24 febbraio 1990 – 24 febbraio 2015: Venticinque anni senza Pertini

Pertini: Il Presidente più amato dagli italiani. Nume tutelare della Patria, partigiano socialista, avvocato, statista, fulgido esempi per le giovani generazioni.

Il socialismo è portare avanti tutti quelli che sono nati indietro” diceva Pietro Nenni e Pertini lo fece. I suoi discorsi sempre citati, la sua figura strumentalizzata per ultimo anche dal M5S e addirittura dalla Lega. Quanto servirebbe, un uomo come lui oggi alla politica italiana?

Sandro-Pertini
Sandro-Pertini

da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

SALERNO – Il 24 febbraio prossimo ricorre il 25° anniversario della Morte di Sandro Pertini. Era il 24 febbraio 1990 quando il socialista Sandro Pertini, Presidente della Repubblica dal 1978 e il 1985, concludeva la sua esistenza dignitosissima di uomo, di compagno, di partigiano di onesto integerrimo ed inflessibile servitore dello Stato e del popolo. Il suo percorso politico e costellato di fatti e di azioni che sembrerebbe impossibile poterle ascrivere ad una persona. Eppure la sua modestia e la sua semplicità metteva in evidenza il suo rigore morale e per come sono andate le cose, successivamente si fece fatica ad associare uomini come lui, allo scempio che ne è stato del Partito Socialista Italiano, conseguenza di una spregiudicata gestione di Bettino Craxi e di quello che poi divenne il craxsismo inteso come accezione negativa.

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Il giovane Marco Naponiello ci fa rivivere questa ricorrenza e a 25 anni dalla sua scomparsa ci ricorda del socialista Pertini. Come si fa a non ringraziarlo, innanzitutto per l’enfasi con cui ne parla e soprattutto perché ci fa pensare che non tutto è perduto, se un giovane lo ricorda e lo fa conoscere attraverso il suo ricordo ad altri giovani come lui e a quelli più maturi, che pur avendo vissuto quei tempi sembra se ne siano dimenticati. Nello stesso tempo mi ricorda anche di essere stato un privilegiato, proprio per averlo conosciuto, per avergli stretto la mano e per essermi intrattenuto più di una volta a parlare con lui.

Erano gli anni ’70, e a quel tempo dal 1972 al 1974, come addetto stampa personale del Segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati On. Ennio D’Aniello, mio maestro politico e di vita, anch’egli come Pertini Medaglia d’Oro, ma al valor civile, conferitagli per i suoi atti eroici nel corso della seconda Guerra Mondiale, ho avuto il piacere di respirare quell'”aria” che si avvertiva essere importante. Importante e come, se ad essere Presidente della Camera era Sandro Pertini e se tra i suoi Vice figuravano personalità politiche come Nilde Iotti e Oscar Luigi Scalfaro, e se ad essere Segretario Generale della Camera era Antonio Maccanico. Uomini e donne che hanno fatto la storia e che l’onesto e galantuomo D’Aniello rispettava e riconosceva il loro meritato valore e lo trasmetteva anche a me giovanissimo. Un ricordo straordinario e una malinconia indescrivibile se il pensiero corre ai tempi “moderni”, ai nostri giorni e al personale politico che oggi decide le sorti del nostro Paese. Un dolce e malinconico pensiero a quel Pertini che cordiale e affettuoso quelle poche volte che mi ha incontrato non mancava mai di fare la stessa domanda: “Bravo giovane, Bravo giovane, come ti chiami? E sebbene non ricordasse il mio nome ero contento lo stesso, solo per averlo incontrato e sono contento oggi solo per avergli stretto lamano e averlo conosciuto.

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Venticinque anni senza Pertini

di Marco Naponiello

La sua costante presenza nei momenti cruciali della vita nazionale, dalla guerra ai mondiali, il presidente partigiano (già presidente della camera e segretario PSI), l’uomo di forti tensioni morali al punto che per aiutare i compagni in esilio all’epoca fascista, vendette le proprietà della famiglia (benestanti latifondisti liguri), la sentita umanità in ogni manifestazione pubblica, ricordato per l’amore verso l’Italia, per il suo modo di fare schietto e ironico, per l’onestà, perla paterna facondia verso i bambini è stato certamente causa della sua univoca popolarità.

Giornalista, combattente della Grande Guerra, medaglia d’argento al valor militare, partigiano, parlamentare, segretario, membro della Costituente, presidente della Camera ma sopratutto uomo politico capace di innovare la figura e di reinterpretare il ruolo del capo dello Stato, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “presidente più amato dagli italiani”. Sandro Pertini! La schiettezza di Pertini si manifestò, caso unico, nella sua vita politica e di uomo delle istituzioni, avulso dagli atteggiamenti melliflui, tutto concretezza e dirittura etica.

