Imbroglio a Milano. Crollano i titoli. Sospesa la Borsa. E in Libia è guerra civile

Piazza Affari cede il 3,6% al termine di una seduta durata solo due ore per un Blak Aut, contestato dalla Consob. In rosso anche ENI, Impregilo, Unicredit.

Gheddafi alza il tiro, accusa occidentali e mondo arabo, minaccia il mondo, incita alla guerra civile, ordina di bombardare la folla, centinaia i morti. E c’è chi si Preoccupa per gli affari libici in Italia.

Muammar Gheddafi

LIBIA – Il triste destino dei dimostranti libici uccisi dai mercenari e dalle bombe di Gheddafi e il suo regime, è legato al destino delle Borse di mezza Europa ed in particolare a quella di Milano di Piazza Affari, che solo grazie ad un escamotage, un Blak Aut tecnico per chi ci crede, salva quei titoli e quelle Società che sono in affari con la Libia o meglio con Gheddafi.

Il sangue di chi ha pacificamente protestato per chiedere più libertà individuali, lavoro, libertà politiche e di espressione, ha macchiato i titoli delle Borsa Italiana a Piazza Affari di Milano. I titoli delle Società più esposte: l’ENI, l’UNICREDIT, IMPREGILO sono intrise di sangue.

medvedev berlusconi putin

L’ENI, pare abbia rapporti solo con il peggio del Mondo. Nei paesi d’oltralpe, a partire dalla Russia di Putin e Medvedev, con la Gazprom e la Yuko; passando per il Kazakistan di Nursultan Nazarbayev e la Bielorussia di Aljaksandr Lukashenko; per finire al nord-Africa e più precisamente alla Libia di Gheddafi.

La crisi e le tensioni che stanno sconvolgendo la Libia, ex colonia italiana, hanno frenato i listini europei. Milano, che ha aperto in contemporanea con Wall Street a causa di un problema tecnico tutto da dimostrare, non si è salvata, ma ha contenuto le perdite e le eventuali speculazioni su quei titoli. Il Ftse Mib ha chiuso in calo dell’1,06% e l’All Share dello 0,97%. Piazza Affari ha sofferto ma hanno sofferto soprattutto i titoli delle società che hanno fatto affari con la Libia, cioè con Gheddafi.

Berlusconi gheddafi

Una giornata nera per Impregilo. Il titolo, dopo il tonfo del 6,19% segnato ieri, ha perso il 2,08% a 2,26 euro. Nera per l’ENI che ha ridotto le perdite sul finale e ha chiuso in calo dello 0,86% a 17,28 euro. Nera per Unicredit che ha chiuso con un meno 1,82%, ma trascinando con se altre banche. Elevatissimi i volumi nei primi minuti di contrattazione, ma è arrivata la provvidenziale sospensione a causa di un Blak Aut tecnico non bene identificato e così le contrattazioni hanno ripreso, ma solo nel tardo pomeriggio, dopo che si era raffreddato il mercato, riuscendo a contenere le perdite.

Un atto gravissimo di inaudita irresponsabilità quello della Borsa, e la Consob pare voglia aprire un’inchiesta, avrebbe inviato all’amministratore delegato di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi e al suo opposite number del London Stock Exchange, Javier Role, una lettera in cui chiede dettagliate spiegazioni e un invito a garantire il corretto funzionamento delle negoziazioni in futuro. Il che significa che non sono state corrette. Jerusalmi, dal canto suo, ha smentito qualsiasi illazione circa le diverse motivazioni del Blak Aut, ma non ha fornito spiegazioni attendibili.

Borsa di Milano

Ma se questo succede alla Borsa di Milano, che per salvare alcuni titoli si fermano le contrattazioni, chi vuole che si fidi più di questo organismo, che invece dovrebbe garantire gli scambi ma nelle regole? Ci sarà un imprenditore da oggi in poi che scommetterà sulla correttezza delle operazioni a Piazza Affari?

