5 anno senza stipendio per I 18 dimenticati della Coop Esculapio

Quinto Ferragosto Senza Stipendio: Ma il Sole non scalda i 18 professionisti ex dipendenti dimenticati della Coop Esculapio, tra rimpalli burocratici e attese di giustizia. L’odissea della Cooperativa Esculapio: ed inoltre più di tre anni di attesa per un contenzioso infinito, e questo solo per il primo grado di giudizio. Rischio di danni Erariali, tra importo iniziale, spese legali ed interessi, nel caso di una possibile vittoria nei confronti del Comune.

Ex Piano di Zona Eboli

Piano di Zona Eboli

POLITICAdeMENTE

EBOLI – Un limbo lungo quasi cinque anni. Diciotto professionisti della Cooperativa Esculapio, tutti del territorio, attendono ancora speranzosi il saldo gli stipendi da ottobre 2020 a fine marzo 2021. Nonostante il subentro del nuovo Ambito Sociale “ASSI”, la vicenda si trascina tra rimpalli di responsabilità e l’estenuante attesa di una sentenza di primo grado dal 2022. In un momento storico di difficoltà per molte famiglie, la situazione si fa ancora più pesante. Una potenziale soccombenza dell’ente minaccia l’erario comunale con l’insorgenza di debiti fuori bilancio. La storia di 18 professionisti della Cooperativa Esculapio non è solo una cronaca di ritardi burocratici, ma un racconto di dignità calpestata e di un’attesa che si protrae da quasi cinque anni. Per loro, il Ferragosto non è sinonimo di festa, ma l’ennesima estate segnata da un vuoto finanziario e di sacrificio di intere famiglie, in un momento storico già difficile per l’economia e il benessere sociale. Il contenzioso affonda le sue radici tra ottobre 2020 e marzo 2021, periodo in cui i dipendenti hanno regolarmente prestato servizio nell’ambito dell’allora Piano di Zona con Eboli capofila, senza però ricevere le dovute spettanze. La cooperativa, a sua volta, lamenta di non aver ricevuto i pagamenti dall’ente pubblico, in un classico rimpallo di responsabilità che ha bloccato ogni risoluzione.

Il passaggio dal vecchio Piano di Zona al nuovo Ambito Sociale “ASS.I.” ha solo complicato la situazione, senza portare una svolta concreta. I dipendenti, professionisti che hanno lavorato al servizio della comunità di Eboli e dei comuni limitrofi (500km quadrati ed 80.mila abitanti) si trovano oggi in una condizione di incertezza, con le loro vite sospese in attesa di una sentenza di primo grado, nel 2025 persiste la burocrazia borbonica mentre il resto del mondo viaggia a velocità digitale. L’Amministrazione Comunale di Eboli, in qualità di ente capofila, avrebbe avuto la possibilità di ricorrere a procedure alternative alla giustizia ordinaria, le cosiddette ADR (Alternative Dispute Resolution). Tuttavia, tale opzione non è stata perseguita, lasciando l’intera questione nelle mani lente e farraginose della giustizia tricolore. Una scelta che ha di fatto prolungato l’agonia dei lavoratori e che solleva interrogativi sulle modalità di gestione del contenzioso (come di altri) da parte dell’ente comunale. L’attesa di una sentenza non è priva di rischi: una soccombenza del Comune comporterebbe conseguenze dirette sull’erario e la necessità di riconoscere debiti fuori bilancio, (potrebbe arrivare ad una somma intorno ai 300.000 euro) con un peso economico che ricadrebbe inevitabilmente sulla collettività, già provata dal fatto che il comune è da poco rientrato dal piano di dissesto finanziario..

Mentre l’attesa per una sentenza di primo grado, vergognosamente continua, ciò che emerge è un profondo senso di abbandono. L’indifferenza di gran parte della classe politica locale – con l’eccezione di qualche voce di opposizione – ha acuito la frustrazione di questi professionisti, che chiedono solo il riconoscimento del loro lavoro e il saldo delle spettanze dovute. Il caso della Cooperativa Esculapio rappresenta lo specchio annerito delle complessità e delle inefficienze che possono emergere nella gestione dei servizi pubblici. L’auspicio è che, al di là delle sentenze, si possa trovare una soluzione rapida ed equa per questi 18 lavoratori e per l’azienda in questione, restituendo loro non solo il dovuto, ma anche la fiducia nelle istituzioni.

Eboli 14 agosto 2025

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