Eboli- A seguito dello scempio urbanistico dell’Ermice: Lettera aperta all’Onorevole Abdon Alinovi

Alla pulce non basta buttarsi nella farina per diventare un mugnaio, così come, non basta essere Sindaco per diventare un amministratore, o occuparsi di politica e diventare un politico.

Non è servito nemmeno l’accorato appello di uno dei cittadini più illustri di Eboli, di un padre nobile del Partito Comunista, per bloccare quello scempio ambientale dell’Ermice.

Uno dei luoghi più belli della nostra terra, è stato brutalmente violentato. Le ragioni di un accanimento, rispetto a una bruttura di tale specie, sono da ricondurre solo allo scarso attaccamento verso la propria terra e al rifiuto selvaggio delle proprie origini.

L’Ermice, per chi non ha memoria, è solo il serbatoio del vecchio acquedotto, per il Sindaco Melchionda un “non luogo”. Per chi invece rispetta le proprie origini e ama la propria terra, invece, è un belvedere che con lo sguardo ti proietta: verso valle, in un paesaggio medioevale, con il convento dei Cappuccini di San Pietro alli Marmi da una parte, il Castello dei Principi Colonna e la chiesa di S. Antonio con il suo complesso Conventuale dall’altra; mentre verso l’alto, verso le pendici, l’Ermice rappresenta la vera “porta” verso il nostro passato più remoto, cioè quello pre-romano, che conduce sulle pendici dei monti Ebolitani, sul Monte d’Oro: su quei luoghi incantati dove tra il mito e la storia vi sono le origini della nostra gente, della nostra Eboli.

Quello spazio, per i senza memoria è solo un’occasione per spendere dei soldi “confezionati” ad hoc, in una stanza “moderna” del potere, per realizzare una struttura o un complesso strutturale, fuori contesto, non utile, non richiesto, devastante.

Ignorare il Suo appello, Onorevole Alinovi, e le migliaia di firme, che il “comitato pro Ermice” ha raccolto, è uno schiaffo alla Sua storia e alla storia democratica di questa città. Evidentemente il Sindaco di Eboli Martino Melchionda, non ha respirato bene la stessa “aria” politica del Suo Partito, che Lei e tanti come Lei, hanno contribuito a lasciare pulita. E’ probabile che da giovane e poi da uomo, non si sia mai fermato o non sia mai entrato nella sezione del PCI. Forse si è fermato sull’uscio o sul pianerottolo, e magari, qualcuno si preoccupava di andargli incontro per “coltivarlo” in altro modo. E’ stato allevato male. E’ stato allevato male se disconosce i suoi “padri”, se non rispetta e si intestardisce contro i suoi cittadini, se non rispetta la storia, la memoria e la aspettative di una comunità.

Se non si vuole ammettere, che la realizzazione di quel progetto è stato un atto di leggerezza politica e urbanistica, e non si rivede le proprie posizioni, è grave e diventa un atto di miopia e di arroganza politica senza pari.

Le persone intelligenti si mettono in discussione e si aprono agli altri, senza per questo sminuire la propria personalità, al contrario invece, solo gli stupidi non cambiano mai idea. Tra le due cose bisogna saper scegliere. Spero Onorevole, che la saggezza riesca ad impossessarsi dei “minori”.

Pubblicato su CRONCHE del MEZZOGIORNO il 10 Gennaio 2009 pag di Eboli

Pubblicato su “icentopassi” anno 3 numero 22 gennaio 2009

5 commenti su “Eboli- A seguito dello scempio urbanistico dell’Ermice: Lettera aperta all’Onorevole Abdon Alinovi”

  1. bravo massimo, bellisima lettera! I dementi, ce ne sono in abbondanza, sono il vero cancro della nostra società. Che Dio salvi il Nostro Paese! Paolo da Pontecagnano

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  2. caro massimo, ti ringrazio a nome di tanti ebolitani per aver espresso un sentimento diffuso e, purtroppo, soffocato dalle solite lotte di interesse e opportunismo che regolano le dinamiche della nostra disgraziata società. grazie di cuore

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  3. Grazie a te Cosimo, non abbandonare la tua passione e il tuo slancio, e con un poco di fortuna ce la faremo. Intanto,e questa per me è una sconfitta,sono stati acquisiti gli atti. Ancora una volta al normale dibattito politico, per colpa di gente arrogante, la magistratura deve intervenire. Spero sempre in un ravvedimento.

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  4. Sei mesi dopo, a belvedere (parzialmente?) rimosso, solo due osservazioni tardive su “non luoghi” e pseudo-brutalismi. Citare espressioni in uso nella cultura architettonica corrente-espressioni diventate peraltro tanto comuni da apparire logore-presuppone un accordo di massima sul significato delle stesse. Purtroppo, in quel caso, la nozione di “non luogo” è stata utilizzata in un senso molto diverso dall’originario (con buona pace di Marc Augé&C.). “Non luogo” è luogo del surrogato della memoria, della proiezione della memoria in qualcosa d’altro. Disneyland docet.
    L’Ermice è, al grado zero, la memoria dell’infanzia, delle passeggiate al fresco e dei bagni “clandestini” nei laghetti… Anche per chi è a corto di memoria (civica).
    Pseudo-brutalismi: si sono lette sulla stampa dichiarazioni di elogio da parte degli amministratori del manufatto-belvedere. Allo scopo, sono stati citati nomi tra i più disparati della scena architettonica contemporanea. Sorry, il belvedere non era brutalismo, più o meno tardivo, ma solo una triste realizzazione corrente (Gianni Celati direbbe “geometrale”), dove sfortunatamente anche le casseforme erano state trattate male. Alla faccia del béton brut…
    Saluti cordiali.

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