Melchionda – Ultimo atto: Le dimissioni. Salta l’accordo

Melchionda a un passo dall’accordo getta la spugna e si dimette. Conte su tutte le furie.

Le dimissioni: Cronaca di una “morte” annunciata.

EBOLI – Il Sindaco di Eboli Martino Melchionda si è dimesso. Si è arreso dopo estenuanti bracci di ferro esercitati con i suoi avversari politici interni ed esterni alla sua maggioranza. La scusa è il mancato svolgimento del Consiglio Comunale che avrebbe dovuto ottemperare ad un richiamo del Prefetto pena scioglimento per approvare il riequilibrio di bilancio dell’ente.

On. Carmelo Conte
On. Carmelo Conte

Evidentemente i Consiglieri Comunali della sua maggioranza non se la sono sentita di approvare il documento di bilancio, accompagnato da una relazione negativa dei Revisori dei Conti. La scusa è servita a far andare deserto il Consiglio Comunale concordato ad hoc, ma non è un incidente tenuto conto che da mesi non si riusciva a celebrarne uno, precisamente da quando fu convocato per il Caso Aracne”. Si ricorderà che anche in quel caso i Consiglieri Comunali non se la sentirono di prendersi delle responsabilità di avallare un risarcimento milionario per errori, omissioni, accordi presi e ritardi da parte dei vari livelli amministrativi, Sindaco, Uffici, Presidente del Consiglio, Avvocato difensore ecc. ecc., era il 5 luglio, poi se ne convocò un altro per approvare la Variante APA, in deroga agli Strumenti Urbanistici, era il 17 luglio. Da allora una serie di convocazioni tutte andate deserte.

Le dimissioni del Sindaco sono un atto conclusivo di mesi di confronti, di scontri e di incontri, soprattutto con il suo Partito, il PD. Sono la sommatoria di mesi di divaricazioni, anche comprensibili, di diversi soggetti politici, che per necessità si sono trovati insieme (Margherita e DS), ma anche di deterioramento di rapporti politici tra i partiti della coalizione, ma soprattutto il risultato di un continuo e progressivo svuotamento dei partiti, tanto che lo stesso Sindaco ritenne di dichiarare che i partiti non esistevano più e che bisognava dare conto solo agli eletti.

Conseguentemente vi è stato un progressivo allontanamento dai punti di riferimento originali e successivamente proprio da quello che doveva essere il suo partito ha ricevuto le peggiori critiche, talvolta meritate  anche in conseguenza di un atteggiamento a tratti arrogante e sprezzante come per esempio: quando si inaugurò la Sezione del PD e Melchionda preferì presenziare ad una manifestazione del Popolo delle Libertà, in quell’occasione disse che aveva altro da fare; quando si schierò contro il PD, sostenendo il nipote di Carmelo Conte candidato di una lista civica, sia pure alleata, ma antagonista al PD stesso.

On. Antonio Cuomo
On. Antonio Cuomo

Ma in politica tutto è possibile e il tempo aggiusta le cose, così come sembrava si fossero aggiustate negli ultimi giorni, anche per merito delle Primarie e del Congresso del PD. In questi giorni le varie anime del PD avevano incominciato a discutere anche per favorire una ricomposizione totale, contemplando un coinvolgimento nell’Amministrazione degli uomini dell’area di riferimento all’On. Antonio Cuomo, estromessi dal Sindaco un anno e mezzo fa, ed estranei ad ogni coinvolgimento, rispetto agli atti amministrativi, da quella data. E dalla loro estromissioni Mauro Vastola, Remo Mastrolia e Gaetano Cuomo, non avevano più partecipato alle sedute del Consiglio in una sorta di Aventino ebolitano.

