Emergenza S. Nicola Varco-Torre Barriate come centro di accoglienza

Il comune allestisce la struttura di Torre Barriate come ricovero per 20 extracomunitari.

E’ EMERGENZA UMANITARIA

EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo il Comunicato Stampa dell’Area Comunicazione dello Staff del Sindaco di Eboli Martino Melchionda, in relazione allo sgombero dell’area dell’ex mercato di S. Nicola Varco di Eboli, occupato da da 800/900 extracomunitari, che prestano il loro lavoro nella Piana del Sele. Il Comune con l’aiuto della Caritas e di molti volontari, ha messo a disposizione la struttura di Torre Barriate come ricovero per 20 extracomunitari.
La situazione è veramente drammatica, in questo momento bisogna nella maniera più assoluta, cercare con ogni mezzo di fronteggiare questa emergenza umanitaria, rimboccadosi solo le mani e dando riserva a tutte le risorse possibili ed immaginabili, tralasciando ogni polemica. Per quelle ci sono tempi e luoghi diversi.

COMUNE DI EBOLI PROVINCIA DI SALERNO

Staff Sindaco – Area Comunicazione

COMUNICATO STAMPA

San Nicola Varco
San Nicola Varco

Il Comune di Eboli e la Caritas hanno allestito – nel pomeriggio di oggi – un primo centro di accoglienza per i migranti nella struttura comunale di Torre Barriate. Si tratta di un primo tempestivo intervento che si è reso necessario in seguito al sequestro dell’area di San Nicola Varco eseguito questa mattina per ordine della procura della repubblica di Salerno.

A Torre Barriate saranno ospitati fin dalla serata di oggi oltre 20 immigrati che da oggi si ritrovano senza un tetto. Nella struttura di Torre Barriate, che peraltro è già al centro di progetti di accoglienza programmati proprio dal Comune di Eboli e dalla Caritas, nel giro di poche ore sono stati allestiti oltre 20 posti letto per ospitare gli immigrati in maggiore difficoltà.

All’intervento, oltre al Comune di Eboli ed alla Caritas, hanno partecipato la protezione Civile di Eboli e di Bellizzi, Fra’ Gianfranco Pasquariello dei frati cappuccini del Convento di San Pietro alli Marmi e Don Ezio Miceli della Parrocchia di Santa Maria della Speranza di Battipaglia. Lo stesso assessore alle politiche sociali del Comune di Eboli, Luca Sgroia, coadiuvato dal consigliere comunale Maria Sueva Manzione, e da funzionari e volontari, ha coordinato l’allestimento del centro di accoglienza.

S. Nicola Varco
S. Nicola Varco

Fin da stasera agli immigrati ospiti di Torre Barriate saranno chieste le misure per una fornitura di nuovo abbigliamento, anche in vista del periodo particolarmente freddo e piovoso e verrà dato loro un pasto caldo. La macchina degli interventi si era messa in moto immediatamente dopo la notizia del sequestro dell’area di San Nicola Varco, quando il Sindaco di Eboli, Martino Melchionda, aveva comunicato di avere allertato tutte le strutture comunali di aiuto sociale. A poche ore dalle parole del Sindaco di Eboli ha fatto seguito un primo e concreto intervento, che si inserisce in una strategia più complessiva volta a fronteggiare la grave situazione di emergenza sociale che si è venuta a creare in seguito agli avvenimenti di questa mattina.

