L’Atlante populista italiano di Ernesto Galli della Loggia

Una classe politica chiusa nella supponenza delle sue chiacchiere, la quale non ha voluto prendere atto che c’è un’Italia sempre più numerosa che non ne può più: né di lei né dei suoi partiti.

Il populismo si limita perlopiù a invocare comportamenti diversi, denuncia ingiustizie e latrocini, insiste sulla moralità e sulla qualità delle persone …come ha fatto Grillo.

Ernesto Galli Della Loggia
                        Ernesto Galli Della Loggia

Atlante populista italiano

di Ernesto Galli della Loggia

MILANO – È populista chiedersi quali «sacrifici» hanno compiuto l’on. Rosy Bindi, faccio per dire, o chessò il senatore Latorre, in questi ultimi quindici mesi, mentre alcune centinaia di migliaia di italiani perdevano il loro posto di lavoro? È populista chiedersi quali effetti del «rigore» governativo abbiano subito l’on. Bondi o l’on. Cesa, sempre tanto per dire, nello stesso periodo, mentre ottocentomila famiglie italiane chiedevano la rateizzazione delle bollette della luce e del gas che non riuscivano a pagare, o decine di piccole aziende e di negozi erano costretti ogni giorno a chiudere? È populista? Forse sì, chissà. Ma allora, per passare dalle stalle alle stelle, erano populisti anche i sovrani inglesi quando decidevano durante la Seconda guerra mondiale di restare a Buckingham Palace nel cuore della Londra colpita ogni notte dai bombardieri della Luftwaffe; o forse erano populisti – e va da sé della peggior specie – anche i membri dello Stato Maggiore tedesco che nell’autunno del ’42 decidevano di consumare alla mensa di Berlino lo stesso misero rancio che a qualche migliaia di chilometri di distanza consumavano i loro commilitoni assediati senza speranza a Stalingrado.

Rosy-Bindi-Pierluigi-Bersani
Rosy-Bindi-Pierluigi-Bersani

Eh sì, orribili populisti, ci assicurerebbero i sapientissimi nostri intellettuali che sermoneggiano in ogni sede su che cosa è la vera democrazia. Sì, tutti populisti: come Beppe Grillo, naturalmente, e chi lo ha votato.

Si dà il caso tuttavia che le classi dirigenti vere, i veri governanti, facciano proprio questo, guarda un po’: specie nei momenti critici, cioè, cercano di mettersi allo stesso livello della gente comune, di condividerne pericoli e disagi, e in questo modo di meritarne la fiducia. Non vanno ogni sera in tv da Bruno Vespa o da Floris, o da Santoro (in trasmissioni che, sia detto tra parentesi, mostrandone la vuotaggine parolaia hanno contribuito come poche cose a disintegrarne l’immagine). Una classe politica che ha il senso del proprio onore e delle proprie funzioni deve essere capace di sentire quando è il momento di stare dalla parte dei suoi concittadini. Se non lo sente, ecco che allora sorge inevitabilmente a ricordarglielo il cosiddetto «populismo».

berlusconi-bondi
berlusconi-bondi

Certo, il populismo si limita perlopiù a invocare comportamenti diversi, denuncia ingiustizie e latrocini, insiste sulla moralità e sulla qualità delle persone. Non è «propositivo», come si dice; non indica vasti programmi di misure strutturali. Fa come ha fatto Grillo, appunto. Ma sarà pure lecito chiedere: c’è per caso qualcuno tra coloro che stanno leggendo queste righe che ricorda invece una vera proposta, per così dire strutturale, avanzata in questa campagna elettorale da Casini o da Bersani? E c’è qualcuno che ha ascoltato Vendola illustrare come immaginava di finanziare l’Eden che nei suoi programmi si compiaceva di dipingere per il futuro? Stranamente però non sono in molti a dare del populista a Vendola.

cesa-casini
cesa-casini

Volendo però entrare nel cuore della presunta assenza di proposte e di veri obiettivi politici da parte del cosiddetto populismo grillino, la domanda decisiva da farsi mi sembra questa: a conti fatti, voler mandare a casa un’intera classe politica costituisce o no un obiettivo politico (e non da poco, direi)? Costituisce o no un programma, anzi un ambizioso programma elettorale? E se la risposta è positiva, allora sopraggiunge di rincalzo un’altra domanda ancora: nelle condizioni date, qui, oggi, in questo Paese, quale altra via esisteva, per cercare, non dico di realizzare ma di affermare con forza quell’obiettivo, se non il voto per la lista di Beppe Grillo? Quale altra via esisteva per esprimere il proprio rifiuto nei confronti di una classe politica che in venticinque anni non ha saputo mettere in prima fila una sola faccia nuova? Che ancora oggi vede da un lato un vecchio leader 76enne, circondato da uno stuolo di camerieri, e dall’altro un partito, il Pd, che alla candidatura di Matteo Renzi ha saputo opporre solo la rabbia antiriformista dei vecchi oligarchi tardoberlingueriani alleati con i giovani turchi dell’apparato, entrambi oggi pronti, magari, a sostenere disinvoltamente che pure Grillo «è una costola della sinistra»? Quale altra via per protestare davvero contro una classe politica (ma non solo: né Monti né alcuno dei suoi ministri «tecnici» ha mai osato proporre alcunché, e tanto meno minacciare di dimettersi), una classe politica (ma non solo), dicevo, che travolta da scandali di ogni tipo e misura non è stata capace di inventarsi nulla, assolutamente nulla, per riguadagnare la fiducia dei cittadini?

