Le proposte della CISL ai candidati Sindaci della Provincia di Salerno

Elezioni Amministrative 3 e 4 ottobre 2021. Documento di proposte della CISL Salerno ai Candidati a Sindaco della provincia. 

Un documento che pone sul tavolo politico 6 grandi temi raggrupate in 6 macroproposte: Rigenerare i contesti urbani; La transizione ecologica; Transizione digitale e la Città smart; La Città inclusiva; La Città della conoscenza; La città dei diritti civili e delle pari opportunità. 

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

SALERNO – Le elezioni per il rinnovo delle amministrazioni municipali interesseranno diversi importanti comuni della provincia di Salerno. – Si legge nel Documento politico della CISL provinciale di Salerno, con il quale approfittando delle prossime elezioni Amministrative del 3 e 4 ottobre 2021, ha rivolto a tutti i candidati Sindaco della provincia di Salerno una serie di temi, raggruppati in 6 grandi macroproposte – La fase storica che segue l’auspicata fine della pandemia deve essere contraddistinta da uno sforzo a tutti i livelli per promuovere e favorire la ripresa economica. Quindi anche gli Enti locali, specie quelli con oltre 15/20.000 abitanti, devono ritagliarsi un ruolo attivo per il rilancio e la ripresa.

I programmi del Next – Generation EU e le linee guida approvate dalla Commissione EU assegnano risorse significative per promuovere e favorire la transizione digitale e quella ecologica, ma anche per le politiche di coesione, in particolare nelle realtà meridionali. Colmare i divari generazionali, di genere e quelli territoriali è l’obiettivo che giustifica gli investimenti del Recovery Plan. Questa necessaria premessa motiva l’interesse di un Sindacato come la CISL a che vi sia piena consapevolezza da parte dei candidati a sindaco e delle rispettive coalizioni e liste di sostegno, affinché si colgano tutte le opportunità per le proprie comunità e più complessivamente per i territori nella loro dimensione più vasta.

Avere un proprio disegno attinente la rigenerazione urbana, le politiche abitative, la transizione ecologica, la transizione digitale, le pari opportunità, significa avere una visione che tende a favorire il lavoro e lo sviluppo dell’economia locale, qualificando professionalità, investendo in nuove opportunità e in nuove competenze, per accrescere la qualità della vita nelle singole comunità. Questo elemento è per il sindacato confederale, per la Cisl in particolare, centrale nelle valutazioni sulle proposte politiche che si confronteranno nelle sfide municipali.

Con queste nostre proposte, ovviamente non esaustive, siamo disponibili ad acquisire riscontri di natura programmatica da parte dei candidati a sindaco e apprezzarli nelle valutazioni con la nostra base associativa, i delegati e le rappresentanze sindacali aziendali. Alcuni riferimenti alla città di Salerno sono dovuti come esempio per la naturale complessità di città capoluogo. La generalità delle valutazioni e proposte contenute in questo documento hanno valore per tutte le realtà urbane chiamate al voto amministrativo.

Rigenerare i contesti urbani
I contesti urbani devono essere ripensati attraverso interventi di riqualificazione per renderli sostenibili sul piano del risparmio energetico, della mobilità e del pieno utilizzo degli spazi collettivi. Le città hanno conosciuto, specie nel decennio degli anni sessanta, uno sviluppo non armonico, spesso speculativo. Ci sono ora le condizioni culturali, politiche ed economiche per interventi di risanamento, di riqualificazione e di “riammaglio”. Quest’ultimo richiamo ci pone la questione di come meglio collegare (ad esempio) le frazioni alte di Salerno con il tessuto urbano e, in particolare, il centro città.