Veramente strana la situazione alla Borsa di Milano. La giustificazione non ha convinto molti operatori che, dopo la pessima seduta di ieri avrebbero voluto operare per cercare di recuperare le perdite. Il sospetto di alcuni trader è che lo stop alle contrattazioni sia stato effettuato per evitare manovre speculative. Soprattutto su società importanti del listino come Unicredit, Eni ed Impregilo, che hanno forti interessi in Libia. Quindi la Borsa Italiana è di parte.

Nursultan Nazarbayev Silvio Berlusconi

La crisi libica manda a picco Piazza Affari, che con un -3,6%, in chiusura ha fatto registrare la peggiore performance d’Europa, Borse trascinate al ribasso dalle aziende più esposte nel Paese nordafricano. A partire da Eni, primo produttore di gas e petrolio in Libia, da Impregilo, impegnata in grandi lavori, per finire a Unicredit di cui Gheddafi detiene il 10%.

Intanto praticamente tutti gli Stati stranieri, compresa l’Italia, stanno organizzando l’evacuazione  dei propri cittadini. L‘esodo è però frenato da difficoltà sia per gli scontri, che per difficoltà logistiche, come l’impraticabilità della pista dell’aeroporto di Bengasi.

Fonti attendibili, confermate anche dagli inviati di Al Jazeera, riferiscono che le manifestazioni di Tripoli sia stata soffocata nel sangue e che i bombardamenti hanno causato centinaia di morti tra i manifestanti  scesi in piazza per protestare contro il regime di Muammar Gheddafi.

Silvio Berlusconi Aljecsandr Lukascenko

In ogni caso le repressioni non finiscono, ormai è guerra civile e Gheddafi sembra non abbia nessuna intenzione di mollare, lo ha confermato anche nel suo intervento televisivo, tra l’altro, incitando i suoi sostenitori a contrastare i dimostranti. Nella condanna generale finalmente si è unito anche il nostro Governo che ha condannato le violenze, così come il Presidente della repubblica Giorgio Napolitano in una nota ufficiale (che si riporta integralmente a piè di pagina) ha auspicato l’immediata cessazione delle violenze in Libia.

Forse la timida posizione politica italiana era condizionata più dalla preoccupazione della salvaguardia degli affari che dalla situazione esplosiva che ormai si è diffusa in tutto il Nord-Africa, ma fortunatamente l’intervento, fermo, deciso ed inequivocabile di Napolitano ha dato una posizione politica dignitosa anche all’Italia.

Da MilanoFinanza          http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201102230838261299&chkAgenzie=PMFNW

Comunicato ufficiale della Borsa Italiana

Il Presidente Napolitano auspica l’immediata cessazione delle violenze in Libia

Giorgio Napolitano

C o m u n i c a t o ufficiale del Quirinale

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sta seguendo con attenzione le drammatiche notizie provenienti dalla Libia che riferiscono di un già pesante bilancio di vittime fra la popolazione civile.

Il Capo dello Stato sottolinea come alle legittime richieste di riforme e di maggiore democrazia che giungono dalla popolazione libica vada data una risposta nel quadro di un dialogo fra le differenti componenti della società civile libica e le autorità del Paese che miri a garantire il diritto di libera espressione della volontà popolare. Viceversa la cieca repressione che colpisce in modo indiscriminato la popolazione non fa che allontanare il Paese da quel cammino di pace e prosperità necessario ad assicurare il benessere del popolo libico.

Il Presidente Napolitano auspica pertanto l’immediata cessazione delle violenze e invoca una rinnovata determinazione negli sforzi volti a restituire al popolo libico la speranza in un futuro migliore.

Roma, 22 febbraio 2011

Artico aggiornato al 23 febbraio 2011

4 commenti su “Imbroglio a Milano. Crollano i titoli. Sospesa la Borsa. E in Libia è guerra civile”

  1. Anche se sfiora solo un minimo dubbio sulla scorrettezza delle operazioni di borsa, fa cadere l’impianto. L’Italia ormai sta toccando tutti i fondi.

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