Beppe Grillo
Beppe Grillo

E però non bisognava votare Grillo – si dice – per non dispiacere ai mercati e all’Europa, per non farci massacrare dallo spread. Evidentemente però molti hanno pensato che forse la qualità dei governanti è un prius rispetto a qualunque altra urgenza. Che forse una classe politica screditata e corrotta non solo alla fine non dà alcuna vera garanzia alla stessa Unione europea, ma soprattutto (ed è cosa non da poco) non garantisce un rappresentanza e una difesa adeguate degli interessi nazionali.

Questo è il punto: una classe politica chiusa nella supponenza delle sue chiacchiere e nell’impotenza del suo finto potere, la quale non ha voluto prendere atto che c’è un’Italia sempre più numerosa che non ne può più: né di lei né dei suoi partiti. Un’Italia che quindi ha fatto la sola cosa che poteva fare: se n’è inventato un altro, di partito. Praticamente dal nulla e con il nulla: affidandosi a una sorta di fool , di «matto», di buffone shakespeariano, l’unico capace, nella sua follia, di dire ciò che gli altri non potevano. Con l’augurio – che a questo punto, immagino, è di tutti gli italiani – che alla fine, però, possa esserci del metodo in quella sua follia.

Milano, 27 febbraio 2013

8 commenti su “L’Atlante populista italiano di Ernesto Galli della Loggia”

  1. I CAPI POPOLO VOGLIO AIZZARE SOLO LA FOLLA,MA BEN SI GUARDANO DAL GOVERNARE,L’ARTE DELLE SCELTE UNITE ALLE CAPACITA’,E’ IN TAL FRANGENTE CHE SI MISURA L’UOMO…TROPPO FACILE, TROPPO ITALICO!
    L’italia è al di là del bene e del male,non lo riconosce +…dove vincono i clown c’è poco da ridere x noi,ma siamo da ridere x gli altri…

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  2. AGGIUNGO:
    Grillo ha solo carisma , ma nulla di concreto da offrire . Gli italiani ancora una volta sembrano chiedere alla politica di fare soltanto show, intrattenimento, spettacolo da distrazione per non pensare ai problemi concreti. L’ultima di Grillo, che ha raccolto scroscianti applausi, è l’impegno ad uscire dall’euro e a non pagare più il debito pubblico, dimenticandosi che sarebbe la rovina dei risparmiatori italiani e il fallimento dello Stato, che non potrebbe pagare più pensioni e stipendi pubblici. Ma tant’è, chi più la spara in questo momento, più raccoglie battimani. Compreso il sindacato che chiama a raccolta per lo sciopero generale (a che fine?), quando tutti gli scioperi generali degli ultimi anni hanno dimostrato di non aver cambiato una virgola della crisi , e mai come oggi l’economia e i lavoratori hanno bisogno di produrre e garantire reddito per tenere in piedi la baracca (anche delle famiglie).

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  3. Io forse vivo in un altro mondo…………..
    Nel mio mondo io ho visto 20 anni , dopo tangentopoli, di disonestà , mignottismo galoppante, incapacità, nessun tipo di meritocrazia anzi direi l’esatto opposto , arroganza,una legge elettorale pensata a tavolino per fottere i cittadini, nepotismo esasperato, fastidio nei confronti del contatto con i cittadini e completo menefreghismo e chiusura completa , o peggio aggiramento con sistemi subdoli, nei confronti delle istanze provenienti dal popolo ( vedi referendum sui fondi ai partiti, agricoltura etc.).
    Ora nel mio mondo vedo delle persone,come Berlusconi, che parlano di governabilità, altre , come D’Alema, che pensano di dare la caramella al bambino per zittirlo, offrendo poltrone ( come se fossero sue) ed altre ancora , come Bersani, che pensano che fare il premier sia una prerogativa che spetti solo a loro.
    Beh in una situazione del genere dove un movimento creato dal nulla , senza soldi , senza nessun tipo di potere vi fa un mazzo così alle elezioni puntando solo sul rinnovamento , sulla rete e sull’onestà, nel mio mondo le persone artefici di tutto questo dovrebbero solo TACERE.
    Con l’aggravante, sempre nel mio mondo, di non avere mai svolto nella propria vita un solo minuto di lavoro reale ( Bersani , Vendola, D’Alema, Bindi e il suo pupillo qui sul territorio).
    Bene nel mio mondo questa gente dovrebbe essere messa alla gogna se non peggio ma io vivo in una sorta di mondo parallelo dove tutte queste cose , purtroppo per i cittadini , sono solo utopie o , peggio , barzellette da raccontare tra amici.

