L’estate nera di Capaccio-Paestum e la crisi del settore turistico

Casella: “Finita l’estate è tempo di giudizi. L’economia langue. Al tempo di crisi si aggiunge l’abbandono del territorio”.

L’associazione “Voce del Popolo” tira le somme economiche e politiche alla crisi che ha colpito operatori commerciali ed economici a seguito del maltempo che ha caratterizzato l’estate.

giuseppe casella
giuseppe casella

da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

CAPACCIO PAESTUM – Finita l’estate è tempo di giudizi, – scrive in una nota il presidente dell’Associazione “Voce del popoloGiuseppe Casella – che tira le somme economiche e politiche alla crisi che ha colpito i vari operatori commerciali ed economici a seguito del maltempo che ha caratterizzato l’estate, la quale, sebbene non sia ancora del tutto finita, per la parte che è trascorsa è significato un abbattimento netto del volume di affari, che gli addetti ai lavori hanno valutato intorno al 35%.

L’estate non è andata troppo bene – aggiunge Casella – e l’economia langue alquanto e il comune di Capaccio – Paestum non ha certo potuto godere di questa estate che ha visto il nostro territorio porsi come meta di “toccata e fuga“, poiché le permanenze negli Hotel e in tutte le altre strutture recettive è stata abbastanza bassa, immaginando i danni che  si è subiti.

Il gran pienone, come era prevedibile, si è registrato solo nella settimana di Ferragosto, ma insieme alle condizioni climatiche avverse la crisi è anche il risultato del periodaccio che l’Italia sta attraversando e il sud più di tutto. Crisi che non ha risparmiato nessuno e costringe le famiglie a misurare al centesimo le spese, e riducendo così al minimo le vacanze.

A queste condizioni negative di carattere generale si aggiungono poi le condizioni oggettive in cui versa il territorio e Casella ritiene sia impossibile transitare per il Lungomare per il  traffico, così come è stato impossibile parcheggiare, per non parlare delle condizioni a dir poco precarie del manto stradale di tutto le strade del Comune.

A tutto questo – conclude Giuseppe Casella – si sono messi anche i grandi acquazzoni, che, non solo hanno allagato le e i terreni coltivati, ma hanno allagato anche strade centrali paralizzando il traffico cittadino e bloccando le vie di comunicazioni. Tombini traboccanti di acqua, canali dimenticati, ma dov’è l’organizzazione che merita una città conosciuta in tutto il mondo e che puo’ vantare le tre bellezze più grandi: mare, montagna e templi? Domanda che lo stesso Caselle ritiene indispensabile perché la Città si renda conto delle sue potenzialità per poter iniziere ad essere competitiva con altri posti che non hanno le stesse bellezze che ha Paestum.

Capaccio Paestum, 6 settembre 2014

3 commenti su “L’estate nera di Capaccio-Paestum e la crisi del settore turistico”

  1. VILLEGGIO A PAESTUM DA CIRCA 33 ANNI,POSSEDENDO IVI UNA ABITAZIONE,E DENOTO OGNI ANNO UNA MORIA DI PRESENZE IMBARAZZANTE..
    DAI MITICI ANNI 80 VIA VIA, LE STRADE DELLE QUATTRO FRAZIONI,LAURA TORRE LICINELLA ZONA TEMPLI HANNO SUBITO CALI.
    IL MANCATO SVILUPPO OMOGENEO URBANISTICO SU UN TERRITORIO VASTO E “LUNGO”,FA IN MODO CHE CI SIANO DIFFICOLTA’ GIORNALIERE PER I VACANZIERI,radi, NELL’ESPLETAMENTO DI VARI SERVIZI:
    PREZZI ALTI,INACCESSIBILI ALLA LOGICA IN PRIMIS, IN ALCUNI CASI VOLEVANO CON DUE MESI GLI ESERCENTI VIVERCI UN ANNO,UN ESEMPIO,NEL LONTANO 94 QUANDO AD EBOLI PAGAVO 50 LIRE A FOTOCOPIA A CAPACCIO SCALO,QUINDI NON PROPRIO IN ZONA TURISTICA NE PAGAI 300,UN EMBLEMA DI STOLTA FURBERIA MERCANTILE.
    LE MALE LINGUE,COME AL SOLITO PRESENTI,MA NON SO SE SIANO POI TANTO CATTIVE, ADDEBITANO IL MANCATO SVILUPPO COMPLETO AGLI HOTELS,CHE NON VORREBBERO VACANZIERI STAGIONALI,MA SOLO POCHI STRANIERI DA ESCURSIONE H 12, E I MATRIMONI.
    DEL RESTO PIU’ CHE HOTEL SONO TUTTI SOLO DEI GRANDI RISTORANTI CON PISCINA,GLI SPONSALI VERO AFFARE ANCHE QUESTO CALANTE,INFATTI DISPONGONO DI POCHISSIME STANZE,E QUESTE DIFFERENZIANO GLI HOTEL DAI RISTORANTI TOUT COURT,TRANNE UNA STRUTTURA RINOMATA ALLA LICINELLA CHE IN EFFETTI E’ A 5 PIANI.
    QUESTA IPERTROFIA DI RISTORANTI,MEZZI ALBERGHI, SI E’ AVUTA COI MONDIALI 90,MOLTI HANNO USUFRUITO DI AGEVOLAZIONI FINANZIARIE DALLO STATO,MA LA CRISI NE HA FATTI CHIUDERE O CAMBIARE DI GESTIONE IN TANTI.
    RESTA IL RAMMARICO DI COME UNA ZONA CHE ALLOCA I TEMPLI GRECI MEGLIO CONSERVATI AL MONDO,UN MUSEO CHE CONSERVA TESORI DAVVERO DI VALORE,OLTRE CHE DI PREGIO STORICO,UNA PINETA DA INVIDIA ASSOLUTA PER LA VETUSTA UBERTOSITA’,RIMANE UN VULNUS ALLO SVILUPPO DELLA ZONA DAVVERO INTOLLERABILE.
    ORA LO DICO CON PROFONDO RISPETTOSO RAMMARICO:
    MI DOMANDO COME TANTI,MA SE SIMILI BELLEZZE FOSSERO SITUATE IN ALTRE ZONE DELLA PENISOLA O ALL’ESTERO CI AVREBBERO FATTO LA GRANA A PALATE E COMUNITA’ E NON I SEMPRE SOLITI “AMMANIGLIATI”,CON CHI CONTA….
    DAVVERO UN PECCATO AVERE L’ORO E VIVERE IN PERENNE INDIGENZA,UNO STATO DI BISOGNO ANCHE UN PO VOLUTO E PER QUESTO SCELLERATO?

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