EBOLI, 11 NOVEMBRE 2009

8 commenti su “Emergenza S. Nicola Varco-Torre Barriate come centro di accoglienza”

  1. Trovo che questa notizia – assieme all’azione umanitaria portata avanti dal sindaco di Sicignano – siano le uniche note positive di una giornata terribile per Eboli e per l’Italia.
    Senza giudicare provvedimenti della magistratura, devo però dire che un sequestro per disastro ambientale e occupazione di suolo pubblico dopo 15 anni che San Nicola Varco veniva utilizzato da questi poveri lavoratori truffati e sfruttati occupando suolo pubblico e – date le condizioni igieniche e di degrado complessivo – procurando involontariamente danni a se stessi e all’ambiente, mi sembra un atto che quanto meno lascia estrremamente perplessi. Il bel risultato è che da ieri queste persone, che sono essenziali per l’economia del territorio e il cui sfruttamento è acclarato, sono in mezzo a una strada e ancora più facilmente preda di caporali e criminalità.
    Per fortuna alcuni amministratori pubblici lavorano in silenzio e duramente per tentare – in un contesto difficile – di risolvere ora l’emergenza umanitaria. Il mio grazie va a Luca Sgroia – assessore alle politiche sociali e all’immigrazione del Comune di Eboli – che in poche ore, con l’aiuto della Caritas e di tanti altri – ha allestito un piccolo centro di prima accoglienza a Torre Barriate; va al Sindaco di Sicignano Alfonso Amato, che coraggiosamente ha fatto altrettanto nel suo Comune, attirandosi anche ingenerose critiche da parte di alcuni. Va a Don Ezio Miceli, che a Battipaglia ne sta ospitando alcune decine nella Chiesa di cui è parroco. Ora aspettiamo con ansia le determinazioni che scaturiranno dalla riunione istituzionale fra Assessorato regionale alle Politiche Sociali e piani di zona s5 e s6, per una strategia di aiuti più organica.

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  2. Questa è una giornata triste per tutti noi. Sono sconcertato e impotente al tempo stesso. Spero che si riuscirà a dare una dimora dignitosa a tutti e spero che coloro i quali hanno, con il loro silenzio, acconsentito a che si verificasse quell’insediamento fuori ogni logica degli uomini e di Dio, facciano ammenda e contribuiscano a risolvere il problema. Grazie a questo sito che ci consente di dialogare e di esprimere i nostri sentimenti, le nostre idee, i nostri disappunti. Apprezzo lo stile di offrire le notizie senza voler scendere nelle polemiche, che lasciano il tempo che trovano e tutti noi dobbiamo usare lo stesso stile di sobrietà.

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  3. … pare che le forze dell’ordine siano arrivate in massa a Sicignano degli Alburni, nel sito messo a disposizione dal Comune per i migranti…. questa vicenda assume i tristi, inquietanti contorni di una persecuzione su base etnica!

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  4. per luigi:
    non dimenticare che quelli che tu chiami perseguitati, in base alle nuove norme sull’immigrazione ( che piaccia o meno è legge di Stato), sono da considerarsi clandestini, e quindi, suscettibili di arresto immediato. Non colpevolizziamo le forze dell’ordine che compiono egregiamente il proprio dovere. E basta con il solito piagnisteo, tara perenne di un’inclinazione culturale alquanto autolesionista e tafazziana.

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  5. @silarus: mai sentito parlare di disobbedienza civile? e poi, mio caro neofascista (per te non è un insulto, notoriamente) isiamo in democrazia, ed io ancora posso dire ciò che penso: questa legge fa schifo! è vomitevole, è frutto di questa paranoia securitaria che tanti danni sta facendo alla nostra società. E non farò mai nulla per farla rispettare, anzi farò tutto ciò che non è illegale affinché i migranti possano essere lasciati in pace. Non sono un pubblico ufficiale, quindi non ho obbligo di denuncia!

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  6. I nostri padri latini solevano dire: DURA LEX SED LEX. Anche a me, francamente, esistno leggi che non trovano minimamente il mio gradimento, ma sono leggi e, in quanto tali, vanno osservate.
    Chi non osserva la Legge è da considerarsi un malandrino, o tanto per restare al nome…un fuorilegge. E nella fattispecie, aiutare chi è clandestino, è la stessa cosa che aiutare un ladro o un delinquente.
    E poi, considerato anche il suo coraggio nello sfidare quella che considera una “legge razzista” , mi chiedo….perchè non accoglie due o tre “fratelli migranti” a casa sua. Per lo meno contribuisce a risolvere, anche in minima parte, il problema degli alloggi.
    Ma temo che non lo farà giammai.

