Mafia Capitale e “Il Mondo di Mezzo”: Tra Tangentopoli e Mani Pulite

L’inchiesta di Roma riporta alla luce prepotentemente il tema della “Questione Morale” sollevata da Berlinguer in una intervista del 1981, sino a  Tangentopoli e al famoso Pool milanese di Mani pulite del 1992, ancora di cocente attualità.

Mafia Capitale ed il Mondo di Mezzo: tra Tangentopoli e Mani Pulite. La Campania e la terra dei fuochi: tra corruzione e business dei rifiuti.

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di Marco Naponiello
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

NAPOLI – C’é un filo non tanto sottile, che avvicina in un “parallelismo” sconcertante: la Campania e il Lazio; Napoli e Roma; nuovi e vecchi partiti; nuovi e vecchi personaggi politici; nuovi e vecchi sodalizi criminali; nuovi e vecchi truffaldini; nuovi o vecchi uomini dediti al malaffare; tutti insieme appassionatamente a fottere quanto più danaro pubblico è possibile, attraversoi la gestione delle istituzioni, siano essi Enti, Comuni, Province, Regioni, Governo. Nella nostra Regione, oltre alle indagini riguardanti la Giunta Caldoro e il Consiglio regionale, vi è l’eterno Business dei rifiuti “appaltato” alla camorra, e la speranza nell’insediamento di un nuovo Governatore, che dia priorità alla Trasparenza della Cosa Pubblica.

Buzzi-Carminati
Buzzi-Carminati

E così non si è soli l’inchiesta condotta dalla Procura capitolina, dalle cronache nominata a ragione “Mafia Capitale”, e magistralmente condotta dal Procuratore capo Giuseppe Pignatone, come da consumate cronache, sta mettendo in evidenza anche nel Lazio, come in Lombardia e nel Veneto, un intreccio bi-partisan di interessi pubblici e privati che ha inghiottito nel marasma i partiti di ogni schieramento, e nel Lazio il “mondo di mezzo”, che intermediava tra la politica è il malaffare, è quello che Roberto D’Agostino, simpaticamente definisce da anni sul suo blog di politica e costume “Dagospia”, come il vero vincente tra centro destra e centro sinistra, il cosiddetto “centro-tavola”, come palese il vero oggetto di ogni trattativa al di la di colori o posizioni personali, l’arricchimento tout court, amorale senz’altro, ma reale specchio dell’Italia di questi ultimi anni.

Se pensiamo alla parabola della vicenda tra Massimo Carminati un terrorista nero dei NAR, nuclei armati rivoluzionari poi passato alla mala locale, la conosciutissima Banda della Magliana ,maldestramente celebrata da film e fiction diseducative, e Bruzzi il dominus della coop sociale di reinserimento di detenuti, 29 Giugno, che lavorava in simbiosi con le società partecipate del comune (Presidente a 25.000 euro mensili),  pregiudicato per omicidio e che di un finto riscatto morale aveva fatto la sua bandiera, compagno di carcere  ai tempi giovanili di un certo Gianni Alemanno (Pdl-Fdi) Sindaco di Roma, c’è di che rabbrividire.

Alemanno
Alemanno

Questa cooperativa avente migliaia di lavoranti,  aveva in concessione appalti per decine di milioni di €,  sia con i Sindaci di centro sinistra Pidini, all’epoca di Walter Veltroni assiso in campidoglio ed il pingue storico plenipotenziario Goffredo Bettini nei circoli di partito,  sia come accennato con la destra Pdl Fdi è la prova provata di come diceva l’Imperatore romano Vespasiano: “pecunia non olet”, il danaro non puzza,  e di puzza di N’’drageta Cosa Nostra e Camorra, ve ne sta in abbondanza.

