Rosania e la Finanziaria Regionale Campana

La Finanziaria segna una svolta netta rispetto a quelle del passato: disagio sociale, lavoro, opere pubbliche, casa, sono le direttrici di fondo.

Rosania: “La Regione Campania dimostra che si può fare altro rispetto alle ‘porcherie’ del Governo”.

Gerardo Rosania
Gerardo Rosania

SALERNO – Mentre il Governo nazionale ci regala la Finanziaria dell’aumento delle tasse, e senza alcuna prospettiva rispetto alla crisi economica che ha attraversato in questi mesi il paese, lasciandoci una eredità di circa 1 milione di nuovi disoccupati ed un aumento di circa il 30% delle famiglie che hanno sempre più difficoltà ad arrivare a fine mese, che ha dimenticato il mezzogiorno d’Italia, riducendo le uniche politiche meridionali alla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, che si muove in una logica di riduzione della democrazia, facendo passare come un grande risparmio la riduzione del 20% dei consiglieri comunali (inserendo, in questo modo di fatto uno sbarramento anche nelle elezioni comunali) o la eliminazione delle comunità montane ( salvo quelle alpine, che la lega si è furbamente difese) abbandonando a se stessi la miriade di piccoli comuni montani delle nostre regioni, che non hanno né i fondi, né la struttura per presidiare il territorio montano destinato ad un processo di desertificazione, di fatto già in atto, il Consiglio Regionale della Campania ha varato una legge finanziaria di altissimo profilo.

All’alba del 31 dicembre, dopo giorni di discussione anche accesa, dopo lunghissime riunioni, il Consiglio ha licenziato una Legge Finanziaria regionale che, finalmente segna una svolta netta rispetto alle finanziarie degli anni passati, ma anche e soprattutto una alternativa netta ai principi che hanno informato le politiche nazionali. Oltre le affermazioni importantissime di principio, che poi dirò, a me sembra che la finanziaria regionale si muova su quattro direttrici fondamentali:

1) attenzione al disagio sociale;
2) politiche del lavoro;
3) opere pubbliche per i comuni;
4) problema della casa.

Nel merito la finanziaria parte con alcune affermazioni fondamentali:

a) riconoscimento dell’acqua come bene pubblico (altro che la privatizzazione di cui straparla questo governo e questa maggioranza);
b) la denuclearizzazione del territorio della regione Campania, ( a dispetto di un governo nazionale che in spregio agli esiti di un referendum, ed invece di investire nella ricerca e nelle energie alternative è tornato a parlare di “nucleare”.

A queste affermazioni politicamente straordinarie, che contribuiscono all’isolamento di un governo che, nonostante gli inciuci dalemiani, va isolato politicamente e programmaticamente, si accompagnano scelte fondamentali sui terreni strategici che ho sopra citato:

a) Politiche di contrasto al disagio sociale, la legge regionale rifinanzia, con circa 30 milioni di euro, il reddito di cittadinanza per venire incontro a quelle famiglie che non arrivano a fine mese e che, come abbiamo visto, sono aumentate come conseguenza della crisi; lanciando una sfida al Governo centrale, che fino ad oggi si è sempre rifiutato di mettere in campo a propria quota di cofinanziamento. Nella finanziaria regionale, inoltre è appostata un altro fondo, circa 4 milioni di euro, per consentire alle famiglie disagiate di far fronte alle spese di utenza necessarie (acqua, energia elettrica, riscaldamento). Certo sono piccole quantità a fronte della vastità del dramma sociale campano, ma sono segnali di attenzione fortissimi.
b) Nella finanziaria per la prima volta, anticipando anche una legge regionale sul lavoro da troppo tempo ferma in commissione, si parla di lavoro di qualità (ossia non lavoro “nero”) e si stanziano (a memoria) circa 30 milioni di incentivo alle imprese che assumono; inoltre si parla di credito di imposta per agevolare le imprese. Sempre sul terreno del lavoro va, inoltre evidenziato il capitolo sui precari nella sanità.
c) Politiche per la casa, altro che il condono nascosto dell’incremento di volumetria imposto da Berlusconi alle regioni, finalmente in Regione Campania si torna a parlare di un piano per l’edilizia residenziale sociale. 25 milioni di euro, in un fondo di rotazione che secondo i calcoli potrebbe portare l’investimento per la costruzione di case popolari fino a 60/70 milioni di euro per il solo 2010. Anche qui, siamo lontani dai 150 milioni che su questo terreno aveva stanziato la regione Lazio, siamo lontani dal pensare di risolvere l’intero dramma dei senzatetto nella nostra regione, ma sicuramente siamo ad un passaggio cruciale, alla riscoperta di una attenzione, da troppo tempo persa, sul terreno delle case popolari.

