Dibattito sulla Sanità: A proposito dell’Ospedale di Eboli

Si sviluppa il dibattito intorno all’Ospedale di Eboli e il destino della Sanità nella Valle del Sele e a quello dell’Ospedale unico cancellato da Caldoro. Per Antonio Lioi ci sono ancora spiragli di discussione.

Letta, ha recuperato 7 miliardi di euro di Fondi Europei, si può ancora pensare ediscutere sulla realizzazione dell’Ospedale Unico della valle del Sele e ad un piano di razionalizzazione pensando al Progetto di Renzo Piano, ma a bocce ferme.

Renzo Piano
Renzo Piano

da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento di Antonio Lioi sull’Ospedale di Eboli e sulla Sanità nella Valle del Sele, anche alla luce di un dibattito “sordo” che sfiora tutti i livelli, sebbene scollegati tra loro e non invece quelli decisori, i quali nonostante tutti i tentativi non sono riusciti e non riescono ad uscire fuori dalla fase commissariale della Sanità in Campania, per proseguire nella ordinarietà con gli assetti strategici, politici, organizzativi propri a tutto il sistema.

Lioi è stato ed è un operatore della Sanità, come dirigente medico-biologo, avendo ricoperto ruoli sia operativi che di studio, oltre che dirigenziali, nei settori nei quali è stato chiamato a dare il suo contributo, e come tale, nel corso di questi ultimi anni ha tentato anch’egli di dire la sua sull’Ospedale di Eboli, sul suo destino e sul destino di quegli Ospedali come Battipaglia, Oliveto Citra e Roccadaspide, accomunati nel destino che sarebbero dovuti confluire nel famoso, ormai Kimera, dell’Ospedale Unico della Valle del Sele.

Ed è proprio quì il “busillis” atteso che questo Ospedale Unico della Piana del Sele è stato cancellato di fatto dallo stesso Governatore della Regione Campania Stefano Caldoro, non destinando nemmeno simbolicamente 1€ per la sua realizzazione nel Bilancio regionale. Basterebbe solo questo per delineare la “vexata questio”. E’ come se si volesse giocare una partita di calcio senza il pallone. Conseguentemente ogni discussione è fuori luogo ed inutile. Senza pallone si può fare solo tattica e disegnare scenari ma non giocare.

Ebbene tutti coloro i quali si sono interessati in questi ultimi anni della Sanità campana, Tutti di Destra, sul falso  presupposto di una rovinosa gestione della Sanità attribuita a Bassolino, hanno buttato acqua sul fuoco e di Commissario in commissario, tra sub e sub dei sub commissari normali o meno che fossero, si è giocata una partita senza pallone e si pensava di fare goal, rovinando quel poco di buono che c’era.

Ebbene il contributo di Lioi, così come quello di Lazzaro Lenza di altri che si stanno cimentando in questa contesa di accuse di responsabilità che coinvolge sinistra e destra, da Massimo Cariello e lo stesso Lenza e Damiano Cardiello e il Senatore Franco Cardiello, al Sindaco di Eboli Martino Melchionda, tanto per restare solo ad Eboli, e agli altri che di volta in volta si cimentano in questo esercizio, è importante ma purtroppo non tocca quelle sfere decisorie che continuano a voler giocare una partita senza pallone, nella quale è talmente tale la confusione che senza giocarla pretenderebbero si concludesse con l’assegnazione dei 3 punti a tavolino.

Il pallone metaforicamente sarebbe l’Ospedale Unico della Valle del Sele e i giocatori con i rispettivi ruoli, sarebbero dovuti essere tutte le strutture sanitarie presenti sul territorio, lo schema avrebbe dovuto definire le modalità, la strategia il come distribuire o accorpare sul territorio le varie specialistiche, gli obiettivi sarebbero dovuti essere quelli di vincere una partita, individuando come partita il buon funzionamento dei servizi, e il goal e l’assegnazione dei 3 punti sarebbe doduto essere il risultato e la soddisfazione di aver meritato una vittoria.

Non era meglio prima trovare il pallone, di cui alla metafora, e poi giocare la partita? Ed è su questo interrogativo che lasciamo a Lioi e a chi volesse partecipare al dibattito sull’Ospedale di Eboli e quello Unico della Valle del Sele.

Antonio Lioi
Antonio Lioi

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A PROPOSITO DELL’OSPEDALE DI EBOLI

di Antonio Lioi

Dopo la deliberazione  del Consiglio Comunale di Eboli sulla grave situazione dell’Ospedale di Eboli è ritornata in auge la questione riorganizzazione degli Ospedali da accorpare (Eboli, Battipaglia, Roccadaspide ed Oliveto Citra) e la realizzazione del Nuovo Ospedale Unico della Valle del Sele. Anche il DG Antonio Squillante pochi giorni orsono ha dichiarato che il 2014 è l’anno decisionale sulla realizzabilità dell’Ospedale Unico.

Il dibattito poi è diventato attuale,  dopo che il Presidente del Consiglio on. Enrico Letta, ha dichiarato di aver recuperato ben 7 miliardi di euro di Fondi Europei non spesi da utilizzare in progetti seri di opere da realizzare alcune nel mezzogiorno d’Italia.

E’ urgente quindi spostare il dibattito locale dalla querelle accorpamenti si, accorpamenti no di reparti fra Eboli e Battipaglia, che se potrebbe essere una soluzione TEMPORANEA e TRANSITORIA non è certamente la soluzione definitiva del problema.

Urge quindi la stesura di un PIANO DI FATTIBILITA’ elaborato anche solo come proposta  operativa da integrare ed approvare da parte dell’ASL di SA, da parte dei Comuni interessati o anche DA UN SOLO COMUNE – EBOLI ??- considerato che gli altri non hanno nessun interesse in questo senso ma portano avanti una logica campanilistica solo  come difesa dell’esistente che rappresenta una posizione perdente  che porterà inesorabilmente alla chiusura o  depauperamento di tutti i Presidi esistenti. Per questo motivo propongo una riflessione operativa partendo dal fatto che  solo pochi giorni orsono (11/12/2013), Renzo Piano a Milano (anzi a Sesto San Giovanni) ha partecipato al varo  del grande progetto della Città della salute, che dovrà sorgere sull’area un tempo occupata dalle acciaierie Falck e dove traslocheranno l’Istituto Besta e l’Istituto dei Tumori. 152mila quadri per uno dei più importanti poli della salute in Europa.. “Questo è un luogo simbolo delle lotte operaie – ha detto Piano inaugurando il cantiere – è stata la fabbrica della modernità. Io voglio trasformarla in un ospedale modello che metta insieme efficienza scientifica e umanità.

