Di Pietro scrive al Presidente Napolitano: “il Governo Berlusconi ricalca le orme del nazionalsocialismo tedesco”

Di Pietro questa lettera doveva scriverla prima, quando si votò la Legge Elettorale che introduceva le Liste bloccate. Allora, bisognava legarsi ai cancelli del Quirinale invece di accettarla.

L’attacco frontale del Leader di Italia dei Valori Antonio Di Pietro a Silvio Berlusconi: al suo Governo, alla sua maggioranza, al suo partito, è un attacco senza precedenti.

Di Pietro lo fa in una lettera aperta al Capo dello Stato Onorevole Giorgio Napolitano, il cui testo tratto dal suo blog “www.antoniodipietro.it” si riporta qui appresso in versione integrale, e lo fa soprattutto dopo il fuoco incrociato che le testate “amiche” del cavaliere per giorni hanno pubblicato tutto quello che si poteva pubblicare su Di Pietro.

E’ emergenza democratica? Lo è sicuramente nel momento in cui il Parlamento legifera il rimborso elettorale ai Partiti, specie quelli “ad personam”, per intenderci “intestati” ai leaders (Mastella, Di Pietro, Casini ecc.); lo è nel momento in cui si rinnovano le Camere nominando Deputati e Senatori in liste bloccate di parenti, amici, mogli, segretarie e amanti; nel momento in cui il Parlamento finanzia iniziative editoriali di testate che non legge nessuno e che se le leggono sono iper costose, mentre l’editoria langue e languono soprattutto i giornalisti mal pagati dalle concentrazioni; lo è quando il patrimonio dello Stato è stato “smontato” con la scusa delle liberalizzazioni, e la “libera” concorrenza solo in Italia ha portato alla lievitazione dei costi anzichè contenerli; lo è quando il mercato del lavoro non è più libero e si lancia l’unico messaggio ai giovani di diventare “galoppini ” politici, per raggiungere un obiettivo; quando non c’è più perequazione tra la classe lavoratrice; quando si assiste ai particolari attivismi dei figli dei potenti; e si potrebbe continuare ancora.

Non è mica tutta colpa di Berlusconi se tutto questo accade?

Negli ultimi anni i Governi si sono alternati e sia il Centro-destra, sia il Centro-sinistra hanno “maneggiato”, ma le pensioni sono sempre da fame, i salari e gli stipendi non sono da meno delle pensioni, le politiche sociali, della casa, della famiglia, della sanità della scuola, del lavoro, industriali, ide servizi, non hanno subito nessuna particolare rivoluzione.

Forse l’Onorevole Di Pietro, insieme a Veltroni, D’alema, Bertinotti, Mastella e tutti gli altri Leader del Centro-sinistra, atteso che Fini, Casini e Bossi assecondavano il “disegno” di Berlusconi,  in quella circostanza, avrebbero dovuto scrivere al Presidente della Repubblica denunciando l’incostituzionalità della Legge Elettorale con le liste bloccate. In quella circostanza invece di accettare e autonominarsi avrebbero dovuto, tutti insieme, legarsi ai cancelli del Quirinale e buttare le chiavi, per evitare che passassero queste cose.

Emergenza democratica? Berlusconi ha solo approfittato di una volontà “latente”. Come al solito anche in questa circostanza è stato brillante: ha fatto il lavoro sporco.

Ma a noi, poveri mortali, chi ci tutela?

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO

Sig. Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,

ci sia permesso segnalarLe, nella sua qualità di garante della Carta Costituzionale, che, a nostro avviso, il Governo Berlusconi sta per porre in essere un altro strappo alla Costituzione.

Egli ha già piegato a sé il Parlamento con il ricorso massiccio ai decreti legge e al voto di fiducia “obbligato”.

Ha già occupato l’informazione pubblica e privata in totale conflitto di interessi.

Ha già mortificato, con il Lodo Alfano e con l’altra miriade di leggi ad personam che ha imposto, il principio dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.

