Scompare Ughetto Iorio: Un uomo semplice. Uno degli ultimi socialisti

E’ scomparso Ugo Iorio, esponente politico del PSI locale, militante socialista e animatore discreto della politica cittadina.

Ughetto una figura nostalgica di persona perbene, tutto casa, famiglia, lavoro, impegno sociale e militanza politica: Uno degli ultimi socialisti.

Ugo Iorio

EBOLI – E’ scomparso Ugo Iorio, Ughetto per gli amici. Lascia la moglie Grazia e i suoi due figli Eugenio e Anna. E’ venuto a mancare prematuramente, lasciando quella vita vissuta sempre con discrezione, ma con serieta’ e impegno, sia nel lavoro, sia nelle amicizie e sia nel suo impegno politico. Era proprio un brav’uomo e non perche’ ci accomunava un’antica amicizia personale e familiare, ma perche’ il suo modo di rapportarsi alle persone era semplice, confidenziale e come si e’ detto discreto, diventando insieme ad altri un punto di riferimento sicuro, stabile non solo per gli amici, i coetanei, tra cui mio fratello Gabriele, ma anche per tutta la comunita’ molto numerosa dei persanesi, che da oltre 40 anni si era trasferita ad Eboli, a seguito dello smantellamento degli uffici civili assegnati ai militari.

Insieme alla sua famiglia, la mia, quella dei Lenza, dei Tartaglia, Gallotta, Califano, Giugni, Zapparata, Perri, Lopardi, Marano, Moccaldi e tanti altri ancora facemmo parte e ci integrammo in questa Citta’, ma sempre accorti a coltivare quelle amicizie, quegli affetti che nel frattempo si erano trasformati in qualcosa di piu’, simili solo a quelli di sangue.

Ughetto negli anni della sua gioventu’ insieme a quella “meglio gioventu‘” contribui’ alla crescita di quei fermenti sociali e politici che accompagnarono il progresso del Paese. Erano gli anni ’50, quelli che precedettero e che furono l’humus su cui poi si articolo’ quell’altro decennio che piu’ sinteticamente fu definito del ’68.

Ughetto appena diciottenne, tra il ’58 e il ’59, sigillo’ il suo impegno politico con l’iscrizione al Partito Socialista Italiano, scegliendo e condividendo fra tutti il pensiero della sinistra socialista. Dopo aver ultimato gli studi liceali si iscrisse all’Orientale di Napoli, conseguendo la laurea in Turco-Armeno-Persiano. Iniziò ad intrecciare relazioni di lavoro recandosi e soggiornando per lunghi periodi sia in Turchia che in Iran (La Persia di Reza Pahlavi), ma a seguito della scomparsa del papà Eugenio, non volle lasciare sola la mamma e ripiegò su Eboli, rinunciando ai suoi sogni, dedicandosi all’insegnamento. Allora nel PSI prevaleva una maggioranza demartiniana, e Ugo insieme ad altri giovani, come minoranza si impegno’ nel portare avanti quel pensiero politico, sempre minoritario, che si rifaceva a Riccardo Lombardi, e che a Eboli era rappresentato da Tanino Petraglia

Insieme ai sui amici, Antonio Marisei, Pino Di Domenico ai quali si aggiunsero Diomede Salerno e l’allora piu’ giovane Liborio  Casiello, con i quali ha poi condiviso tutto il suo percoso politico, costituì quello che il resto del Partit0 definì il “pensatoio“. Ughetto non si faceva mai specie di dire quello che pensava anche a costo di attirarsi antipatie e contrarietà.

Il suo percorso politico si intreccia con quello del PSI di allora, e non si potè non registrare quella che poi si manifestò come una svolta importante per il Partito. Importante ma non per Ugo, che non amava per niente essere in prima linea, continuando e partecipando sempre in maniera critica e propositiva alla vita di Partito. Una svolta che porta lo sparuto gruppo di giovani lombardiani ad incontrarsi con Carmelo Conte, che gia’ mostrava i connotati dell’uomo di successo, il quale aderendo anch’egli alla corrente di Lombardi, che allora incominciava ad avere nelle sue fila giovani brillanti come Claudio Signorile, Fabrizio Cichitto e lo stesso Conte, portò Ughetto e gli altri a divenire maggioranza. Una condizione nuova, ma nemmeno questa riuscì a mutare i suoi comportamenti e il suo modo di fare sempre critico, fino ad assumere il ruolo di “coscienza critica” del Partito locale. E di critica allora ce ne era da fare.

