Guerra Salvini-Di Maio: Gli scenari di Vittorio Feltri

Il Governo è gli scenari politici visti dal Direttore di Libero. 

Vittorio Feltri e la guerra tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio: la soffiata, che testa cadrà. 

Vittorio Feltri
Vittorio Feltri

di Vittorio Feltri

POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

MILANOAndreotti con una battuta efficacissima diceva che il potere logora chi non ce l’ha. E ai suoi tempi le cose stavano esattamente così. Ma oggi sono cambiate. Il potere continua a logorare, tuttavia non più chi non ce l’ha bensì chi lo detiene e ne fa pessimo uso, come è il caso dei grillini, i quali costituiscono il partito di maggioranza relativa, sono al governo, e combinano solo pasticci.

Non mi riferisco soltanto al reddito di cittadinanza che sarà distribuito, nelle intenzioni pentastellate, a partire da aprile. Le mance al popolazzo sono impossibili da elargirsi equamente, e la operazione tesa ad abolire la povertà si rivelerà un fiasco vuoto. Cosicché le aspettative degli accattoni saranno deluse e costoro perderanno ogni fiducia nel Movimento 5 Stelle.

Le avvisaglie ci sono già. I tonti seguaci di Di Maio hanno capito di essere attesi da un colossale bidone, tanto è vero che hanno smesso di votare per il terroncello di Pomigliano d’Arco, scopertosi un giocatore politico delle tre carte.

In effetti i sondaggi, che non sono il Vangelo, eppure misurano la temperatura del Paese, dimostrano che il M5S è calato, rispetto al 4 marzo scorso, addirittura del 13 per cento, attestandosi al 20, oltre dieci punti sotto la Lega di Salvini. Se alle urne europee il dato fosse confermato, assisteremmo a un fallimento dei cinquestelle di proporzioni bibliche, a tutto vantaggio del Carroccio, il quale, a differenza degli alleati, non ha disgustato gli elettori in quanto ha mantenuto fede agli impegni programmatici in materia di immigrati.

Gli ex padani hanno fallito il bersaglio della Flat tax, e ciò non è un peccato veniale, ma la loro pertinacia sulla invasione degli stranieri seguita a premiarli. Mentre i pentastellati non ne hanno azzeccata una giusta: si sono resi ridicoli nell’opporsi alle grandi opere pubbliche e mutando opinione su vari temi vitali, per cui pagheranno pegno.

Leghisti e grillini fingono di andare d’ amore e d’accordo, essendo obbligati a resistere a Palazzo Chigi sotto l’ala del signor Nulla, ossia Conte, però alla prova dei fatti si scontreranno facendosi a pezzi. Vincerà Matteo, che è tutto di un pezzo.

Milano 25 gennaio 2019

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