consiglio regionale
consiglio regionale

4) – Interventi a favore dei comuni per gli investimenti, a partire dai 270 milioni, circa, per i comuni sotto i 50 mila abitanti, a cui si affiancano i fondi per il recupero delle fasce pinetate lungo le coste, 1 milione di euro per gli interventi di demolizione delle strutture abusive cui i comuni non riescono a far fronte proprio per la carenza di fondi, o i fondi per la riattazione di strutture confiscate alla camorra e consegnate ai comuni per fini sociali (proprio mentre un governo sempre più pasticcione pensa di metterle in vendita, per riconsegnarle alla camorra nei fatti), ed ancora il piano per il ripascimento delle spiagge soggette ad erosione, od il piano per la viabilità di accesso ai nostri comuni di montagna. A questo si affianca l’intervento a favore delle comunità montane (che come detto, il governo nazionale dismette, salvo quelle alpine, per evitare le urla di Bossi); fra i 4,5 milioni del 2009 consolidati ed i 2 milioni che si aggiungono sulla finanziaria di quest’anno, siamo a 6,5 milioni. Una somma che, certo, non è sufficiente, ma che consente alle comunità montane di predisporre i bilanci, sapendo che con l’esodo incentivato di prossima approvazione, le comunità verranno sgravate del peso di molto personale che non riescono più a sostenere, e che (e questo a mio avviso è un dato politico importantissimo) c’è accordo politico per stralciare dal disegno di legge sul conferimento delle funzioni agli enti locali, la parte concernente le comunità montane e consentire insieme alle competenze di trasmettere anche i fondi che a quelle funzioni sono destinate.

Infine vanno ricordati anche i 5 milioni di euro che i comuni potranno utilizzare per interventi di riqualificazione urbana. E le città come Eboli che fanno i conti con situazioni di degrado dei quartieri popolari sanno come sono importanti quei fondi, anche se, sicuramente insufficienti. Va ricordata anche l’attenzione che il consuglio ha voluto porre verso le strutture di culto, con circa 3,5 milioni di euro per la ristrutturazione di edifici di culto, cui se ne aggiungono altri, per gli oratori ed altri luoghi di aggregazione. Una buona finaziaria, quindi che va a merito del Consiglio Regionale che l’ha votata, col voto contrario della sola destra (francamente incomprensibile), e per il cui raggiungimento, lo dico con orgoglio, particolarmente importante è stato il contributo ed il lavoro profuso da Sinistra Ecologia e Libertà. Insomma una Regione che finalmente dimostra che si può fare altro rispetto alle “porcherie” del Governo.

5 commenti su “Rosania e la Finanziaria Regionale Campana”

  1. Rosania è uno di quelli che sembra di essere sulla luna. Lui insieme alla sua maggioranza ora e come sindaco di eboli è stato ed è uno dei maggiori responsabili della vittoria della destra. Ora dopo che ci siamo fatti sommergere dall’immondizia, dalle consulenze e dalle clientele in tutti i campi e specie nella sanità, dopo tutte le parentele impegnate nei vari settori degli apparati regionali provinciali e comunali, dopo che i Cariello festeggiavano su barche miòlionarie e gli Aita defilati completamente estranei a qualsiasi contatto con la base che tanto invocano, tutti intenti a fare gli snob con don Alfonzo Iaccarino, dove credete ci avete portati? Ve lo dico io, in braccia a Berlusconi, tanto già sappiamo come è, qualche sorpresa se ce la fa, sarà solo in positivo.

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  2. Speriamo che veramente ci sia qualche cosa di buono, ma non ci credo. I comunisti o gli ex comunisti o quelli che fanno finta di non essere comunisti, non fanno mai njiente per niente.

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  3. Io a vosta differenza, sono fiducioso in G. Rosania, come uomo politico e come tecnico degli Enti Locali, al di là delle scontate, appartenenze partitiche in un frangente storico di vero e propio “anidealismo”. Noto come il summenzionato, prenda parola in occasione di eventi importanti o anche drammatici, come la vicenda ALVI, ma pur sempre aperto al confronto in prima battuta coi cittadini, cosa rara nel calderone della politica nostrana, e di seguito anche con diversi soggetti, su cui confrontarsi in propositi, idee, programmazioni! Ritengo che sia un gesto significativo e “pedagogicamente” propedeuitico a sviluppi positivi! P.S. il vostro scetticismo ( Rodolfo-Orlando) non è da biasimare del tutto, ma vi invito a riflettere su queste mie considerazioni!,