Signorile, Cicchitto, Conte, quei giovani rampanti lombardiani segnarono il nuovo corso del PSI, ma ben presto di quel “rampantismo” ne furono vittime come “vittima” fu anche lo stesso PSI: Il primo, da fiero oppositore dell’altro astro nascente Bettino Craxi fu abbattuto dagli scandali facendo “guadagnare” alla gloriosa corrente di Lombardi l’appellativo della “corrente ferroviaria“; il secondo, insieme al suo attuale Capo Berlusconi fu investito dallo scandalo “P2”, il terzo travolto invece da tangentopoli, “ramazzato” via come la maggior parte della classe politica di allora.

L’impegno di Ugo Iorio e’ stato sempre nel Partito nella direzione locale, in quella regionale e qundo c’ era da dare un contributo politico per la “gloria” si pensava sempre a lui. Allora il Psi era ancora un partito operaista ed era impegnato nelle battaglie sociali piu’ significative, valgono per tutte quella sul divorzio e lo statuto dei lavoratori. Era ancora un Partito sano, di uomini e donne che si impegnavano per un ideale, non era ancora il partito degli assessori, non era ancora stato travolto da quel “modernismo” che aveva nel suo masimo esponente Craxi, non era ancora il partito di chi ne faceva dell’impegno politico un mestiere, e Ughetto rappresentava ancora quella figura nostalgica di persona perbene: tutto casa, famiglia, lavoro, impegno sociale, Partito. Una figura poi sopraffatta dal rampantismo delle nuove figure emergenti, senza ideali, senza morale, senza umanita’ e senza regole, e proprio per questo che lo si ricorda come uno degli ultimi socialisti.

Nel 1979, l’incontro romano con Riccardo Lombardi, casuale ma straordinariamente importante, segnò quella giornata come “una giornata particolare” e Ughetto insieme a Pino Di Domenico, Antonio Marisei, e Salvatore Aversano, si tuffarono nella semplicita’ di quell’uomo dal pensiero leggero ma importante che aveva segnato il loro percorso e aveva formato le loro menti.

“Tra noi: Antonio, Ugo, Liborio, Diomede, – Dice Pino Di Domenico, visibilmente commosso e amico di sempre di Ughetto – c’era un rapporto antico e affettuoso, poi rafforzato dall’azione politica e dalla condivisione delle nostre idee. Avevamo una nostra visione della politica, sempre critica ma al tempo stessa propositiva, tanto da essere invisi al resto del Partito.  – E parlando del suo amico aggiunge – Ugo era un uomo serio, leale, onesto e queste sue prerogative lo hanno reso sempre autorevole”.

Nel 1993, in piena tangentopoli, il PSI sfida le urne cittadine e si presenta alle elezioni con proprio simbolo, e con Ugo Iorio candidato Sindaco. L’uomo giusto ma nel momento sbagliato, vince le elezioni Antonio Morrone, ma ad essere sconfitto e’ Carmelo Conte allora potente Ministro e non Ughetto, che in quel momento rappresentò quel mondo socialista, sopraffatto da quel “rampantismo” degenerativo che aveva cambiato i connotati e trasformato un partito glorioso nel partito degli assessori e delle tangenti. E cosi’ ancora una volta, la sua generosita’ gli fece sopportare anche gli insulti, di chi fino a qualche ora prima, si era “infarinato” ed aveva “sguazzato” e beneficiato di quel potere e di quel Ministro che in quel momento contestavano fino a lanciare le monetine. quelle monete non erano dirette a lui. La “piazza” nella storia ha sempre sbagliato e fatto giustizia sommaria. Sbaglio’ anche allora.

Ugo Iorio andava candidato in altri tempi, ma allora si pensava ad altro e ad altri.

Oggi, proprio oggi che quel mondo socialista non esiste più, se non in alcuni che lo fanno rivivere nelle loro idee e non in quei partiti, ben quattro, di destra o di sinistra che siano o che si collochino, i quali si contendono una eredità importante e scomoda, le figure semplici come il nostro amico Ughetto, una volta “compagno” sono più che importanti e ci fanno capire come stiamo lontani da quei punti di partenza che ci hanno formato e come non arriveremo mai e stiamo così lontani da quegli obiettivi che ci eravamo prefissi.

Ughetto, uno degli ultimi socialisti, ha vissuto una vita onesta, coerente sia da professionista, che da amico e militante, e anche se poi ha vissuto un momento di crisi che lo vide defilarsi, non fece mai mancare il suo affetto alle persone che egli stimava, sempre attento ed interessato come era ai processi di cambiamento e nel suo stile discreto che lo ha sempre contraddistinto, ha guidato la sua famiglia e i suoi figli nel loro percorso di crescita insieme a Grazia che lo ha sempre accompagnato e sostenuto.

