?

La situazione è drammatica: Le tariffe aumentano ma il potere d’acquisto delle famiglie rimane insufficiente, con le pensioni che crescono di una miseria in media solo di 14-16 euro al mese, con stipendi, salari più bassi d’Europa e tra l’altro bloccati anche nelle progressioni economiche. Questo è quello che hanno rilevato Adusbef e Federconsumatori, che hanno quantificato in 1.016 euro gli aumenti in vista per il 2011.

Questa stangata colpisce soprattutto le famiglie a reddito fisso tra cassa integrazione e pensioni, è semplicemente drammatico per le famiglie mono reddito, per questo si prospetta un forte peggioramento delle loro condizioni che portera’ ulteriore malessere ed ulteriore contrazione dei consumi, affossando ancor più l’economia.

La stangata secondo quanto è stata stimata da Adusbef e Federconsumatori, è di oltre 1.000 euro che graveranno sulle tasche delle famiglie italiane. Tra rincari: gli alimentari, benzina, tariffe, assicurazioni e servizi bancari. Il 2011 sarà «un annus horribilis», con un impatto di 1.016 euro annui a famiglia. La voce che più consistentemente peserà sulle famiglie italiane quindi, sarà quella alimentare.

Giulio Tremonti

Gli aumenti annui stimati sono: 267 euro per gli alimenti, ovvero del 6%; seguiranno i carburanti, con ben 131 euro l’anno; 120 euro in più saranno spesi per il trasporto ferroviario, comprese le tratte dei pendolari; i prezzi dell’rc auto cresceranno di 105 euro (+10-12%); aumentano anche le tariffe autostradali (+2%), specie al Sud dove oltre l’Autostrada per quella che è, non esistono percorsi alternativi accettabili; le spese del gas (+7-8%); della luce (+4-5%); quelle dei rifuiti (+7-8%); quelle dell’acqua (+5-6%), figuriamoci poi quando arriveranno le privatizzazioni anche per l’acqua; dulcis in fundo i trasporti, per i trasporti pubblici è previsto l’aumento più consistente (+25-30%).

A fronte di tutto questo la crescita del PIL non raggiungerà l’1%, così come la produzione non avrà indici positivi e conseguentemente con l’impoverimento delle famiglie, che già si sono viste ridurre il potere d’acquisto, ci sarà una contrazione senza precedenti dei consumi, con riflessi sempre più negative e che il Ministro Tremonti, tolti i panni del ragioniere sa benissimo quali sono.

Purtroppo per lui e per quelli che come lui siedono al Governo e pensano solo di creare scudi protettivi per il Premier, devastando Leggi e Costituzione, sanno benissimo che le famiglie a furia di raschiare i fondi, si sono consumate unghie e barile e non ce la fanno più, per questo è sempre più necessario adottare politiche economiche completamente diverse da quelle sin qui pensate ed attuate.

Politiche, che dovrebbero puntare ad un rilancio dell’economia sia attraverso investimenti in settori innovativi, sia con processi di detassazione esclusivamente a favore delle famiglie a reddito fisso, lavoratori e pensionati, per dare una spinta ai consumi e perché no anche al risparmio. Aiuti concreti alle famiglie e prestiti fiduciari ai giovani. In mancanza si consoliderà sempre di più un circolo vizioso mordendoci la coda tra contrazione dei consumi, cassa integrazione, licenziamenti, e produzione industriale, senza poter sperare in una ripresa economia affidata solo al rastrellamento economico attraverso tasse dirette e indirette e tributi vari a carico delle famiglie sempre più povere.

Altro che un milione di posti di lavoro, meno tasse , e politiche per il sud.

Il Ministro Tremonti e il Governo Berlusconi hanno dato un’altra spallata alle famiglie italiane, dopo la povertà c’è solo miseria e disperazione.

4 commenti su “Tariffe su, pensioni e stipendi fermi: La povertà è dietro l’angolo”

  1. Purtroppo nessuno più ci difende, siamo completamente alla mercè di gente senza scrupoli che delle famiglie, dei pensionati,l dei disoccupati, dei giovani, dei bisogni, non se ne fregano nulla.
    Tra l’altro questo governo è pure contro il sud, cosa ci aspettiamo?

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  2. Non si parla d’altro che di sacrifici e di aumenti. Leggo sul giornale che al direttore generale della Rai Masi la Corte dei Conti ha chiesto indietro circa ottocentomila euro per pagamenti non dovuti a due alti dirigenti pronti per andare in pensione. La motivazione di quell’esborso extra, a detta di Masi, era per tenere parcheggiati questi professionisti per non farli andare alla concorrenza. Resta il fatto che i dirigenti in questione se ne vanno in pensione già con una barca di soldi senza l’aggiunta di ulteriori regalie. A proposito, ma chi li stabilisce i compensi per i dirigenti Rai. Grazie a quali criteri questi signori vengono trattati come veri pascià. Ma il decreto n.78 del 2010, quello che prevede decurtazioni del 10 per cento ai dirigenti pubblici che percepiscono stipendi superiori ai centomila euro. Presidenza della Repubblica, Presidenza del Senato e Presidenza della Camera lo ha già applicato. Cosa si aspetta ad estenderlo a tutte le struttuire pubbliche. Ed infine, se come sostiene qualcuno, i privati a questi fior di professionisti sono disposti a dare stipendi ben al di sopra di quelli percepiti, ma perché non ci vanno. Da un calcolo approssimativo, applicare la riduzione del 10 per cento ai mega stipendi pubblici, comporterebbe un risparmio per lo Stato di almeno 10 miliardi di euro.Non sono tanti, ma per un paese alla canna del gas è il primo passo per non affondare. Buon Anno a tutti.

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  3. Come sempre i problemi che si manifestano in un dato momento, soprattutto quelli legati all’economia, hanno spesso origini più o meno lontane nel tempo.
    Le cause che hanno portato alla gravissima crisi attuale, seconda solo alla grande recessione del ’29 , hanno portato molti paesi al tracollo finanziario. In Italia ciò non si è verificato ma questo non vuol dire che gli effetti sulla popolazione siano minori da noi. L’ entrata nella zona euro se da un lato ci ha preservato dalla speculazione internazionale dall’altro ci ha fortemente penalizzati a causa della fissazione di un tasso di cambio ( 1936,27 lire) che , secondo il mio modesto parere da profano , è il peggiore in valore assoluto rispetto a quello degli altri paesi.
    Questo fatto ha comportato già nell’immediato un impoverimento del paese perchè di fatto la nostra richezza in un solo giorno dal 31.12.2001 al 1.1. 2002 si è praticamente dimezzata.
    Avremo sicuramente maggiori difficoltà rispetto a tutti gli altri paesi, anche rispetto a quelli che in questo momento sembrano stare peggio di noi, a risalire considerato che la nostra bilancia commerciale data la scarsità di materie prime sarà sempre in rosso perchè siamo costretti ad acquistarle all’estero.
    Quasi sempre in economia quello che esce dalla porta finisce per rientrare dalla finestra.

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