Lettera aperta dei Riformisti al Sindaco sulla Eboli Patrimonio

I Liberi e Riformisti di Conte chiedono chiarimenti sulla società Eboli Patrimonio srl e sulla situazione finanziaria del Comune.

La Società Eboli Patrimonio ha sempre chiuso i bilanci, dalla sua nascita ad oggi, in perdita. È trascorso un anno dalla presentazione della nostra mozione del comune che lei non volle discutere in Consiglio comunale con argomentazioni infondate e pretestuose.

Salvatore Marisei

EBOLI – I Consiglieri comunali, Liberi e Riformisti Salvatore Marisei, Carmine Campagna, Armando Cicalese, Antonio Petrone, scrivono una lettera aperta al Sindaco di Eboli Martino Melchionda, portandone a conoscenza anche il Presidente del Consiglio comunale Luca Sgroia, l’Amministratore Unico di Eboli Patrimonio Vincenzo Consalvo, e tutti i Consiglieri Comunali, formulando una “richiesta di chiarimenti sulla Società Eboli Patrimonio srl e sulla situazione finanziaria del Comune.

È trascorso circa un anno dalla presentazione della nostra mozione sulla società spin off del comune che lei non volle discutere in Consiglio comunale con argomentazioni infondate e pretestuose. Non voleva essere disturbato nei suoi piani.

Da allora la situazione della società è precipitata e, al pari delle altre società partecipate dall’Ente, si avvia al fallimento avendo contratto un debito con il Monte dei Paschi di Siena di oltre 4.200.000,00 euro, più interessi – che oggi superano i 500.000,00 euro – da restituirsi entro il 31 dicembre 2013, ed avendo maturato spese per consulenze varie per oltre 300.000,00 euro.

Apprendiamo, senza sorpresa, che la società ha sempre chiuso i bilanci, dalla sua nascita ad oggi, in perdita.

Ciò con gravi responsabilità della proprietà che non ha neanche provveduto ad attuare le indicazioni della Corte dei Conti e della Ragioneria Generale dello Stato per correggere gli errori di impostazione della operazione di spin off, continuando nell’utilizzo distorto di strumenti essenziali per la buona amministrazione del nostro comune.

Ci riferiamo alle scelte che ha promosso e fatto approvare dalla maggioranza consiliare producendo le dimissioni di ben due amministratori unici della società nell’arco di un anno e mezzo. Scelte che questa volta non potrà addebitare al Governo, alla Regione, alla Provincia, ai precedenti amministratori.

  • Non aver trasferito il parcheggio multipiano dell’Ospedale di Eboli, a suo dire, unico bene per generare liquidità alla società e garantirne la ‘bancabilità’, dirottandolo al salvataggio della Multiservizi e dei suoi vari amministratori. Ad oggi, come scritto dai dirigenti del comune, risulta che la procedura di ripiano delle perdite della Multiservizi non ha avuto alcun seguito operativo. Il primo Amministratore della Eboli Patrimonio srl rassegnò polemicamente le sue dimissioni, per essere lei venuto meno alla parola data e tradito la sua fiducia. Con la sua decisione assestò un duro colpo alla possibilità che la Eboli patrimonio raggiungesse il suo scopo, aggravando la situazione della Multiservizi ingannandone le maestranze ed i fornitori.
  • Per rimediare all’errore si impegnò con il secondo amministratore unico della Eboli Patrimonio srl a valorizzare il suolo del Rione Pescara dove una volta sorgevano i prefabbricati post terremoto, rendendolo disponibile alla società ed avviando una procedura di variante per realizzarne alloggi sociali. Con un percorso illogico e sbagliato ha disatteso gli accordi approvando il cosiddetto Housing sociale sulle colline di Eboli per realizzare oltre duecento alloggi sociali e cento villette in zona agricola. Anche il nuovo amministratore della spin off, tenuto all’oscuro di tutto, rassegnò le dimissioni per evidente impossibilità di valorizzare il suolo del Rione Pescara, essendosi saturata la capacità del mercato di assorbire altri alloggi sociali.

Dinanzi allo sconforto di quanti, anche negli uffici comunali, avevano creduto nel progetto e lavorato sodo per attuarlo, partiva il giro di valzer degli incarichi e delle poltrone per ricomporre una maggioranza che a fronte di questi problemi si dilettava a far saltare i Consigli comunali uno dietro l’altro. Un tempo prezioso sprecato, con la conseguenza di aggravare ulteriormente la condizione economica e finanziaria del comune e della società.