Eboli, 5 ottobre 2012

16 commenti su “Scompare Ughetto Iorio: Un uomo semplice. Uno degli ultimi socialisti”

  1. Già in altra parte del blog ho rivolto un pensiero ad Ugo Iorio,socialista d’altri tempi.
    Avevo appena vent’anni quando lo conobbi insieme al gruppo dei lombardiani. Ero reduce dal ’68 napoletano e da poco avevo aderito al PCI ebolitano dei Cassesse,dei Sparano,dei Manzione. Tutti riconoscevamo in lui l’uomo onesto e semplice, schietto e puntiglioso. Mai ci fu un diverbio tra noi della FGCI ed il suo gruppo,perchè esisteva un riconoscimento reciproco di onestà intellettuale e,tante battaglie affrontammo insieme per il progresso sociale e civile della nostra cittadina che ancora pativa le ferite del dopoguerra.
    Sorvolo su tutto quello che accadde tra la metà degli anni settanta e ottanta,già fedelmente descritti da aadmin.
    Su un solo punto non sarei d’accordo con Massimo.
    Non credo che la candidatura a sindaco di Ugo Iorio fu quella dell’uomo giusto nel momento sbagliato.
    Credo,invece,che fu l’uomo giusto nel momento giusto:
    infatti,in quel particolare periodo storico,col PSI diventato “il partito dei nani e delle ballerine”, Ughetto era l’unica faccia pulita da poter spendere sul mercato della politica ebolitana.

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    • Caro Vincenzo, una candidatura di Ugo, in qualsiasi momento non sarebbe mai stata inopportuna, momento sbagliato, perche’ in quel momento anche quella di Padre Pio non sarebbe stata accettata, si penso’ a lui proprio per mostrare un’altra faccia, ma era troppo tardi, ormai la faccia del Psi era segnata come nelle foto segnaletiche, in altri tempi, tu credi che l’avrebbe ottenuta, con il carattere autonomo che si ritrovava?
      Quelli erano i tempi in cui il mio amico Carmelo Conte era capace di fare deputati e Consiglieri regionali, figuriamoci Consiglieri comunali e Sindaci, a suo piacimento e solo qualche anno prima irruppe imponendo la candidatura dell’ottimo cardiochirurgo Peppe Di Benedetto a capolista, senza che vi fosse nessuna attinenza se non quella di affermare il principio del piu’ potente, mentre vi erano due sindaci uscenti, Presutto e Silenzio ed io stesso che ero capogruppo uscente di un partito, praticamente scomparso perche’ non abituato al ruolo di opposizione, relegato all’opposizione da una Giunta “Papocchio” Dc-Pci guidata da D’Urso e jl suo vice Aita, che mi aveva lasciato solo a contrastare quella maggioranza anomala.
      Di Benedetto stava alla politica come io e te stiamo alla cardiochirurgia eppure ottenne il primo posto in lista ma non fu il primo, nonostante tutti gli sforzi ministeriali e di un partito che si avviava al suo declino, ma fu la causa della mia divergenza con quei modi che si andavano affermando e di un mio allontanamento dal partito e dalla politica militante.
      In quella circostanza Ughetto mi diede ragione e quella sua ragione, per me valeva piu’ di una medaglia, ma significava come fosse terzo nei sui punti di vista e come fosse lucido nelle sue analisi.
      Eppure, lui come altri, che avevano autonomia di giudizio e autonomia intellettuale, non furono favoriti in quel tempo. Non lo furono, nonostante lo meritassero, o almeno si faceva ricorso a loro solo quando non se ne poteva fare almeno, e quella candidatura era solo vista in quella direzione, e ripeto implicitamente era un riconoscimento ancora piu’ importante e veniva sempre da chi, pur sapendolo, non lo aveva mai riconosciuto.
      Questa e’ cronaca di una storia cittadina che credo nessuno avra’ mai voglia di scrivere e piu’ passa il tempo e piu’ i ricordi si affievoliscono, sperando che a raccontare l’ ultima versione non saranno quelli che hanno condizionato quella cronaca.
      Massimo Del Mese

  2. Iorio era proprio una buona persona. Un socialista vero, ma credo che lui e altri non sono riusciti ad esprimersi al meglio, proprio per la presenza di Carmelo non e’ stato possibile. peccato.

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  3. E’ evidente che Ugo Iorio e’ stato vittima del contismo, insieme a lui siamo stati tutti vittime, e noi giovani piu’ di tutti.
    Un periodo da dimenticare, e dobbiamo sperare solo che non ve ne siano altri. Persone come Iorio ce ne sono e come, bisagna solo sceglierle ed incoraggiarle ad andare oltre anche se nel loro percorso incontrano i Conte i loro nani, le loro ballerine o i Cariello che non hanno niente a che fare con i socialisti e il socialismo, figuriamoci Di Benedetto Pio o Cioffi.

