Il 15 dicembre apre al pubblico il Cilento Outlet Village.

Inizia il countdown. Mancano pochi giorni al grand happening. Il 15 dicembre il Cilento Outlet Village apre le porte ai “sogni”.

Con l’inaugurazione della prima fase si delinea il profilo del villaggio dello shopping più grande della Campania. Alle Firme prestigiose della moda italiana e ai grandi brand internazionali si affiancano importanti marchi di origine campana.

EBOLI – Il Cilento Outlet Village, il più grande villaggio dello shopping della Campania, apre le porte il 15 dicembre. Con l’inaugurazione della prima fase arriverà ad occupare un superficie commerciale pari a 24.000 mq, fino a completarsi, nella seconda fase raggiungendo i 34.000 mq. Il centro è destinato a diventare il più grande del Sud Italia con 120 punti vendita e 3.000 posti auto su una superficie complessiva di 233.321 mq.

Ad annunciarne l’apertura sono: Il Gruppo Irgenre, solida realtà operante nel mercato dello sviluppo e della gestione immobiliare per il settore commerciale; e Promos, azienda specializzata nello sviluppo, promozione, commercializzazione e gestione di grandi progetti immobiliari commerciali, annunciano la prossima apertura del Cilento Outlet Village, il più grande villaggio dello shopping della Campania.

Il nuovo Factory Outlet Center rivoluziona l’assetto commerciale del territorio campano, in primo luogo per la  sua posizione strategica: a soli 30 km da Salerno e a 80 km da Napoli, il Cilento Outlet Village sorge a Eboli, lungo la S.S.18 che congiunge Salerno a Paestum, in prossimità sia dell’uscita di Eboli che di quella di Battipaglia, nel tratto a tre corsie dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. Una cittadella dello shopping che permetterà acquisti di qualità a prezzi convenienti agli oltre 2,5 milioni di residenti che si trovano a meno di un’ora di strada dal Cilento Outlet Village. Il bacino di utenza naturale comprende la Campania centro-meridionale e la Basilicata occidentale, abbracciando Potenza e Avellino, la popolosa Napoli e parte delle province di Benevento e Caserta, anche se saranno numerosi i visitatori che verranno anche da più lontano, desiderosi di sfruttare l’opportunità di avere grandi marche a prezzi da outlet.

Con l’apertura del Cilento Outlet Village si inaugura una nuova filosofia di commercio in cui, per la prima volta in Italia, negozi di piccole dimensioni, tipici dei factory outlet, coesistono nello stesso ambiente con superfici di vendita più estese, solitamente presenti nei parchi commerciali.

Gli interpreti di questa nuova filosofia sono prestigiosi brand italiani e internazionali insieme a grandi insegne campane: al progetto del nuovo Factory Outlet Center hanno aderito importanti nomi della moda italiana trainati dalle presenze già ufficializzate di Missoni e del Gruppo MaxMara, che presso il Cilento Outlet Village sarà presente con il primo punto vendita della Campania con insegna “Diffusione Tessile”. A questi si aggiungono prestigiosi brand internazionali come Nike, Puma, Adidas e Galliano che intendono promuovere il proprio business puntando proprio sul territorio salernitano. Tra le grandi firme campane Harmont&Blaine,presente con il suo inconfondibile stile sportivo di classe, dal sapore mediterraneo.

Roberto Pansa

Particolare attenzione è stata rivolta alla ristorazione e ai servizi di caffetteria che vedranno un’offerta variegata e di qualità che affiancherà cucina locale e internazionale: uno spazio di 500 mq sarà dedicato alla ristorazione campana che si presenterà con un’insegna innovativa per il panorama nazionale caratterizzata da prodotti tipici campani e in particolar modo cilentani. Una nuova formula di servizio e intrattenimento sarà invece rappresentata dall’Harmont&Blaine Cafè, con un’anima polivalente, pensato per vivere al meglio le varie fasi della giornata dalla colazione al pranzo, fino a sera. Irrinunciabile anche la presenza di McDonald’s che, con un McDrive nel parcheggio della struttura commerciale, offrirà un servizio comodo, facile e pratico anche per tutti coloro che, tra un acquisto e l’altro, avranno poco tempo a disposizione.

