Carmelo Conte e il significato del voto amministrativo

Personalità vincenti come Zedda, De Luca, Pisapia, De Magistris, e la loro impostazione liederistica senza essere l’espressione di una classe dirigente e di governo, corrono il rischio che ha corso Berlusconi o meglio Bassolino.

E’ legittimo, chiedersi perché Berlusconi ha perso e la sinistra non ne ha tratto vantaggio?

Carmelo Conte

SALERNO – Le elezioni amministrative si sono appena concluse e sono state rapidamente archiviate senza che alcuno si sia cimentato nel comprendere le ragioni del voto, cercando di capire i flussi elettorali le motivazioni del voto, le analisi che precedono il voto stesso,  le conseguenze e gli scenari possibili basati però su dati concreti e non emozionali.

Il risultato visto da “destra” è l’occasione di aprire una grande resa dei conti tra le varie interpretazioni del berlusconismo, come se fosse dipeso solo dalla organizzazione di un partito e del suo adattarsi al “doppiopetto” di Berlusconi, e non un fatto di politiche economiche e sociali.

Da sinistra invece il risultato è stato accolto con la solita enfasi che porta i vari leader e non solo, a pensare che si è già al dopo Berlusconi, ignorando i processi che invece sono dietro la sconfitta, senza preoccuparsi di cambiare registro e appropriarsi dei temi politici che negli ultimi anni non hanno saputo interpretare.

Silvio Berlusconi vince e perde da solo, ma il berlusconismo ormai si è radicato nel tessuto sociale e ne ha mutato profondamente la sua struttura. Il fenomeno Berlusconi poi ha rappresentato l’antipolitica mentre tutti gli altri la politica, ed è stato facile che gli elettori si affidassero a lui, tra l’altro sempre sorridente.

Le illusioni però quando i trucchi vengono scoperti portano alla realtà e la realtà per quanto riguarda il nostro paese è drammatica. La realtà ci consegna un paese dove 1/4 della sua popolazione ormai è povera, dove i consumi sono fermi, gli investimenti come i consumi sono al palo, le politiche industriali sono dettate da Marchionne, e quelle sociali a difesa della stragrande maggioranza degli italiani da Luca Cordero di Montezemolo, oltre i richiami continui alle attenzioni sociali che vengono dal Santo Padre.

Il voto e l’analisi del voto non può non tenere conto di queste considerazioni, e come al solito nella fretta della destra e della sinistra di archiviare un processo, a farne l’analisi ci prova l’Onorevole Carmelo Conte, che come al solito è attento osservatore dei fenomeni politici ma anche delle relazioni strette che essi hanno in relazione alla società, alle politiche e ai partiti. Conte svolge un’analisi e ne  approfitta per offrire le sue riflessioni affidandole a POLITICAdeMENTE.

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Il significato del voto amministrativo

di Carmelo Conte

SALERNO – Col passare dei giorni, sul voto amministrativo espresso nei ballottaggi conclusisi lunedì scorso va consolidandosi l’interpretazione più semplice: la destra ha perso, la sinistra e il polo di centro non hanno vinto.

Gli elettori hanno sanzionato chi governa, ma non hanno premiato i partiti che sono all’opposizione. Hanno votato, a ben vedere, ancora una volta contro il sistema, come sta avvenendo ormai dagli anni novanta e lo hanno fatto in favore di alcune personalità, considerandole, a torto o a ragione, simboli dell’antipolitica, fino ad oggi metafora di Berlusconi. Che, quindi è stato sconfitto sul proprio terreno, non su quello dei suoi avversari.

E’ legittimo, perciò, chiedersi perché Berlusconi ha perso e la sinistra non ne ha tratto vantaggio.

Cominciamo da quest’ultima: non ha dato buona prova quando ha governato il Paese (Amato, Prodi, D’Alema); al suo interno si agitano due anime, una estremista e antiberlosconiana e l’altra conciliativa; non è aggregativa; il suo consenso si regge sul no a Berlusconi; non rappresenta una credibile  proposta alternativa.

Più netta e semplice la ragione della sconfitta della destra: sta mal governando, non ha una chiara identità liberale e moderata, non ha una classe dirigente all’altezza del compito in particolare negli enti locali. Sicché, appena Berlusconi ha incominciato a perdere colpi ne ha immediatamente risentito: la destra dipende in misura sostanziale dal suo carisma e dal suo ruolo. E per ruolo deve intendersi sia quello del “capo” politico, ora delegato ad Angelino Alfano,  sia quello del “capo” del Governo.

Ebbene, Berlusconi ha esorbitato in entrambi sensi: non ha saputo mantenere, come la definisce Erving Goffman, uno dei maggiori sociologi del Novecento, la distanza dal ruolo ovvero a mantenere se stesso distante dalla carica assunta, né di ruolo ovvero a mantenere gli altri lontani dalle sue scelte, ma ha assorbito il ruolo adattandolo al suo personale contesto di legami sociali, interessi e valori.

Ha prodotto da solo il suo antidoto. Inoltre, come scrive L. Crespi, nell’impegnarsi a “battere e controbattere” con il politici “politicanti” ha finito con il dimostrare che anche lui é uguale agli altri. Ha fatto venire meno l’idea del Berlusconi impolitico, dell’uomo del fare, imprestato alla politica, su cui si è fondata tutta la sua strategia.