Il terzo amministratore, chissà se sarà l’ultimo, va dicendo in giro, e non in Consiglio comunale, che per evitare che il castello crolli si vorrebbe rinegoziare il debito della società con il Monte dei Paschi di Siena allungandone la scadenza, scaricando sulle nuove generazioni tutto il peso di una gestione politica ed amministrativa fallimentare che potremmo rappresentare nel motivo “chi vivrà vedrà, chi verrà dopo si arrangi come può”.

Per effetto di queste sue decisioni, che ci hanno sempre visto fermamente all’opposizione, e spesso alzare i toni oltre il consentito nella normale dialettica politica, l’operazione di spin off immobiliare ha di fatto assunto la veste di un’operazione fittizia, con ciò violando la legge che vieta ai Comuni di servirsi di società strumentali create all’unico scopo di aggirare la norma che impedisce agli enti di contrarre debiti per pagare altri debiti.

Con educazione, e senza alcun rancore o risentimento personale che non ci appartiene, le ribadiamo la nostra opposizione a questo modo di amministrare.

Constatiamo che trascorso un mese dall’allarme lanciato dai dirigenti del Comune lei non ha ancora prodotto nulla, neanche avviato una discussione nelle sedi competenti per cercare di salvare il comune dal fallimento.

Si è affrettato a scaricare su altri la responsabilità di un dissesto che affonda le sue radici nelle scelte di ieri, ma che lei ha sottovalutato avallando altre scelte, come quelle che qui le abbiamo ricordato, o come le difese nelle vertenze che hanno visto l’Ente soccombente per decine di milioni di euro affidate a legali di sua fiducia, senz’altro competenti e rispettabilissimi.

In tutta evidenza, la gravità del caso richiedeva le massime autorità nel settore.

Per due anni e mezzo le abbiamo offerto proposte e soluzioni alla crisi di Eboli, per iscritto e nelle sedi ufficiali, che lei ha bollato con superficialità.

Un esempio sul tema del patrimonio? Gli indirizzi approvati all’unanimità in Commissione Politiche Sociali, sotto la guida del consigliere Petrone, per varare un nuovo regolamento sull’utilizzo dei locali comunali da parte della associazioni, improntato alla trasparenza ed economicità per il Comune, giacciono nei suoi cassetti da oltre un anno. Approvarli farebbe giustizia delle assegnazioni gratuite a chi non lo merita e produrrebbe nuove entrate per l’Ente.

E così per la richiesta di revoca delle agevolazioni fiscali a chi non versa in condizioni di bisogno, così per l’uscita dal Consorzio Farmaceutico – votata dal Consiglio comunale e non resa operativa –  per la liquidazione della Multiservizi e del Consorzio PIP, così per il recupero delle somme dall’Università ‘L’Orientale di Napoli’ per il mancato godimento degli usi civici.

Queste ed altre proposte sono cadute nel vuoto. Forse non sarebbero state sufficienti a prevenire il dissesto, o forse si, di certo avremmo migliorato la condizione generale del comune ed evitato tasse e balzelli ormai insopportabili per i cittadini. Ora è tardi.

Non si può far finta che nulla sia accaduto e che il tempo non sia passato, per  approntare un tavolo ‘strampalato’ con la regia di chi ha perduto ogni credibilità.

Il meglio che potrà produrre è ammorbidire l’opposizione di chi vi partecipa con l’illusione di far andare a braccetto le proprie legittime aspirazioni con un presunto senso di responsabilità verso i cittadini. Naturalmente solo lei ne gioverà.

Saprà senz’altro che il Governo ha allo studio un intervento per spostare il termine del riequilibrio di bilancio al 31 novembre e creare un fondo speciale per salvare i comuni in dissesto. Forse si applicherà anche ad Eboli, ma il prezzo da pagare con un piano di rientro ‘lacrime e sangue’ sarà salatissimo.

Non prenda in giro tutti quanti con un “tavolo” che non serve a nulla e non creda che la ciambella di salvataggio del Governo ‘laverà’ le sue e le altrui colpe.

Quanto a noi, non ci sottraiamo alle nostre: degli ultimi vent’anni ne abbiamo trascorso la metà all’opposizione di Rosania e più della restante metà all’opposizione della sua amministrazione. Quel che abbiamo fatto nel poco tempo al governo della città lo rivendichiamo come merito, degli errori commessi siamo consapevoli e facciamo ammenda, senza infingimenti e senza sconti. Abbiamo già pagato in passato, e se del caso pagheremo ancora, ma siamo pronti a sottoporci al giudizio dei cittadini.

