Il Comune di Eboli ricorre al Decreto salva Comuni

Il Consiglio comunale con 19 voti favorevoli, 6 contrari, e 1 astenuto, approva la procedura di riequilibrio finanziario. L’Amministrazione decide di accedere al decreto salva comuni.

Il Sindaco Melchionda: “abbiamo operato una scelta di chiarezza e di opportunita’. Ora ci mettiamo al lavoro per elaborare un piano di riequilibrio credibile ed efficace”. Intanto Paolo Polito si è dimesso da consigliere Comunale.

Consiglio Comunale-

EBOLI – Il Consiglio Comunale, che si è tenuto nella giornata di ieri sera: con 19 voti favorevoli, PD, API, UDC, Indipendenti di maggioranza; 6 contrari, PDL, FLI, Riformisti; e l’astensione di SEL; dopo un serrato dibattito, ha approvato la delibera di proposta di riequilibrio finanziario pluriennale.

Dopo la relazione dell’Assessore al ramo Adolfo Lavorgna, si è sviluppato un dibattito nel quale non poche sono state le critiche e i rilievi sia tecnici e contabili, sia politici, che le varie interpetrazioni dei Consiglieri come Vincenzo Rotondo (PD) e Arturo Marra (API), o dell’opposizione come, Gerardo Rosania (SEL), Damiano Cardiello, Fausto Vecchio, Vito Busillo (PDL), Antonio Petrone, Salvatore Marisei (Riformisti), Massimo Cariello (Nuovo PSI), Paolo Polito (FLI), hanno dato a secondo se di maggioranza o di opposizione della situazione finanziaria dell’Ente, vicinissima al tracollo sia per debiti covuti alla gestione corrente, sia per quelli strutturali e sia per crediti non riscossi, ma soprattutto per debiti a seguito di sentenze di condanna, che coinvolgono anche altre stagioni politiche ed altre amministrazioni comunali.

Nel dibattito non sono mancate accuse di cattiva gestione e non è mancato, mescolandolo nei numeri e nelle valutazioni politiche riferimenti specifici allo svolgimento delle ultime primarie del Centrosinistra. Riportando lo scontro che la Città è stata costretta a subire anche nel Consiglio Comunale e molto impropriamente nella discussione del Riequilibrio di bilancio.

Accuse precise e circostanziate quelle avanzate dai due gruppi di potere che continua a guerreggiarsi senza rendersi conto di non essere affatto credibili. Una coda di scontro che sia per i Riformisti contiani da una parte che per Melchionda e i suoi dall’altra, interessa solo metodi e comportamenti passati e futuri, propri alle loro sole organizzazioni, entrambe minoritarie nella Città. Metodi e comportamenti che la stragrande maggioranza dei cittadini respinge e addiritture ne chiede l’abbattimento e chiede si passi ad un cambiamento nel quale si ripercorrano strade diverse da quelle che questi gruppi, accusandosi reciprocamente fanno apparire.

Un desiderio di cambiamento, inquinato dal potere e dai colpi bassi e mancini che quel potere sferra. Cambiamento invocato più volte dal popolo delle primarie, purtroppo anch’esse inquinate proprio perchè vi è stata la partecipazione di quei gruppi, che tra l’altro sembrano essere convinti che la loro partecipazioni sia stata decisiva all’affermazione di risultati, indicando, manco a farlo apposta nei due sfidanti Bersani e Renzi, la vittoria e la sconfitta l’una attribuibile a Melchionda e C.. l’altra ai Riformisti contiani e C..

Quei risultati nascondono ma mescolati minoritariamente nelle due posizioni, anche quello scontro, che a dire il vero, per come si leggono i risultati nazionali, quei gruppi c’erano o non c’erano sarebbero stati sempre gli stessi.

Polito Paolo e i talismani contro il malocchio

Ma la vera sorpresa che è emersa dal dibattito, naturalmente oltre i conti e la loro interpretazione e la loro risoluzione, è la disponibilità alla discussione indipendentemente poi da come sono state le votazioni, ma l’atto che ha segnato la serata: Le dimissioni da Consigliere Comunale di Paolo Polito dopo il suo intervento sulla materia preciso e circostanziato. Dimissioni vere, autentiche, sofferte.