I progetti di Renzo Piano ( ha progettato moltissimi NUOVI ospedali) partono  tutti da  un

UN NUOVO MODELLO DI OSPEDALE  le cui linee generali mi permetto di proporre  al “nuovo” dibattito ebolitano

– I DIECI PRINCIPI INFORMATORI

Il Nuovo Modello di Ospedale, che si pone come proposta di intenti, è concepito come sistema complesso plurifunzionale e come:
– organismo edilizio ad alto contenuto tecnologico e assistenziale;
– luogo dell’abitare preposto e dedicato alla cura e all’assistenza, alla diagnosi e alla terapia, alla ricerca e alla formazione;
– centro di una rete sanitaria, integrato con i servizi territoriali di base, specialistici, assistenziali e sociali.

Dieci Principi informatori
I dieci principi informatori di indirizzo, messi a punto dalla Commissione di studio per la definizione sperimentale di un modello organizzativo, distributivo e tecnologico, sono rispondenti alle finalità che la missione ospedaliera si pone. Interrelati tra loro, tali principi stanno a indicare alcuni elementi innovativi pre-requisiti della proposta progettuale. Essi sono:

1) Umanizzazione:
– progettazione architettonica in funzione della centralità delle persone quale fruitore del luogo e del servizio;
– progettazione impostata ai principi ergonomici di corretta interazione tra uomo – organismo edilizio – ambiente, traducibile in corretta interazione fra operatore sanitario – tecnologia – ambiente  degente;
– introduzione di elementi tipologici inconsueti, atti a rendere la vivibilità del luogo meno caratterizzante e più familiare per comunicare comfort ambientale, psichico e fisico a pazienti, medici, operatori sanitari, tecnici, visitatori.
2) Urbanità
-Integrazione con il territorio e la città;
-localizzazione dell’area in rapporto ai piani di sviluppo della città, alla fruibilità e all’accesso;
-area di 10-15 ettari per un ospedale di medie dimensioni, inteso come sistema complesso plurifunzionale, aperto al territorio tramite servizi, iniziative, spazi a parco, zone di sosta e di svago;
-valenza urbana di riqualificazione di aree periferiche;
-tipologia edilizia rapportata al contesto urbano;
3) Socialità:
-Ospedale come luogo della riscoperta dei valori di interdipendenza e socialità;
-Integrazione con il contesto socio-culturale di appartenenza e con le attività perisanitarie (spazi dedicati ad attività commerciali e culturali di intrattenimento, ristorazione, servizi ricettivi, volontariato, assistenza, ecc.).
4) Organizzazione:
-Efficacia, efficienza e benessere percepiti quali obiettivi da perseguire tramite il superamento della suddivisione funzionale e l’avvio di un’organizzazione per processi;
-Applicazione del modello dipartimentale per un utilizzo ottimale di posti letto, personale e risorse strumentali;
-Razionalizzazione dei rapporti tra Unità Operative; concentrazione spaziale di studi medici, sale riunioni, servizi di segreteria e di supporto, da collocarsi in aree corredate di biblioteche specialistiche e volte a favorire attività interdisciplinare;
-Aree di degenza prive di studi medici se non direttamente connessi al processo terapeutico;
-Centralizzazione dei servizi di diagnosi e cura, contiguità dei servizi interrelati nei processi di cura.
5) Interattività
-Completezza e continuità assistenziale in una logica di percorso diagnostico e curativo del pazienta;
-Facilitazione dei rapporti fra ospedale, strutture territoriali e medici di famiglia, da effettuarsi tramite sistemi informatici e sistemi Internet e Intranet;
-Spazi dedicati agli incontri e sale attrezzate per videoconferenze e pratiche di telemedicina.
6) Appropriatezza:
-Utilizzo appropriato di una struttura ospedaliera di dimensioni contenute, ma con possibilità di servire una grande area geografica;
-corretto dimensionamento nell’insieme e nei rapporti tra i diversi servizi, basato sul numero delle prestazioni erogabili e non sul numero dei posti letto;
-utilizzo di diverse tipologie di degenza (Intensive-care, High-care, Day-Hospital, Low-care; Albergo annesso per malati non degenti).
7) Affidabilità:
-Sicurezza e tranquillità riscontrabili, sul piano sanitario, nella professionalità e nella capacità diagnostico-terapeutica.
-sul piano strutturale, affidabilità rappresentata da: sicurezza ambientale, tecnico-costruttiva, impiantistica e igienica; funzionalità di impianti e apparecchiature in emergenza; distinzione dei flussi e appropriatezza dei percorsi; rispetto della privacy. Dal punto di vista economico-gestionale, l’affidabilità si confronta con una gestione semplificata, il contenimento dei costi e la durata della struttura nel tempo.
8) Innovazione:
-Flessibilità dell’organismo edilizio per permettere flessibilità organizzativa, rinnovamento diagnostico, terapeutico, tecnologico e informatico, oltre ad adeguamenti strutturali di modifica, crescita o ridistribuzione degli spazi;
-Conservazione dell’integrità dei caratteri nell’impianto strutturale formale dell’organismo, attraverso scelte di sistemi costruttivi e impiantistici in grado di consentire flessibilità fisica all’edificio, quali montaggio, smontaggio, spostamenti, aggiunte di elementi attraverso lavorazioni a secco, non polverose, non rumorose;
-Innovazione garantita dai diversi livelli di flessibilità: interna-edilizia (sistemi costruttivi, maglia strutturale modulare), interna-funzionale (ritagliabilità per aree funzionali), interna-planimetrica (aree polmone libere, semifinite in punti strategici per espansioni settoriali), esterna-planimetrica (possibili espansioni in aree predisposte)
9) Ricerca
-Approfondimento clinico-scientifico e intellettuale attraverso attività di ricerca clinica ed epidemiologica continua, integrata, in collegamento e in collaborazione con altre strutture esterne;
-presenza di luoghi attrezzati per la ricerca e di sistema informatico in grado di supportarla;
-costituzione della rete della ricerca per consentire attività integrata clinica-amministrativa di ricerca.
10) Formazione
-aggiornamento professionale e culturale continuo per interni ed esterni (medici, infermieri, tecnici, amministrativi) e per forme di educazione sanitaria al cittadino;
-l’area per la formazione, la didattica assume rilevanza dimensionale e un’articolazione sempre maggiore, in quanto la formazione costituisce una funzione aperta alla città; essa svolge insomma funzione di ponte tra interno ed esterno.

