Legambiente presenta “Ecomafia 2013”: Campania e Provincia di Salerno sono prime

Legambiente presenta “Ecomafia 2013”, nomi e numeri dell’illegalità ambientale in Italia. Un business da 16,7 miliardi di euro, l’equivalente di una Finanziaria. L’Italia va a picco,  guadagna solo la Mafia.

16 miliardi e 700 milioni di € di fatturato, 34.120 reati accertati, 28.132 persone denunciate, 161 arresti e 8.286 sequestri. La Campania guida la classifica delle illegalità seguita da Sicilia, Calabria, Puglia, Lazio, Toscana. L’Italia va a picco e anche i magistrati si aumentano lo stipendio di 8000 €.

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ROMA – Ieri Legambiente ha presentato “Ecomafia 2013“, il rapporto annuale sulla criminalità organizzata e i reati ambientali e gli affari delle Camorre, le Mafie, le Ndranghete e le Sacre Corone Unite fanno a scapito del Paese, dell’Ambiente e dei cittadini onesti. Quali sono i fenomeni più preoccupanti rispetto al passato?

I comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, sono quadruplicati: sono passati da 6 a 25, undici dei quali in Calabria. E’ salito anche il numero degli gli incendi boschivi: +4,6%, dopo il picco record del +62,5% del 2011; per fare spazio ai territori per edificare sconsideratamente. E’ cresciuta la piaga della corruzione e sono raddoppiate delle denunce e gli arresti, facendo dell’Italia uno degli ultimi Paesi al Mondo come livello di Corruzione. Sono aumentati inoltre il numero dei clan coinvolti coinvolti nei malaffari plurimiliardari da 296 a 302, tanto che non si parla più di Mafia, Camorra ecc. ma di Mafie, Camorre ecc.

Ecomafia2013
Ecomafia2013

Il quadro generale evidenzia che le Regioni più colpite sono del Sud nelle quali si concentra il 45,7% degli illeciti ambientali e sono le quattro regioni tradizionalmente “culla” delle mafie: Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, seguite dal Lazio e non sono da meno le altre. La Campania guida anche quest’anno la classifica dell’illegalità ambientale in Italia: 4.777 le infrazioni accertate, che rappresentano da sole il 14% di tutte quelle commesse a livello nazionale, in calo del 10,3% rispetto all’anno precedente, 3.394 persone denunciate con 34 arresti eseguiti. Il dato vale sia per il ciclo illegale del cemento sia per quello dei rifiuti, due settori che sono la specializzazione delle mafie. Subito dopo la Campania c’é la Sicilia con 4.021 reati e la Calabria con 3.455, la Puglia 3.331, il Lazio 2.800, al sesto posto figura la Toscana con 2.524, facendo registrare una crescita del 15,4%.

A guidare la classifica delle Province è Salerno con 1809 infrazioni ambientali, seguita da Napoli, Roma, Cosenza, Bari, Palermo, Reggio Calabria. Fosse una volta che il Sud primeggi una classifica diversa: quella della legalità.

(Cliccare su Legambiente per leggere integralmente il rapporto “Ecomafie 2013) Legambiente anche quest’anno mette in evidenza come il “Bel Paese” sia martoriato da questo fenomeno che è tutto italiano, difficilmente riscontrabile in altri Paesi, neaqnche in quelli più abbandonati e con Governi in mano a Mafie internazionali o sotto spietate dittature. E mentre di questo primato si cercano di trovare le ragioni, si può senza dubbio individuarne alcune: Prime fra tutte i vari tentativi, se ne contano 18, di introdurre condoni edilizi, che non hanno fatto altro che alimentare la speranza  ed incoraggiare i più, ma che gonfiano i portafogli delle ditte legate alle mafie, le quali garantiscono che l’abuso si porti a compimento; le seconde si possono individuare nelle norme urbanistiche, nella maggior parte dei casi inesistenti, tardive, inapplicate; le terze ma non per questo le ultime ragioni, la corruzzione, le connivenze, gli intrecci tra pubblica amministrazione, malavitosi, funzionari infedeli, politici corrotti.

ecomafie 2013-rifiuti
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Un mix di ragioni che hanno messo in ginocchio l’Italia e l’Italia onesta. Costringendo il Paese a vivere una condizione perenne di precarietà, e la delinquenza organizzata realizza un business da 16,7 miliardi di euro, l’equivalente di una Finanziaria mentre l’Italia va a picco, nella morsa della crisi più profonda, affogati dalle tasse e mortificati nell’iniziative da un futuro incerto, mentre i nostri giovani non hanno futuro e difficilmente si collocheranno sul mercato del lavoro, mentre stipendi, salari e pensioni non reggono più rispetto al potere d’acquisto, guadagna solo la Mafia.

Un rapporto spietato che mette ancora più in evidenza, se ce ne fosse stato ancora bisogno, il divario tra l’Italia onesta e le altre italie, ed evidenzia ancora più drammaticamente come il Governo Letta ancora non è riuscito ad incidere su quelli che sono i privilegi, gli sprechi e i soprusi quotidiani che fortificano le differenze tra le italie.

Una finanziaria alle mafie e gli italiani sono scorticati vivi  dai vari governi, si perde il posto di lavoro, i pensionati sono alla fame e ancora non si è toccato le grande rendite, i grandi patrimoni, i superstipendi, le super pensioni, i super privilegi, senza avere la decenza di dire basta. In questo schifo ci si mette anche la magistratura, che in spregio a tutte le difficoltà degli italiani e dei pensionati alla fame in gennaio scorso, si è aumentata lo stipendio di 8.000 € all’anno, affiancandosi paurosamente come gli unici che guadagnano insieme alle Mafie, mentre il Paese affonda.

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Roma, 18 giugno 2013

2 commenti su “Legambiente presenta “Ecomafia 2013”: Campania e Provincia di Salerno sono prime”

  1. E nella Piana del Sele ancora che si continua a dire che non ci sono problemi, che i mega centri commerciali sono la panacea per tutti i mali, che l’edilizia selvaggia è la soluzione al problema del lavoro, senza capire che questo tipo di mentalità (senza regole e senza controllo o con un controllo minimale) si sta aprendo la porta a questi porci che hanno necessità di ripulire il denaro guadagnato sulla salute della gente o spremendone il sangue.

    Ma ad Eboli e nel suo territorio non ci sono problemi. E’ tutto a posto. Siamo in un’oasi felice.

    E così tutti dormono. E chi li piglia i pesci?

    A.V.

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  2. Salerno e provincia si ritenevano fino a pochi anni fa dei territori ancora “messi in sicurezza” da tali fenomeni,ma le statistiche e gli studi specifici mostrano il contrario,temo pur peggio in via ufficiosa.
    Da lustri e lustri, ogni notte nel Belpaese, in particolare nel mezzogiorno (isole comprese): carichi di chemical wastes e scorie radioattive provenienti dalle industrie (farmaceutiche, gli ospedali e le cliniche )guarda caso, sfuggono a tutti i controlli. la salute di i regioni e paesi minacciata da fiumi sotterranei di veleni d’ogni genere di percolato.
    E lo Stato lascia stare.
    La devastazione dell’ambiente si traduce in danno all’economia, alla politica, alla morale, alla legalità.

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