SCIOPERO GENERALE DEL18 OTTOBRE 2013 A ROMA

Venerdì 18 ottobre 2013 tutti a Roma per lo sciopero generale nazionale di 24 ore. La Partenza dei pulman è da Agropoli, Eboli, Battipaglia, Salerno e Nocera.

Lo sciopero è proclamato dalle organizzazioni sindacali USB, Confederazione Cobas, CUB con l’adesione di SNATER,  OR.S.A. Scuola Università e Ricerca, Sindacato SIAE, USI e Unicobas.Il Corteo parte alle 10.00 da Piazza della Repubblica e giungerà a Piazza San Giovanni.

Salerno-sciopero-generale-22giugno-Roma
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ROMA – Lo sciopero è indetto: contro le drastiche ricette del FMI, della BCE e dell’Unione Europea che in nome della stabilità monetaria impongono al nostro paese  rovinose politiche sociali; per un serio piano nazionale sull’occupazione basato su opere socialmente necessarie, contro ogni forma di precarietà, per il rilancio qualificato di una pubblica amministrazione al servizio dei cittadini, indipendente da potentati economici e politici, per lo sblocco dei contratti del pubblico impiego e per un rinnovo reale dei contratti del settore privato, per seri aumenti salariali e pensioni adeguate a sostenere una vita dignitosa, per la nazionalizzazione delle aziende strategiche, contro la privatizzazione dei servizi pubblici per un fisco equo che scovi gli evasori e riduca la pressione fiscale sui lavoratori dipendenti e sulle fasce più deboli della popolazione; per la difesa della scuola, dell’università, della ricerca  e della previdenza pubblica,  per la regolarizzazione generalizzata di tutti i migranti e l’abolizione della Bossi Fini; per la democrazia sui posti di lavoro.

Lo sciopero avrà la seguente articolazione:

Pubblica Amministrazione: Università, Ricerca, Ministeri, Enti Locali, Parastato (Inps, Inail, Aci), Agenzie Fiscali, Presidenza del Consiglio, Scuola, sciopero dell’intera giornata, con i servirvi minimi essenziali previsti dagli accordi di settore.

Sanità: da inizio del primo turno del giorno 18 a fine dell’ultimo turno dello stesso giorno. Garantiti i soli servizi essenziali, con i contingenti minimi garantiti.

Vigili del fuoco: il settore operativo dalle ore 10.00 alle ore 14.00; amministrativo  e informatico, per l’intera giornata.

Settore privato: personale non sottoposto alla 146/90, intero orario di lavoro.

Igiene ambientale:
impiegati, intero turno
operatori, dall’inizio del turno ricadente nella giornata del 18 ottobre  per l’intero turno, garantendo i servizi essenziali secondo normative vigenti.
operai: dall’inizio del turno ricadente nella giornata del 18 ottobre per l’intero turno.

Trasporto Aereo:
personale navigante, turnista e addetti settori operativi, dalle ore 00.00 alle ore 23.59 con il rispetto delle fasce di garanzia e dei voli garantiti;
lavoratori normalisti o non operativi, intero turno di lavoro.

Trasporto Ferroviario:
Addetti agli impianti fissi ed uffici, intera giornata del 18 ottobre;
Personale addetto alla circolazione dei treni, dalle 21.01 del 17 ottobre alle 21.00 del 18 ottobre

Trasporto Marittimo:
Collegamenti isole maggiori
Personale amministrativo, intero turno
Personale viaggiante,  da un ora prima delle partenze del 18 ottobre
Collegamenti isole minori
Personale amministrativo, intero turno.
Personale viaggiante, dalle 00.00 del 18 ottobre alle 24.00 del 18 ottobre

Trasporto pubblico locale e trasporto merci e logistica: intera giornata, articolato a livello territoriale col rispetto delle fasce di garanzia, che variano da città a città.
A Roma, per favorire la partecipazione alla manifestazione nazionale, il personale della metro A e B sciopererà a partire dalle ore 20. I mezzi di superficie, dalle 8.30 alle 17.00 e dalle 20.00 a fine servizio.

