“Quando cancellare il presepe significa tradire la nostra storia e le nostre tradizioni”. Tuona la destra “identitaria”. Anche il Natale è sotto “assedio” in Italia e la Sindaca di Genova Silvia Salis sostituendo il Presepe con l’albero di Natale presta il fianco alle polemiche. E la destra dell'”italianità” si butta a pesce.

DI Marco Naponiello e Massimo Del Mese POLITICAdeMENTE
GENOVA – Alla Sindaca di Genova Silvia Salis e alla sua giunta per le prossime festività natalizie non è bastato far scomparire il tradizionale Presepe dal cuore istituzionale della città e sostituirlo con l’albero di Natale e il Villaggio di Natale. Niente più statuine, bue, asinello, San Giuseppe e Maria, i pastori, le pecorelle, gli artigiani, ruscelli e tutto il paesaggio poetico che richiama alla nostra tradizione e alla nostra religione, e al loro posto? ecco che arriva la modernità: il “Villaggio di Natale” e un grande albero, però “rigorosamente” ecosostenibile. E in questo nuovo clima “moderno” figuriamoci se c’è posto per il bambinello da adagiarlo sul pagliericcio come sI fa la notte di Natale in tutte le Chiese durante la Messa della nascita del “Salvatore“.
La vicenda ha dato fiato alle opposizioni e, a Fratelli d’Italia e alla Lega non è parso vero gridare allo snaturamento dell’italianitá tanto da ritenere che le decisioni della Salis e “compagni” siano uno “schiaffo alle famiglie genovesi” e che siano una spallata fino alla perdita “della nostra identità culturale e cristiana”.
Un fiato che devia il dibattito su tutte le misure che il Governo “Meloni” e tutto il “cucuzzaro” stanno prendendo contro gli italiani.
Eppure, se dovesse trattarsi di una vicenda che va a demolire le nostre tradizioni val la pena ricordare tutto quello che ci riporta alla festa di Halloween, adottata dal business italiano adattandosi a quello mondiale, e che cosa è se non uno schiaffo alle nostre tradizioni quell’ingenuo “dolcetto o scherzetto” che diverte tutti i bambini, compreso i loro genitori, evocando anche attraverso le maschere, streghe, maghi e personaggi oscuri a noi del tutto estranei? Ahh questa “italianità”!!! A fasi alternate. E che dire ai novelli difensori della “italianità”? Che “l’inglesizzazione” ormai è andata oltre ogni limite specie se a ricorrere all’inglesismo o francesismo sono proprio le istituzioni come nel caso degli Ospedali con tutte quelle scritte come:
- Doctor – Medico
- Hospital – Ospedale
- Emergency Room – Pronto Soccorso
- Triage – Selezione-scrematura
- Surgery – Chirurgia
- Blood Test: Esame del sangue
- Emergency – Emergenza
- Ambulance – Ambulanza
- Medical History: Anamnesi
E che dire dei termini inglesi che vengono comunemente utilizzati anche dalle Istituzioni in Leggi, Decreti, Regolamenti, Sentenze? Si stima, che gli anglicismi siano circa 6.000, e rappresentano il 20% dei neologismi nella lingua italiana.
L’uso di termini inglesi si estende anche alla legislazione con la scusa che si deve usare una Terminologia tecnica, Amministrativa, Istituzionale comprensibile ai più, ovviamente tranne agli italiani, quasi come non esistessero nella nostra lingua definizioni adeguate. E così ogni circostanza è buona per abbuffarci con: budget, business plan, marketing, management, master plan, o come software, hardware, web, database, o ancora report, feedback e deadline.
Ci piacerebbe sapere che ne pensano di tutto questo i “mascelluti” sostenitori della “italianità” e delle nostre tradizioni storiche, culturali, religiose, “protestatori” delle iniziative amministrative della Salis, che ovviamente se la poteva risparmiare questa stronzata, che fa aprire un dibattito del quale nessuno ne aveva la necessità rispetto alle nostre millennarie tradizioni storiche, culturali, religiose? Non è forse questa una perdita di identità linguistica e culturale, piuttosto che immaginare si tratti degli effetti inevitabile della globalizzazione?
Ma il dibattito non riguarda solo Genova. A Chiuduno, per esempio, nella provincia di Bergamo, una scuola ha ricevuto indicazioni: niente più riferimenti espliciti al Natale nelle poesie e canti di fine anno; via la “stella cometa”, via Giuseppe e Maria, via pure il bue e l’asinello. Simboli tradizionali eliminati “per non urtare la sensibilità degli alunni immigrati”.
E come dire non mangiamo o facciamolo di nascosto per evitare che chi non riesce a mettere il piatto a tavola si possa mortificare, piuttosto di creare le condizioni affinché tutti possano vivere una vita dignitosa, avere un lavoro dignitoso, un salario e uno stipendio dignitoso, una casa dignitosa e Scuole, servizi e una Sanità dignitosa.
La Salis è tanti altri come lei, appartenenti a quel firmamento che si richiama alla “Sinistra” così facendo danno l’opportunità, in nome di un inclusivo buonismo, ai difensori della italianità, facendo passare il principio che le loro azioni rischiano di abiurare la nostra storia, la nostra radice culturale e religiosa. L’integrazione richiede che l’unilateralità non deve tendere alla rinuncia ma ad aggiungere per modo che le identità si accompagnino e si fondino nel rispetto civile, e ciascuno deve conservare le proprie radici fortificando il tessuto sociale con la comunanza delle altre radici.
E tutti insieme vivere nel rispetto reciproco e sempre insieme costruire una società più giusta, più inclusiva, più civile, più democratica, che rispetto le diversità e soprattutto che non accetti le “messe” meloniane e pretendere che le donne siano pagate come gli uomini, che i salari e gli stipendi non siano i più bassi d’Europa, che i nostri giovani non scappino all’estero, che si tassino gli extraprofitti, che gli evasori fiscali non solo non pagano ma se pagano a babbo morto hanno pure lo sconto, indignarci per gli aumenti risibili delle Pensioni, indignarci per questa classe politica, tutta, anziché ridurre e/o eliminare la povertà, ci fa assistere al loro arricchimento e a quelli che già ricchi diventino più ricchi ancora.
Va da sé che ci indignamo quando fannulloni, che siano extracomunitari o italiani, ci taglieggiano nei parcheggi pubblici con quella estorsione, o ti cercano soldi per strada e se non glieli dai ti riempiono di insulti, che altri viaggiano in treni e tram senza biglietti e se il controllore li becca lo gonfiano di botte, siamo stanchi, ma proprio tanto stanchi fino a dire ci avete rotto il cazzo. Io sono di sinistra e non sopporto più queste cose, piuttosto di pensarle solamente e consentire a questa classe politica inadeguata di appropriarsi di questo sdegno e ricevere voti immertitati per portarci al fallimento e in una guerra che ci farà piombare nel MEDIO EVO.
Genova, 3 dicembre 2025