Le dimissioni rappresentano la summa di un modus al quale Polito è giunto, ma che sono cariche di valutazioni e di giudizi che meritano una riflessione a parte e che POLITICAdeMENTE vuole fare, in rispetto allo stesso Polito, ritenedo sia persona intelligente e sensibile più di quanto è si possa immaginare, e ritenendo che quella sua autoironia più spesso mostrata e motivo delle sue uscite estemporanee, siano sempre state cariche di intelligenza e di significato.

Il ricorso al Piano di Riequilibrio Pluriennale ai sensi del decreto-legge 174/2012,  il cosiddetto “decreto salva-comuni” varato dal Governo Monti, rappresenta, in un momento fortemente delicato dal punto di vista economico e finanziario, uno strumento importante per rendere possibile il riequilibrio stabile del bilancio dell’Ente, ma che a fronte di quel riequilibrio, costa sacrifici ai cittadini, poiché si dovrà aumentare tasse ed aliquote varie, oltre che la riduzione inevitabile dei servizi, sperando non si eliminino quelli veramente indispensabili e utili ad alcune fascie di cittadini.

Si va, dunque, verso la predisposizione di un piano pluriennale di riequilibrio finanziario della durata massima di cinque anni, che deve indicare tutte le misure necessarie per ripristinare l’equilibrio strutturale del bilancio e per assicurare l’integrale ripiano del disavanzo di amministrazione e il finanziamento dei debiti fuori bilancio.

La scelta compiuta dalla maggioranza consiliare si configura, pertanto, la loro punto di vista come un’opportunità per porre rimedio alla situazione finanziaria dell’ente, sulla quale hanno pesato in modo preponderante la progressiva riduzione dei trasferimenti statali e regionali, e, soprattutto, i debiti fuori bilancio derivanti da contenziosi che hanno origine nel passato.

Entro sessanta giorni dovrà essere predisposto il piano di dettagliato di riequilibrio, che verrà sottoposto poi all’approvazione da parte della competente sezione regionale della Corte dei Conti. 

Martino-Melchionda

Ma se si interviene economicamente sui conti dell’Ente poiché il Governo ha lanciato una scialuppa di salvataggio per evitare il naufragio, sarebbe il caso di passare ad un’altra fase che la Politica non ha voluto o non ha potuto passare: a quella delle responsabilitàpassate e presenti, che riconducono a modalità di gestione della cosa pubblica che vuoi per motivi politici dettati da visioni ideologiche, vuoi per motivi politici dettate da visioni pratiche dello sviluppo della Città e della gestione allegra o meno della cosa pubblica, che vanno condannate e non per operare giudizi e condanne sommarie, ma per offrire una visione prospettica reale e onesta delle varie responsabilità.

Manca nelle valutazioni questa volontà, che si spera venga aggiunta in momenti di maggiore serenità.

A seguito delle votazioni e a commento della vicenda politiva è intervenuto il Sindaco Melchionda con la seguente dichiarazione: L‘Amministrazione Comunale ha compiuto una scelta di grande responsabilità, ponendo le condizioni per scongiurare ogni ipotesi di dissesto, con buona pace di chi, fra le forze dell’opposizione meno responsabile, era già impegnato in un’azione di propaganda dissennata.

Con la delibera di adesione al riequilibrio è stato scongiurata questa ipotesi. Il dissesto, difatti, con una gestione commissariale esterna, avrebbe limitato fortemente l’autonomia del comune, ingessando il bilancio e paralizzando ogni attività. L’Amministrazione Comunale non ha mai sottaciuto nulla, dei pur gravi problemi che la nostra città sta vivendo. Abbiamo governato, nell’interesse collettivo, senza ridurre i servizi essenziali ai cittadini, e riuscendo a conseguire un significativo contenimento delle spese.