Il Premier Segretario Matteo Renzi, si è subito affrettato a commissariare con il vice segretario PD Matteo Orfini, il partito a Roma, con una mossa di grande impatto scenico oltre che di valore simbolico,  nei fatti un colpo di fortuna per il Bischero , che consentirà di motivare delle epurazioni interne,  i vecchi signori delle tessere, la scomoda  minoranza PD, e cosi farlo diventare quel che è nel suo progetto il PD-R. “R” sta appunto per Renzi, il Partito della Nazione che caldeggia da tempo, l’unico risultato concreto avutosi però, è stato quello di far apparire l’attuale Sindaco “dem”,  l’inconsistente Ignazio Marino,  come una “anatra zoppa”,  un Primo cittadino a breve scadenza.

Renzi - Marino
Renzi – Marino

Il tema è sempre più in primo piano dopo gli ultimi scandali e il malaffare da Roma a Milano. “La gente mi chiede di mandarli tutti in carcere” rivela il presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone, come anche cresce la voglia di Forca,  e di conseguenza la pericolosità di derive emotive. I giorni passeranno caro Cantone ed il rischio plausibile che tra prescrizioni a vista e magari, sciagurati, indulti e sconti di pena, anche questa “mafia capitale” come già “mani pulite” ed i mille scandali che si sono succeduti, verrà presto fatta digerire a questo popolo lobotomizzato dai media e dalla inedia.

Dunque ciò che  si propone lo scrivente, è quello di non di riportare pedissequamente le cronache ben presenti sui media nazionali,  ma bensì riflettere sulla questione morale e su tangentopoli ancora vivide nella carne della Nazione.

La famosa inchiesta della magistratura milanese del Pool investigativo, Tangentopoli, i vari Di Pietro, D’Avigo Colombo, il procuratore capo Borrelli,  divennero i “nuovi eroi “, degli anni ‘90, precisamente di quel febbraio del ‘92, con l’arresto di Mario Chiesa, direttore del Pio Albergo Trivulzio per tangenti, frettolosamente considerato dall’arrogante Bettino Craxi, componente del Caf, (acronimo del triunvirato Craxi-Andreotti-Forlani, che governava  il Pentapartito dell’esecutivo DC-PRI-PSI-PLI-PSDI),  il quale da poco avevano sfrattato dal doppio incarico di segretario DC e Presidente del Consiglio, Ciriaco De Mita, come un “mariuolo”, fu  invece quell’episodio di cronaca secondaria ad innestare una valanga giudiziaria, che coinvolse decine di imputati eccellenti tra manager, politici e grandi imprese,  prime fra tutte la Enimont,  la quale da quella vicenda ne usci distrutta.

Berlinguer
Berlinguer

E di concerto la  “Questione Morale”, disputata dal Segretario dell’allora PCI Enrico Berlinguer in una intervista alla Repubblica dell’ 81 di cui riporto il passaggio saliente:

I partiti diceva il Segretario del Partito Comunista Italiano – hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai tv, alcuni grandi giornali. Per esempio oggi c’è il pericolo che il maggior quotidiano italiano il Corriere della Sera cada in mano a questo o a quel partito o di una sua corrente, ma noi impediremo che un grande organo di stampa come il corriere faccia una così brutta fine,  insomma tutto è già lottizzato e spartito, ma non si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le operazioni che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell’interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela, un’autorizzazione amministrativa viene fornita, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un’attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari hanno fatto atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti.

DiPietro_Colombo_Borrelli_
DiPietro_Colombo_Borrelli_

Le prediche un tanto al chilo  lasciano il tempo che trovano;  ma, al di là di questo canovaccio risaputo e molto  ipocrita, la soluzione  credibile è solo quella che riesce a compattare la seria riflessione introspettiva con il comportamento coerente, dove il tutto parta dal singolo, ma di coerenza nello Stivale dei lamentosi, degli stanchi,  degli oppressi, alle parole non seguono mai i canonici doverosi fatti. Non è più, insomma, la collusione dell’epoca di Mani pulite tra industriali senza scrupoli e politici celeri a vendersi. Ormai è l’intreccio sempre più organico tra politica, amministrazione e malavita. Ma sarà vero che la politica, perlomeno quella nazionale, è allibita, è sconvolta,  è pronta a riparare?