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  4. Aggiungo: Ronald Reagan era un attore da strapazzo ma è stato uno dei migliori, sempre nel mio mondo sottolineo, presidenti della storia degli Stati Uniti d’America.
    Per quanto riguarda i clowns li abbiamo avuti e li abbiamo ancora ma dovremo sopportarli per poco.
    Chi ha votato i partiti della seconda Repubblica ( perchè nel mio mondo siamo già alla terza) lo ha fatto quasi esclusivamente per interesse, a parte pochissime eccezioni di persone legate all’ideologia(ancora?), e , mi viene da piangere , pensando a quanti milioni di italiani siano conniventi o forse collusi con questo sistema.
    Mi fa sperare il fatto che storicamente situazioni molto più ingarbugliate e disastrose sono state risolte dai popoli oppressi. Ci vorrà tempo ma il tempo è sempre galantuomo.

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  5. Condivido Lukas, nel considerare un miracolo Grillo,poco tempo pochi soldi e solo web e piazze,nuovo ed antico.
    Ma il mov.M5S arriverà in Parlamento e si vedrà come si comporta; c’è voluto tempo a sfasciare il poco che gli italiani avevano fatto nel dopoguerra, ce ne vorrà molto anche a sistemare e migliorare (ammesso che ci DOVESSERO RIUSCIRE))
    Un Non-partito diretto da una entità oscura ( CASALEGGIO) con modalità Non-democratiche che si vorrebbero imporre a tutta l’Italia, DI SEGUITO:il famoso programma del M5s e della lotta alla corruzione, alle mafie, al clientelismo manco l’ombra. Né si trova traccia della salvaguardia dell’indipendenza della magistratura, per non parlare della questione meridionale,e ancora,la volontà di non rispettare la nostra Costituzione,un modello anche all’estero,il guaio e che essa non è stata attuata la meglio.
    Per questo Grillo farebbe bene a non concentrare su di se troppe cose, perché tolto di mezzo lui il movimento potrebbe crollare,e quindi giunto il momento,la squilla dei tempi,per dimostrare la coerenza nei fatti!

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  6. Anche io condivido le tue riflessioni e te ne propongo una dettata solo dal buonsenso (spero!).
    Se siamo con l’acqua fino ai capelli non si può certo dire che sia colpa di Grillo.
    Voglio immaginare il peggiore scenario e pensare che Grillo, con i suoi parlamentari, sia peggio di quelli che ci sono adesso e che ci sono stati per gli ultimi 20 anni ( scenario fantascientifico direi per le ragioni ut supra). Bene per il popolo cosa cambierebbe? Penso poco o nulla visto dove ci troviamo e forse , me lo auguro perchè non è una bella sensazione, tu non hai l’esatto polso di cosa sta avvenendo a causa della crisi che ci attanaglia.
    E’ semplicemente una questione di istinto di sopravvivenza. Ad una morte certa si tenta di scampare in ogni modo possibile. Ed è quello che sta avvenendo.
    Potremo anche morire ma abbiamo fatto qualcosa per evitarlo.
    Non moriremo da eroi ma nemmeno da pecoroni.
    Con la più grande stima.

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  7. @lukas..ti ringrazio,la volontà di cambiamento è palpabile e giustificata,ma potrebbe essere la cura peggiore del male?…auspico il contrario,di certo il popolo italiano non meriterebbe una ennesima disillusione,dopo le sbornie berlusconiane di nuovo miracolo,ad ora ci vuole un miracolo…

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  8. CASINI cuor di leone:POPULISMO VETERO DEMOCRISTIANO = CERCARE SEMPRE IL CONSENSO ALLEANDOSI DOVE VA LA “BISOGNA”come ogni buon “TATTICO” è tornato ad Arcore,DI CERTO SE L’ U.D.C. HA PRESO 600.000 VOTI,ORA SCENDERA’ ANCORA DI PIU’,HA MOSTRATO UNA COERENZA “GRANITICA”!
    30 anni di poltronismo, senza un segno, un’orma, un lascito.
    Da buon democristiano, è sempre lì ad aspettare, che, alla necessità elettorale, sia chiamato, causa il suo potere DA AGO DELLA BILANCIA,STILE CRAXI ANNI 80, indispensabile per i giochetti di coalizione.
    E’ un attendista, e opportunista, solo per il proprio successo, i propri interessi, la propria carriera politica. Niente altro.

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