.2 METAPROGETTO

Come dice lo stesso Renzo Piano, ” il metaprogetto di un ospedale modello va interpretato come un manifesto di intenti e non come un tipo replicabile”.
Il Nuovo Modello di Ospedale di Piano ha utilità per la definizione di linee guida per la progettazione e la gestione di un modello innovativo; la quantificazione di requisiti e standard dovranno essere valutati in fase di approfondimento.
L’ospedale-tipo che risulta da questa prima analisi è:
· di media dimensione;
· ad alta complessità tecnologica e gestionale;
· centrale nel sistema sanitario;
· integrato nel territorio  e centrale fra  le comunità interessate;
· dotato di alte tecnologie informatiche;
· organizzato per dipartimenti;
· a bassa capienza nell’area di degenza ordinaria;
· articolato nelle degenze in base al tipo di cura, loro tempi e costi;
· ad alta flessibilità strutturale;

.3 ILMODELLO

Il Nuovo Modello di Ospedale ha un lay out a prevalente sviluppo orizzontale di tipologia a piastra.
Caratterizzato da quattro macroaree aventi differenti destinazioni d’uso, in relazione alle attività sanitarie.
Le Aree si identificano in quattro blocchi a sviluppo verticale, di quattro piani fuori terra ed un ultimo piano destinato ad impianti tecnici.

4. LE AREE FUNZIONALI

Dal punto di vista della distribuzione funzionale l’ospedale si articola per aree funzionali:
· Area dei Servizi di accoglienza, accettazione ed informazione: è l’interfaccia ospedale-paziente a cui attribuire i connotati di una hall alberghiera con elementi accessori (banca, commercio, ristorante, poste,parrucchiere, farmacia,parafarmacia, etcc…..).
· Area dei Servizi specialistici di diagnosi e cura: è dedicata a servizi strumentali, analisi di laboratorio, diagnostica per immagini, medicina nucleare ambulatori, radioterapia, centro prelievi, centro trasfusionale etc…
· Area di Degenza: si oltrepassa la suddivisione per specialità e si focalizza sulle reali esigenze curative. La suddivisione è a seconda del “grado di malattia” in terapia intensiva, degenza ad alto grado di assistenza per brevi periodi, degenza diurna, degenza a basso grado di assistenza. Le camere sono tutte singole (25m^2) e dotate di sistema di climatizzazione, possibilità di parziale rinnovo d’aria, bagno privato. Esiste inoltre un’area di ospitalità di tipo alberghiero per pazienti che non richiedono ricovero ma necessitano prossimità all’ospedale per motivi logistici.
· Area Materno-Infantile: comprende tutti i servizi di neonatologia ed è collegata alla sala operatoria. L’area di degenza pediatrica comprende spazi per attività scolastiche , ludiche e di soggiorno, ad uso esclusivo dei bambini.
· Area di Day Hospital e Day Surgery: il Day hospital comprende la erogazione di diagnostiche, terapeutiche e riabilitative diurne e vi si accede attraverso percorsi che non interferiscono con la degenza ordinaria.
Il Day surgery prevede il ricovero diurno, con  posti letto suddivisi in chirurgico, oncologico e medico; sono previste un congruo numero di sale operatorie indipendenti con percorsi facilitati verso gli altri blocchi operatori e l’ high care.
· Area Operatoria: è collocata fuori da ogni interferenza estranea, in contiguità con le centrali di sterilizzazione e Day surgery. I servizi di sterilizzazione sono centralizzati e riforniscono le sale operatorie. Lo schema ipotizzato ottimizza i percorsi sporco->pulito->sterile e quelli medici-malati. Le terapie intensive hanno un collegamento facilitato con i blocchi operatori.
· Area Servizi di Emergenza- Pronto Soccorso: i percorsi sono ampi, diretti, veloci. E’ dotata di una serie di servizi localizzati, palestra per il personale, asilo nido… Esiste inoltre una foresteria per ricercatori e docenti.
· Area Servizi Generali: farmacia, magazzini generali, centrale di sterilizzazione, spogliatoi del personale, guardaroba e lavanderia, disinfezione….. Tutti i servizi necessari al corretto funzionamento della macchina-ospedale.
La proposta di un Modello di Nuovo Ospedale nasce, in primo luogo, dall’attuale situazione del patrimonio edilizio ospedaliero che risulta, in alta percentuale, fatiscente e non idoneo a rispondere alla domanda di funzionalità, sicurezza, comfort.

Risulta che il 36% delle strutture ospedaliere è stato costruito prima del 1940, il 30% è datato tra il 1941 e il 1970 e il 34% è stato costruito tra il 1971 e il 2000.

Di conseguenza, molti ospedali presentano decadimento strutturale e inadeguatezza tecnologica, per cui non sono rispondenti ai processi innovativi della scienza medica che, per ottimizzare i propri risultati, ha bisogno del supporto funzionale dell’organismo edilizio.

E questa una piattaforma valida per la realizzazione di un piano di fattibilità da sottoporre alle autorità competenti per poter poi chiedere al CIPE la copertura finanziaria  totale (se a totale finanziamenti pubblico) o parziale ( es. il 52 %  in caso di un finanziamento all’interno di un Partenariato Pubblico Privato)?

Insomma basta con le chiacchiere e passiamo ai fatti, considerati i ritardi accumulati, mettendo da parte con coraggio le proprie posizioni di bottega ( a.l.)

Eboli, 29 dicembre 2013

15 commenti su “Dibattito sulla Sanità: A proposito dell’Ospedale di Eboli”

  1. L’intervento lucido del Dr. Lioi,è degno di considerazione,auspichiamo solo che le Istituzioni si adoperino da subito per soddisfare le legittime aspettative della cittadinanza di questo comprensorio!