Buona parte degli italiani che votano, vivono una sorta di ricatto morale, godono dei favoritismi del partito che si è insediato al governo, negli enti locali, nelle aziende municipalizzate, negli uffici pubblici,  nelle Università, negli Istituti di credito, nelle commissioni di esame per i concorsi pubblici, un coacervo di interessi che spesso sfondano nella illegalità. La gente che gode o che pensa di godere in futuro dei favoritismi dei partiti ha sempre rappresentato lo zoccolo duro che garantisce lo  status quo del sistema politico italiano, e allora parole d’ordine future: Legalità e Trasparenza.

La cena del 2010
La cena del 2010

Infatti troppo spesso, il settore dei lavori ed appalti pubblici,  come da argomento trattato, è visto dal cittadino come il sottobosco della corruttela, tra appalti e sub-appalti si annidano gli appetiti di cricche e apparati, viventi nell’illegalità, ed è proprio verso tale modus operandi che diventa il vulnus sociale, il cancro economico di cui l’Italia sembra non poterne fare più a meno.

Ma il vento sempre più gelido della crisi economica,  la crescita esponenziale del malcontento,  l’alto livello di disoccupazione, la carenza di risorse finanziarie e  da assegnare al morente stato sociale potrebbero,  per la prima volta nella storia del Bel Paese,  segnare la rotta di un cambiamento epocale, dove favoritismi, raccomandazioni e clientelismi,  verrebbero finalmente spazzati via dalla coeva disperazione della gente.

Chiamiamola come vogliamo, un riscatto morale, un rigenerato sentimento nazionale, ma insomma qualcosa a cui la politica deve essere capace di segnalare, una impronta da trasmettere alle menti e ai cuori di quei milioni di connazionali in buona fede che pur con tutti tutte le contraddizioni che conosciamo, costituiscono la stragrande maggioranza degli italiani.

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Un ultimo sentito  pensiero va alla nostra martoriata Campania, attenzionata da inchieste ed arresti anche quest’anno,  riguardanti la giunta ed il consiglio regionale, presieduti dal Governatore Stefano Caldoro, oramai in piena moria politica, come anche tutto l’arco costituzionale campano e salernitano dilaniato da lotte intestine, nel centro-destra (Carfagna-Cirielli) come nel centro – sinistra (De Luca – Cozzolino – Nuovi dirigenti renziani), i quali sembrano più interessati a vicende e poltronifici personali, che ad una società regionale come provinciale in completo dissesto, chiusi anzi avvitati,  nelle segreterie e  nei salotti di pertinenza, lontani dal vivere quotidiano dei cittadini.

Non dimentichiamoci che noi cittadini di questa regione, sappiamo bene cosa vuol dire il pugno della criminalità e del malaffare, da decenni ormai, siamo passati per guerre di camorra, NCO, Nuova Famiglia, venendo ai recenti casalesi che hanno insanguinato il casertano spingendosi oltre i loro confini, il tutto con la compiacenza provata da carte processuali, di politici ed amministratori asserviti alle cosche.

stefano-caldoro
stefano-caldoro

Ma il danno maggiormente pernicioso, è l’attentato alla salute che da lustri si attua nel territorio, fatti di intombamenti notturni,  scarichi fluviali e tutta una serie di illeciti ambientali gravissimi, la “terra dei fuochi”, dei veleni, rovinando culture che erano la vera ricchezza della società campana, come di pubblica conoscenza anche grazie a rivelazioni ad orologeria dei pentiti Schiavone e Iovine, dove l’eterna, spiegano i collaboratori di giustizia, “emergenzialità” è stato l’Humus arricchente di queste organizzazioni criminali.

Un legato insalubre, viene dunque lasciato alle future generazioni, ma dove anche nel presente i picchi tumorali registrati destano da un apprensione comprensibile,  una scomoda verità, corroborato il tutto da numerose morti di bambini come di anziani per neoplasie sanguigne e respiratorie, una ecatombe che appare ad oggigiorno inarrestabile.

