Tra Forconi & Papponi, l’Italia che vuol cambiare per non cambiare

L’Italia è sull’orlo di una rivolta popolare, le proteste dei Forconi sono la prova che il popolo è stanco di essere schiacciato dal calcagno di una politica lobbistica, falsamente ideologica.

Privilegi e Cifre da capogiro degne del Monopoli di zio Paperone che fanno indignare; ma alla fine di tutto ci si chiede: ma queste persone che solo vogliono dal popolo italiano, cosa avranno mai dato?

Re Giorgio Napolitano
Re Giorgio Napolitano

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo un’articolo del Giornalista pubblicista Gerardo Sorgente che fa una disamina spietata di quello che passa in questo momento nella nostra società e il sentimento comune che passa in tutte le nostre menti, rispetto agli sprechi, ai privilegi, ai sacrifici, e a tutte le vessazioni a cui è stato sottoposto il popolo italiano, costretto al sacrificio e costretto a bruciare tutte le sue risorse per inseguire una Kimera: quella di risparmiare e cambiare tutto per non cambiare nulla, e al contrario alimentare i privilegi e consolidare le Caste.

Per POLITICAdeMENTE è un piacere ospitare l’articolo di Sorgente, anche perché questo sito in tutte le occasioni non si risparmia nel criticare e pesantemente questa ipocrisia collettiva del “cambiare tutto per non cambiare nulla”. Una considerazione che ci rattrista e che ci porta ad una condizione di impotenza, atteso che nessuno più ci difende. Conoscere questi dati ed esaminarli ci fa correre l’odio nelle vene e non ci fa rispettare per nulla le Istituzioni. Sapere che in un momento così difficile per l’Italia e per gli italiani, i Magistrati dal gennaio scorso, autonomamente, si sono aumentati lo stipendio di 8000 euro all’anno, non ce li fa rispettare per niente; constatare come ci riporta nell’articolo Sorgente, quanto non siano cambiate in termini economici le cose che passano attraverso i palazzi del potere, ci fa perdere il rispetto e la fiducia; e ci fa pensare al peggio. Conoscere queste prepotenze, magari ci fa diventare: “forconi” se volessimo solo difendere il nostro diritto di vivere bene e dignitosamente; “papponi“, se invece volessimo metterci nel filone del potere e tentare di vivere come loro fregandosene delle regole, passando sul cadavere anche delle persone a noi più care e vivere nei privilegi e accontentarci ognuno per il ruolo che riesce ad interpretare dei benefici che si riesce ad accumulare gioiendo di averli sottratti ad altri; tutto questo in barba degli onesti ai pensionati minimi e ai pensionati non di lusso, degli operai e di tutte quelle persone che nemmeno ce lo hanno un lavoro e vivono alla giornata.

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Gerardo Sorgente
Gerardo Sorgente

di Gerardo Sorgente
Giornalista pubblicista

L’Italia è sull’orlo di una rivolta popolare, le proteste dei Forconi di questi ultime settimane sono la prova che il popolo italiano è stanco di essere schiacciato dal calcagno di una politica lobbistica, falsamente ideologica, impegnata solo nell’individualismo dei suoi conti. Il presidente Napolitano, simpaticamente etichettato come il “Re Giorgio della democrazia italiana” è preoccupato per i possibili scenari futuri e condivide la sua personale preoccupazione, comprensibile solo a poche persone, una specie di messaggio virtuale dai tratti esoterici: “Mutamenti incalzanti della scena politica, mutamenti ancora lontani da un chiaro assestamento e tali da presentare incognite non facilmente decifrabili“.