La manifestazione nazionale si terrà a Roma, con corteo che partirà alle ore 10.00 da piazza della Repubblica e percorrerà piazza dei Cinquecento, via Cavour, piazzale dell’Esquilino, piazza Santa Maria Maggiore, via Merulana, viale Manzoni, via Emanuele Filiberto, per approdare in piazza San Giovanni.

In piazza San Giovanni saranno allestiti gli “speakers’ corner”, gazebo di dibattito sui seguenti temi: Precariato nella P.A., Mutualismo e conflitti verso una nuova confederalità sociale, Rompere con la UE!, Amnistia per le lotte sociali, Migranti e rifugiati, Democrazia nei luoghi di lavoro, Zero rifiuti, Carta costituzionale o Costituzione di carta?

Dalle ore 20.00, in piazza San Giovanni, concerto/spettacolo con le band e gli artisti che hanno dato il loro sostegno allo sciopero, fra cui Banda Bassotti, 99 Posse, Ascanio Celestini, Assalti Frontali, Banda dell’Emilia.

Ufficio Stampa USB
Rossella Lamina
Tel. 0654070479 – Fax 0654070448
web: http://ufficiostampa.usb.it/
e-mail: ufficiostampa@usb.it

Unione Sindacale di Base
00185 Roma, V.le Castro Pretorio 116 – Tel. 0659640004 -web: http://www.usb.it  e-mail: usb@usb.it

Salerno, 15 ottobre 2013

10 commenti su “SCIOPERO GENERALE DEL18 OTTOBRE 2013 A ROMA”

  1. « Lo sciopero come «diritto individuale ad esercizio collettivo» è un «dogma fondato sulla ragione». »
    (Gino Giugni)
    Il diritto di sciopero,conquista delle civiltà avanzate,non deve ripercuotersi in un danno alla collettività( L’articolo 40 della Costituzione italiana disciplina il diritto di sciopero, stabilendo che esso «si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano»),ecco che son stati approntati da tempo rimedi,precettazioni,nei trasporti per esempio per legge deve essere preceduto da congruo preavviso.
    Il 18 ottobre, sciopero generale – e manifestazione a Roma – indetto da USB-COBAS-CUB, contro l’IMMOLAZIONE del popolo imposti dall’ EUROPA e dalla BCE,tramite l’Esecutivo.
    Una iniziativa che, a differenza di altre pletoriche occasioni,si auspica,una fattiva partecipazione della classe operaia, dei pensionati uniti nella difesa della dignità e del diritto del singolo a vivere dignitosamente, e che possa diventare una pietra miliare dell’unita Sindacale, per il prosieguo di chiamate popolari.