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  2. Caro Massimo, grazie per il commento alla mia “nota”, commento che ovviamente condivido. Vorrei però farti riflettere sulla “mancanza del pallone”, ovvero il mancato finanziamento.
    Con il Decreto Regionale 49/10, veniva fatta una scelta coraggiosa ( Ospedale Unico della Valle del Sele) lasciando ai 4 Comuni interessati, di elaborare IL PROGETTO ( cioè elaborazione del PIANO DI FATTIBILITA’). Il tutto era indispensabile per avanzare richiesta al CIPE, del finanziamento che poteva essere a totale carico pubblico ( ci volevano circa 320 mil di euro) o parziale ( il 52 % a carico pubblico e 48 % a carico di partner privati da individuare nel prosieguo del progetto). Quindi caro Massimo, “il pallone” lo doveva mettere in campo il CIPE, su richiesta dell’ASL di SA e Regione Campania, facendo proprio, integrando, modificando insomma approvando l’indispensabile Piano di Fattibilità, che nonostante gli sforzi di Martino Melchionda, Santomauro, Lullo ed Auricchio,invece arroccandosi su posizioni estreme di campanilismo non hanno mai voluto prendere in considerazioni. Mi pare ovvio che il Centro-Destra, prendendo atto della scarsa volontà locale di perseguire il progetto dell’Ospedale Unico ( che anche a livello locale non ha mai trovato convinti sostenitori)con l’ultimo decreto 82 ha dichiarato non più “attuale” questa ipotesi. Io resto dell’opinione che invece questa strada è l’unica che possa garantire un FUTURO alla sanità Ospedaliera della Valle del Sele. Io spero che ci sia ancora spazio per discutere e decidere in questo senso. Non mi appassiona la ristrutturazione con accorpamenti di Reparti fra Eboli e Battipaglia, perché comunque resteranno in vita 4 o 5 Ospedali e quindi tutti i Servizi necessari moltiplicati per 4 o 5, con costi sempre più INSOSTENIBILI, decretando , così la fine di quegli Ospedali più a rischio ( Vedi Eboli, per ovvi motivi logistici)…

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    • Per Antonio Lioi,
      pur ringraziandoti per l’intervento e il relativo post aggiuntivo, devo innanzi tutto ritenere che la locazione dell’Ospedale di Eboli è infelice come lo sono centinaia di ospedali in tutte le cittàitaliane e nel mondo, o quelli di Napoli “letteralmente affogati nella Città e nel traffico, se sono tra le mura cittadine, quindi è un falso problema e lasciamo perdere.
      Riguardo al mancato finanziamento del CIPE, anche quì c’é da osservare che il ritardo è attribuibile solo alla Regione che non ha saputo presentare nei termini stabiliti un piano credibile, solo ed esclusivamente per salvaguardare la rovinosa Sanità napoletana, ivi compreso l’ASL 1, la più indebitata d’Italia e del Mondo, tanto è vero che nonostante si incominciò ad attuare la Spending Rewiev il finanziamento per l’Ospedale Unico della Valle del Sele era ancora assicurato e mentre Caldoro finanziava l’Ospedale del Mare di Napoli per 300 milioni di Euro e non si metteva per nula mano agli sprechi della sanità napoletana, si procedeva a cancellare l’Ospedale Unico e al contrario si continuava ad adottare tutti quei provvedimenti che seppure non condivisibili, potevanoi avere un senso solo dopo che si fosse realizzato questo maledetto o benedetto Ospedale Unico, tra l’altro scippando l’area di ben 200 posti letto per abitanti, in relazione agli standard attribuiti al comparto stesso, depauperando l’esistente e tra l’altro non mettendominmamente in discussione la sanità privata, tipo la Clinica Malzone di Agropoli per fare un esempio, anche quella posizionata in un posto indicibile piuttosto che l’Ospedale di Agropoli invece posizionato in un luogo, secondo come si ragiona, adeguato. Stronzate, solo stronzate.
      Il “coniglio” coraggioso Caldoro, nella sua doppia veste di governatore della Regione Campania e di Commissario della sanità campana, poteva finanziare sia l’Ospedale del Mare di Napoli che l’Ospedale della Valle del Sele, tanto più che quei 300 milioni di euro erano specificamente dedicati all’Ospedale Unico e tenedo conto anche di un altro fattore non del tutto secondario, che il suolo, del valore di 11 milioni di euro, per la realizzazione era già nella disponibilità dell’ASL, quindi si poteva nel frattempo iniziare la progettazione di entrambi e si poteva nel frattempo avviare il Project financing che fosse ben più articolato delle vanesie proposte di Manager e operatori sanitari e amministrativi o politici del tutto inadeguate, comprendendo anche progetti futuri delle degli edifici e delle relative aree da dismettere, rendendo appetibile l’intera operazione e quindi fattibile in misura percentuale che tu stesso hai indicato, ma purtroppo ne io ne tu possiamo fare nulla rtispetto a chi non ascolta nessuno se non all’obbediena politica piuttosto che alla logica e alla capacità progettualpolitica che necessariamente non attende chi si occupa di sanità ma a chi ha una visione d’insieme che sia innanzitutto manageriale e poi politica.
      Purtoppo ancora, i Managers dell’ASL Salerno da quello attuale a quelli che lo hanno preceduto npur essendo ottime persone e magari competenti nelle loro professioni, non hanno niente a che vedere con il ruolo che roicoprono e in ogni circostanza dimostrano e hanno dimostrato solo di essere un personale politico obbediente e basta.
      Il Consiglio Comunale di Eboli, di Battipaglia e degli altri comuni interessati dovrebbero convocare un consiglio comunale e approvare una sola delibera: quella di chiedere le dimissioni di Squillante e chiedere la fine del Commissariamento della sanità in campania come ha già richiesto il ministero della Salute.
      Per il resto, senza nulla togliere alle osservazione e alle questioni che solleva Lazzaro Lenza, posizioni, tra l’altro per nulla ascoltate dal suo compagno di partito e Manager dell’ASL Salerno, sono sue considerazioni personali che sicuramente lo onorano ma che hanno solo il sapore di posizioni personali, alcune delle quali anche interessanti. Per questo è da notare che le eccellenze non si inventano e non si costruiscono, ma che seguono l’impegno di professionisti che si dedicano oltre il loro normale orario di lavoro e al loro ruolo alla professione e magari sono proprio quelli che non ricorrono all’ALPI, come invece vi ricorrono medici che fanno parte del “giro” ma che oltre a guadagnare e a prestare servizio in ordine di “tempo” non produce ne eccellenze ne professionalità.
      Siamo ancora in attesa di conoscere l’elenco dei medici che hanno guadagnato complessivcamente 22 milioni di euro nel solo anno 2013 e chi è che consuma queste risorse o il lavoro straordinario. Vorremmo sapere quelli ebolitani e quelli di Battipaglia, di salerno, di Nocera, di Pagani, di Scafati, di sapri, e soprattutto di vallo della Lcania, “l’isola felice”, per protezione politica, della sanità a sud di Salerno.
      Perché si è commissariato solo Eboli? Chi si vuole proteggere nel resto della provincia?
      Aspettiamo di sapere i nomi e quanto hanno guadagnato i medici che hanno fornito le prestazioni milionare in ALPI, e ci aspettiamo che si confrontino anche con le produttività ordinarie.
      Non chiarire e non ammettere queste cose ci si rende complici, e la destra in questo momento non è affatto “vergine” in tema di responsabilità.
      Massimo Del Mese

