Primo maggio di riflessione per la Cisl Salerno

Il segretario generale Gerardo Ceres: “Pronti a dialogare con chi il lavoro lo guarda con altri sguardi!”

Dopo le elezioni delle Rsu 2018, sarà un Primo maggio di riflessione per la Cisl Salerno. I dati definitivi hanno premiato le sigle di categoria, Antonacchio e Pastore: “E’ la conferma che siamo il sindacato del fare”.

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da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

SALERNO – Sarà un primo maggio di riflessione per la Cisl salernitana alla luce delle ultime elezioni delle Rsu. Stamattina, nel corso di una conferenza stampa indetta presso la sede provinciale di via Zara, è stata ribadita da Gerardo Ceres, segretario generale del sindacato.  “Per noi si tratta di un giorno importante”, ha detto Ceres. In mattinata saremo a Nocera inferiore, a Battipaglia nel pomeriggio e a Salerno ritornerà il  concerto Santa Teresa. Vogliamo aprirci al mondo, soprattutto verso chi il lavoro lo guarda con altri sguardi. Ci saranno testimonianze con bande e laboratori del precariato in crisi. Infine, ampio focus sarà dedicato agli incidenti sul lavoro, con la sicurezza tema centrale della manifestazione”.

Poi la chiosa sulle elezioni Rsu. “I dati attestano in maniera assoluta un’affermazione decisa della nostra confederazione riaffermando una forza è una leadership nei ministri ottenendo un forte vantaggio. Le percentuali in cartellina e poteri.  La partecipazioni e gli esiti non erano scontati”, ha affermato. “Il sindacato ha curato gli aspetti non negoziati formalmente . È una questione da sottolineare e che ci da la forma del fare un lavoro di qualificazione di rappresentanza sindacale del pubblico impiego. perché il nostro obiettivo è di migliorare il lavoro e la qualità dei servizi pubblici ai cittadini”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Pietro Antonacchio, segretario della Cisl Funzione Pubblica di Salerno.  “Nel capoluogo, nelle funzioni centrali, siamo stati il primo sindacato. Per la sanità siamo la prima sigla che cresce con i rapporti all’interno con la delegazione”, ha dichiarato. Nonostante i gravi attacchi il sindacato si attesta come unico processo di democrazia diretta. Questo è un chiaro segnale di cercare di essere il sindacato del fare, senza farsi strumentalizzare dalle dinamiche politiche ma solo dell’azione concreta nei confronti dei lavoratori . Inoltre, è di oggi la delibera la chiusura della mobilità degli infermieri di tutte le strutture sanitarie. Il dato è estremamente positivo, con le grandi avanzate del sindacalismo autonomo che sono idealizzazioni. Quello della Cisl resta il sindacato del fare. Vogliamo adeguare organici e rendere più efficaci i sistemi di riferimento”.

Pensiero positivo anche per Vincenzo Pastore della Cisl Scuola Salerno. Abbiamo retto nel capoluogo e nell’Agro nocerino”, esordito. “Ha pesato molto il malumore dell’ultimo accordo, ma nonostante la protesta siamo riusciti ad affermare il ruolo della Cisl nel comporto scuola. A giugno proporremo la disdetta per un nuovo contratto, che veda un maggiore potenziamento del merito”.

Un confronto quello della CISL che apre a tante riflessioni non ultimo al ruolo del Sindacato, dei Partiti delle Associazioni, e di tutti i rappresentanti che li rappresentano, sia se direttamente che indirettamente eletti nelle rispettive rappresentanze. Ruoli scricchilanti, ma che possono essere rivisti e corretti rispetto alle nuove e più crescenti esigenze della Società.

La precarizzazione del lavoro, i rapporti negli enti locali basati e regolati sugli utili a tutti i costi e i pareggi di Bilancio (sulla carta) hanno banalizzato ogni forma di bisogno e influito sulla crescente crescita del disagio e della povertà, ma anche marginalizzato il ruolo delle Istituzioni che non hanno saputo programmare tenendo conto di questi nuovi “portali” della decadenza, l’assenza totale poi, dall’Agenda politica dei vari Governi delle politiche sociali e della famiglia, ma anche degli investimenti hanno reso il SUD sempre più povero e tagliato fuori da ogni possibile ripresa, condizioni che hanno fatto precipitare il SUD e tra questo anche la Campania agli stessi livelli degli anni ’70 con in più l’aggravante delle politiche delle migrazioni che hanno irrotto nelle realtà lavorative e che hanno contribuito ancora di più alla crescente svalutazione del lavoro in termini di salari. Un confronto a tutto campo che può solo aiutare ad uscire fuori dalla palude.

Salerno, 28 aprile 2018

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