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  2. vi invito a leggere questo report di oltre manica della london school of economy,sulle previsioni sul nostro paese e come veniamo visti da autorevoli commentatori
    London School of Economics: dell’Italia non rimarrà
    nulla, in 10 anni si dissolverà
    Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i
    ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil
    maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. Peggiorerà.Il
    governo sa perfettamente che la situazione è insostenibile, ma per il momento è in
    grado soltanto di ricorrere ad un aumento estremamente miope dell’IVA (un
    incredibile 22%!), che deprime ulteriormente i consumi, e a vacui proclami circa la
    necessità di spostare il carico fiscale dal lavoro e dalle imprese alle rendite
    finanziarie. Le probabilità che questo accada sono essenzialmente trascurabili. Per
    tutta l’estate, i leader politici italiani e la stampa mainstream hanno martellato la
    popolazione con messaggi di una ripresa imminente. In effetti, non è impossibile per
    un’economia che ha perso circa l’8 % del suo PIL avere uno o più trimestri in
    territorio positivo. Chiamare un (forse) +0,3% di aumento annuo “ripresa” è una
    distorsione semantica, considerando il disastro economico degli ultimi cinque anni.
    Più corretto sarebbe parlare di una transizione da una grave recessione a una sorta
    di stagnazione.
    Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa
    dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. Questo
    dato da solo dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce.
    Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata
    dell’élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi
    accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico
    del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione. L’Italia
    non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni
    peggiori.
    La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di
    prodotti industriali a basso costo dell’Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader
    in Italia negli stessi settori. Ha firmato i trattati sull’Euro promettendo ai partner
    europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche di austerità. Ha firmato il
    regolamento di Dublino sui confini dell’UE sapendo perfettamente che l’Italia non è
    neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati
    clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i
    suoi confini. Di conseguenza , l’Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche
    che rendono la scomparsa completa della nazione certa.
    L’Italia ha attualmente il livello di tassazione sulle imprese più alto dell’UE e uno dei
    più alti al mondo. Questo insieme a un mix fatale di terribile gestione finanziaria,
    infrastrutture inadeguate, corruzione onnipresente, burocrazia inefficiente, il sistema
    di giustizia più lento e inaffidabile d’Europa, sta spingendo tutti gli imprenditori fuori
    dal Paese . Non solo verso destinazioni che offrono lavoratori a basso costo, come
    in Oriente o in Asia meridionale: un grande flusso di aziende italiane si riversa nella
    vicina Svizzera e in Austria dove, nonostante i costi relativamente elevati di lavoro, le
    aziende troveranno un vero e proprio Stato a collaborare con loro, anziché a
    sabotarli. A un recente evento organizzato dalla città svizzera di Chiasso per
    illustrare le opportunità di investimento nel Canton Ticino hanno partecipato ben 250
    imprenditori italiani.
    La scomparsa dell’Italia in quanto nazione industriale si riflette anche nel livello
    senza precedenti di fuga di cervelli con decine di migliaia di giovani ricercatori,
    scienziati, tecnici che emigrano in Germania, Francia, Gran Bretagna, Scandinavia,
    così come in Nord America e Asia orientale. Coloro che producono valore, insieme
    alla maggior parte delle persone istruite è in partenza, pensa di andar via, o
    vorrebbe emigrare. L’Italia è diventato un luogo di saccheggio demografico per gli
    altri Paesi più organizzati che hanno l’opportunità di attrarre facilmente lavoratori
    altamente, addestrati a spese dello Stato italiano, offrendo loro prospettive
    economiche ragionevoli che non potranno mai avere in Italia.
    L’Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale. Perché i politici di partito
    hanno portato il Paese ad un quasi – collasso nel 2011, un evento che avrebbe
    avuto gravi conseguenze a livello globale. Il Paese è stato essenzialmente
    governato da tecnocrati provenienti dall’ufficio del Presidente Repubblica, i burocrati
    di diversi ministeri chiave e la Banca d’Italia. Il loro compito è quello di garantire la
    stabilità in Italia nei confronti dell’UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo.
    Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a
    livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente
    discutibile del Presidente della Repubblica , che ha esteso i suoi poteri ben oltre i
    confini dell’ordine repubblicano. L’interventismo del Presidente è particolarmente
    evidente nella creazione del governo Monti e del governo Letta, che sono entrambi
    espressione diretta del Quirinale.
    L’illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il Presidente, la
    Banca d’Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. Saranno
    amaramente delusi. L’attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure
    l’intenzione, di salvare il Paese dalla rovina. Sarebbe facile sostenere che Monti ha
    aggravato la già grave recessione. Letta sta seguendo esattamente lo stesso
    percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità. I tecnocrati
    condividono le stesse origini culturali dei partiti politici e, in simbiosi con loro, sono
    riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali: è quindi inutile pensare che otterranno
    risultati migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a
    lungo termine per il Paese. Sono in realtà i garanti della scomparsa dell’Italia.
    In conclusione, la rapidità del declino è davvero mozzafiato. Continuando su questa
    strada, in meno di una generazione non rimarrà nulla dell’Italia nazione industriale
    moderna. Entro un altro decennio, o giù di lì, intere regioni, come la Sardegna o
    Liguria, saranno così demograficamente compromesse che non potranno mai più
    recuperare.
    I fondatori dello Stato italiano 152 anni fa avevano combattuto, addirittura fino alla
    morte, per portare l’Italia a quella posizione centrale di potenza culturale ed
    economica all’interno del mondo occidentale, che il Paese aveva occupato solo nel
    tardo Medio Evo e nel Rinascimento. Quel progetto ora è fallito, insieme con l’idea di
    avere una qualche ambizione politica significativa e il messianico (inutile) intento
    universalista di salvare il mondo, anche a spese della propria comunità. A meno di
    un miracolo, possono volerci secoli per ricostruire l’Italia.”