Orbene quale futuro ci attende? è forse l’ultima vera occasione, nei mesi a venire, per l’Italia, il Sud e la Campania, di affrontare i nodi strutturali che ancora impediscono di cogliere appieno e con  reale efficacia,  le potenzialità presenti? Una riflessione su cui tutti gli italiani, senza esclusioni, farebbero assai bene a meditare profondamente,  e non solo per rievocare il passato glorioso in un modo fine a se steso,  ma per meglio definire le strategie di un comune futuro.

Napoli, 15 dicembre 2014

12 commenti su “Mafia Capitale e “Il Mondo di Mezzo”: Tra Tangentopoli e Mani Pulite”

  1. Roma cloaca mundi,secondo me non è ancora finita…mi auguro che si possa fare piazza pulita, sperando che ladri e incapaci abbandonino questa città (Marino su tutti perchè se non sei colluso coi mafiosi, come sono convinto che Marino nn lo sia, però sei incapace perchè neanche ti accorgi di quello che combinano persone da te nominate…

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  2. una consorteria che dura da decenni, il centro destra il centro inistra sono solo per il pubblico allocco, il partito unico del potere è quello che ci governa, ormai politica criminalità ed economia sembrano essere un tutto indistinguibile…

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  3. Ma verra’ mai l’ ora in cui in questo paese si accettera’ la ”banalita’ del male” e si inizieranno a contestualizzare fatti come questo senza indulgere nella solita narrazione del ”grande vecchio ” e del disegno superiore che legherebbe tutti gli eventi ? E’ proprio questa patologica ed ossessiva ricerca del ”mandante ” supremo che ci rende diversi dagli altri paesi nel perseguire reati del genere .Proprio fatti come quello di Roma dovrebbero aiutarci a comprendere che la realta’ e’ ben piu’ complessa e frammentaria del paradigma che vedrebbe un ristretto numero di persone tirare le fila .

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  4. E’ chiaro che non c’ e’ un capo supremo ma una corona di notabili “puliti” che si dividono la torta che sarebbe ingestibile da una sola persona. E’ appunto un sistema di potere che cerca di autoperpetuarsi. I capi passano, le strutture restano. Le strutture pero’ sono l’apparenza che inganna. Il potere viene accresciuto nei corridoi, nei retrobottega, nelle cene e le alleanze strette e lasciate. Il mondo di mezzo ratifica quello deciso dai “puliti”

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  5. Roma oggi fa pensare al titolo del celebre film di Rossellini “Roma città aperta”.
    Nel senso che da l’impressione che sia il territorio di nessuno, per quanto riguarda il potere legale e di diritto.Mentre per quanto riguarda il potere vero,quello che non si vede, ma dirige ogni virgola della citta eterna, è diviso fraternamente tra le cosche autoctone,ndrangheta,camorra mafia e piccola manovalanza delinquenziale.Ognuno dominus di un determinato ramo affaristico! Totò diceva :”E io pago…e io pago” !

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  6. FRA UN PO SCOPPIERA’ MAFIA MENEGHINA, PIU’ DI QUANTO L’EXPO ABBIA GIA’ MESSO IN MOSTRA, VOGLIO VEDERE POI I SALVINI E MARONI DEL CASO COME SI GIUSTIFICHERANNO E SE BERLUSCA CHIEDERA’ LE LEZIONI ANTICIPATE PER LA REGIONE LOMBARDIA?

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  7. i Comuni e gli altri Enti Locali dovranno rivedere il 100% dei certificato concessi a Onlus e Coorative sociali
    ANCHE AD EBOLI
    Dovranno eliminarne il 99% e concedere le prossime certificazioni molto molto raramente
    ANCHE AD EBOLI

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  8. Quello di Roma é comune in ogni città o ente locale italiano, la punta dell’iceberg si scopre,il resto é sommerso, oramai la criminalità comanda quasi tutta la Penisola…..
    Legalizziamola, facciamo prima,basta ipocrisie.
    Che triste

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