Presentazione a Maiori del Libro: “Io Trotula, storia di una leggendaria scienziata medievale

Venerdì 11 luglio 2014, ore 20.00, Giardini Palazzo Mezzacapo, corso Reggina, Maiori, presentazione del libro: “Io Trotula, storia di una leggendaria scienziata medievale”.

Il nuovo romanzo di Dorotea Memoli Apicella parla dopo un’accurata ricerca storica, che  ricostruisce il coraggio e la battaglia di Trotula De Ruggiero, la prima ginecologa della storia, il medico donna che incantò l’Europa del Medioevo.

Io, Trotula
Io, Trotula

di Annamaria Forte
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

MAIORI – Venerdì 11 luglio 2014, alle ore 20,00 presso i Giardini di Palazzo Mezzacapo, in corso Reggina di Maiori (SA), appuntamento con la scrittrice Dorotea Memoli Apicella e il suo nuovo romanzo: “Io, Trotula, Storia di una leggendaria scienziata medievale, per la Marlin editore e con la versione eBook in lingua inglese per il mercato internazionale Io Trotula. The story of a legendary medieval scientist.

“Vi dico di una donna filosofa di nome Trotula che visse a lungo e fu assai bella in gioventù e dalla quale i medici traggono grande autorità e utili insegnamenti sulla natura delle donne” (B. Thomasset sec. XI)

Fu la più famosa delle ”Mulieres Salernitanae”, le Dame della Scuola Medica di Salerno, dove la scienziata studiò e insegnò. Le sue teorie precorsero i tempi in molti campi tra cui quello della prevenzione e dell’igiene. Fu autrice di trattati di medicina che mostrano eccezionali conoscenze in campo dermatologico, ginecologico ed ostetrico. La sua figura si inserisce nella lunga tradizione – che attraversa l’Antichità e il Medioevo – delle donne attive in professioni mediche. La sua eccezionalità è dovuta al fatto di aver scritto il proprio insegnamento, ponendolo sul piano di un sapere tramandabile.

“Si dice che…. sia stata la prima ginecologa della storia, che in realtà fosse un uomo, che non sia mai esistita. Di Trotula De Ruggiero si è scritto ma anche fantasticato parecchio perché è andata troppo fuori da ogni schema per apparire reale a chi pensa che la vita sia tracciata e definita da lineamenti  immodificabili.”

Siamo nell’XI secolo, Trotula ha studiato più libri di quanti ne avessero mai letti gran parte di tutti gli uomini della sua città, Salerno. Frequenta la Scuola Medica – un crocevia di saperi, la prima istituzione medica d’Europa – ed è una delle poche donne ammesse nella Scuola, l’unica ad aver lasciato traccia della sua opera. Si occupa di materie scomode e fino ad allora poco studiate, la salute delle donne, la loro fertilità e il loro benessere, conosce le erbe, è in grado di curare e alleviare ogni dolore con le piante del suo giardino e quelle delle colline della zona, e lo fa da laica, al di fuori di ogni pressione religiosa che in quel tempo è molto forte. Avrebbe tutti i requisiti per essere condannata come strega, in quell’epoca avviene spesso. Trotula invece è un medico, riconosciuta, stimata e apprezzata dai più grandi uomini di medicina e di scienza dell’epoca.

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I dettagli della vita di Trotula sono sconosciuti. Di lei si sa che visse attorno al 1050 a Salerno, città aperta agli scambi economici e culturali con tutto il Mediterraneo, uno dei luoghi più vitali del mondo allora conosciuto. Erede dall’antico casato dei “de Ruggiero” e , come membro della nobiltà, ebbe la possibilità di frequentare le scuole superiori e di specializzarsi in medicina. Non ci sono testimonianze dirette dei suoi studi, ma diverse annotazioni si riferiscono a lei in tal senso. Sposò il medico Giovanni Plateario da cui ebbe due figli che continuarono l’attività dei genitori.

Frequentò La Scuola Medica di Salerno talmente rinomata da essere considerata la prima università d’Europa. In quel luogo si cominciò a tradurre dall’arabo in latino i testi di medicina degli antichi scienziati greci, rendendoli nuovamente accessibili agli studiosi occidentali. La Scuola era aperta anche alle donne che la frequentavano sia come studentesse che come insegnanti e Trotula fu uno dei suoi membri. Trotula ebbe idee innovative sotto molti aspetti: considerava che la prevenzione fosse l’aspetto principale della medicina e propagava nuovi e per l’epoca insoliti metodi, sottolineando l’importanza che l’igiene, l’alimentazione equilibrata e l’attività fisica rivestono per la salute. Non a riti di  magi, ma, in caso di malattia consigliava trattamenti dolci che includevano bagni e massaggi, consigli di facile applicazione e accessibili anche alle persone meno abbienti.