Con l’adesione al decreto salva comuni, ora, ci assumiamo ancora una volta una grande responsabilità, ed operiamo una scelta di chiarezza, di verità e di opportunità.  Cominciamo a percorrere una strada importante. L’accesso al decreto salva comuni rappresenta una opportunità, voluta fortemente tra l’altro anche dall’associazione nazionale dei comuni italiani, per tante amministrazioni locali.

La sofferenza finanziaria è un problema endemico di questo come di molti altri comuni, la mole di debiti fuori bilancio è considerevole. Mi riferisco, soprattutto, alle sentenze di condanna Aracne e Mazzitelli e soprattutto agli espropri dell’area Pip, una grande area produttiva espropriata a prezzi evidentemente non adeguati.

Ora torniamo al lavoro, assumendoci sempre le nostre responsabilità, per l’elaborazione di un piano credibile e che preveda il minor numero di sacrifici possibili per la popolazione.

Quanto alle dimissioni del consigliere Polito, un uomo dal carattere impetuoso e a un tempo estremamente generoso, io spero che possa rivedere la sua decisione e che la sua permanenza in consiglio possa aiutare tutti a stabilire un clima di maggiore concordia, seppure su posizioni politiche diverse.”

Eboli, 5 dicembre 2012

8 commenti su “Il Comune di Eboli ricorre al Decreto salva Comuni”

  1. Paolo Polito si è dimesso??? mmmmmmmm strana decisione devo dire, lo conosco bene a sinceramente non la bevo…. vorrei vedere pubblicate e protocollate le sue dimissioni e forse ci credero’…. poi chi subbentra al suo posto? vediamo un po se qualcuno ce lo fara’ sapere, cosi capiremo bene bene la motivazione del compagno camerata Polito.

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  2. Caro Admin nella tua puntuale nota hai omesso di segnalare ai tuoi lettori che anche io, come sempre, ho dato il mio piccolo contributo alla discussione in consiglio comunale. Nell’intento di farti cosa gradita, rimetto di seguito una sintesi del mio intervento nella speranza possa essere utile alla discussione e al confronto in questo Blog. Saluti.
    Lazzaro Lenza
    Consigliere Comunale PdL