Sandro_Pertini_Zoff_e_Bearzot_1982
Sandro_Pertini_Zoff_e_Bearzot_1982

Il grande Indro Montanelli, nel 1963, scrisse: «Non è necessario essere socialisti per amare e stimare Pertini. Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità.» Pertini ebbe sempre uno storico collaboratore Antonio Maccanico, anche lui uomo di istituzioni e più volte ministro, che amava ricordarlo per la gentilezza dei modi coniugata (sempre un sorriso e un gesto di saluto) ad una ferrea idealità di azione. Lo stile di vita frugale si riverberò nella scelta di non abitare al Quirinale, come anche quello di conservare una Fiat 500D rossa del 1962, come vettura di famiglia, che fu donata dalla moglie al Comune di Torino ed è conservata nel Museo dell’automobile,inoltre a corroborare la sua immagine agiografica andava in giro quasi senza scorta e nei suoi viaggi istituzionali non amava dare fastidio ai cittadini creando inconvenienti dovuti alla sua presenza.

Nell’immaginario collettivo si ricorda la sua presenza ai tentativi di salvataggio di Alfredino Rampi, un bimbo di sei anni di Vermicino caduto in un pozzo nel 1981 e la per la vittoria ai Campionati del mondo di Calcio del 1982 (di fronte ad un impassibile re Juan Carlos). L’immagine dei festeggiamenti per la vittoria della nazionale a Madrid nel 1982 e la famosa partita a carte al rientro in aereo avrebbe inoltre generato, il ricordo nazionale di un periodo irripetibile, visti i tempi tristi. Persino il mondo della musica lo ebbe a soggetto, citato indirettamente nell’ “italiano” di Toto Cutugno e da Antonello Venditti, che è il presidente che “dietro ai vetri un po’ appannati fuma la pipae chepensa solo agli operai sotto la pioggia“.

Pertini Giovane
Pertini Giovane

I suoi funerali laici, furono un momento di unita commozione popolare, e segno volutamente trascurato dai mezzi d’informazione, sulla bara volle che campeggiasse la vecchia bandiera del Partito socialista Italiano,e non quella garofanata dell’era Craxi. Ma la grandezza dell’uomo era valore universalmente acquisito,come disse Norberto Bobbio, commentandone la scomparsa: La moralità dell’uomo politico consiste nell’esercitare il potere che gli è stato affidato, al fine di perseguire il bene comune. Non c’è un solo cittadino italiano che non sia fiero di essere stato rappresentato nel nostro Paese e nel mondo da un Uomo che ha interpretato il diritto degli uomini come cosa sacra, sia nell’esercizio del suo incarico istituzionale che sotto il dominio fascista.

L’ex Presidente è tornato di “moda” negli ultimi tempi, in concomitanza con la elezione del nuovo inquilino del Quirinale.La Lega ed il Movimento 5 Stelle, hanno varie volte evocato la desiderata di un esponente con il carisma e che ricordasse nei modi la figura di Pertini.Ma l’essere apparentato con partiti di ispirazione politica non avvicinabili agli ideali socialisti  socialista, ha sdegnato non poco, in modo particolare la Fondazione Pertini e il cognato dell’ex presidente della Repubblica Umberto Voltolina. Difatti, Intervistato dalla Stampa di Torino attacca: “Beppe Grillo e Matteo Salvini  che “sfruttano l’immagine di Pertini in una maniera indecorosa. Penso, per come e quanto lo ho conosciuto, che se Pertini fosse vivo disprezzerebbe quei due personaggi”. Prosegue e spiega che Pertini gli illustrò in una lettera ,un precetto che è stato al centro della sua vita: ovvero che il vero uomo politico è quello che ha degli ideali e che li persegue prescindendo dagli interessi di bottega, la politica come servizio e non farsi servire dalla politica. Quindi insiste il cognato di Pertini, “A me pare che, esattamente al contrario, sia Grillo sia Salvini strumentalizzino tutto, compreso Pertini, per interessi di bottega che prevalgono sugli ideali. Forse perché di ideali non c’è traccia”; si è capito chiaramente,un vero socialista partigiano non ha nulla a che vedere con tali personaggi,siamo agli antipodi.

Bettino Craxi
Bettino Craxi

I suoi discorsi tanto attuali alla crisi di valori odierna e lo slancio verbale verso le giovani generazioni, tanto da diventarne una icona pop, anche per coloro che son nati dopo il 1990: di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia. E cioè, oggi ci vogliono due qualità a mio avviso cari amici: l’onestà e il coraggio. L’onestà, l’onestà, l’onestà. E quindi l’appello che io faccio ai giovani è questo: di cercare di essere onesti, prima di tutto. La politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c’è qualche scandalo; se c’è qualcuno che dà scandalo; se c’è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato:Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile: non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. Ecco, se a me socialista offrissero la realizzazione della riforma più radicale di carattere sociale, ma privandomi della libertà, io la rifiuterei, non la potrei accettare. Ma la libertà senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero.