Negli ultimi giorni parlando parlano le posizioni si erano avvicinate anche se, restavano tre posizioni politiche diverse ma per certi aspetti complementari fra loro:

– la prima, del Sindaco e dei suoi che miravano alla ricandidatura per un secondo mandato e che tardivamente riconoscevano il ruolo primario del partito come luogo naturale di discussione dando la disponibilità per un azzeramento totale del quadro politico al fine di evitare che Eboli diventasse una “vergogna nazionale”;
– la seconda, di Cuomo e i suoi, che mirava partendo dal Sindaco, all’azzeramento della giunta e ad a sottoscrivere un programma forte di fine mandato, che fosse di rilancio dell’Amministrazione, cercando di coinvolgere e ricostruire un’alleanza con le altre forze politiche ormai disperse e se accettato dagli altri andare verso una riconferma di Melchionda;
– la terza, dei contiani, che parlava di individuare un programma di rilancio, continuare a portare a termine il mandato e poi discutere chi dovesse guidare il PD e la coalizione, senza per questo dare certezze ne a Melchionda ne ai cuomiani su un loro coinvolgimento diretto. Questa posizione contemplava tra le righe una eventuale discesa in campo dell’ex Ministro Conte, posizione evidentemente, per certi versi “avversata” dai nipoti che avrebbero dovuto “sbaraccare” in una eventuale ipotesi.

La cronaca delle ultime 24 ore invece porta al mancato svolgimento del Consiglio Comunale e alle dimissioni del Sindaco, mentre sembrava avessero chiuso un accordo sia pure molto sofferto ma articolato.

Alle 14,00 del 29 ottobre, in un incontro ufficiale di tutti i Consiglieri con la presenza del Sindaco Melchionda, dell’On. Antonio Cuomo e del Segretario del PD Donato Guercio, si era addivenuto alle conclusioni di rilanciare l’Amministrazione e il Sindaco attraverso una operazione di azzeramento della Giunta, alla individuazione di alcuni argomenti qualificanti di rilancio dell’azione ppolitica ed amministrativa e della ricomposizione di una Giunta “snella” composta da 5 assessori di alto profilo morale e professionale, da ricercare anche nella società civile, superando gli equilibri interni e conseguentemente con il nuovo corso, operando anche un rinnovamenbto delle rappresentanze istituzionali nelle varie partecipate e nei vari enti, riservando ulteriori 5 posti in giunta a personaggi delle stesse caratteristiche indicati dalle altre forze politiche, evidentemente alleate.

L’accordo sembrava raggiunto, si doveva solo perfezionare, i contiani vistisi stretti avrebbero voluto che si votasse prima il riequilibrio e poi riparlare di tutto il resto. Mario Conte è abituato a queste sortite “padronali”. Nei giorni scorsi alle polemiche seguite sulla vicenda dei biglietti omaggio ai consiglieri, aveva dichiarato niente consiglio niente biglietti.

Martino Melchionda
Martino Melchionda

Sempre secondo la cronaca, sembrava tutto fatto, bisognava solo andare in Consiglio Comunale e affrontare l’ordine del giorno, ma pare che nel pomeriggio, ci sia stato un intervento d i Carmelo Conte che ha fatto saltare tutto. Le voci dicono che il sindaco era furioso e naturalmente lo è stato ancora di più nel momento in cui ha verificato che le assenze erano determinanti a far saltare il tutto. All’appello in 13 compreso Melchionda: Elisabetta Lemmo, Tarcisio Di Cosimo, Pasquale Lettera, Carmine Magliano, Manzione Maria Sueva, Antonio Ciccarone, Francesco Rizzo, Mario Conte, Salvatore Marisei, Salvatore Di Dio, Vincenzo Ruggia, Giancarlo Sibona. Non sono bastati ed il Sindaco ha gettato la spugna.