In tutte le grandi realtà urbane della provincia, avanziamo l’invito ai candidati a Sindaco di costruire proposte per “una città policentrica”, capace di offrire servizi di prossimità raggiungibili a piedi o in bicicletta. In questo modo si sostiene anche “l’economia dei quartieri”, oltre che la loro vitalità e socialità. Vorremmo che si prefiguri, grazie a scelte urbanistiche chiare, una città i cui quartieri siano arricchiti di funzioni essenziali: scuole, farmacia, commercio al dettaglio, uffici pubblici, impianti sportivi, verde. Questo modello di offerta di servizi tende a favorire una mobilità delle persone meno impattante sul traffico veicolare, sviluppando l’uso ciclabile e pedonale delle strade.
E’ necessario pianificare (ulteriormente) un progetto complessivo che permetta di rivitalizzare il contesto urbano, rispondendo ai crescenti bisogni e al disagio abitativo, evidente per le giovani coppie, costrette a trasferirsi nelle cittadine prossime al capoluogo.
La rigenerazione urbana e le politiche abitative, con particolare attenzione all’edilizia pubblica e sociale, dovranno essere tra i progetti trainanti, utilizzando le risorse del Piano di Ripresa e Resilienza della Next Generation EU, ma anche le risorse dei programmi di coesione per le annualità 2021-2027.
Per Salerno, un grande progetto di riqualificazione, nei suoi risvolti simbolici, architettonici e di funzioni nuove, lo immaginiamo per il centrale “vecchio Campo Sportivo” Donato Vestuti, rispetto al quale crediamo sia possibile riqualificare anche il resto del quartiere.
In tale contesto, ricorrendo a tutte le risorse disponibili, crediamo sia necessario predisporre un piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche e adozione di misure per agevolare la mobilità dei cittadini diversamente abili.
E’ convinzione della CISL che le Città dovranno essere i motori delle strategie di sviluppo e dovranno essere in grado di supportare una crescita che sia intelligente, grazie ad investimenti nell’istruzione, nell’innovazione e nell’inclusione sociale. Ugualmente di elevata qualità architettonica dovranno essere gli interventi di edilizia, così come gli standard dal punto di vista energetico, ambientale, di riqualificazione sociale, tali da fornire una serie di servizi utili in grado di consentire un miglioramento della vita delle persone all’interno della struttura urbana.

La transizione ecologica
Le ingenti risorse destinate dal PNRR offrono un’irripetibile occasione per la riqualificazione delle città sotto il profilo dell’efficienza e del risparmio energetico. Tale obiettivo, tuttavia, richiama la necessità di realizzare scelte largamente condivise con gli attori sociali per ridefinire i tempi di vita, delle attività lavorative, di quelle commerciali, delle scuole, definendo piani di mobilità sostenibile che integri il trasporto pubblico (da incentivare) con quello privato (da disincentivare).

In questa direzione la proposta della CISL è quella di investire nella figura del MOBILITY MANAGER che si intesti e condivida con il settore privato e con le analoghe figure delle aziende disponibili o con più di 100 dipendenti, la programmazione di un piano per la mobilità, che incentivi il trasporto pubblico, riservando parcheggi specifici per il Car pooling, il Car sharing e la Bike Sharing, incentivando con dei buoni da spendere solo nella piccola distribuzione locale, la micro mobilità (monopattini elettrici, biciclette con pedalata assistita, scooter) e una modalità di spostamento nel pieno rispetto della natura e avvia il percorso di mobilità sostenibile, il trasporto a chiamata DRT (Demand Responsive Transport), innovativo, complementare e parallelo al trasporto pubblico, i sistemi di trasporti intelligenti ITS (Intelligent Transport System), il sistema MaaS (Mobility as a Service) che utilizza tutta la tecnologia e trova soluzioni basate sulle esigenze reali dei viaggiatori.

Deve essere obiettivo delle Città della nostra provincia, a cominciare dal capoluogo, rafforzare il sistema metropolitano su ferro. Nel nostro caso in direzione Sud (aeroporto Costa d’Amalfi, Battipaglia, poi da un lato Eboli, Contursi Terme e dall’altro Paestum Agropoli, Vallo, Sapri); in direzione Est (Campus Universitario di Fisciano); direzione Nord (Agro Nocerino Sarnese). Nell’indifferibile scelta di Salerno come punto di partenza dell’Alta velocità ferroviaria in direzione di Reggio Calabria, occorre ripensare una più funzionale ricollocazione della Stazione nell’area retrostante la cittadella giudiziaria.

Con i fondi economici del PNRR occorre promuovere un intervento complessivo per la riqualificazione di tutti gli edifici pubblici, in particolare quelli scolastici, con la messa in sicurezza e l’efficienza energetica. Inoltre, Salerno è nella condizione di poter celermente pianificare un modello di mobilità ecosostenibile per l’infrastrutturazione di aree pubbliche integrate nella rete elettrica comunale per la ricarica delle auto elettriche, delle e-bike e degli e-scooter. Questo modello di mobilità deve
trovare forme innovative soprattutto nell’area sud-est, che sarà l’area di sviluppo della “Città nuova” con la già prevedibile espansione conseguente all’avvio delle attività dell’aeroporto Costa d’Amalfi, al palazzetto dello sport, con la riqualificazione e nuovi funzioni dell’area industriale, con la prevista stazione della metropolitana. Su questa parte della città occorre realizzare scelte
innovative di tipo urbanistico, recuperando tutte le buone pratiche internazionali di mobilità sostenibile ed efficienza energetica. Una Smart-city nei suoi concreti contenuti. A Salerno questa
condizione è largamente realizzabile.