  3. Ecc una brillante , fondata e percorribile idea progettuale promossa da una persona sria e di esperienza. Alla faccia dei rottamatori. La serieta e la lucidita stanno alla badse dell’innovazione. Complimenti lioi. I suoi cugini , imparino

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  4. @ ancora si discute di costruire un fantomatico ospedale unico esempi , esemplari di ladrocinio e sperpero di denaro pubblico non sono bastati. Si utilizzo bene l esistente

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  5. F I N A L M E N T E !!! Riporto un post su FB del dr. Lazzaro LENZA del 4 gennaio, CHE CONDIVIDO TOTALMENTE ( è la prima volta che succede, ma eccomi a dichiararlo e ….sostenerlo !!!!)
    Credo sia venuto il momento di ricominciare seriamente a parlare del futuro. Il presente oramai é delineato e con l’approvazione dei sindaci alle idee di accorpamento funzionale e specializzazione dei 4 plessi che insistono nella Valle de Sele scaturite dall’incontro di ieri con la DG dell’ASL, si chiude la querelle su cosa deve essere salvato e dove. È emersa la volontà di porre al centro l’organizzazione dei servizi e il mantenimento dei LEA piuttosto che la sterile difesa del campanile, me ne compiaccio. Adesso è il momento di rilanciare e di cominciare a discutere seriamente dell’ospedale unico della valle del Sele. Dove costruirlo? Con quali risorse? Con quali caratteristiche? Io non passo, rilancio!!( Lazzaro Lenza). Aggiungo io:Passiamo dalla PAROLE ai fatti ???

    Rispondi
  6. Caro Massimo, pur condiviodendo in gran parte la tua disamina, devo farti notare che commetti un grave errore nel non riconoscere che la Sanità Salernitana ha avuto grandi risvolti positi quando ad amministrarla erano i Manager Socialisti Ebolitani e qualche ex Comunista Salernitano (Dott. Vittorio Salemme). Ti allego una lettera da me trasmessa ad uno dei fasulli Manager che sono transitati per Saleno. Con affetto fraterno auguro a te e a tutti gli Ebolitani un 2014 di felicità e prosperità.

    Egr. DIRETTORE GENERALE
    Azienda Ospedaliera
    “San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona”
    SALERNO

    Egr. Direttore del Quotidiano
    “il Salernitano”
    SALERNO

    Sono stato il primo Amministratore Straordinario dell’ex USL 53 (dopo i disciolti Comitati di Gestione) e, durante il mio breve periodo di lavoro, iniziai l’opera di trasformazione della struttura in S.Leonardo, da Ospedale Provinciale ad Ospedale Regionale, secondo attualmente, solo all’ospedale Cardarelli di Napoli, completando ed iniziando opere di notevole importanza, non trascurando il territorio e le altre strutture sanitarie.

    Per questo mio attivismo, ricevetti da uomini politici poco accorti e dai media, solo critiche ed insulti quotidiani. La solidarietà la ottenni solo dai Sindacati, dal personale Medico, e paramedico, dai Capi settori e dagli impiegati. Solo un alto Dirigente, ben noto alla cronaca Giudiziaria ed alcuni suoi stretti collaboratori, si distanziarono dal mio operato.

    Per tali motivi, pur non conoscendola personalmente, LE FORMULO LA MIA PIÙ SENTITA SOLIDARIETÀ E STIMA, invitandola, nel frattempo, a non prendersela con pseudo giornalisti e reti televisive padronali che, non conoscendo approfonditamente le sue problematiche, propalano le notizie fornite loro da persone che la invidiano e che non apprezzano il suo difficile e logorante operato.

    Le voglio raccontare, a conferma di quanto sopra detto, solo alcuni aneddoti:

    1) L’Ufficio di Presidenza era arredato da una sgangherata scrivania che, tendeva a ribaltarsi, se ci si appoggiava senza accortezza e da un salotto che non aveva alcuna funzionalità. Tali arredi vennero da me sostituiti, da una nuova scrivania, da alcuni mobili atti a contenere le numerosissime pratiche e carte da studiare e firmare e da un lungo tavolo, con poltroncine, utilizzato per le più svariate e numerose riunioni. Il giorno dopo l’arrivo dei nuovi mobili, costati pochissimo, su un Quotidiano, a tiratura nazionale, apparve un articolo in cui si raccontava che, L’Amministratore Straordinario, aveva acquistato, per il proprio ufficio, mobili di gran valore, con sedie e poltrone rivestite di finissima pelle. Questo fatto m’irritò ed invitai la Giornalista che aveva redatto l’Articolo a farmi, cortesemente, una visita. Allorchè arrivò nel mio ufficio, la invitai a sedersi su una qualsiasi poltrona di pelle e solo allora capì che le sedie e le poltrone erano ricoperte da una modestissima stoffa. Da allora, quando voleva accertarsi se, una notizia giuntale, era corretta, si preoccupava di verificarla presso il nostro ufficio stampa.

    2) Quale libero professionista, dopo il mio insediamento, adottai una Delibera (con parere consultivo contrario del Coordinatore Amministrativo), con la quale, in base ad una legge allora vigente, raddoppiai il mio assegno mensile lordo, da L. 3.300.000 a 6.600.000 (da precisare che, il Coordinatore Amministrativo, riceveva uno stipendio netto, se non vado errato, di circa 5/6 milioni di lire. Prima di adottare la delibera, mi feci inviare, da un mio collega di una USL dell’Emilia Romagna, la delibera, regolarmente approvata dal Coreco, che prevedeva il raddoppio degli stipendi per tutti i liberi professionisti che avevano ricevuto l’incarico d’Amministratore Straordinario in tale regione.
    Prima che il Coreco di Napoli esprimesse il proprio parere (qualche mese), ordinai al Capo
    Dipartimento di Ragioneria di liquidarmi l’assegno raddoppiato, con la clausola che, in caso
    di mancata approvazione della Delibera da parte del Coreco, avrei restituito le somme
    percepite in più, con i relativi interessi. Questo fatto fu riferito (da chi ?) immediatamente
    alla stampa e dopo qualche giorno, un quotidiano a tiratura nazionale, in prima pagina
    nazionale, pubblicò un articolo scandaloso sul fatto, riportando anche la mia foto. Il fatto
    suscitò molto clamore, tanto che intervenne la Magistratura Penale (fui sospeso
    dall’incarico per 10 gg. e riammesso dal Tribunale della Libertà. In 1° e 2° grado di
    giudizio, fui condannato ad un anno di Carcere, la cosa però si concluse in Cassazione – V° Sezione, con la mia piena assoluzione, tanto che la mia sentenza diventò applicabile per tutti i casi simili al mio.
    Sul primo canale Rai, mi fu dedicata la nota cartolina del famoso e grande Giornalista
    Barbato, (che ho sempre stimato per la sua correttezza ed intelligenza), tanto che fui
    costretto a partecipare alla nota trasmissione televisiva, condotta dal Giornalista Sandro
    Paternoster, “ DIRITTO DI REPLICA”.
    Anche in una puntata televisiva del Maurizio Costanzo Show, cui partecipò l’allora
    Ministro alla Sanità Pubblica, On.Di Lorenzo, in modo scandalistico, fu discusso il mio
    caso.