Ora, con un colpo solo, si accinge ad un “poker di porcherie” degno del peggior modello argentino: la nomina dei componenti del Consiglio di amministrazione della Rai, la modifica dell’organo di autogoverno della Corte dei Conti, la limitazione delle intercettazioni telefoniche, la modifica dei regolamenti parlamentari.

Occupando la Rai, i cittadini non potranno più sapere quel che accade nelle segrete stanze del potere e non potranno più esercitare alcun controllo democratico.

Modificando i componenti della Corte dei Conti – che ha il compito specifico previsto dalla Costituzione di controllare i conti della Pubblica Amministrazione – si mette anche tale organismo sotto il controllo dell’Esecutivo che, quindi, potrà falsificare a proprio piacimento i bilanci dello Stato senza che nessuno possa impedirglielo.

Limitando indiscriminatamente le intercettazioni telefoniche si impedisce alla magistratura di fare il proprio dovere e di contrastare efficacemente la criminalità organizzata.

Stravolgendo i regolamenti parlamentari si impedisce all’opposizione di esercitare i suoi diritti costituzionali e si riduce il Parlamento ad un semplice zerbino dell’Esecutivo.

Quello che sta avvenendo nel nostro Paese, ad opera dell’attuale governo, sembra ricalcare più le orme del partito nazionalsocialista tedesco degli anni 30 che quelle di una democrazia fondata sul diritto.

Ciò premesso, Le chiediamo – rispettosamente, ma con fermezza – di non rimanere in silenzio e di intervenire per evitare questo scempio della democrazia. Prima che sia troppo tardi.

4 commenti su “Di Pietro scrive al Presidente Napolitano: “il Governo Berlusconi ricalca le orme del nazionalsocialismo tedesco””

  1. hai perfettamente ragione,questi politici nostrani si ribellano solo quando viene toccato il proprio orticello. Purtroppo siamo ridotti malissimo in Italia perchè la CASTA non è disposta a mollare l’osso

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  2. Mi scuso del fraintendimento. Ora che mi è più chiaro il suo punto, devo dire che lo condivido. Il centro-sinistra ha, in effetti, saputo dosare con una certa furbizia il vigore della propria opposizione, a seconda dei propri interessi castali, più o meno occulti. Ha ragione quando scrive che è evidente che la cooptazione dei candidati abbia fatto comodo anche al centro-sinistra, che per questo non si è sprecato eccessivamente in proteste. Per non parlare, poi, della legge elettorale per le europee, che non solo non è stata avversata da nessun partito, ma è stata addirittura votata da tutti (tranne i radicali e qualche “libero pensatore”), Di Pietro incluso. Indubbiamente vergognoso.
    Sono d’accordo anche per quanto riguarda l’eccessiva identificazione d’un partito col suo esponente di spicco, un problema davvero generale. Le confermo che anche il simbolo dell’Italia dei Valori appartiene al suo capo, Di Pietro. Spero di poter leggere ancora, in futuro, le sue opinioni sulla mancanza di pluralismo nei partiti: condivido l’interesse per questo problema.
    Grazie per la risposta e auguri d’avere una platea sempre più vasta.

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  3. Caro Arturo, hai ragione,. Ma non ho capito perchè sono scomparsi e come sia potuto succedere. Tra l’altro ti avevo risposto, ringraziandoti e ti invitavo a sollecitarmi con le tue critiche. Ti dico che mi fa molto piacere, anche perché in generale, quando le critiche sono costruttive e propositive fanno sempre piacere. Mi devi credere e te lo confesso, spesso mi metto in discussione e spesso mi interrogo.
    Comunque, mi farebbe piacere se il tuo intervento me lo puoi rimandare e magari se hai registrato anche la mia risposta, non vorrei si pensasse che sia stato io a cancellarli. Ti ringrazio e spero sarai un affezionato lettore.

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