Il risultato delle regionali continua a produrre effetti anche sul piano politico cittadino, laddove il dibattito si concentra sulle conseguenze dell’esito sfavorevole per il candidato dell’area di governo.
Una candidatura nel PD diviso in fazioni anche ad Eboli, che per storia personale e legami familiari, era stata letta come naturale prosecuzione di un asse politico consolidato. il tutto in attesa del presunto azzeramento della Giunta o di un rimescolamento di carte che accontentando pochi scontenterà tutti.

di Marco Naponiello per POLITICADEMENTE
EBOLI – “Barcollo ma non mollo” recita un vecchio adagio, ed in effetti il voto regionale ha aperto una fase di riflessione che va ben oltre il dato elettorale. Non tanto sul piano formale, dove la macchina amministrativa continua a procedere senza scossoni apparenti, quanto su quello politico, dove emergono interrogativi sempre più espliciti sulla tenuta della maggioranza e sulla capacità di assorbire un risultato non felice per il candidato di area.
Un segnale che, nella lettura degli osservatori, indebolisce il blocco politico che governa la città e ne mette in discussione la compattezza.
In questo contesto torna ciclicamente a circolare la parola rimpasto, evocata più come suggestione che come reale opzione. L’ipotesi di un azzeramento della giunta, o anche solo di un rimpasto sostanziale, appare infatti difficilmente praticabile. I margini politici sono stretti e qualsiasi intervento profondo rischierebbe di aprire fratture più ampie di quelle che si vorrebbero sanare. Più realistica, semmai, l’assegnazione di qualche delega a un consigliere comunale pronto a entrare in maggioranza, con l’obiettivo di puntellare gli equilibri esistenti senza modificarli davvero.
Una soluzione tampone che, tuttavia, non sarebbe sufficiente a neutralizzare eventuali malumori interni. Le tensioni, alimentate anche dal risultato regionale, potrebbero manifestarsi in forme meno plateali ma altrettanto incisive: assenze tattiche, astensioni calcolate e distinguo silenziosi durante le sedute del Consiglio comunale. Una dinamica già vista in passato e che potrebbe riproporsi nei passaggi più delicati dell’azione amministrativa.
Il prossimo scoglio è rappresentato dal bilancio preventivo, da approvarsi entro San Silvestro ma che in molti casi prosegue Con una proroga a fine febbraio, appuntamento cruciale non solo sul piano tecnico ma soprattutto politico. È lì che si misurerà la reale solidità della maggioranza e la capacità del sindaco di tenere insieme un fronte che, pur restando formalmente compatto, mostra segnali di nervosismo. In questo scenario, il legame familiare tra il primo cittadino e il candidato sconfitto alle Regionali, un tempo percepito come elemento di forza, rischia di diventare un fattore di esposizione politica.
Il quadro che emerge a Eboli è dunque quello di una continuità amministrativa solo apparente, attraversata da tensioni sotterranee e da una gestione degli equilibri affidata più alla tattica che a scelte politiche nette. Un equilibrio fragile, destinato a essere messo alla prova nei prossimi mesi, tra bilanci, numeri in aula e una maggioranza chiamata a dimostrare di essere ancora tale.
Eboli, 16 dicembre 2025