Melchionda è stato vittima di se stesso, consapevole di aver smantellato una coalizione, non consapevole  evidentemente, di essersi “legato”  in un abbraccio mortale con i contiani suoi reali antagonisti, consapevole del suo carattere arrogante, sprezzante, vendicativo e dispotico, poco incline al dialogo e alla mediazione, pronto a liquidare chiunque fosse suo avversario, prima con Giancarlo Presutto,  senza nessuna motivazione politica apparente, con Emilio Cicalese, per fare spazio all’Assessore che pratica il voto di scambio Arturo Marra,,  con Damiano Capaccio per motivi interni di partito (DS), poi con gli allora socialisti di Carmelo Conte perché si era candidato a Destra, poi con gli Assessori Vincenzo Consalvo, Gianluca Morrone e Pierino Infante, colpevoli di essere cuomiani, poi con l’estromissione da Capo Gruppo di Mauro Vastola perchè lo contrastava nelle riunioni ufficiali; poi in “combutta” con i suoi, ormai divenuti carnefici, contiani a tenere fuori il Partito ed il Deputato Tonino Cuomo dai processi politico-amministrativi.

Negli ultimi dodici mesi la maggioranza è progressivamente diventata minoranza. Si è passati da una maggioranza “bulgara” con 24 consiglieri di maggioranza ad una minoranza “personale” di soli 12 consiglieri. Il Sindaco, in dodici mesi, ha letteralmente dilapidato una fortuna

Le dimissioni lasciano aperto un coperchio che sicuramente non porterà a conclusioni piacevoli. La corte dei Conti sicuramente avvierà le sue indagini e prenderà le sue decisioni, che non escludono le responsabilità di chi ha amministrato, ma la preoccupazione più grande riguarda i danni che riceverà il comune per tutti i contenziosi in atto: l’Aracne, la Mazzitelli, Soglia, la Seta, i debiti con la Sarim e tutte le parcelle milionarie degli avvocati, che lasciano presagire un dissesto finanziario del Comune di dimensioni spaventose che raggiungerebbe la cifra di 20 milioni di Euro.

A questi danni vanno aggiunti quelli che si è fatto affidando la manutenzione della pubblica illuminazione, un contratto per 20 anni ad una ditta, in qualche modo legata ad una vecchia conoscenza dei contiani, e alla rinuncia degli usi civici sulle terre dell’Orientale, che negli ultimi tempi si era organizzato anche qualche dibattito per cercare di “nobilitare” con una proposta politica per “impegnarle” in qualche modo,  passando per l’incasso, danneggiando i cittadini ebolitani e avvantaggiando solo chi le detiene.

Insomma nonostante tutti i tentativi è stata solo la cronaca di una “morte ” annunciata. Ora si può solo dire: si dispensa dalle visite.

PS – Nella cronistoria delle “teste tagliate” dal Sindaco Martino Melchionda avevo dimenticato Giancarlo Presutto ed Emilio Cicalese, e me ne scuso. In quella circostanza si adottò per il primo il principio “dell’Homo omini lupus”, per il secondo, per avere una testa di legno tra l’altro “votoscambista” consumato.

62 commenti su “Melchionda – Ultimo atto: Le dimissioni. Salta l’accordo”

  1. Un “Perseguitatati Politico”
    Gentilissimo Conduttore
    (Anno Zero, Ballarò, Le Iene, Matrix, Porta a Porta)
    nella Sua Trasmissione, si parla di tutto e di tutti, con esclusione della Magistratura, imperante in questa nazione alla deriva.
    Non sono un Forcaiolo ed un Giustizialista, come Di Pietro ed i suoi seguaci (Mentana, Travaglio, Beppe Grillo, Santoro, un Neuropatologo ecc.).
    Sono un “Prigioniero Politico” che, a distanza di diciotto anni ed all’età di 73 lustri, deve lottare, ancora oggi, per difendersi dalle false accuse e dalla dittatura strisciante, non politica, che governa l’Italia e gli Italiani, con il tintinnio delle manette. Tutti i politici, di qualsiasi livello, gli amministratori di enti pubblici e di consorzi vari, i commissari e sub, nominati da qualsiasi livello pubblico, tremano al sorger del sole e, spesso, anche durante il sonno.
    Cosa strana, in Italia, le cose capitano in particolari e puntuali situazione,come per Bettino Craxi, quando gli italiani avevano capito che era lo Statista adatto, unitamente a Giulio Andrteotti, per condurre l’Italia al successo; Come per Berlusconi a Napoli, quando era Presidente del Governo; Come per Bossi, quando la Lega Nord raccolse molti consensi; Come per l’ex Ministro Mastella, per incolparlo della caduta del fallimentare Governo Prodi; Come per Bassolino, rinviato a giudizio in periodo elettorale e non prima.
    Non si sa chi è il regista, si può anche immaginarlo, ma gli attori si conoscono benissimo: sono i Pubblici Giustizialisti.
    Detti personaggi dovrebbero pensare solo ad applicare la “Legge”, con imparzialità e nel rispetto dei cittadini, invece di voler dettare i destini dell’Italia.