Il senso di responsabilità ci spinge a chiederle di venire dimissionario in Consiglio comunale per discutere alla luce del sole e fare chiarezza, conti alla mano, sulla situazione attuale della Eboli Patrimonio srl, del Comune e di tutte le società partecipate.

È il primo passo per avere contezza del disastro generale e lasciare che la politica riprenda il suo corso.

Eboli, 30 settembre 2012

1 commento su “Lettera aperta dei Riformisti al Sindaco sulla Eboli Patrimonio”

  1. ecco chi serve al paese……

    Ecco cosa ha fatto il premier francese Hollande (non parole, fatti !!) in 56 giorni di governo:

    • ha abolito il 100% delle auto blu e le ha messe all’asta; il ricavato va al fondo welfare da distribuire alle regioni con il più alto numero di centri urbani con periferie dissestate.

    • Ha fatto inviare un documento (dodici righe) a tutti gli enti statali dipendenti dall’amministrazione centrale in cui comunicava l’abolizione delle “vetture aziendali” sfidando e insultando provocatoriamente gli alti funzionari, con frasi del tipo “un dirigente che guadagna 650.000 euro all’anno, se non può permettersi il lusso di acquistare una bella vettura con il proprio guadagno meritato, vuol dire che è troppo avaro, o è stupido, oppure è disonesto.
    La nazione non ha bisogno di nessuna di queste tre figure”. Touchè.
    Via con le Peugeot e le Citroen. 345 milioni di euro risparmiati subito, spostati per creare (apertura il 15 agosto 2012) 175 istituti di ricerca scientifica avanzata ad alta tecnologia assumendo 2.560 giovani scienziati disoccupati “per aumentare la competitività e la produttività della nazione”.

    • Ha abolito il concetto di scudo fiscale
    (definito “socialmente immorale”) e ha emanato un urgente decreto presidenziale stabilendo un’aliquota del 75% di aumento nella tassazione per tutte le famiglie che, al netto, guadagnano più di 5 milioni di euro all’anno. Con quei soldi (rispettando quindi il fiscal compact) senza intaccare il bilancio di un euro ha assunto 59.870 laureati disoccupati, di cui 6.900 dal 1 luglio del 2012, e poi altri 12.500 dal 1 settembre come insegnanti nella pubblica istruzione.

    • Ha sottratto alla Chiesa sovvenzioni statali per il valore di 2,3 miliardi di euro che finanziavano licei privati esclusivi, e ha varato (con quei soldi) un piano per la costruzione di 4.500 asili nido e 3.700 scuole elementari avviando un piano di rilancio degli investimenti nelle infrastrutture nazionali.

    • Ha istituito il “bonus cultura” presidenziale, un dispositivo che consente di pagare tasse zero a chiunque si costituisca come cooperativa e apra una libreria indipendente assumendo almeno due laureati disoccupati
    iscritti alla lista dei disoccupati oppure cassintegrati, in modo tale da far risparmiare soldi della spesa pubblica, dare un minimo contributo all’occupazione e rilanciare dei nuovi status sociale.

    • Ha abolito tutti i sussidi governativi a riviste, rivistucole, fondazioni, e case editrici,
    sostituite da comitati di “imprenditori statali” che finanziano aziende culturali sulla base di presentazione di piani business legati a strategie di mercato avanzate.

    • Ha varato un provvedimento molto complesso nel quale si offre alle banche una scelta (non imposizione): “chi offre crediti agevolati ad aziende che producono merci francesi riceve agevolazioni fiscali, chi offre strumenti finanziari paga una tassa supplementare: “prendere o lasciare”.

    • Ha decurtato del 25% lo stipendio di tutti i funzionari governativi, del 32% di tutti i parlamentari, e del 40% di tutti gli alti dirigenti statali che guadagnano più di 800 mila euro all’anno. Con quella cifra (circa 4 miliardi di euro) ha istituito un fondo garanzia welfare che attribuisce a “donne mamme singole” in condizioni finanziarie disagiate
    uno stipendio garantito mensile per la durata di cinque anni, finchè il bambino non va alle scuole elementari, e per tre anni se il bambino è più grande. Il tutto senza toccare il pareggio di bilancio.

    Risultato ?
    Lo spread con i bund tedeschi è sceso, per magia. E’ arrivato a 101 (da noi viaggia intorno a 470). L’inflazione non è salita. La competitività e la produttività nazionale è aumentata nel mese di giugno per la prima volta da tre anni a questa parte.

    E’ lecito domandarsi: Hollande è un genio dell’economia ?? O i nostri politici sono dei mafiosi e degli incapaci ?? E noi……., stiamo a guardare? Inoltrate gente… Inoltrate

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