Per molte persone quello del presidente Napolitano non è un messaggio ma un incidente della grammatica con la ragione, per altri invece un’emulazione del ben più fortunato Nostradamus, in fondo tra poltrone e centurie di cavolate se ne sparano a iosa. Il presidente Napolitano è preoccupato per quello che potrebbe accadere e forse un poco meno per quello che sta accadendo. Da qualche settimana i Forconi hanno messo in ginocchio il Paese ma nulla è cambiato, uno dei leader è stato fermato dopo aver strappato la bandiera dell’Europa. Come contromisure gli apparati dello Stato hanno messo in scena un copione ben collaudato, infatti, in diverse piazze italiane, si è assistito a una vera azione di manipolazione delle masse, nel momento in cui le varie forze di polizia hanno tolto i caschi per abbracciare e per parlare con la gente: solidarietà? Personalmente non ne sono convinto, anche in Germania, nel giugno del 2012, la polizia preoccupata della crescente tensione, cambiò strategia e marciò davanti al popolo, difendendolo: ma da chi? Non sono per caso loro che tirano randellate per sedare i facinorosi? Solitamente nelle piazze si affrontano gruppi di manifestanti (tralasciando i particolari) e polizia in tenuta anti sommossa. Il problema vero non sono le forze di polizia, anzi, qualche mente bacata dimentica che i poliziotti che fanno servizio d’ordine in una manifestazione altro non sono che esseri umani, ovvero marito e padre etc, alcuni con tanto di mutuo o di fitto sulle spalle che tra mille problemi e cavilli rischiano la vita per pochi spiccioli al mese. La preoccupazione non sono i vari corpi di polizia, ridotti oramai all’osso, ma la casta di politici che da un lato succhia il sangue degli italiani e dall’altra stringe le mani ai vari mammasantissima delle banche.

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Consiglio Superiore della Magistratura

Ritornando al discorso di Napolitano, è stato motivante come quello del profeta Geremia quando mise in guardia il popolo d’Israele sulla sorte funesta in cui sarebbe incorso se avesse perseverato nella corruzione e nella lontananza da Dio. Basta, l’Italia ha bisogno subito di una nuova legge elettorale, (il Porcellum è stata una porcata commessa ai danni di un popolo) e di un referendum che restituisca al popolo quella dignità strappata con l’inganno di un futuro roseo legato all’entrata in Europa e all’euro.

Gli italiani devono essere messi nella condizione di decidere se continuare con la massonica moneta oppure passare alla vecchio conio. Questa sarebbe democrazia. Al politico che dice di stringere la cinghia, bisogna rispondergli: “si, lo faremo ma attorno al tuo conto in banca”. Idiozie, il popolo italiano non può stringere più niente, non ne ha la forza, da tempo è stato fatto il doppio giro e la novità è che i buchi sono finiti restano solo quelli nei conti personali delle banche.

La nazione ha dovuto affrontare quest’’ultimo triennio con le lacrime agli occhi, dove per qualcuno la cosa peggiore era quella di restare in vita. Morti impiccati tanti imprenditori oramai perseguitati dalle banche e da Equitalia, ma lo Stato cosa ha fatto? Nulla. La politica monetaria europea deve ritornare ad essere imprigionata in una biblioteca il cui accesso dovrà poi essere murato. Mario Draghi dalla Banca Centrale Europea ha sentenziato che uscendo dall’unione monetaria intere nazioni rischierebbero il tracollo, per diversi economisti quella di Draghi è una “balla clamorosa” da propinare a qualche credulone della carta stampata.

L’Istat nel suo ultimo report del dicembre 2013, avverte che: “Nel 2012, il 29,9% delle persone residenti in Italia è a rischio di povertà o esclusione sociale. L’indicatore deriva dalla combinazione del rischio di povertà (calcolato sui redditi 2011), della severa deprivazione materiale e della bassa intensità di lavoro”. E poi ancora che: “Il rischio di povertà o esclusione sociale è di 5,1 punti percentuali più elevato rispetto a quello medio europeo (pari al 24,8%) come conseguenza della più elevata diffusione della severa deprivazione (14,5% contro una media del 9,9%) e del rischio di povertà (19,4% contro 16,9%). L’aumento della severa deprivazione, rispetto al 2011, è determinato dalla più elevata quota di individui in famiglie che non possono permettersi durante l’anno una settimana di ferie lontano da casa (dal 46,7% al 50,8%), che non hanno potuto riscaldare adeguatamente la propria abitazione (dal 18,0% al 21,2%), che non riescono a sostenere spese impreviste di 800 euro (dal 38,6% al 42,5%) o che, se volessero, non potrebbero permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni (dal 12,4% al 16,8%)”.