“Guardiamo con grande soddisfazione alla realizzazione di questo progetto, crediamo molto nelle potenzialità e nell’attrattiva del territorio campano e di tutto il Meridione, in cui si è scelto fortemente di investire. Siamo ovviamente orgogliosi che marchi importanti e riconosciuti internazionalmente abbiano deciso di accompagnarci in questa sfida e riteniamo che l’avvio dell’attività commerciale del Cilento Outlet Village rappresenti una grande occasione di sviluppo per la Campania”, – ha commentato il Project Manager Roberto PansaQuesto progetto è, inoltre, la prova tangibile che il mercato degli outlet si sta affermando anche al Sud, dove, grazie al vantaggioso rapporto tra la qualità dei brand e la convenienza del prezzo, rappresenta la nuova frontiera dello shopping.

La partnership

GRUPPO PROMOS

Promos Srl è un’azienda specializzata nello sviluppo, promozione e commercializzazione di grandi progetti immobiliari commerciali, quali factory outlet village, shopping center e retail park. Fondata all’inizio degli anni novanta dall’imprenditore bresciano Carlo Maffioli, all’attivo conta più di 350.000 metri quadri di superficie di vendita promossi, in Italia e all’estero, con oltre 400 insegne fidelizzate,  a cui si aggiungono ulteriori 150.000 metri quadri relativi a progetti in corso e di futura realizzazione.

Attenta alle mutevoli dinamiche settoriali, Promos opera con l’obiettivo primario di identificare aree strategiche, acquisirle e portarle a reddito, proponendosi inoltre come investitore diretto nelle iniziative sviluppate. Nell’arena competitiva dei factory outlet center europei, Promos è considerato uno dei player indipendenti con maggiori prospettive di crescita nel medio periodo.

La conduzione delle strutture è affidata da Promos alla controllata Promanagement Srl, operante in tutta Italia con un portfolio progetti di oltre 130.000 mq, che comprende factory outlet, retail park e gallerie commerciali.

Gruppo IRGENRE

Fondato oltre 25 anni fa da Corrado e Paolo Negri, il Gruppo IRGENRE, con sede a Roma e uffici a Milano e Caserta, è oggi una solida realtà nel mercato dello Sviluppo e della Gestione Immobiliare per il settore commerciale. Dedicatosi inizialmente allo sviluppo e alla costruzione di immobili per la grande distribuzione commerciale, per l’industria alberghiera e per l’industria in generale contribuendo allo sviluppo del territorio e annoverando tra i propri clienti grandi marchi nazionali ed internazionali, con la società Maximall, ha ampliato le proprie attività anche alla gestione immobiliare, con l’obiettivo di trasformare i centri commerciali in vere e proprie centralità urbane, rendendoli sempre più attrattivi. Da sempre attento all’innovazione, sia in termini di prodotto, sia di tecniche di realizzazione, il Gruppo si affaccia ora al mercato con nuovi modelli di business per la grande distribuzione commerciale e per l’entertainment.

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DISTANZE km

Battipaglia 5, Eboli 10, Pontecagnano 15, Paestum 20, Salerno 30, Amalfi 50, Pompei 55, Avellino 60, Ercolano 70, Positano 70, Potenza 80, Napoli 80, Sorrento 80, Benevento 95, Caserta 100, Camerota 100, Maratea 130

SERVIZI

Molta attenzione è stata data poi, alla cura dei servizi, in particolare alla ristorazione, che avrà una offerta rivolta sia alla cucina locale sia a quella internazionale, e ai bambini, con un nuovo modello di baby caring in cui i bambini potranno imparare, giocando, in un ambiente molto accattivante.