    Tutto questo accadeva senza tener in alcun conto la Delibera, della Regione
    Emilia Romagna, conosciuta da tutti.
    Solo l’Alta Corte di Cassazione – V° Sezione, mi assolse con un verdetto di
    assoluta innocenza. La mia sentenza diventò atto pubblico, applicabile a
    tutti i casi simili al mio.

    3) Tra i primi atti da me prodotti, vi era anche quello inerente lo smaltimento delle diecine di
    quintali di Farmaci scaduti da molti anni (perché?), che fu appaltato ad una ditta Milanese,
    autorizzata al trasporto ed alla distruzione di tali prodotti. Il giorno dopo (solo allora fui
    avvisato telefonicamente, da un Sindacalista, mentre il Commissariato di Polizia n’era già a
    conoscenza), quando il Tir aveva quasi completato il carico, su alcuni Quotidiani apparvero
    articoli che mi accusavano di aver inviato alla distruzione farmaci costosissimi. Si trattava di
    un prodotto usato, in prima urgenza, dal reparto di Cardiologia. Il fatto risultò vero, senza
    alcuna colpa del Capo della Farmacia ospedaliera, il quale non era stato informato, da chi di
    dovere, che il prodotto, a seguito di nuovo provvedimento Ministeriale, aveva una nuova
    scadenza (portata da 1 a 2 anni). Il farmaco fu immediatamente scaricato dal Tir(un cartone) e
    riconsegnato alla farmacia.

    Mi scuserà per la lunghezza, che fa apparire, questa mia lettera, lo sfogo personale di un perseguitato Essa, invece, è dettata dalla rabbia che provo quando vogliono colpire un mio collega che fa fino in fondo il proprio dovere. Questo mio convincimento scaturisce anche dal fatto che, le due volte che sono stato ricoverato presso la struttura in S. Leonardo (l’ultima volta qualche mese fa), ho potuto apprezzare, la professionalità e la capacità del Primario di Medicina Generale, Dr. Dario Caputo, del suo aiuto Dr. Perna e di tutto lo staff medico, infiermeristico ed ausiliare. Tali miei apprezzamenti, non sono dettati dal trattamento a me, possibilmente riservato, ma dalla mia osservazione del modo di trattare e curare tutti gli ammalati. La stessa cosa dicasi dei Reparti dove sono stato sottoposto a Diagnostica Strumentale ed a visite Specialistiche.
    Un grande apprezzamento va anche all’ottimo cibo, di prima scelta e cucinato con maestria, tanto da far aumentare il mio peso, in otto giorni, di kg. 1,00 circa.
    Rimane, però, ancora irrisolto il problema dei gabinetti per gli ammalati e per i cittadini in attesa di essere sottoposti a visite specialistiche e ad indagini strumentali, cose ataviche, che non dipendono dal Suo operato ma, bensì, dalla scarsità di fondi e di personale.

    Voglia ritenere, questa mia, anche come incoraggiamento a lavorare con la massima tranquillità, per il benessere di chi soffre.

    La saluto cordialmente.