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  7. Per “silarus” che non ha nemmeno il coraggio di identificarsi con il proprio nome ed essere paradossalmente e volutamente “clandestino” lui nel web insultando chi lo è in italia…e se ne “esce”con il latino per leggittimare le ingiustizie..io sono d’accordo con te che la legge va rispettata..e allora perchè il tuo gerarca “fiore”o il caro e onesto”boss”silvio? non lo fanno?2 pesi e 2 misure eh? ti fa comodo? eccoti qua un pò di pro memoria: Schio, condannati in 52 per il corteo fascistaTRIBUNALE. Mano pesante da parte del giudice Bertotti che ha inflitto 3 mesi di arresto a ognuno degli imputati. La manifestazione del 9 luglio 2006 non era stata autorizzata dal questore Rotondi. Tra gli imputati anche un prete sospeso
    21/05/2010
    A Gli scontri del 9 luglio 2006 fra manifestanti e forze dell’ordineSchio. L’ordine del questore Dario Rotondi non venne rispettato e i manifestanti “neri”, infischiandosene, sfilarono ugualmente per qualche centinaio di metri nella zona del sacrario della Santissima Trinità. Quanto basta per sfidare le forze di polizia che presidiavano la zona per prevenire scontri con i “rossi” ed essere ritenuti responsabili di avere preso parte alla manifestazione non autorizzata del 9 luglio 2006 in memoria dell’Eccidio del 6/7 luglio 1945.
    Sono ben 52, di cui 10 vicentini, i protagonisti di quella riunione in luogo pubblico condannati dal giudice Cristina Bertotti. Per tutti l’entità della condanna è stata di tre volte superiore a quella sollecitata dal pm Paolo Pecori, per il quale la disubbidienza del corteo di estrema destra era fin troppo manifesta. Perciò a ogni imputato sono stati inflitti 3 mesi di arresto e 300 euro di ammenda. Per 18 imputati la pena non è stata sospesa perché gravati da precedenti e qualora passasse in giudicato potrebbero scontarla.
    A capeggiare i “marciatori” furono l’europarlamentare e leader nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore (che sarà giudicato a parte) e a livello locale Alex Cioni di “Continuità Ideale con l’Rsi”, considerato uno dei promotori dell’iniziativa illegale, avvenuta sotto gli occhi di polizia e carabinieri che presero nota. La città era stata blindata per evitare che i manifestanti delle opposte fazioni arrivassero alle mani. Mentre i “rossi” erano rimasti al loro posto, gli avversari avevano deciso ugualmente di sfilare anche a costo, com’è poi successo, di finire sotto processo e di essere condannati.
    La decisione di sfidare l’autorità per un corteo che indusse la questura a schierare 250 uomini, compresi i carabinieri, per presidiare ogni angolo della città per evitare scontri, è stato un atto illecito di cui gli imputati devono assumersi la responsabilità.
    Erano stati in 600 con camicia nera d’ordinanza a presentarsi davanti al sacrario. Fin qui nulla di irregolare, se non che una settantina di irriducibili, guidati dal “prete nero” Giulio Tam, condannato anch’egli, forzò il blocco per arrivare in via Baratto alle ex carceri mandamentali dove avvenne il massacro costato la vita a 54 persone. Solo una minima parte era stata compromessa col regime fascista.
    Il corteo vietato dalle via Fleming e Sanudo aveva raggiunto l’incrocio con via XXIX Aprile dove le forze di polizia non permisero ulteriori deroghe, bloccando Fiore e camerati. Le riprese eseguite dai poliziotti della Digos erano state emblematiche, tanto più che gli investigatori conoscevano personalmente molti manifestanti, che si sono ritrovati così a processo. nb:e io non sono di sinistra! i fatti sono questi purtroppo come vedi tu “citi”il latino ed io il greco giu la maschera! ipocrita dal greco hypokritḗs. stefano spagnoli.

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