Altri articoli:

Eboli, 24 novembre 2012

6 commenti su “Il 15 dicembre apre al pubblico il Cilento Outlet Village.”

  1. Una grande opportunità di occupazione e crescita della collettività locale,molto maggiore alle facoltà aggiuntive del cittadino-consumatore,che in queste City-Mall trova qualità ed assortimento,impensabili in altre realtà commerciali,oltre ad un innegabile reale risparmio.
    Ringraziamo chi ha scelto e attualizzato tale opera maestosa,”in primis”: le Società in partenariato, il Project Manager,e l’Amministrazione cittadina, rendendo Eboli l’indiscussa leader provinciale nel campo del commercio,un qualcosa di impensabile poco più che un decennio addietro.

    “Sed omnia praeclara tam difficilia, quam rara sunt.”
    Tutte le cose eccellenti sono tanto difficili quanto rare. Baruch Spinoza

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  2. oggi parlavano dell’apertura il 16 dicembre ma non si capisce ancora bene prima il 6 poi il 15 adesso dicono il 16 ci sarà un atto ufficiale spero? cmq in bocca al lupo Outlet cilento village

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  3. RIPRENDO UN PRECEDENTE POST,UTILE AL RIGUARDO:
    X CANDIDATI OUTLET UN CONSIGLIO,A SECONDA DEI PROFILI PROFESSIONALI CERCANO DOCUMENTI PREVIDENZIALI-CONTRIBUTIVI…IMPORTANTE è AVERE ANZIANITA’ DI COLLOCAMENTO DI 2 ANNI,RINNOVATI OGNI DUE,DATO CHE LE AZIENDE SI APPELLANO ALLA 407/1990,CIOE’ UN PREESISTENTE STATO DI DISOCCUPAZIONE DI LUNGA DURATA( DISOCCUPATO= CHI HA PERSO IL POSTO) (INOCCUPAT0 CHI NON LO HA MAI AVUTO,O HA LAVORATO IN NERO) Questa legge fa si che se hai il certificato,MOD. 407, la azienda/ditta che ti ingaggia non paga contributi per 36 mesi.se non possedete i requisiti,le aziende non vi assumeranno dato che pagherebbero i contributi,che nel sud x chi usufruisce di questa norma sono accollati dallo stato. e’ il circuito che favorisce i disoccupati,e svantaggi gli inoccupati che non possono entrarvici dentro…

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  4. -da leggere sul dramma lavoro-

    Il peso della fatica

    Enrico Fierro – Isabella Viola è morta, undici giorni fa da sola nelle turbolente viscere di Roma. Il suo cuore è stato spezzato da una vita difficile. Dovevano essere dieci righe in cronaca (giovane donna colpita da malore muore su una banchina della metro A) di quelle che si leggono di mattina distratti dal dilemma del cappuccino (con o senza schiuma?), e invece la sua si è trasformata in una morte che parla all’Italia. Racconta di un popolo intero, una moltitudine ignota ed ignorata.

    Di loro sanno poco i dotti professori di economia, gli accigliati ministri-tecnici sempre pronti a giudicare “gli italiani”, per loro non c’è mai posto nelle poltroncine dei talk-show che al massimo, quando vogliono parlare della “ggente” la fanno raccontare da chi non prende una scassattissima metro da secoli.

    Sono uomini e donne, bianchi, gialli e neri, che si svegliano all’alba per raggiungere precarissimi posti di lavoro, guadagnano quattro soldi e lottano con mezzi di trasporto affollati, puzzolenti, è una umanità che tira tardi fino a sera lavorando e si porta il panino da casa per risparmiare.

    Isabella era una di loro, non sapeva di spread, di Europa, di luci in fondo al tunnel, no, Isabella sapeva solo che a 34 anni doveva conquistarsi la vita a morsi, lo faceva per lei, per il marito, bravo muratore ma disoccupato, e per i suoi quattro figli da crescere.