Palazzo_della_Consulta_Roma
Palazzo_della_Consulta_Roma

Una fotografia di una nazione in declino a causa della sua poco intelligente classe politica che da un lato parte affama il popolo e dall’altro spende milioni di euro senza ritegno, dove anche l’ultima ruota del carro ha diritto a ricevere la scorta. La Uil ha presentato nel suo rapporto dal titolo “I Costi della Politica” le spese reali di coloro che ci governano: “I costi della politica, diretti e indiretti, ammontano a circa 23,2 miliardi di euro, tra funzionamento di organi istituzionali, società pubbliche, consulenze e costi (per mancati risparmi) derivanti dalla “sovrabbondanza” del sistema istituzionale.

Nel dettaglio, per il funzionamento degli Organi Istituzionali (Stato Centrale e Autonomie Territoriali), nel 2013 si stanno spendendo oltre 6,1 miliardi di euro, in diminuzione del 4,6% rispetto all’anno precedente (293,3 milioni di euro in meno); per le consulenze 2,2 miliardi di euro e per il funzionamento degli organi delle società partecipate, 2,6 miliardi di euro; per altre spese (auto blu, personale di “fiducia politico”, Direzione ASL, ecc.) 5,2 miliardi di euro; per il sovrabbondante sistema istituzionale 7,1 miliardi di euro”. Quello che fa indignare di brutto sono invece i costi del Funzionamento Organi Centrali dello Stato” ovvero: “Per il funzionamento degli Organi dello Stato centrale (Presidenza della Repubblica, Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e Corte Costituzionale, Presidenza del Consiglio, Indirizzo politico dei Ministeri), secondo il budget preventivo, rivisto nel mese di Luglio 2013, quest’anno i costi saranno di quasi 3 miliardi di euro (97 euro medi per contribuente), in diminuzione del 4% rispetto al 2012 (123,2 milioni di euro in meno).

Camera dei deputati
Camera dei deputati

Per il funzionamento della Presidenza della Repubblica, Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e Corte Costituzionale, per il 2013, sono previste spese per 1,8 miliardi di euro (59 euro per contribuente), in diminuzione dell’8,2% rispetto al 2012 (162,2 milioni di euro in meno). Nello specifico, il costo relativo al 2013 per la Presidenza della Repubblica, è pari a 228 milioni di euro, pari a quanto speso nel 2012; le spese per la Camera dei Deputati ammontano a 943 milioni di euro, in diminuzione del 5% rispetto al 2012 (50 milioni di euro); le spese relative al Senato della Repubblica a 505 milioni di euro, in diminuzione del 4,2% (22 milioni di euro); gran parte della diminuzione deriva dal “taglio” ai rimborsi elettorali per i partiti.

I rimborsi per le spese elettorali ammontano a 91,4 milioni di euro, in diminuzione del 50% rispetto al 2012. Per il funzionamento della Corte dei Conti, Consiglio di Stato, CNEL, CSM, Consiglio Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia, sono previste spese per 501 milioni di euro, (16 euro per contribuente), in aumento dello 0,3% rispetto al 2012. In particolare, per il funzionamento della Corte di Conti la spesa è di 269 milioni di euro; le spese per il Consiglio di Stato ammontano a 176,3 milioni di euro; le spese di funzionamento del CSM ammontano a 34,7 milioni di euro; le spese del CNEL ammontano a 19,1 milioni di euro; le spese per il Consiglio Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia sono 1,8 milioni di euro” e poi ancora: “Per il solo funzionamento della Presidenza del Consiglio, per il 2013, sono previste spese per 458,6 milioni di euro (15 euro per contribuente), in aumento dell’11,6% rispetto al 2012”.

Cifre degne del Monopoli di zio Paperone che fanno indignare; ma alla fine di tutto ci si chiede ma queste persone che solo vogliono dal popolo italiano, cosa avranno mai dato? Sono molte le perone che vogliono affrontare il Governo con la forza e sbagliano, perché la vera battaglia dovrebbe essere fatta giorno per giorno, nel rispetto della Costituzione e delle leggi in vigore. Vuoi mettere in ginocchio i nemici dell’Italia? Allora smetti di comprare sigarette, smetti di fare benzina, ritira i soldi dalla tua banca, evita di comprare le odiose lotterie istantanee, idem per quella del 6 gennaio. Non giocare più a superenalotto. Queste sono solo alcune che potrebbero dare un chiaro segnale che le lacrime sono finite e la pazienza pure.