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  4. Caro Onorevole, mi pare di capire, mi corregga se sbaglio, che fatti un po’ di conti, questa finanziaria in termini pratici (parlo di risultati concreti) non risolve neppure uno dei problemi che elenca all’indice degli interventi. Ripeto, fatto il conto della serva, più che una boccata, questa finanziaria sembra una “annusata” di ossigeno. Calcolando che in Campania vi sono circa 600.000 famiglie considerate dall’ISTAT sotto la soglia di povertà e, pertanto, aspiranti al reddito di cittadinanza, la distribuzione dei 30milioni di euro frutterebbe più o meno 50 euro cadauna una tantum, o sbaglio? Forse mi sbaglio, ma sono certo che ci potrà fornire una spiegazione più in linea con i toni entusiastici con i quali lei ha illustrato il presente provvedimento. Quattro milioni di euro per luce, gas e acqua? Poco più di 6 euro a famiglia. Venticinque milioni di euro per costruire case popolari? Supponiamo che per costruire un alloggio occorrano, supponiamo, 50mila euro; 25 milioni di euro sarebbero sufficienti a costruire appena 500 alloggi in tutta la Campania cioè meno di 1 alloggio per ognuno dei 551 comuni della regione. Ma forse per costruire un alloggio occorrono molto di più dei 50.000 euro da me indicati. Potrei continuare a fare i calcoli ma è inutile. E’ inutile perché il risultato sarebbe lo stesso per ogni voce di spesa inserita in questa finanziaria. E’ inutile perchè è chiaro l’obiettivo per il quale questa legge regionale è stata promulgata. Ma onorevole, perché omette di parlare di sanità? Il buco dei mille milioni di euro della sanità campana come intende coprirlo questo consiglio regionale? Ah, dimenticavo che la sanità è commissariata e quindi la giunta regionale non ha più giurisdizione in questo ambito. Però il buco c’è e ce lo faranno pagare sicuramente a noi cittadini campani con l’aumento dell’irpef o con altre tasse locali. Certo voi vi chiamerete fuori perché non sarete i diretti responsabili delle decisioni dure che prenderà qualcun’altro al vostro posto. Decisioni che avreste dovuto prendere e che non avete saputo e voluto prendere, voi eletti dal popolo per fare quello che non avete saputo fare: governare la regione e la sua sanità (unica, mi pare, di competenza esclusiva delle regioni). Mi scusi, mi sto accalorando un poco e non devo. Devo rimanere lucido e spiegare a chi avrà la pazienza di leggere queste mie divagazioni davanti a quale tipo di politici ci troviamo di fronte ammesso che non l’abbiano ancora capito e che non vi rimandino a casa alle prossime elezioni. L’acqua è di tutti, no al nucleare, no ai termovalorizzatori, salviamo le comunità montane, no a questo, no a quello e no a tutto. Continua a parlare per slogan solo perché ideologicamente spendibili. Ma ci spiega come farà ad evitare che il 50% della nostra acqua (l’acqua è di tutti no?) non vada persa per i mille buchi, falle, perdite nei tubi e nelle condotte? Oltre allo slogan “l’acqua è di tutti” ci spieghi il piano per prevenire i disservizi (chiusura periodica dei rubinetti) che ogni estate noi cittadini dobbiamo fronteggiare pur pagando salatissime bollette. E potrei continuare, ricordando a chi legge ad esempio, che gli enti di gestione degli acquedotti sono sotto la diretta giurisdizione politica e quindi costituiscono importanti bacini per l’esercizio della ricerca del consenso attraverso la distribuzione controllata di privilegi e favori. Ma andiamo avanti. Avete detto no al nucleare? E ci volete spiegare perché? Sinceramente io non sono tra quelli che si fa abbindolare dagli allarmismi ideologici e retorici. Mi convince del fatto che le 150 centrali nucleari dislocate tutt’intorno al confine italiano non rappresentino già, di fatto, un rischio laddove dovesse verificarsi un incidente? Un rischio dal quale non ricaviamo nessun beneficio visto che continuiamo ad acquistare l’energia elettrica dalle nazioni che la producono con il nucleare. Ci spiega qual è il piano energetico della regione Campania? Su cosa punterete? Il geotermico, l’eolico, il solare? Su cosa e perché e con quali soldi? Sono vantaggiosi? Insomma come al solito ci si riempie la bocca di slogan consapevoli del fatto che non è necessario risolvere i problemi ma è sufficiente che gli elettori abbiano la sensazione che qualcuno li stia risolvendo. Le comunità montane? Un altro carrozzone sul quale sono saltati tutti i politici per fare scempio del libero consenso popolare. Quali benefici hanno apportato le comunità montane? Dovrebbero tutelare le nostre