    Ogni mattina sveglia alle quattro, la colazione da preparare per i bambini, il pranzo da avviare, una rassettata veloce alla casa e poi la corsa alla fermata dei bus. Dal lungomare fino alla piazza di Torvaianica, la ressa per conquistarsi un posto a sedere sul pullman della Cotral tra i volti assonnati delle mille razze che ad ogni alba dalla periferia migrano verso la città eterna: 30 chilometri di viaggio. Capolinea all’Eur, un’altra corsa alla metro b, fermata a Termini, attraversamento col cuore in gola dell’infinito labirinto che porta alla metro a, ultima fermata a Furio Camillo, e poi a piedi lungo la Tuscolana, in via Nocera Umbra.

    Il bar Kelly apre alle sette, a quell’ora devono essere già pronti dolci e cornetti. Così, fino alle sette di sera, lo stesso ritmo, ogni giorno che il padreterno manda in terra, domenica compresa.

    Isabella viveva in una casa della periferia di Torvaianica, litorale romano che Ugo Tognazzi scelse negli anni Sessanta per costruirsi una villa. Portò il bel mondo il grande Ugo in questa fetta di mar Tirreno una volta stretta tra campagne e macchia mediterranea. Tutti a casa di Ugo al torneo di tennis, al più bravo lo scolapasta d’oro.

    Di quella epopea è rimasto poco, vecchi alberghi cadenti, stabilimenti che si chiamano ancora “La Bussola”, ristoranti che promettono pesce sempre fresco. E tanta miseria.

    Don Gianni è il parroco della chiesa dell’Immacolata concezione. “Ho celebrato i funerali della povera Isabella, ho visto gli occhi smarriti dei suoi quattro bambini, la disperazione del marito, ma una cosa mi ha colpito e che faccio fatica a descrivere con una parola che non va più di moda: dignità. Sì, la dignità di questo gruppo familiare unito. Mai una parola fuori posto, mai un chiedere qualcosa. Isabella non ha retto il peso della fatica”.

    Don Gianni e la sua parrocchia hanno messo su un banco alimentare e una casa accoglienza, si occupano di famiglie disagiate, fanno quello che possono in un mare di disperazione. “Ormai da noi non vengono più le famiglie di extracomunitari, da un paio di anni anche famiglie italiane, ci chiedono un aiuto in soldi, un pacco alimentare”.

    Settecento euro di affitto, quattro figli da mandare a scuola, il conto dei pochi soldi del suo lavoro e dei lavoretti che di tanto in tanto il marito strappava a qualche cantiere. Ogni sera: questo per le bollette, quest’altro per l’affitto, tanto per mangiare, il bambino vorrebbe quel giocattolo, non possiamo. Una sconfitta continua, quotidiana. Che ti mangia il cuore.

    “Isabella è riservata non racconta mai le sue difficoltà, ma io lo vedevo che stava male”. Faith, giovane ragazza nigeriana banconista del bar Kelly parla al presente di Isabella. “Ma lo sai che mi ha insegnato a fare i dolci?”.

    La signora Ada, edicolante del quartiere dopo una vita ai mercati generali, ha un cuore grande così. Annarella Magnani l’avrebbe abbracciata e baciata come una sorella. Ha già raccolto 4mila euro per Isabella e ne sta raccogliendo ancora. “Ci sono persone che hanno deciso di tassarsi ogni mese per aiutare quei quattro bambini”. No, non è una storia da dieci righe in cronaca, è una storia dell’Italia di oggi.

    E forse Isabella si sarebbe commossa di fronte a tanta solidarietà. Lei che affidava i suoi giovani e ingenui pensieri a Facebook. “Una donna il suo gioiello più prezioso non lo indossa, lo mette al mondo”.

    Fonte: Il Fatto Quotidiano del 29 novembre 2012.

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