“Non è goliardia, è violenza: il patriarcato digitale va fermato”. È categorica Imma Zinnia, Vicesegretaria Provinciale di Azione Salerno a commento del gruppo facebook che sponsorizza la pornografia “inconsapevole” di mogli.

POLITICAdeMENTE
SALERNO – «Goliardia, violenza, patriarcato? – si chiede allarmata Imma Zinnia, Vicesegretaria Provinciale di Azione Salerno che aggiunge a giusta ragione – “Non è goliardia, è violenza: il patriarcato digitale va fermato”.
È notizia di questi giorni – prosegue la Zinnia – la scoperta di un gruppo Facebook con oltre 32.000 iscritti, in cui uomini hanno condiviso foto intime delle proprie mogli senza consenso.
Alcuni lo hanno definito un “scherzo”, altri “goliardia”. In realtà si tratta dell’ennesima espressione del patriarcato travestito da passatempo digitale. – prosegue ancora Imma Zinnia – Il problema non è solo tecnologico, ma culturale: si può chiudere un gruppo, ma non si può chiudere una mentalità che riduce ancora le donne a oggetti di proprietà.
Finché ci sarà chi ride, commenta e applaude, questa violenza continuerà a mascherarsi da intrattenimento. – aggiunge la Vice coordinatrice di Azione Salerno – Occorre dirlo con chiarezza: non è divertimento, è violenza. E va riconosciuta e perseguita come tale.
Chiudere un gruppo non basta. – aggiunge ancora la Zinnia – Serve:
- applicare le leggi esistenti con rigore,
- imporre alle piattaforme digitali la piena assunzione di responsabilità,
- introdurre un’educazione digitale e di genere nelle scuole.
La libertà e la dignità delle donne – Conclude Imma Zinnia, Vicesegretaria Provinciale di Azione Salerno – non possono essere oggetto di condivisione o derisione online. Sono, e restano, la misura della civiltà di un Paese».
Solo pornografia pura il gruppo facebook sulle mogli, aggiungiamo noi, senza per questo non condannare il fatto, indipendentemente se sono fatti veri o fatti passare per veri, per attirare l’attenzione di schifosi rattosi che alimentano i loro altrettanti schifosi desideri, e manco a farlo a posta usando le donne o meglio le donne mogli, e soprattutto non consapevoli di essere oggetto dei più schifosi e inconfessabili desideri. Una cosa è certa che queste “concessioni” postate su una piattaforma senza che vi sia un minimo controllo, un filtro è un blocco è ancora più grave del messaggio stesso che quel gruppo di bavosi trasmette utilizzando ancora una ennesima volta le donne.
La cosa giusta è quella di insorgere e pretendere una immediata chiusura di quel gruppo, pretendere controlli seri e soprattutto pretendere che questi schifosi vengano individuati e puniti per favoreggiamento alla prostituzione.
Salerno, 21 agosto 2025