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  3. Fare sindacato è fare politica,cioè sindacare, è il modo + nobile di fare Politica con la P maiuscola. Abbiamo la necessità strutturale non di
    un’organizzazione sindacale come quelle d’oggi, bensì di un’organizzazione fattivamente politica.
    L’organizzazione politica necessaria più che mai ai proletari,AGLI STUDENTI E PENSIONATI di
    questi tempi deve essere votata AL CAMBIAMENTO.
    Non può che porsi come obiettivo finale,UNITARIAMENTE TRA GLI SFRUTTATI SISTEMICI IL CAMBIAMENTO,VERO E NON POSICCIO,FATTO DI SLOGANS che non sopravviverebbe un minuto di più, senza lo sfruttamento scientifico del lavoro salariato) che dimostra di essere DELITTUOSO da
    ogni punto di vista.

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  4. La parola “benessere” viene associata solo all’accumulo di denaro, non alla scienza, alle condizioni igieniche, al progresso civile
    il grande P.P.Pasolini, scriveva : se un manzo, portato da un contadino al mattatoio con un’esile corda, venisse a capire quello che ad esso sta per capitare il contadino non riuscirebbe a portarlo in quel luogo, docile o mansueto, con una tale facilità! Ed è proprio questo quello che succede alla classe lavoratrice, viene portata al macello, generazione dopo generazione, con la corda dell’ideologia borghese imperante!

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  5. I diritti sono sempre stati conquistati con i fatti e mai con le parole.La storia insegna!!!
    Ogni esodato dimenticato, ogni malato senza ospedale, ogni disoccupato senza speranza, ogni lavoratore che si è visto allontanare l’età pensionabile, ogni elettore con diritto sovrano alle elezioni, ogni vittima della mafia, quando impreca, dovrebbe assolutamente,e imperituramente dei mali e delle promesse mancate da neo-capitalismo assassino!

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  6. Sempre in tema economico,e dunque di liberare risorse con giusti tagli,l’abolizione di enti clone,come le provincie che tuel in mano sono quasi in carta carbone ai comuni per quel che riguarda le competenze,44 giuristi contro l’abolizione adducendone disordine legislativo e di competenze.
    Dopo i “Saggi” arrivano i “Giuristi” poi chi altri? i filosofi? ma di ciò che pensa il “Popolo sovrano”(l popolo sovrano è impiegato in mille provincie, comunità montane, comuni sotto i 1000 abitanti, associazioni, enti, parenti e amici,forse anche per questo) non tange nulla ai signori del Palazzo.
    Ritengo chele Province potrebbero anche non essere soppresse; quello che deve scomparire è tutta la sovrastruttura connessa(capi di gabinetto, segretario generale, direttore generale, duplicati e/o superfetazioni), che è una vera e propria idrovora di risorse.
    e le Regioni? Oltre a costare assai di più , l’avere delegato servizi e prerogative fondamentali (potere legislativo) alle Regioni ha introdotto differenze tra cittadini su questioni primarie (es:il servizio sanitario)inaccettabili, in offesa del principio di uguaglianza dei cittadini 3 cost. di uno stesso stato, e del trasferimento di risorse da zone ricche indigenti assolutamente indispensabile in mercato unico finanziario e commerciale,crea squilibri inaccettabili!

