Con Grasso e Boldrini parte la Legislatura: Una vittoria tattica

Parte la Legislatura. Con l’elezione dei Presidenti Boldrini e Grasso, il centrosinistra vince il 1° tempo. Una vittoria tattica che spariglia il campo. Ora a Bersani spetta la proposta politica.

Il PD dica cosa vuole, e come e in quanto tempo vuole farlo. Si assuma le sue responsabilità. Si presenti con proposte chiare e comprensibili, non per inseguire Grillo, ma perché il Paese ha bisogno di una svolta.

Laura Boldrini-Pietro Grasso
Laura Boldrini-Pietro Grasso

ROMA – La XVII legislatura è partita. Bersani, il PD e il Centrosinistra hanno vinto un tempo, adesso bisogna pensare a vincere la Partita, e per vincerla, bisogna fare un bel pò di cose e si deve sperare che molte altre cose accadano, al contrario di tanti che nel PD, dopo l’elezione di Laura Boldrini a Presidente della Camera e Pietro Grasso a Presidente del Senato, sono convinti che si sono rafforzate le chance di Pier Luigi Bersani di ottenere l’incarico per formare un governo.

Intanto bisogna sottolineare, che l’aver proposto due persone apparentemente lontane dal potere, contro i quali la maggior parte degli italiani indirizza tutta la sua rabbia, non significa voltare pagina e magari presentarsi con una nuova verginità e quindi sentirsi convinti di aver imboccato la via giusta e sentirsi autorizzati a voler interpetrare un cambiamento che da un bel pò aspettano gli italiani, stremati come sono da tutte le misure restrittive che hanno massacrato solo il ceto medio, gli operai, gli impiegati, i pensionati.

Anna-Finocchiaro-Dario-Franceschini
Anna-Finocchiaro-Dario-Franceschini

Boldrini e Grasso, per quanto rispettabili sono solo il frutto di una tattica e non di una proposta politica che al contrario stenta a materializzarsi. Certo è un passo avanti, almeno non si è eletti Dario Franceschini e Anna Finocchiaro. Con loro candidati non ci sarebbe stata storia, magari Franceschini sarebbe stato eletto, perchè i numeri alla Camera lo consentivano, ma avrebbero sottoposto il Centrosinistra e specie il PD ad attacchi esterni ed interni, avrebbero irrigidito i grillini e avrebbero dato fiato a Grillo che in questa fase non gradisce soluzioni ma disastri, in più, avrebbero dato più respiro a Matteo Renzi e ai suoi fino ad ora outside del nuovo corso.

Quindi sul piano tattico e non politico, si è ottenuto un risultato: il primo, quello di aver aperto una strada che volente o nolente ora si deve perseguire, seppur navigando in mare aperto e a vista, sperando di trovare di Porto in Porto gli ormeggi; il secondo, quello di essersi allontanati da Mario Monti che con l’astensione al Senato ha scavato una barricata ora insormontabile, aprendo per contro a nuove prospettive che fanno incazzare Grillo; il terzo, quello di aver messo all’angolo il “Giaguaro” che era intervenuto in soccorso per perseguire quel disegno che lo avrebbe portato ancora al potere e poter condizionare così un eventuale Governo e limitare al minimo i danni ai propri interessi; il quarto, aver aperto un varco tra i grillini, anch’essi in balia del mare, giunti in parlamento grazie ad ottime strategie, ma alla loro prima uscita, messi di fronte ad una scelta, e non avendo una linea politica, hanno votato secondo coscienza, sfuggendo al controllo di Beppe Grillo, che a sua volta per quanto furioso, deve registrare la sua prima sconfitta; il quinto, costringe Bersani ad avanzare finalmente una proposta per un governo assumendosi quelle responsabilità che fino ad ora egli ha tentato di scaricare sugli altri e specie su Grillo; il quinto, per come sono andate le votazioni, si è dimostrato, se ce ne fosse ancora il bisogno, che i gruppi Parlamentari non si possono eterodirigere come vorrebbe Grillo, ma per quanto ogni singolo Parlamentare è “padrone” del suo voto, nel gruppo si ha bisogno di un leader che valuti di volta in volta le circostanze e non è costretto a telefonare per poi votare.

Beppe-grillo
Beppe-grillo

Portato a segno i primi due “goal” che hanno fatto registrare il momentaneo vantaggio del centrosinistra, ora si deve giocare il secondo tempo: quello di ottenere l’Incarico di formare il Governo. Perché Bersani ci riesca, come si è detto, si deve sperare che molte altre cose accadano. Si dovrà valutare se chiudere, almeno sul piano istituzionale, un’intesa con Mario Monti, ma soprattutto si deve sperare che la crepa apertasi nel M5S, al momento formata da una dozzina di ‘grillini’ si allarghi e aumentino i dissidenti fino a quel tanto che basta perché il candidato del Pd Bersani possa ottenere i voti necessari anche al Senato, e sempre che quella crepa dopo l’anatema di Beppe Grillo non si rimargini e si ricompongano le righe.

Ma non si può vivere di speranze, e in politica men che meno.

Nonostante tutto, osservando i risulati e facendo un bilancio delle giornate Parlamentari che hanno portato Grasso e la Boldrini rispettivamente alla seconda e alla terza carica dello Stato, è chiaro che ci sono stati, almeno sul piano tattico, vincitori e vinti. Si fa prima ad indicare chi ha perso mentre al contrario è più complicato indicare i vincitori. Ha perso sicuramente Monti, avendo dovuto rinunciare a puntare sul Senato e uscendo fuori dalla trattativa con Bersani, incalzato dal PDL e dalle pressioni europee, e ripiegando in sede di votazione sulla scheda bianca. Posizione attendista, ma che lo ha portato fuori dai giochi. Ha perso Berlusconi e il PDL, che avrebbe voluto attraverso le due cariche istituzionali stabilire un rapporto con Bersani, e lasciando la Camera al PD e riservandosi il Senato per Schifani, pensare anche ad un Governo PD-PDL, oltre che a tentare di portare al Colle un Presidente “amico”. La sconfitta di Schifani ora costringe il Cavaliere a tentare in extremis un accordo per il Quirinale pensando a qualcuno che pur non essendo amico almeno sia gradito.