    Eboli 16/01/07

    ALLEGATO

    Il mio operato

     Completamento dell’arredo ed apertura del nuovo e moderno Reparto di Rianimazione (non completato precedentemente per motivi mai compresi);
     Avvio e successivo completamento del Reparto di Cardiochirurgia;
     Avvio e successivo completamento del Reparto di Neuro Chirurgia;
     Avvio e successivo completamento dell’Acceleratore Lineare;
     Ammodernamento del Centro di Medicina Psichiatrica;
     Ammodernamento e ridistribuzione logistica degli Ambulatori Distrettuali;
     Ammodernamento e sistemazione logistica dei Laboratori Pubblici di Analisi Cliniche giusto come proposto dal ricercatore Dott. Antonio Lioi Rafforzamento ed ammodernamento dei Laboratori Ospedalieri di Analisi Cliniche, con l’assunzione, tra l’altro, di 20 Tecnici di Laboratorio.
     Ammodernamento del Reparto di Oncologia, Centro Trasfusionale e di Anatomia Patologica;
     Studio e controllo delle Barriere Architettoniche;
     Controllo e nuovo impulso delle strutture private di Riabilitazione;
     Autorizzazione a Struttura Privata per la definitiva realizzazione del Centro di Medicina Iperbarica;
     Controlli delle Strutture Sanitarie Private Convenzionate e non.
     Nuovo impulso e riordino della Sorveglianza Sanitaria Provinciale, nelle Industrie, Cantieri, Centri di Trasformazione e vendita dei Prodotti Agricoli e della Pesca, Cantieri Edili, Caseifici, ecc.
     Razionalizzazione degli incarichi ai Legali, nelle varie Cause intentate contro la Usl, con vittoria Storica nella Lite contro la Società Finanziaria delle Farmacie (tutte le Farmacie esistenti nella provincia di Salerno erano pagate ma non controllate dalla USL 53);
     Circolari ai Colleghi delle altre Usl Salernitane, per il controllo della spesa Farmaceutica;
     Occupazione fisica personale della Banca Tesoriere, per ottenere il puntuale pagamento delle Retribuzioni dei Dipendenti.
     Regolamentazione dell’emissione dei Mandati di Pagamento ai fornitori di Beni e Servizi:
     Raddoppio del personale addetto alla manutenzione, anche con il ricorso a ditta esterna, per il rattoppo provvisorio del pavimento ospedaliero.
     Gara per la nuova pavimentazione di tutto l’ospedale.
     Eliminazione del sacchetto viveri al personale e Gara internazionale per l’istituzione del servizio internazionale ;
     Gara per l’istituzione del Soccorso sul territorio, con Ambulanze, Elicotteri bimotori, (accessoriati come previsto dalla legge) e con Centrale Operativa.
     Ripresa, con accelerazione dei lavori, della realizzazione della torre Cardiologia e della palazzina uffici ed ambulatori;
     Totale ristrutturazione ed ammodernamento delle cucine dell’Ospedale Da Procida;
     Totale ristrutturazione ed ammodernamento delle cucine del S.Leonardo;
     Dotazione dei reparti di moderna strumentazione ed attrezzatura;
     Gara per la bonifica igienico-sanitaria del territorio e delle strutture sanitarie, con il criterio del binomio COSTO/BENEFICIO.
     Gara per lo smaltimento di diecine di quintali (un Tir intero) dei medicinali scaduti e depositati da anni.
     Riordino delle Farmacie Ospedaliere e Controllo dei Consumi dei Medicinali e dei Presidi Medico Chirurgici.
     Sanatoria alla ditta che gestiva da diversi anni, senza alcuna delibera valida, la Centrale Termica dell’Ospedale, con affidamento temporaneo della gestione alla Cooperativa dei lavoratori ed indizione di Gara Internazionale per l’affidamento definitivo;
     Accordo Sindacale e successiva adozione di centinaia di delibere, per l’applicazione del nuovo Contratto del Personale, trascurato da anni.
     Ultimazione ed indizione di tutti i concorsi previsti dalla pianta organica;
     Iniziativa, con circolari rivolte ai colleghi delle altre USL della provincia, per il controllo e la riduzione della spesa farmaceutica (tutte le farmacie private erano pagate dalla USL da me gestita)
     Progetto per una Sanità efficiente, sia ospedaliera e sia territoriale, che prevedeva, tra l’altro, un miglior impiego dei medici di base e di quelli ambulatoriali, con una mirata dislocazione ed ammodernamento di tutte le strutture periferiche e con la trasformazione, dell’Ospedale Da Procida, in Centro Oncologico Regionale;
     Elaborazione, unitamente all’Università di Salerno, di un progetto di informatizzazione delle strutture e reparti ospedalieri, tra loro collegate e facenti riferimento ad un elaboratore centrale;
     Adozione di delibere e contatti, per l’istituzione della Facoltà di Medicina, presso l’ospedale in S. Leonardo;
     Umanizzazione della sanità.
     Ristrutturazione dell’ Edificio ( ex Ospedale) che ospitava le Scuole Infermieristiche e di Tecnica Sanitaria.
     Creazione dell’Ufficio Legale, con l’Assunzione degli Avvocati vincitori di apposito Concorso Pubblico.
     Sloggiamento di un doppione di Scuola Ostetrica, abusivamente concessa ad un Medico, Parlamentare della DC di De Mita.
     Indizione puntuale di Gare Pubbliche per gli acquisti di Beni e Servizi. Una lode particolare va data al Dirigente e suoi collaboratori del Dipartimento Provveditorato, per la massima trasparenza nelle Gare e negli Affidamenti.

    Invece di ricevere un Encomio, fui sloggiato mediante la persecutoria azione messa in atto della DC di De Mita, attraverso la Magistratura Salernitana ed un xxx xxxxxx Ebolitano (un certo Avv, Giovanni Clemente, Assessore slls Santità Regionale, ex Presidente del Consorzio di Bonifica ed ex ospite della Prigione di Fornii per i misfatti compiuti, con successivo patteggiamento di pena) servili pseudo giornalisti del “Il Mattino” e del “Roma”. Così inizio la persecuzione dei Socialisti del Salernitano, Avellinese e Beneventano. Avevamo osato far traballare il Trono di De Mita (30% ai Socialisti nelle Elezioni Politiche) ed i suoi accoliti (moltissimi reggevano Reparti, Dipartimenti e cariche di prestigio negli Ospedali Salernitani), tra i quali ricordo particolarmente xx xxxxxxxx xxxxxxx xxxxxxxx Claudio Furcolo

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    • Carissimo Elio,
      Non ho capito da dove hai dedotto che non attribuisco meriti agli amministratori della Sanità Socialisti e Comuniti. Ti faccio notare che nel mondo dell’informazione sono l’unico ad andare oltre l’informazione stessa esprimendo, osservazioni, opinioni e soprattutto critiche, anche abbastanza feroci nei confronti di amministratori di qualsiasi schieramento politico, se le loro iniziative sono criticabili.
      Nel caso della Sanità, specie quella che afferisce la Piana del Sele, mentre tutti si sono buttati sull’Ospedale Unico della Valle del Sele, senza un progetto, senza un euro, senza che si facessero corrette analisi circa tutta la Sanità provinciale per restare da noi o regionale se vogliamo allargare l’orizzonte.
      Ebbene, sul falso obiettivo dell’Ospedale Unico, si è falcidiado quello che noi avevamo, e a cui anche tu, come ricordi nella tua lunga lettera, hai contribuito, e mentre L’Azienda Ospedaliera salernitana si salvava perché sede anche della Facoltà di Medicina e perché a Salerno c’era De Luca, che che tu ne dica, l’Agro-nocerino-sarnese che aveva una struttura sanitaria diffusa ma in pessimissime condizioni, con ospedali chiusi o altri mantenuti in vita con le candele, è stato oggetto di alcune iniziative “guidate” per riprendere l’imprendibile sol perché chi aveva mire “principesche” per l’intera provincia, ritenendo quell’area un suo bacino elettorale ha fatto di tutto per riesumare strutture fatiscenti e senza nessuna particolere vocazione. Per contro, l’area a sud di Salerno corrispondete al Vallo di Diano e della Lucania non si sono toccate e anzi si è cincischiato per non farle entrare nel computo generale dei “sacrifici” per rincorrere il finto problema della revisione della spesa.
      Così l’accorpamento sulla carta dei quattro ospedali che tu sai a turno venivano rapinati in strutture, specializzazioni e in posti letto più di 200 in meno, si consumava l’omicidio assistito, fortunatamente evitato sulla rotta della cuffia, ma lasciando a terra morti e feriti e tanto sangue.
      Caro Elio, non hanno avuto il coraggio di consumare quell’ “omicidio”. Purtroppo gli ultimi anni si individuano solo in quelli di destra i maggiori responsabili della Sanità, e ben sapendolo, ricorrono sempre ad attribuire i mali di quella sanità che nessuno di noi vorrebbe in Bassolino. Nel Lazio non c’era Bassolino, e non c’era nemmeno in Lombardia e in tutte le altre Regioni.
      Questo è quanto, ma purtroppo noi dobbiamo pensare al futuro cercando di conservare alimentando quello che al momento abbiamo a disposizione, andare troppo indietro negli anni, a mio avviso, non è un buon esercizio, si corre solo il rischio di precipitare nella conservazione e magari nella magnificazione di noi stessi.
      Tu sai bene, ho vissuto insieme a te quei tempi, tuttavia preferisco non parlarne mai, parlerà la storia, adesso è ancora cronaca, è troppo vicina ai fatti e corriamo il rischio di allontanare quei processi che al contrario si fanno solo quando i protagonisti non ci sono più.
      Di quella storia, se ci sarà qualcuno che si prenderà la briga di scriverla anche per le questioni locali, avremo, tu di più, qualche sparuto riferimento, nell’altra storia, quella più importante, noi non ci saremo.
      Con affetto Massimo