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  7. In Italia,un milione di persone vivono di politica e Max Weber impallidirebbe di tali cifre,Dai consulenti ai portaborse.
    Non solo gli eletti in Parlamento e negli enti locali. Secondo la Uil, coloro che traggono una guadagno da ruoli legati all’amministrazione pubblica sono in 1.128.722. E i costi, ammontano a 23,9 miliardi,e il tutto nell’era del liberismo globalizzato,del credo sull’efficienza imprenditoriale fatta slogans politico permanente.
    E intanto per milioni di famiglie la loro vita è rovinata, grazie all’interessamento dei signori che in questi anni hanno governato. Niente più lavoro, niente pensione , niente casa, niente futuro, niente nuove famiglie, niente figli. Questa è l’ Italia, fondata sul lavoro.
    L’euro è quella moneta che tanto per dire ha raddoppiato il patrimonio immobiliare degli italiani,e dimezzato quello mobiliare.
    E di questo ce ne potremmo anche tangere soprattutto se non siamo proprietari di case o di titoli azionari e assimilati.
    Ma è quella moneta,che ci ha risparmiato lo shock di pagare la benzina magari a 10.000 lirette al litro, senza la quale oggi saremmo semplicemente falliti.
    E questo nonostante i disastri della sue gestione,iniziata nel 2002 con la destra al potere che non ha controllato l’inflazione.
    “Tutto quello che temevamo di subire dal comunismo, che avremmo perso la nostra casa, i nostri risparmi, che saremmo stati costretti a lavorare per salari da fame, senza nessuna voce in capitolo all’ interno del sistema – è diventato realtà col capitalismo”.
    Jeff Sparrow

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  8. Uno sciopero feroce dei trasporti sta paralizzando Genova,e potrebbe essere il primo di una stagione lunga in tal senso,che addirittura spulciando socials e siti vari si profilerebbero blocchi stradali in tutta la penosa Penisola.Grillo è anche di Genova,e fiuta lo SPOTTONE (è stato contestato dai lavoratori ed invitato ad andarsene)per se e il suo Movimento.
    Il trasporto pubblico è indubbiamente un settore strategico per il quale risulta tra l’altro impensabile una privatizzazione. Non ci sono le condizioni che consentono di avere una concorrenza leale in grado di garantire gli utenti sia sulla qualità del servizio che sui prezzi.
    Concludendo su Grillo:Ora lo fa Grillo e va bene tutto.
    Si chiama marketing. Quello che ieri era “ideologico” e “estremista” ora e’ semplicemente giusto e “nuovo” solo perché’ lo fa Grillo.
    Privatizzare significa abolire i diritti dei lavoratori. I privati non permettono la dignità del lavoro, lo sciopero come rivendicazione diventa difficilissimo, il precariato = la regola. Queste sono risorse strategiche per la società che vanno ampliate e non svendute.

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  9. Si dice che il 9,lunedi,si faranno le prove generali di una rivoluzione semi-pacifica in Italia,blocchi delle strade e ferrovie,e un ammutinamento su vasta scala,sarà vero,che successo avrannp tali prove di forza?
    LA RAI E MEDIASET HANNO SNOBBATO LO SCIOPERO,PER PAURA CHE LA GENTE IN LETARGO SI SVEGLI.MA ATTENZIONE,SENZA RETRO PENSIERO:
    La storia cilena ha purtroppo insegnato a cosa possono portare gli scioperi dei mezzi pesanti.
    Nel 1973 fu quella categoria in Cile a mettere in ginocchio un Paese già provato da continue proteste pilotate da gruppi economici esteri e interni sfociate poi nella dittatura di A.Pinochet

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  10. Un altro punto dolente del mondo del lavoro ebolitano sono gli stages,veri e propri purgatori per i laureati:
    tirocini senza regole, spesso molto simili a veri rapporti di lavoro,che poi alla fine porta alle sostituzioni di lavoratori licenziati. Comune denominatore: al termine stabilito si viene rimpiazzati da un nuovo stagista.
    Sono anni e anni che va avanti così con i contratti inventati per ” sfruttare ” , con ridicole mansioni create appositamente per sostituire commessi/e , impiegati/e o altro che sia esperti ma ” costosi “, con le agenzie per i lavori interinali che , oltre a guadagnare sugli stipendi di chi lavora , evitano accuratamente di mandare per tre volte la stessa persona nello stesso posto per evitare l’assunzione
    Vogliamo parlare dei contratti di apprendistato? Max. 29 anni + 2 anni di esperienza. Ma se e’ un’apprendistato devo imparare mica essere gia’ imparato. Senza contare le categorie alle quali viene applicato.Poi, ovviamente, ci vuole anche un po’ di fortuna, ma bisogna anche non dare un calcio alla fortuna quando si presenta. Come diceva un mio saggio collega, è sempre difficile distinguere una grande disgrazia da una grande fortuna.

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