Mostra pittorica al MOA di Eboli: “Gli Anni dell’Utopia”

Giovedì 7 Dicembre 2017, ore 19.30, MOA di Eboli, Mostra pittorica “Gli Anni dell’Utopia”.

L’evento organizzato dal Museum of Operation Avalanche, Mo’ Art, Monochrome e Sophis, con il Patrocinio morale del Comune di Eboli inaugura la personale pittorica “Gli anni dell’Utopia” dell’Artista Vincenzo Paudice, che rimarrà esposta all’interno del museo fino al 6 Gennaio 2018.

Locandina Paudice-MOA
Locandina Paudice-MOA

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

EBOLI- Durante la manifestazione interverranno Luigi Nobile, Direttore Artistico del MOA , l’Artista Vincenzo Paudice e Noemi Manna, giornalista. La mostra si compone di 13 dipinti olio su tela e 13 litografie rappresentanti le “Mummie”, realizzate tra il 1980 e il 2000, negli anni dell’Utopia dell’artista, quando decide di utilizzare l’arte come denuncia storica, politica e sociale.

Vincenzo Paudice nasce a Vico Equense (NA) nel 1947, frequenta l’Istituto Statale d’Arte di Sorrento e si diploma con il titolo di M° d’Arte Ebanista. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Napoli, corso di “Scultura” e partecipa attivamente al movimento del ’68 quale segretario del Comitato Paritetico costituitosi all’interno dell’Accademia stessa. Si laurea nel 1971, col massimo dei voti sia in Scultura sia in Storia dell’Arte. Nel 1971 e 1972 frequenta i “Corsi Internazionali” d’arte grafica (Calcografia) a Urbino. Tra gli anni 1971 e 1975 si abilita all’insegnamento di Disegno e Storia dell’Arte, Discipline Plastiche e Discipline Pittoriche. Dal 1970 ha insegnato Discipline Pittoriche presso i Licei Artistici di Salerno, Venezia ed Eboli (SA).

Vive nella cittadina della Piana del Sele e lavora presso il suo Atelier in Corso Umberto I n°21.

«L’artista s’inserisce nel presente per testimoniare una realtà negativa, quella della costrizione dell’individuo inserito nella società con le sue obbligazioni notabili fisicamente nel corpo come una fascia aggiuntiva alla gabbia che ci portiamo appresso. Le figure si muovono così come nei vari contesti pubblici e/o privati che scandiscono i ritmi della nostra vita priva di libertà. La libertà negata è elemento idoneo a comprendere il messaggio figurativo. I personaggi sono stretti da fasce che comprimono la forza dell’eros come creatività che viene da lontano, dalla nostra cultura, e che permette il delinearsi di movimenti che animano il nostro agire. Sullo sfondo di paesaggi scuri o del tutto assenti per far posto a interni bui, dove risalta la luminosità dei legami che avvinghiano le figure in movimento, in posa o in pausa di riflessione, affiora la nostra coscienza: quella di un mondo dalla libertà negata, all’interno del quale però tutto si muove.» Testo tratto da Il Pessimismo della Ragione di Massimo Venturi Ferraiolo, in riferimento alle opere dell’Artista Vincenzo Paudice.

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Eboli, 5 dicembre 2017

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