Eboli, 21 dicembre 2013

5 commenti su “Tra Forconi & Papponi, l’Italia che vuol cambiare per non cambiare”

  1. FORCONI & FORCHETTONI,novelli Masaniello,2.0, qualcuno a quanto pare non incensurato,malo-odore di cattive infiltrazioni,ma ad onor del vero tanto,ma tanto popolo SPONTANEAMENTE DISPERATO!
    Io sono pressoché certo che il movimento dei “forconi” è un movimento eterogeneo, tutto sommato molto vicino alla protesta Grillo-style, e ce lo dimostra l’uscita di uno dei leader in Jaguar, non ha pressoché nessuna consistenza politica. Anyway, se questo movimento dei forconi è propedeutico per una sollevazione popolare, questo può avere un senso, pur con tutti i limiti che ha una sollevazione. Se invece, come sembra costoro stiano sollecitando, è propedeutico per andare a elezioni anticipate, allora non hao senso. Perché non si va a elezioni anticipate senza avere ben chiaro chi poi,un eventuale lampante vincitore,senza una legge ”
    “ad hoc”
    Sia Grillo che Berlusconi hanno tentato,da subito,di cavalcarlo il movimento.
    Se,i forconi si pongono come strumento per l’abbattimento dell’attuale esecutivo, allora non funziona, non è facendo cadere il Governo che si risolvono i problemi, ma è nel rimuovere le stagnazioni di potere,fuori luogo e dal tempo che oggi stanno affondando l’Italia.
    Una rimozione,che in molti casi non si completa neanche dopo la capitolazione delle dittature,e che dunque comporta rischi enormi.
    ALCUNI HANNO PAVENTATO UNO SCIOPERO FISCALE,COME STRUMENTO PACIFICO ED EFFICACE!!!
    Ma finirebbe sempre per penalizzare il più debole del sistema Paese,sia singolo famiglia o impresa.
    Ma il tempo è un galantuomo ed il mondo va avanti senza aspettare l’Italia, e quando qui resterà il deserto economico sarà bello vedere razzolare tra i bidoni,qualche “nobile decaduto” insieme a chi lo fa già da tempo.

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  2. Le rivolte senza alternativa non hanno successo.Paolo Barnard e Mosler c’e l’hanno, ma contro i Poteri Forti è dura anche perche’ in Italia non ci sono persone affidabili,come ORBAN in Ungheria, credo proprio che siamo destinati a un bruttissimo futuro.

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  3. Una seria ed attenta analisi di quanto offre la realtà squallida e mortificante,per il popolo,esistente in Italia. Complimenti a Gerardo.Il massacro che stanno attuando in danno del popolo italiano evidenzia aspetti tragici e drammatici di livello altissimo.Ci sono due ipotesi de prendere in seria considerazione:
    1) Lo Stato ed il governo vogliono una guerra civile per poter eliminare tantissimi cittadini delle classi medio basse e mettere a tacere,definitivamente,il popolo.

    2) I politici sono talmente presi dalla sete di potere e denaro,a tutti i costi,che non si rendono conto del male che stanno facendo al popolo.

    In effetti viene logico chiedersi cosa vogliono più da noi costoro che non ci hanno mai dato niente.
    La classe politica,lo Stato e le istituzioni hanno smesso totalmente di rappresentare il popolo italiano.
    Il popolo non può più ritenersi in dovere di rispettare questo stato distruttore di sogni e futuro nostri e dei nostri figli.

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  4. Paola taverna, Luigi di maio, Roberto fico, Andrea Cioffi, angelo tofalo, Alessio villarossa, di battista……in Italia le soluzioni sono diverse ed hanno un denominatore comune e soprattutto non fanno chiacchiere ma fatti

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  5. @peppe rinaldi

    se l’Italia è quella che è lo si deve anche a personaggi che ancora circolano liberamente sul territorio nazionale, personaggi a lui molto noti e magnificarne le gesta, ben sapendo di mentire, lo rende un poco complice.

    Se mi sbaglio chiedo scusa

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