Battipaglia: Macchinario che rileva le impronte digitali ai dipendenti

Impronte digitali per controllare entrata e uscita dei dipendenti comunali.

La scoperta è di Etica per il Buon Governo che presenta al Sindaco Santomauro un’interrogazione e ironizza: a quando l’esame del D.N.A.?

impronte digitali

BATTIPAGLIA – Il portavoce del Movimento politico battipagliese Etica per il Buon Governo, fondato da Cecilia Francese,  ha preannunciato, da parte del suo gruppo, un’interrogazione consiliare al Sindaco per sapere se risponde al vero l’apposizione di macchinari che rilevano le impronte digitali dei dipendenti.

Giuseppe Speranza, a nome di Etica per il Buon Governo si chiede se è vero e se i Sindacati interni al Palazzo comunale siano informati della presenza dell’insolito marchingegno per rilevare le entrate e le uscite dei dipendenti e dei funzionari comunali.

“Il Sindaco continua a non fidarsi dei dipendenti del Comune di Battipaglia, – sostiene il porta voce di Etica per il Buon Governo –  e dei suoi dirigenti (di quelli che lui ha nominato tali), per cui è passato alla rilevazione delle impronte digitali. Sembra di stare in una sorta di regime militare. Eppure è vero, sei un dipendente comunale? Bene! per entrare ed uscire dal comune devi avvalerti di un macchinario che ti rileva le impronte digitali. Etica per il Buongoverno ha presentato una interrogazione per sapere se la notizia risponde al vero, a quanto ammonta la spesa per questo macchinario, se le Organizzazioni Sindacali sono state informate di questa “novità” per il Comune di Battipaglia.

Certo, – sottolinea Speranza – qualcuno dirà: “così siamo sicuri che chi timnbra è effettivamente il dipendente che dice di essere”! GIUSTO!, Ma a noi interessa più che altro che la “macchina amministrativa” funzioni, sia efficace ed efficiente, risponda alle istanze dei cittadini in tempi certi e quanto più solerti possibili. Per farlo la strada è un altra, è quella della motivazione dei funzionari comunali, è quella del coinvolgimento è quella che li porta a sentirsi “protagonisti” di un grande progetto di costruzione di una Battipaglia nuova.

Secondo Etica per il Buon Governo, il regime di polizia non sortisce alcun risultato da’ soltanto l’idea netta di uno scollamento profondo fra chi amministra e l’apparato burocratico del comune. “Del resto – continua Speranza – questo lo avevamo già acquisito con le dichiarazioni del sindaco sui “dirigenti che sbagliano” (lui è l’unico infallibile!), sugli spostamenti dei dirigenti poco disposti a svendere la propria professionalita’ per obbedire al “capo”. E del resto il fatto di essere sicuri che chi ha timbrato sia effettivamente il proprietario di quelle impronte digitali, garantisce che chi ha timbrato svolga fino in fondo il suo dovere?

Noi speriamo di si, altrimenti Giovanni Santomauro provvederà a far acquistare qualche altro marchingegno che stavolta rilevi l’analisi del DNA dei dipendenti comunali. – Infine, conclude con un interrogativo sarcastico, Giuseppe Speranza Ma vuoi vedere che qualcuno ha scambiato il comune per la fiat?”

3 commenti su “Battipaglia: Macchinario che rileva le impronte digitali ai dipendenti”

  1. A me invece sembra una interessante innovazione, se non altro dal punto di vista sperimentale. Fermo restando che è vero che la produttività di un lavoratore va misurata con ben altri parametri, è anche vero che il sistema di rilevazione delle presenze ha una funzione sia di sicurezza sul luogo di lavoro sia di misura del numero di ore lavorate ai fini del calcolo della retribuzione. Quindi, checchè ne dica Etica (si fa per dire) o i suoi rappresentanti, la rilevazione delle presenze è comunque dovuta. Non credo che debba sentirsi offeso il lavoratore che ha la coscienza a posto, su ben altro dovrebbe sentirsi offeso, piuttosto che venga rilevata la presenza sul suo luogo di lavoro. Se mai, nell’interrogazione sarebbe di gran lunga più utile sapere quanto è l’esborso economico del comune per questa innovativa sperimentazione e se ne valeva la pena spendere i soldi dei cittadini per essa. Però questa valutazione va chiesta alla giunta, tenendo conto di tanti fattori: innovatività del progetto, rapporto costi-benefici, ritorno di immagine, economicità, ecc. Tutto il resto, spiacente per “Etica”, è aria fritta.

    Rispondi
    • Condivido in toto. I sistemi moderni di rilevazione di dati non possono essere criminalizzati, anche se spesso le motivazioni che spingono chi li vuole è quello meno nobile della modernità, magri pensando di poter controllare.
      Ogni cosa può essere utilizzata in maniera corretta oppure il contrario, basta pensare alle armi: una pistola se sta in mano ad un poliziotto ha un senso e sarà utilizzata in maniera appropriata, se invece è nelle mani di un delinquente immaginiamo l’uso che ne può fare.
      Questo vale per le droghe o per il più moderno strumento del web. E’ evidente che le eccezioni ci sono e ci saranno per il poliziotto impazzito, per la droga invece di utilizzarla per lenire il dolore, per internet invece di utilizzarlo per accelerare il lavoro.
      Il sistema di rilevazione digitale e ad impronte, per motivi di sicurezza ormai è utilizzato nelle auto, nelle Carte di credito, nelle chiavi di casseforti, e in tutte le applicazioni che richiedono privacy e sicurezza.
      Se poi a Battipaglia si è introdotto per fare altro, non solo è da verificare, ma è quella eccezione a cui facevo riferimento prima.
      Per il resto, forse, sarebbe il caso di dare più fiducia al personale, non criminalizzandolo, semmai per ottenere risultati ottimi, motivandolo e valorizzandolo.

  2. Solita polemica inutile.
    Dispositivi del genere sono presenti in tantissime aziende di medie e grandi dimensioni (l’ho visto addirittura in certe palestre). E’ un modo efficace per tracciare gli ingressi e le uscite, non capisco dove sia il problema.
    Prima di motivare i dipendenti bisogna assicurarsi che siano presenti sul posto di lavoro, è difficile motivare chi non c’è.

    Rispondi

Lascia un commento