Transizione digitale e la Città smart
Una città è smart quando riesce a creare, anche grazie alle tecnologie, le condizioni di una integrazione tra servizi che facilitano e migliorano la vita dei cittadini. Quello dello Smart City è un modello a cui si deve ambire: una città interconnessa, digitale e green in ogni sua espressione e modalità di sviluppo e fruizione, che permette ai cittadini di gestire meglio il loro tempo.

Nei mesi passati, smart working e didattica a distanza sono diventate non solo parole di uso comune ma pratiche quotidiane. Per realizzarle e spingerle al massimo delle loro potenzialità occorre investire ulteriormente nelle infrastrutture digitali per dotare le nostre città di buone connessioni alla rete. Tra le sfide qualificanti del Recovery Plan v’è quella di una netta e decisa transizione digitale tanto nel settore privato quanto nella Pubblica Amministrazione. Sfida che viene affidata anche agli Enti Territoriali, i quali devono caratterizzarsi come luoghi di stimolo, ma pure di programmazione ed attuazione, per soluzioni innovative nelle scelte di sviluppo locale. In questo ambito vanno verificate tutte le opportunità per immaginare la realizzazione di incubatori di start-up Polihub per il distretto dell’innovazione e laboratori di artigianato digitale, Fablab, replicando esperienze di grande successo, anche sotto il profilo occupazionale, promuovendo un approccio alla Digital Fabrication e trasformando le nostre realtà dall’artigianato tradizionale a quello digitale, coinvolgendo le scuole per implementare i tradizionali metodi di insegnamento attraverso le nuove tecnologie utili per lo sviluppo delle competenze trasversali dei nostri giovani. La proposta che avanziamo è l’utilizzo dopo opportuna riqualificazione, di siti industriali dismessi in area urbana.

Per favorire e sostenere la creazione di attività imprenditoriali, quindi di occupazione –specie di donne e giovani – prevedere forme di incentivi e di detassazione per le realtà che investono ed assumono nei settori produttivi, con particolare attenzione a quello manifatturiero che –ancora oggi- rappresenta la struttura portante della nostra economia.

Per facilitare il rapporto con i cittadini è necessario definire un piano, all’interno del quadro più generale della riforma nazionale per la pubblica amministrazione, per la digitalizzazione dei servizi comunali, da quelli anagrafici a quelli tributari, a quelli dell’ufficio tecnico ed urbanistico. L’obiettivo è di offrire al cittadino e alle attività imprenditoriali la possibilità di servirsi della macchina amministrativa attraverso la rete informatica, risparmiando sostanzialmente tempo. Con la determinazione di chi si pone a disposizione del futuro è possibile prefigurare questa come opportunità realistica da realizzare a Salerno come in tutte le altre grandi città della provincia.

La Città inclusiva
La pandemia ha portato alla luce la condizione delle fragilità e delle marginalità sociali: le povertà
educative, i non autosufficienti, le disabilità fisiche e psichiche. Gli interventi delle politiche sociali
attuate dai comuni, spesso attraverso lo strumento dei Piani sociali di zona, non sempre sono
stati in grado di coniugare queste marginalità integrandole con il contesto collettivo cui è
caratterizzata la città.
La città deve rimotivare una visione progettuale che porti all’abbattimento delle barriere
architettoniche per la mobilità dei disabili nelle loro diverse forme ed handicap.
Il piano sociale di zona deve trovare una sua forma di azienda speciale in grado di assicurare
stabilmente servizi ed interventi di qualità a favore dei cittadini, con personale a sua volta non
precario e privo di motivazioni. L’esperienza e le buone pratiche pur presenti nella nostra
provincia devono fare da solco per una replica positiva e virtuosa. E’ necessario procedere ad
un’integrazione dei servizi socio-sanitari-assistenziali, in coerenza con i livelli essenziali di
assistenza.
Parlare poi di anziani e di non autosufficienti significa progettare modalità sperimentali per piani
di vita indipendenti, certamente onerosi, ma capaci di restituire dignità sociale a chi viene
raggiunto da questa opportunità. L’investimento ha l’obiettivo di accelerare il processo di
autonomia ed indipendenza delle persone interessate. Nella sostanza occorre operare per la
messa a disposizione di servizi di assistenza sociale personalizzati, focalizzati sui bisogni
specifici delle persone disabili e vulnerabili e delle loro famiglie.
Nella città inclusiva non possono non avere un ruolo e una loro centralità i giovani. La “città
giovane” non è certo quella che trova espressione nelle devianze comportamentali della movida.
E’ una città che promuove cultura a tutti i livelli. Che valorizza le aggregazioni associative. Che
dialoga con il mondo dell’Università, che favorisce corridoi di dialogo tra la città e il Campus
universitario, specie in relazione ai programmi Erasmus che vanno integrati con il contesto
urbano del centro storico.
Il segno di questa volontà troverebbe un concreto compimento nella scelta di realizzare anche a
Salerno il Forum dei Giovani, organo istituzionale che è anche palestra alla partecipazione
democratica e alla definizione di scelte amministrative partecipate e condivise.
In questo ambito, vista l’indeterminazione dei ruoli istituzionali oggi deputati alle politiche attive
per l’occupazione, pensando alle fasce giovanili alla ricerca di prima occupazione, rafforzare la
funzione dello strumento di Informa-giovani, per rendere più accessibili e funzionali i servizi per
l’impiego con particolare attenzione all’orientamento, all’informazione, alla profilazione delle
competenze ed alle opportunità di formazione professionale.