Le sue conoscenze in campo ginecologico furono eccezionali e molte donne ricorrevano alle sue cure. Fece nuove scoperte anche nel campo dell’ostetricia e delle malattie sessuali. Cercò nuovi metodi per rendere il parto meno doloroso e per il controllo delle nascite. Si occupò del problema dell’infertilità, cercandone le cause non soltanto nelle donne, ma anche negli uomini, in contrasto con le teorie mediche dell’epoca. Annotò queste scoperte nella sua opera più conosciuta il De passionibus Mulierum Curandarum” (Sulle malattie delle donne), divenuto successivamente famoso col nome di Trotula Majo. La trattazione risulta straordinaria anche perchè, per la prima volta, una medica parla esplicitamente di argomenti sessuali, senza coinvolgervi nessun accento moralistico.

L’autrice si occupa anche della bellezza, scrive di rimedi per il corpo, di pomate e di erbe  per il viso ed i capelli e dispensa consigli su come migliorare lo stato fisico con bagni e massaggi. Questo argomento non rappresenta un aspetto frivolo dei suoi testi, per Trotula lo sguardo sulla bellezza di una donna ha a che fare con la filosofia della natura cui si ispira la sua arte medica: la bellezza è il segno di un corpo sano e dell’armonia con l’universo. Nel XIII secolo le idee e i trattamenti di Trotula erano conosciuti in tutta l’Europa e facevano già parte della tradizione popolare. I suoi scritti vennero utilizzati fino al XVI secolo come testi classici presso le Scuole di medicina più rinomate. Il Trotula Maior, in particolare, venne trascritto più volte nel corso del tempo subendo numerose modificazioni, inoltre, come altri testi scritti da una donna, venne impropriamente attribuito ad autori di sesso maschile: ad un anonimo, al marito o ad un fantomatico medico “Trottus”. Nel XIX secolo alcuni storici, tra cui il tedesco Karl Sudhoff, negarono la possibilità che una donna avesse potuto scrivere un’opera così importante e cancellarono la presenza di Trotula dalla storia della medicina. La sua esistenza fu però recuperata, con gli studi di fine Ottocento, dagli storici italiani per i quali l’autorità di Trotula e l’autenticità delle Mulieres Salernitanae sono sempre state incontestabili.

Ha voluto raccontare questa donna, in tutti i suoi aspetti, Dorotea Memoli Apicella, nata a Salerno, dove ha insegnato Lettere classiche  oltre ai saggi di storia locale, tra cui uno su Gregorio VII, ha pubblicato: Culti di origine greca a Salerno (2001); Adelperga, da Pavia alla corte di Arechi II (quaderno di Storia Patria n. 16, 2004); Sichelgaita, tra Longobardi e Normanni (II ed., 2009). Ha scritto vari articoli inclusi negli Annali del Liceo Tasso e in “Rassegna Storica Salernitana”, tra cui Divagazioni onomastiche su Trotula de Ruggiero. Nel 1998 ha vinto il Premio Storico Letterario Leopoldo Cassese, per la ricerca inedita su Itinerari salernitani di folclore religioso.

Un romanzo pubblicato dopo un’accurata ricerca storica ricostruisce il suo coraggio e la sua battaglia con precisione ma anche con la semplicità narrativa necessaria per rendere scorrevole la lettura. L’incontro con Edoardo il Confessore, futuro re d’Inghilterra, è la chiave di volta del racconto: un amore grande, folgorante, che infiamma il cuore di lei adolescente e s’imprime per sempre nella sua anima. Ma è un amore impossibile, a causa della ragion di stato, suggellato già sul nascere dall’addio. Proprio in forza di questo sentimento, Trotula avrà il coraggio di proseguire tenacemente nel cammino della ricerca scientifica affrontando con coraggio e determinazione le prove del suo futuro di donna tra cui il matrimonio con Giovanni Plateario, suo maestro, molto più vecchio di lei, voluto da suo zio il principe Guaimario IV.

Un’esperienza amara la sua, come quella di tante donne del suo tempo, ma non senza un intimo sentimento di rivolta, che la spinge ad approfondire gli studi per riscattare se stessa e tutte le altre donne, donando loro la salute del corpo e il piacere della sua bellezza. Ha  scelto di arricchire il romanzo con una decina di foto per mostrare i luoghi dove ha vissuto questa donna straordinaria. Non solo. L’appendice elenca le ricette mediche e cosmetiche di Trotula, per curare malattie, dalla dissenteria all’artrite o l’emorragia post partum o per rendere più belle le donne. Oggi sembrano banali, nell’XI secolo hanno la forza di una rivoluzione.

Programma:

Interverranno :

  • Francesco Criscuolo, Dirigente Scolastico
  • Maria Carla Sorrentino,  Università degli Studi di Salerno
  • Letture a cura dell’attrice  Miriam Bella
  • Coordina il giornalista Sigismondo Nastri

Per informazioni sull’attività della Marlin Editore, interviste all’autrice, invio di materiale fotografico, richiesta del libro (file pdf o versione cartacea) rivolgersi all’Ufficio Stampa (tel. 089 467774089 467774 – 334 1115211334 1115211 – ufficiostampa@marlineditore.it) e visitare il sito Internet www.marlineditore.it

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Maiori, 11 luglio 2014

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