Matteo-Orfini-Stefano-Fassina
Matteo-Orfini-Stefano-Fassina

Per come sono andate le cose sarà difficile ci sia lo spazio per quello che si definirebbe un “inciucio“, così come qualche giorno fa suggeriva Massimo D’Alema, altro sconfitto e in via di rottamazione, per nulla rassegnato, che ipotizzava di attribuire una camera al M5S e un’altra al PDL per spianare un Governo PD guidato da Bersani, dimostrando di non essere in sintonia con gli italiani e di non aver capito nulla di quello che è successo e perché il voto ha premiato Grillo. D’Alema come una gran parte della Classe politica vive in un altro mondo,  quel mondo che gli elettori non vogliono più.

Ora il PD deve dire finalmente cosa vuole, come vuole realizzarlo, e in quanto tempo vuole farlo, deve assumersi le sue responsabilità e deve presentarsi al Paese con proposte chiare e comprensibili, e soprattutto non per inseguire Grillo, ma perché l’Italia ha bisogno di una svolta concreta e vuole che si rompa con il passato, non ha più intenzione di sopportare caste e privilegi, ruberie e consociativismi, burocrazia e fallimenti, vuole voltare pagina e vuole uomini onesti, responsabili e capaci, programmi chiari e comprensibili, e soprattutto basta con una pletora di persone insignificanti, i famosi paracadutati che sono stati spalmati in tutt’Italia e da tutti i partiti inseriti ai primi posti nelle liste.

Basta con gli Stefano Fassina, i Matteo Orfini, Andrea Orlando, Chiara Geloni, Francesco Cundari, Manuel Gotor, ecc., quello che si vuole far passare per nuovo che non serve a nulla e che va a sotituire i Giuseppe Fioroni, i Paolo Gentiloni, Massimo La Torre, Andrea Minniti ecc., non è più tempo che i caporali assumano i gradi di Colonnelli.

Bersani, Grillo a parte, lo ha capito?

Roma, 18 marzo 2013

3 commenti su “Con Grasso e Boldrini parte la Legislatura: Una vittoria tattica”

  1. IL M5 STELLE E I SUOI ACCOLITI SE NE FOTTONO DEL BENE COMUNE,VOGLIONO IL CONSENSO FACILE,E SONO TANTI SOLDATINI ALLINEATI E COPERTI,ALLA FACCIA DELLA DEMOCRAZIA,GRILLO PARLA DI GREEN ECONOMY E GIRA IN SUV,DI PARTECIPAZIONE,E COMANDA DALL’ALTO E CHI CRITICA è SCOMUNICATO,PEGGIO DI BERLUSCONI E DI FORZA ITALIA,CHE TRISTEZZA! P.S. dire nò a tutto e chiedere l’impossibile sono due facce di una stessa medaglia,che non portano a nulla, i voti dati al M5s è lo spreco del voto stesso!

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  2. L M5S,SARà IL PROBLEMA FINALE, LA MANNAIA DEFINITIVA COI SUOI NIET,L’ENNESIMO DEMAGOGO DI TURNO CHE AMA BLATERARE,PERDENDO L’OCCASIONE DI FAR Q.SA DI BUONO,UN PARTITO DI PLASTICA ETERO DIRETTO PEGGIO DI FORZA-ITALIA,UN CAPO CHE PARLA DI EGUAGLIANZA FISCALE ED INVESTE IN GUATEMALA DI GREEN ECONOMY E GIRA IN SUV,ANCHE GLI ELETTORI M5S SON DELUSI,NONDIMENO è UN CALO NEI SONDAGGI.IL VERO STATISTA PENSA A TUTTI IL POLITICANTE AL PROPRIO MOMENTANEO TORNACONTO…BUONE COSE X LA NOSTRA POVERA PATRIA!
    VI è MESCHINITà UMANA CULTURALE E POLITICA, NEL PERORARE CAUSE A PAROLE E NEL ,VIGLIACCAMENTE,METTERSI DA PARTE ,QUANDO VI è LA POSSIBILITA’ DI CAMBIARE…IL MORTO FRA POCO SARA’ LUI,GLI ELETTORI LO HAN VOTATO X RISOLVERE I PROBLEMI E NON X ESSERNE PARTE
    P.S. L’ITALIA HA BISOGNO DI PERSONE CAPACI E CORAGGIOSE, DOBBIAMO COLLOCARE IL DEB, PP. 2 VOLTE AL MESE,DOMANI VEDREMO L’INDICE MIB E I PARAMETRI MACROECONOMICI,IL MONDO NON ASPETTA I RECIPROCI DISPETTI NOSTRANI..

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  3. …ed aggiungo che i grillini hanno un superiority complex,si credono migliori degli altri e questo ritengo sia una posizione intellettualmente perniciosa,si fan chiamare retoricamente cittadini,bene,aiutassero i cittadini ora che ne detengono la possibilità!!!
    sembrano scientology,al ragù,il guaio è che sono anche membri di un parlamento,che sembrano molto di più dei liceali in gita,ma è possibile che noi italiani del dopoguerra, non riusciamo mai a dipanare la matassa?

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