montagne dal dissesto idrogeologico? Le Comunità montane sono 356 e costano allo Stato 800 milioni di euro all’anno ma, dicono, ne vale la pena perché la difesa della montagna è imposta dalla Costituzione. Allora non si capisce perché debbano occuparsi di centri commerciali, di corsi di ginnastica dolce, di concerti per la pace e altri «spettacoli di interesse per dar voce a chi non ce l’ha». E la montagna? I consigli di amministrazione delle comunità montane sono formati dai consiglieri designati dai Comuni del territorio. Tra loro vengono scelti il presidente e gli assessori dell’ente. Per esempio, in alcune comunità si contano fino a 125 consiglieri, che si aggiungono a un presidente, 9 assessori e 11 commissioni. Indennità e gettoni di presenza sono parametrati su quelli dei Comuni.
    Con generosità e cura i consiglieri provvedono al proprio comfort ad es. stanziando migliaia di euro per «adeguare gli impianti di diffusione audio-video nella sala dell’assemblea e sistemare l’ingresso con una parete in cartongesso». Che c’entra tutto questo con la montagna? Qualche giorno fa è morto ad Amalfi un noto ristoratore perché gli è franata addosso una montagna: un incidente.
    Ad un certo punto del suo articolo, lei parla del degrado di alcuni quartieri popolari della nostra città. Vorrei chiederle se si riferisce a quei quartieri che lei stesso, durante il suo lungimirante periodo di governo della città di Eboli, ha voluto fortemente e che oggi, non reggendo al peso del tempo (sono passati appena 5 anni), si sono trasformati in vere e proprie favellas nelle quali degrado e delinquenza sono liberi di crescere e moltiplicarsi al riparo dagli occhi della civiltà e della pacifica convivenza. Per coloro che non sono di Eboli o per gli ebolitani un po’ distratti o con la memoria corta, segnalo che in zona borgo (in pieno centro città, 50 mt da piazza della repubblica) la giunta Rosania ha “riqualificato” un vecchio edificio del primo dopoguerra ricavandone decine di alloggi popolari. Tale edificio pensato negli anni del dopoguerra, è costruito come un fortino, come una caserma. Ha forma quadrangolare a due piani e al centro si apre in un’ampia corte. All’interno di quell’edificio in un recente blitz dei carabinieri, penetrati all’interno dopo aver abbattuto cancelli di ferro e muri costruiti abusivamente allo scopo di fortificare e nascondere il malaffare, sono state scoperte attività illecite di ogni tipo e mi fermo qui. Vi basti pensare che chi vive nei pressi di questo edificio è costretto a subire ogni tipo di vessazione: dall’intimidazione per il parcheggio alla sopportazione di rumori molesti fino a tarda notte, sversamento di immondizia di ogni tipo e senza alcun rispetto delle basilari regole della raccolta differenziata e del buon vivere civile (credo che quella zona sia diventata zona franca e pertanto utilizzata da tutti, ebolitani e non, come discarica pubblica. Ci si trova di tutto e in tutte le ore del giorno.). Ritenete che 5 milioni di euro siano sufficienti a risolvere questo problema creato da chi, pur essendo l’unico responsabile diretto del problema, oggi si entusiasma per una cifra simbolica che non basterà neppure per assicurare un minimo di manutenzione per questi anacronistici alloggi che ad appena 5 anni dalla loro ristrutturazione già mostrano gravissimi segni di degrado e che già oggi dovrebbero essere evacuati perché non compatibili con uno stile di vita salutare? Onorevole a me hanno insegnato che è più facile prevenire il problema che risolverlo. A lei questo tipo di insegnamento non lo ha dato nessuno?
    Tornando alla finanziaria della giunta Bassolino, in conclusione si può affermare senza timore di essere smentiti che si tratta dell’ennesimo esempio di politica delle chiacchere. Interventi sconclusionati con finanziamenti a pioggia non inseriti in nessun progetto di sviluppo a medio-lungo termine. Tutti interventi volti a far credere che qualcosa si è fatto e tutti in prossimità delle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale. Davvero, onorevole Rosania ritiene che la gente possa ancora continuare ad accontentarsi delle briciole e credere alle befane? Mi fermo qui, è tarda notte e ho messo molta carne a cuocere. Ce ne è abbastanza per parlare e discutere per mesi. Ma qui di discussioni a vuoto e di finti programmi condivisi ne abbiamo le tasche piene. Noi abbiamo bisogno di risultati che lei, onorevole Rosania, non è in grado di assicurare: la sua storia personale lo dimostra.

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