  7. Caro Massimo, hai avuto la capacità di commuovermi e, mentre scrivo, piango nel ricordo di un passato che prometteva tanto per l’avvemire delle terre Meridionali e per quello che nebulosamente mi appare nel futuro dei nostri figli e nipoti.
    Ti abbraccio con fraterno affetto.
    Elio

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  8. Caro Massimo, Caro Elio è sempre un fatto MOLTO positivo quando con serenità si affrontano problemi seri ed importanti come la Sanità Condivido il punto di vista di Massimo, ma devo far rilevare una Sua considerazione quantomeno un poco superficiale. Dice Massimo:
    ” Nel caso della Sanità, specie quella che afferisce la Piana del Sele, mentre tutti si sono buttati sull’Ospedale Unico della Valle del Sele, senza un progetto, senza un euro, senza che si facessero corrette analisi circa tutta la Sanità provinciale per restare da noi o regionale se vogliamo allargare l’orizzonte”.
    Non è assolutamente vero che TUTTI si sono buttati sull’Ospedale Unico della Valle del Sele, anzi quasi la maggioranza degli “interventi” su questo tema riprendevano le opinioni espresse da Massimo: LA MANCANZA DI UN PROGETTO,L’ASSENZA DEL FINABNZIAMENTO, L’ASSENZA DI UNA CORRETTA ANALISI sulle reali necessità assistenziali della Valle del Sele.
    Il DR n° 49/10, prevedeva che andava costruito ( con il parere favorevole dei Ministri competenti) un nuovo Ospedale accorpando 4 Presidi esistenti. Spettava poi ai SINDACI ed all’ASL di SA ( allora 2) l’elaborazione di un PIANO DI FATTIBILITA’, indispensabile per consentire la richiesta al CIPE del dovuto finanziamento ( cosa avvenuto nel frattempo per altre Strutture italiane). Davanti al tentativo di qualche Sindaco ( Melchionda) piuttosto debole, per la verità, perché l’ipotesi progettuale dell’Ospedale Unico non raccoglieva purtroppo i consensi in Città, ma si verificavano solo polemiche di Gruppi Politici e Personali, di insediare un gruppo tecnico fra i 4 Comuni, abbiamo verificato le assurde ed interessate ipotesi di Santomauro, Lullo e Auricchio , che, anche tramite i loro rappresentanti ( Camillo Valitutti e Mimì Lullo) in primis hanno affossato il tutto ( Consentimi ,ma parlo come TESTIMONE DIRETTO). Praticamente l’Ospedale Unico non è stato attuale ma le discussioni erano ACCORPAMENTI e/o soppressioni di reparti, il blocco delle assunzioni,lo Straordinario e l’ALPI, il mio Ospedale è meglio del tuo, il mio ospedale non si tocca, etc…etc…etc…Caro Massimo, devo dire che anche tu, non hai ben compreso, l’importanza di procedere speditamente ad una organizzazione sanitaria ospedaliera fra i 4 Ospedali, TEMPORANEA e TRANSITORIA, e contemporaneamente attivarsi VERAMENTE TUTTI, con la propria condivisione, alla elaborazione di un PROGETTO serio di FATTIBILITA’ per fare il passo successivo al DR 49/10: LA RICHIESTA DEL FINANZIAMENTO al CIPE. Cosa , che hai ragione, non è stata mai fatta. Il tutto per riportare il dibattito in una corretta ipotesi di lavoro futuro. Ciao e buon lavoro.

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  9. Follia allo stato puro. Sognate ad occhi aperti oppure siete presi da un’euforia collettiva dal sapor vetero social-comunista? Le grandi opere nella Sanità, in Campania e non solo, hanno significato spreco di denaro pubblico. Cattedrali nel deserto del magna-magna politico. In località Acquarita ne abbiamo un esempio limpido. Piuttosto, lo dico soprattutto a chi di Sanità campa professionalmente, perchè si ha timore di partire da una indispensabile e seria riprogrammazione del Piano Sanitario Regionale, dei Piani Aziendali e dei PAT Distrettuali? Perchè non mettete il ditino nella vera piaga del nostro welfare socio-sanitario: L’INGERENZA POLITICA E PARTITICA! Sono troppi gli interessi che girano nelle Sale Operatorie? Sono troppi i privilegi che girano tra le corsie dei P.O. e negli uffici dei Poliambulatori distrettuali? Penso di si, penso che siano tanti e troppi gli interessi, tali da giustificare irreali rivoluzioni del sistema, carpendo a modello esperienze che sono radicate in un sistema culturale ben diverso dal nostro. Eppure, anche in queii modelli (vedasi l’Ospedale di Mestre) le bustarelle hanno girato, cavolo se hanno girato (ricordatevi la recente indagine di Report sui costi per la manutezione e sui costi di progettazione e realizzazione). Intanto vi invito a riflettere sul dato denunciato in una recentissima Conferenza Stato / Regioni e dalla CISL regionale: in Campania ci sono 6000 ruoli dirigenziali sanitari superflui. SUPERFLUI! Cioè medici incaricati come dirigenti per posti non previsti, non necessari, INVENTATI! Di che parliamo?

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    • Parliamo di programmazione sanitaria SERIA.
      E’ difficile in poco spazio discuterne , appunto, seriamente senza semplificare. Spero di avere la possibilità ed il luogo adatto per discutere con Lei, in modo sereno e SERIO.Io ho vissuto professionalmente di sanità ( credo con grande impegno e serietà) e non mi piacciono i TUTTOLOGI.

  10. Avremo certamente modo di parlarne con serietà e, probabilmente, nell’ufficialità delle proprie posizioni; anche il sottoscritto ha vissuto e vive di socio-sanitario (credo con altrettanto impegno e serietà).
    Perdipiù, quella qui da me espressa è la linea condivisa del M5S di Eboli. La saluto cordialmente.

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    • ……………………adesso capisco, tutto……….. Due punti di vista rispettabili, spero, ma assolutamente contrapposti……………

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