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  4. Cao Massimo, come promesso hai mantenuto la parola nel voler ricordare il mio amico e compagno Ughetto.
    Diceva Tanino (Petraglia) : io ho avuto nella mia vita un sacco di amici e tanti compagni, ma pochissimi amici-comapgni.
    Per Ugo è stata la stessa cosa.
    Per arricchire però la tua aneddotica vorrei precisare un aspetto a nome del “vecchio” gruppo di lombardiani ( localmente rappresentati ad Eboli da Tanino e dal sottoscritto). Dopo il successo di Forze Libere Carmelo Conte chiese di entrare nel PSI, insieme ai consiglieri eletti con lui. Il Direttivo sezionale riunito per decidere, sulla proposta del Segretario ( Fulvio Scocozza ) e di Mario Vignola Senatore, votarono A MAGGIORANZA questa adesione con il voto contrario dei DUE LOMBARDIANI del Direttivo ( LIOI E SPINELLI). Successivamente siccome io ero componente del Direttivo Regionale ( per molti anni) e per sei mesi componente della Segreteria Regionale – responsabile del settore massa e sinsacato – era l’epoca del sequestro di Guido De Martino- come rappresentante e responsabile regionale dei Lombardiani posso tranquillamente ricordarti che Carmelo Conte, anche lui componente del Direttivo Regionale dopo eletto Segretario Regionale, era espressione della componente MANCINIANA insieme ad Enrico Quaranta e Gerardo Ritorto. Solo successivamente, tramite un accordo -ROMANO- fra lui e De Michelis, scavalcando la componente regionale campana che non condivideva questo accordo, aderì alla componente Lombardiana presentando al successivo congresso una mozione. Come tu ben sai sono stato notista, corrispondente ed inviato speciale dell’AVANTI ! quando il giornale era diretto da Gaetano Arfè ed era segretario del PSI Francesco de Martino, Ma quando al Midas hotel, Craxi, Signorile e Manca, fecero fuori De Martino e cambiarono RADICALMENTE la linea del Partito, dal giorno dopo non ho più scritto per l’AVANTI !.
    Il tutto per onore della verità e per ricordare che con Ugo ed altri compagni intendevamo la militanza politica come una forma di servizio. Non siamo mai stati anti-comunisti ma a-comunisti ! La nostra formazione ideologica e politica comunque di natura marxista ci consentiva di avere uno strumento di analisi che serviva per capire l’evoluzione dei fatti e molti VERI compagni, non hanno mai condiviso le scelte finalizzate ad “imbarcare” nel partito persone che lo facevano solo per un interesse. Su quel “treno” sono salite e….scece, tante persone e la responsabilità del fallimento ORGANIZZTIVO del PSI e “collettiva” DI TUTTI NOI, ma questo non significa che sono state sconfitte le IDEE DEL SOCIALISMO, che comunque resta nel mondo “IL SOLE DELL’AVVENIRE, nella speranza che i valori a cui credevano Tanino ed Ughetto, non finiscano con Loro.

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  5. Complimenti a tutti per il modo con cui avete descritto e ricordato momenti di storia di eboli e dei suoi uomini. di solito nei miei post sono contro tutti e tutto, oggi con maggior ragione di ieri, tutavia questa devo riconoscere l’alta saggezza di chi ha scritto. non conoscevo iorio, però ne ho sempre sentito parlar ben…….oggi starà a godere nel regno dei più.

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  6. Dott. Lioi, i valori del socialismo sono universali, su questo non ci sono dubbi.
    La stessa Rifondazione Comunista, partito politico che mi ha visto militante per decennni era una forza di ispirazione socialista.
    Il problema vero sono invece le degenerazioni che hanno attraversato la sinistra negli anni 80 che hanno impedito un vero rinnovamento della politica italiana ed aperto la strada alla più grande rivoluzione di destra dopo il fascismo: il berlusconismo.

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  7. Io lo ricordo come prof….un grande prof….e non dimenticherò mai la prima frase che ci insegnò.
    Mr Iorio can I go out, please?
    Grazie prof….

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  8. x comunista primo non siamo compagni secondo i valor di cui tu parli non sono nella TUA storia personale, si nota benissimo nei tuoi sproloqui TERZO non ti firmane comunista se poi di fatto sei tendenzialmente o x meglio dire marcatamente qualunquista di destra quarto non cercare consensi sempre e comunque quinto mi dispiace di cuore commentare su questo artico di del mese ciao comunista xxxx

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