La Città della conoscenza
Nel considerare la cultura un motore di sviluppo sociale, di identità e crescita personale, di
innovazione e di nuova occupazione, nei limiti delle attribuzioni e competenze riconosciute ai
comuni, crediamo possibile sostenere ed incentivare le istituzioni culturali e l’industria creativa.
Intanto occorre recuperare un gap, soprattutto delle realtà meridionali, di potenziamento delle
strutture educative a partire dai servizi per i più piccoli come gli asili nido comunali, senza più liste
di attesa, rimuovendo gli ostacoli determinati dalle diverse condizioni sociali di partenza. Anche
per ciò che attiene all’educazione alla musica e allo sport, occorre operare affinché le condizioni
reddituali delle famiglie non siano da impedimento alla crescita e valorizzazione dei talenti.
Ribadiamo la necessità di un piano per la riqualificazione e la messa in sicurezza delle scuole di
pertinenza dei comuni, renderle moderne di strumenti ed efficienti sul piano energetico e delle
infrastrutture digitali.
Ci sono le condizioni per promuovere un piano di valorizzazione del patrimonio culturale
sostenendo rassegne ed iniziative di diffusione della cultura cinematografica, musicale ed
artistica e valorizzando i musei, i teatri, gli archivi e biblioteche presenti nelle nostre città.
Riconfermando l’indiscutibile valore storico della scelta di insediamento del Campus universitario
di Fisciano, a cui la Cisl apportò un grande contributo, crediamo utile pensare ad un ritorno in
Città, almeno per le iniziative di rappresentanza, seminariali e convegnistiche, del nostro Ateneo.
L’idea di dedicare a questa funzione una parte del vecchio Tribunale, insieme agli storici
complessi di S. Sofia e dell’Annunziatella, ci pare cosa di grande valore identitario tendente a
rafforzare il legame, che non deve mai venire meno, tra l’Ateneo e la Città. In questa direzione, ci
pare ugualmente di grande valore storico ed identitario proporre che almeno per la Facoltà di
Medicina si possa utilizzare la Cappella Palatina del complesso di San Pietro in Corte per il
conferimento delle lauree, così come accadeva nel tredicesimo secolo, ai tempi della Scuola
Medica Salernitana.
Questo auspicabile legame deve essere anche funzionale a dare valore alla presenza, nel
contesto della città, degli studenti europei dei programmi Erasmus.
Lo stesso vecchio Tribunale può diventare un luogo di “vetrina” del nostro patrimonio culturale
(archeologico, artistico e paesaggistico) in cui i turisti e visitatori possano trovare un punto di
riferimento per orientare i propri itinerari, apprezzando le opportunità ricettive e di accoglienza del
nostro territorio.

La città dei diritti civili e delle pari opportunità
Crediamo di grande avanzamento, nel quadro dei diritti civili, qualificare l’azione amministrativa
valorizzare le pari opportunità, il contrasto di ogni forma di discriminazione di razza, di religione,
di sesso, di orientamento sessuale e di condizione sociale. Queste sono condizioni minime per
rendere le Città luoghi di convivenza civile.
Proponiamo la creazione di una consulta di coordinamento delle associazioni impegnate nel
contrasto delle discriminazioni nelle varie accezioni e nel contrasto della violenza di genere e
della omotransfobia.
Proponiamo l’istituzione di un Registro per le Unioni Civili a cui potrà accedere qualsiasi cittadino
residente che voglia veder riconosciuta la propria convivenza.
Nelle società moderne sta emergendo sempre con maggiore drammaticità il tema delle persone
sole e non autosufficienti. Per questa ragione, all’interno dell’azione già svolta dai Piani sociali di
zona per le politiche sociali, proponiamo che sia istituita la Carta dei cittadini Non Autosufficienti
per censire i loro reali bisogni, ricorrendo all’utilizzo delle risorse in modo mirato e senza sprechi.
Così come per le barriere architettoniche. occorre sostenere e potenziare gli ausili alla
comunicazione, per far sì che i cittadini sordi possano partecipare a pieno titolo alla vita sociale,
politica e culturale della comunità.

Salerno, 22 settembre

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