    “I contenuti delle note dei revisori e del responsabile della ragioneria sono impietosi e mettono completamente a nudo tutta la gravità della situazione finanziaria in cui le amministrazioni di sinistra di questi ultimi 20 anni ci hanno condotto. Siamo al redde rationem. Il fallimento del comune di Eboli è un dato ormai certificato in quanto l’organo di revisione e gli uffici competenti hanno “ufficializzato” l’impossibilità di far fronte con il mezzo ordinario del ripristino del riequilibrio di bilancio e con lo strumento del debito fuori bilancio ai 40 milioni di euro di debiti che le allegre e miopi politiche economiche e amministrative che queste amministrazioni di sinistra hanno generato in soli 18 anni. Non solo sono la causa di questo sfacelo che è sotto gli occhi di tutti ma soprattutto hanno perso ogni CREDIBILITÀ politica e tecnica per proporsi ancora una volta come gli estensori del piano di rientro secondo quanto stabilisce il decreto Monti. Hanno accumulato debiti per la multi servizi senza riuscire a mettere in campo uno straccio di proposta di rilancio rendendo anche inutili i soldi spesi per gli studi degli esperti universitari che hanno redatto il piano industriale perché avete perso tempo prezioso e oggi la legge non lo consente più di applicarlo. Sono riusciti a portare sull’orlo del fallimento la Eboli Patrimonio, perché ricordo che tra un anno scatterà il termine ultimo per la restituzione del debito al Monte dei Paschi di Siena e fino ad oggi non sono riusciti a vendere neppure un pezzettino di muro o un fazzoletto di terra edificabile. E non diciamo che è colpa della crisi perché altrimenti non si spiegano le dimissioni a raffica dei amministratori unici della società in evidente contrasto con le loro scelte politiche in tema di urbanistica e non solo. Non sono riusciti a migliorare la riscossione dei tributi ancora non sufficienti a coprire i servizi a domanda individuale. Hanno aumentato di continuo di tutte le tasse di loro competenza ma è stato tutto vano. Il comune è fallito lo stesso. Se a tutto ciò, si aggiunge anche la difficoltà di tenere serrate le file della maggioranza che si sfalda ad ogni occasione allora il quadro della NULLA CREDIBILITA’ E’ COMPLETATO. Io credo che tutti loro, ma proprio tutti, debbano delle scuse agli ebolitani. I cittadini, grazie anche ai nostri sforzi per informali adeguatamente, oggi credo abbiano capito bene che le responsabilità sono state trasversali e che, se gli ultimi amministratori hanno affondato la città, quelli che li hanno preceduti hanno iniziato a scavare la voragine che ci sta inghiottendo. Ma gli ebolitani nel 2010, non erano al corrente della situazione reale, diversamente non si spiegherebbe come una buona parte dei responsabili sieda ancora in quell’aula. Non arrivo a concepire come certi individui chiaramente colpevoli dell’attuale situazione di sfacelo dei conti abbiano avuto il coraggio di ricandidarsi e farsi votare.
    La giustificazione continua del vostro modus operandi è puerile e la puerilità la si può leggere proprio nelle parole pronunciate da alcuni di loro durante tutte le audizioni presso le commissioni, o i consigli comunali: “cosi fanno tutti”, “così si è sempre fatto” “questa è la condizioni di tutti i comuni”, “l’opposizione strumentalizza tutto e dice bugie”.
    Non è più il tempo per prendere per i fondelli i cittadini, ci vogliono assunzioni di responsabilità individuali se vogliamo imprimere una svolta al sistema, dal micro cambiamento del singolo nascono i macro cambiamenti nella società.
    Sono convinto che presto, molto presto, anche quelli che li hanno votati e che sono riusciti a far cadere in trappola ancora una volta con le loro false promesse e distorte rappresentazioni della realtà, quando cominceranno a pagare direttamente sulla loro pelle tutti i costi di questa mala gestio, quando riceveranno le bollette dell’acqua, del gas portate al massimo livello per l’applicazione di questo decreto, o quando dovranno iscrivere i propri figli all’asilo (ammesso che riescano a tenerli aperti), quando comprenderanno che hanno già trasferito i loro errori sui figli dei loro figli con mutui decennali per ripianare i debiti, quando vedranno il loro patrimonio immobiliare depredato dalle banche senza riuscire a risanare i debiti, non solo si pentiranno del voto conferitogli ma gliene chiederanno conto e ragione.
    Questo decreto prevede tasse ai massimi livelli (quel poco ancora che potete aumentare anche in deroga al buon senso, oltre che alle normative vigenti), riduzione dei servizi all’osso, fornitori che vedranno decurtati i loro crediti e rischieranno a loro volta il fallimento, dipendenti delle partecipate che attenderanno sempre di più gli accrediti degli stipendi, ma soprattutto più nulla per il rilancio della città e per il suo sviluppo che sarà sempre più in mano solo alle sollecitazioni degli interessi di qualche privato, e tutto per ripianare debiti sulla cui natura e necessità ne scopriremo ancora.
    Aspettiamo che la legge eventualmente faccia il suo corso sulle responsabilità civili e penali, MA SU QUELLE MORALI LE CERTEZZE ci sono già tutte ed andrebbero rispettate ancor più delle altre.
    Prendiamo atto di questa situazione di cui noi che sediamo nei banchi di centro destra, siamo non solo incolpevoli ma soprattutto vittime, vittime come la totalità dei nostri concittadini. Vorremmo quindi un forte gesto di dignità, sempre che ve ne sia rimasta un po’: chiediamo che i politici e i dirigenti coinvolti nelle precedenti amministrazioni facciano un passo indietro rassegnando le loro dimissioni.
    Siete già moralmente tutti colpevoli e questo è sufficiente per chiedere l vostro allontanamento.
    Da oggi quindi in quest’aula nessuno potrà più dire più di non sapere di chi è la colpa.
    Considerato questo scenario a tinte fosche e i fallimenti precedenti quale credibilità ancora può avere questa classe dirigente per proporre un nuovo piano di rientro? Alla luce di questi marchiani insuccessi e della mancanza di coesione politica al loro interno, l’unica atto responsabile che possono fare è quella di dimettersi in blocco e liberare immediatamente la città.”