A questo grande socialista fu risparmiato lo scempio di vedere il “suo” partito essere annichilito dal ciclone di Mani Pulite,del resto con il psi rinnovato di Bettino Craxi lui non nutriva molto feeling, si ricorda di quando il leader in carica andò al Quirinale per il giuramento di rito in blue jeans, e il mite Sandro gli intimi di ritornare quando avesse un vestito più consono alla bisogna. Dopo il ’92, la diaspora socialista ha fatto in modo che molti componenti si frammentassero nei vari noti schieramenti della seconda repubblica, e i vari Boselli e Nencini, pur degnissimi segretari,non sono riusciti a rinvigorire e far tornare ai fasti di un tempo il partito. Nella nostra stessa provincia nel periodo pre-Tangentopoli il psi, sfiorava il 30% con la leadership di Carmelo Conte, dopo anche nel salernitano ci fu il tracollo inesorabile, a colpi di scandali ed avvisi di garanzia di cui il partito fu anche qui oggetto. Venendo ai giorni nostri, e sempre nel nostro comprensorio salernitano, personaggi  a noi vicini come Enzo Maraio, Antonio Cuomo, Antonio Lioi, e Massimo Del Mese (quest’ultimo ebbe modo di conoscerlo il Presidente, quando era un giovane addetto stampa alla camera) cercano di far rivivere, ognuno nel proprio campo,e coi propri mezzi, i sogni e gli ideali mai tramontati, del “sol dell’avvenire”!

Salerno, 22 Febbraio 2015

6 commenti su “24 febbraio 1990 – 24 febbraio 2015: Venticinque anni senza Pertini”

  1. io sono del 36.Mi ha tirato su il fascismo.Poi mi ha rettificato Pertini.Ora in questi mala tempora lo amo e lo cito sempre più.E’ una persona di cui non si puo’ fare a meno.Ho sempre presente quella sua foto per strada,senza scorta che converza gaiamente con la gente ed è ricambiato.Ed amo anche quella vignetta in cui,fra le nuvole,chiede con un randello in mano e il viso impaziente,di essere lasciato scendere in terra per cinque minuti per aggiustare le cose.
    Infungibile guida,Sandro.Una presente assenza.Un laico angelo custode.Questi grandi sembrano dir tutti le stesse cose.Ad esempio questa Frase dui don Milani mi sembra sua:Che cos’è la politica? Uscire tutti insieme dai Problemi,cominciando dagli ultimi.
    Ho le lacrime agli occhi.

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  2. GRAZIE, Massimo, GRZAIE Marco. Avevo postato su FB la data del prossimom24 febbraio come una data da ricordare, ma quello che Voi due avete fatto è ENCOMIABILE.
    Per essere un SOCIALISTA non serve avere un Partito, una TESSERA, è molto più FACILE, basta CREDERE, essere COERENTE, non seguire le MODE o gli UOMINI ( che passano), ma restare fedeli alle idee fondanti del SOCIASLISMO ( democratico). Ancora grazi, perché mi sono emozionato a vedere la storica bandiera del PSI di Eboli ( esposta la prima volta il 1° maggio 1952) che io CONSERVO gelosamente…e che porterò MARTEDI SERA all’incontro del socialista, figlio di socialista ENZO MARAIO.

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  3. Ringrazio il Prof. Del Mese per l’onore concessomi, non nascondo di essermi commosso nel ricordarlo desrivendone la sua vita avventurosa ed umana al tempo stesso,orbene mi domando e forse è una domanda un po retorica che a tutti ci accomuna:
    ecco un Pertini oggi cosa direbbe della situazione italiana?
    A questo è difficile rispondere, ma son certo che sarebbe severo fustigatore dei costummi decadenti della vita pubblica di oggi.
    Serena Domenica a tutti!

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  4. complimenti marco, davvero un bell’articolo.
    Grazie infinite all’admin…anche per le sue “chicche”.
    il compagno PERT, è stato, è e sarà un indimenticato esempio di socialista italiano, di fervente rettitudine e straordinario senso civico; un padre della patria nel senso più alto e completo del termine; l’unico,vero “presidente degli italiani”. Tantissimi esempi di ciò ci ha fornito nella sua mitologica esistenza, a me piace ricordare la lettera che scrisse alla madre per rifiutare la grazia che lei aveva richiesto e ottenuto per il figlio gravemente ammalato…coraggio e dignità, fede incrollabile e difesa della libertà ad ogni costo….ad avercene un centesimo oggi!!!!

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  5. Articolo meraviglioso,solo una quantità di Pertini,nei posti strategici salverebbe il Paese.
    Auspico un Sindaco di Provenienza PSI ad Eboli

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