    Ho avuto l’onore:
    · Di avere avuto un articolo, per il raddoppio del mio stipendio, quando ero Amministratore Straordinario della ex USL di Salerno, in prima pagina nazionale, con foto, dal ” Il Mattino di Napoli”;
    · Di essere, quasi quotidianamente, oggetto del “ Il Roma”di Napoli, che raccontava falsità;
    · Di leggere su “il Giornalelibro Sud” (£ 2.500, formato fumetti di Paperino) le più fantomatiche cazzate, scritte da alcuni Scribacchini ( Clodomiro Tarsia, Luciano Pignataro, Nando Santonastaso, Pietro Ferraiolo + foto di Giovanni Liguori);
    · Di ricevere la famosa “Cartolina” del caro e stimato giornalista Barbato, defunto da anni;
    · Di aver partecipato alla trasmissione “Diritto di Replica”; su Rai Uno
    · Di essere stato oggetto, con dileggio, in una puntata del “Maurizio Costanzo Show”;
    · Di aver letto, affisso sulle mura cittadine di tutta la provincia di Salerno, un manifesto, dell’ex MSI (Giustizialisti) intitolato: “Il Presutto d’ Oro”;
    · Di aver trascorso tre mesi, a spese dello stato, nella Prigione!!! di Fuorni (SA), con l’onorificenza di aver, presuntivamente, turbato un’asta ( che strano, il Compagno Presidente del Porto di Genova, per tale motivazione, più associazione e truffa , ha avuto solo l’onore del ricovero a letto di casa sua; Gli indagati della “Monnezza” sono o liberi di girovagare o a casa, con tutti i conforti; L’ex Governatore della Banca d’Italia ed i suoi amici Banchieri, sono liberi di godersi le loro ricchezze), al solo scopo di sottrarmi, tramite il mio Difensore di fiducia(?), accuse contro l’ex Ministro Carmelo Conte. Tutto ciò avveniva nel 1992/93.
    · Di essere stato condannato, in primo e secondo grado, dagli imparziali Giudici Salernitani, ad “un anno di reclusione”.
    L’ Alta Corte di Cassazione, stranamente, mi assolse con formula piena.

    ” Furono tutti scornati”

    Segue…..

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  2. CARO AMICO EBOLITANO CERTO CHE ALLA SFRONTATAGGINE NON C’E LIMITE, QUESTO SIGNORE, A CUI IO AUGURO IL MEGLIO E NON PROVO VERSO DI LUI ALCUNA ACRIMONIA,PENSA CHE SIAM VISSUTI SULLA LUNA, O SIAMO DEI “SEMPLICIOTTI” CUI FAR CREDERE CHE IL CIUCO VOLI!
    VOMITANO RABBIA XKE’ SONO STATI DISARCIONATI E NON POSSONO CONTINUARE LA LORO “POLITICA”. ROB DE MAT! LA NOSTRA PARTE POLITICA E’ QUELLA DELLE PERSONE PERBENE SE LO RICORDI E ABBIA RISPETTO

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