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    • Per Lazzaro Lenza,
      Naturalmente avrai compreso che non è un”omissione, poiché mi sono allontanato non ho ascoltato il tuo intervento e spero di non averne omessi altri, me ne dispiacerebbe.
      Tuttavia quando sono tornato, benche mi sia informato, evidentemente chi mi ha informato non lo ha fatto bene, e per evitare di dire cose che non avevo ascoltato, facendo la summa di alcuni interventi, dei richiami e delle conclusioni ho scritto l’articolo.
      Me ne scuso e bene hai fatto ad inviarne un sunto.
      Massimo

  3. Avevo capito, Massimo. In effetti io mi ero iscritto a parlare subito dopo Polito che in quell’occasione ha annunciato a sorpresa le sue dimissioni. Era naturale che da buon bloggista saresti andato ad informarti. Ho preferito scriverti perchè quest’argomento è molto delicato e importante per la città e per questo non volevo passare come il consigliere muto. Colgo l’occasione, caro Massimo per dire anche un’altra cosa. Io volontariamente non ho partecipato al voto perchè nessuno dei voti disponibili poteva esprimere la mia posizione politica riguardo questo argomento e su ciò mi trovo in dissenso rispetto a quanto deciso dagli altri dell’opposizione. Mi spiace solo che il mio capogruppo non abbia ritenuto utile ascoltare la mia posizione a tale riguardo, ma dicendo ciò non svelo alcun mistero, considerato l’assoluta e ormai nota a tutti, mancanza di confronto serio e democratico nel mio gruppo consiliare. Ritenevo infatti che votare NO equivalesse a voler dire che l’unica altra strada percorribile è il dissesto finanziario, ma per dire ciò sarebbe necessario verificare con attenzione e sentire il parere esperto di tecnici nonchè confrontare rischi e benefici per i cittadini di una tale scelta e ciò non è stato possibile farlo l’altra sera. Così come non è stato possibile neppure ascoltare dalle parole dell’assessore o del sindaco uno straccio di indicazione su quali strumenti vogliano utilizzare per il loro piano. L’astensione poteva essere interpretata come dare una possibilità a questa amministrazione di dimostrare cosa sapeva mettere in campo. Il voto favorevole era ancora più impegnativo perchè significava dare totale fiducia alla cieca a questa classe dirigente dimostratasi fin qui incapace. Io invece ritengo che queste persone debbano immediatamente lasciare il campo libero e consentire prima possibile libere elezioni. Non sono più credibili! Hanno dimostrato di non essere all’altezza di gestire una situazione così delicata dal punto di vista economico-finanziario e pertanto dovrebbero dimettersi subito e consentire ad altri di redigere il piano di rientro, anche con un governo tecnico o partecipato. Sia ben inteso un governo tecnico a zero assessori della durata di 60 giorni, il tempo di redigere il piano e poi libere elezioni. Loro non sono credibili perchè credo non vi sia più l’agibilità politica per costruire un programma di rientro libero in quanto le scelte da prendere (quelle serie che salverebbero Eboli) contrastano con tutta la linea politica fin qui condotta da questa maggioranza. Eboli si potrebbe salvare ma non può farlo chi l’ha affossata.

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  4. Dovrebbe subentrare Gerardo La Manna, di cui si diceva di una sua possibile nomina come assessore durante l’ultima baruffa di maggioranza e il rimpasto seguente. E’ stato illuso e poi trombato dai gemelli del gol ( Masala – Mazzini). Attendo che il consigliere Polito spieghi meglio il suo gesto.

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  5. il vero decreto salvacomune a cui il comune di eboli ha atinto è la sua liberazione, salva comune appunto, da una determinata formazione politica. eraavamo quattro amici al bar, uno adessso si è dimesso, siam rimasti 3 amici al bar , e adesso qaulcun’altro andrà via via via. son rimasto solo la bar …… UNA BELLISSIMA CANZONE DI GINO PAOLI

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