Che dire delle personalità vincenti, come Zedda, De Luca, Pisapia e De Magistris? che, se non correggeranno la loro impostazione liederistica dandole un senso governante espressione di una classe dirigente, sono destinati a correre lo stesso rischio di Berlusconi o meglio di Bassolino, in quanto figli di una deriva e non di una navigazione politica.

E qui torna in causa l’elezione diretta dei sindaci, sulla quale è giunto il momento di aprire un dibattito senza falsi pudori.

Salerno, 6 giugno 2011

6 commenti su “Carmelo Conte e il significato del voto amministrativo”

  1. Entrambe le analisi sono lucide e realistiche. Purtroppo per noi e per il Paese non ci sono speranza. Quando gli italiani sono0 passati dalla peima alla seconda repubblica, hanno buttati il “bambino” insieme all’acqua sporca, ma hanno voluto anche cambiare pagina al buio.
    Peccato.

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  2. ” Il significato del voto amministrativo” di Carmelo ( Conte) è una attenta e “breve” , per lo spazio legato alla logica del blog, valutazione POST-.
    E’ condivisibile ? Certamente SI!, ma andrebbero fatte altre considerazioni per aiutare a capire meglio “la voglia di partecipare” in particolar modo dei giovani, delle donne ed anche DI MOLTI NUOVI ITALIANI !!
    IO , lo ammetto, NON ME L’ASPETTAVO, seppur qualche segnale c’era stato.
    Il movimento viola, la risposta delle donne , le manifestazioni partecipate di qualche mese fà!
    Mi sarei aspettato però da Carmelo una PAROLA chiara sulla prossima e imminente tornata referendaria. Conoscendolo, so bene che è per la democrazia partecipata, e quindi ANDRA’ A VOTARE, per questo mi sarei aspettato una valutazione , questa volta ANTE- e non POST-
    Questa considerazione nasce dal fatto che il voto referendario NON E’ AVULSO DALLE CONSIDERAZIONI SUL VOTO fatte da Carmelo e ….da me condivise.

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  3. la democrazia è bella e utile all animo umano allo spirito e alla sensibilita.
    Credo che questo poco centra con alcuni personaggi.
    Penso invece che bisognerebbe attivarsi affinche costoro parlassero con piu rispetto
    in comunque i casi e non lasciarli liberi di fare e dire cercando di condizionare persone piu deboli psicologicamente che non hanno ne l’informazione giusta ne le forze per reagire.
    Rispondo con un altro quesito per Carmelo Conte i socialisti quali riflessioni hanno fatto sulla catastrofe del loro partito e del loro leader “Craxi” credo piu in una storia simile a GIULIO CESRARE con il bruto di turno. Che considerazione fa su Martelli , De MIchelis ,Boniver ed altri che fine hanno fatto perche il loro stare un passo indietro perche il popolo non li vuole piu e tu carmelo cosa hai fatto per difendere il tuo il tuo elettorato e il tuo partito ,e perche hai fallito .
    credo che se risponderai a questo potresti continuare a criticare a osservare a fare opinione per tentare una ribalta.
    Costui è come una forma allergica che ogni anno si rinnova.
    E’ come colui che tagliandotutti i fiori spera che non venga piu primavera.

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  4. Purtroppo caro Ministro la politica è cambiata, sicuramente in peggio, l’unica cosa che è rimasta simile è la corruzione, che ormai tocca tutti i livelli.
    I deputati e i Senatori scelti a tavolino, non rappresentano nessuno, nemmeno le loro famiglie, sono solo espressioni umane capaci di agire solo nel caso si tratti di difendere il proproio capo, indipendente,mente dalle ragioni. S’hanna buscà a iurnata.

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  5. ieri domenica pomeriggioalle ore 14,30 circa su RAI uno la trasmissione di Giletti.
    una trasmissione pubblica ludica di passatempo non può sponsorizzare una manovra politica di guerriglia e comunque di atti di guerra in Afghanistan coprendosi dietre a maschere di pietosismo per un soldato donna invalidata, e di messaggi di solidarieta che non hanno nulla a che fare con l’eroismo l’amor di patria e noi italiani liberatori . tutto questo senza diritto di replica .credo che sia stato un abuso medianico a lasciarlo passare cosi sotto gli occhi di tutti.
    Ci sono ancora tante sfumature che lasciano pensare a calunnie del sign. Giletti andato in afghanistan a fare il safari a fare cosa ? Pubblicita per cosa? No non è cosi che si fa televisione pubblica,a chi sta sevendo.

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  6. Analisi a parte, Berlusconi esiste fino a quando esisteranno i professionisti della politica. Professionisti che non si risparmiano a destra come a sinistra. Ed esisterà fino a quando esisteranno uomini politici che fanno della politica un mestiere. Gli italiani sono stufi di questo e pur di liberarsene votano Berlusconi e gli perdonano anche tutte le schifezze che fa sia personalmente, moralmente che i suoi affari.
    Ritiratevi così sparirà anche lui.

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