Attuazione Pnrr, Federcepi: Mancano operai specializzati in edilizia

Attuazione PNRR, Ecobonus e Superbonus.Federcepicostruzioni denuncia: mancano lavoratori formati in edilizia. 

Il Presidente Federcepicostruzioni Antonio Lombardi: “Secondo una stima del Sole 24Ore mancano 265mila operai specializzati in Edilizia. Bisogna investire su Formazione, Qualificazione, Specializzazione. Si coinvolgano le Università”. 

Antonio Lombardi

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

SALERNO – L’allarme rilanciato da Il Sole 24 Ore in merito alla mancanza di 265mila addetti e operai specializzati in edilizia per realizzare le opere finanziate con il Pnrr, ripropone il tema della necessità di attivare programmi di formazione, qualificazione e specializzazione in linea con le esigenze delle imprese.

La stima riportata dal più importante quotidiano economico nazionale – commenta il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi – potrebbe addirittura rivelarsi pessimistica: l’attuazione delle varie misure agevolative in essere, come l’Ecobonus e il Superbonus 110%, potrebbero addirittura incrementare l’esigenza di nuova mano d’opera da parte delle imprese edili, in misura ancor più considerevole di quella riportata limitatamente al Pnrr. Nel solo mese di maggio di quest’anno si sono aperti 7.000 cantieri grazie al Superbonus, per investimenti pari a circa 2 miliardi. A fine giugno i cantieri aperti erano 24.000 per 3,5 miliardi di investimento. Un trend di enorme interesse destinato sicuramente a consolidarsi e rafforzarsi a partire dal prossimo mese di settembre, quando registreremo il vero e proprio boom dei cantieri per il Superbonus. Voglio ricordare che ogni miliardo investito in edilizia, genera 13-15.000 posti di lavoro direttamente nel comparto e 17-18.000 considerando anche l’indotto, ed attiva un giro di affari per circa 3 miliardi e mezzo che coinvolge un vastissimo indotto, comprensivo della quasi totalità delle realtà del sistema produttivo e dei servizi attive sul territorio. Facile quindi prevedere, entro la fine di quest’anno, un notevole fabbisogno di nuovi addetti e operai specializzati, ancor prima della concreta attuazione del Pnrr”.

Sono segnali estremamente positivi – aggiunge ancora il presidente Lombardi – che tuttavia ripropongono la necessità di predisporre programmi formativi al passo con i tempi ed in linea le esigenze delle aziende. Occorre una mentalità moderna e innovativa anche nella pianificazione e organizzazione dei corsi destinati ad operai e addetti, vero patrimonio e unica ricchezza delle aziende. Occorrono corsi che schiudano o consolidino opportunità concrete di lavoro: basta con corsi autoreferenziali, studiati per i formatori e gli enti di formazione più che per i formati e per le aziende”.

Federcepicostruzioni – conclude il presidente Lombardi – ha già attivato da oltre sei mesi, con l’Ente Bilaterale della nostra Confederazione CEPI, un Corso di formazione per posatori di cappotto: una delle qualifiche più richieste per i lavori di Ecobonus e Superbonus 110%. Abbiamo erogato corsi in Edilizia ad oltre 3.000 dipendenti e stiamo definendo un accordo con diverse Università su tutto il territorio nazionale collaborando per individuare le professionalità e le qualificazioni emergenti, per le quali attivare i relativi percorsi di formazione e specializzazione. Una analoga strategia la avvieremo con gli istituti tecnici per un raccordo sempre più stretto tra aziende e mondo della formazione per un allineamento sempre più forte tra domanda e offerta di lavoro in edilizia”.

Se da una parte si registra una buona ripresa per il settore dell’edilizia, dall’altra le organizzazioni datoriali lanciano l’allarme per la mancanza di personale specializzato in edilizia, circostanza che ci spinge a fare alcune considerazioni che purtroppo mettono sotto accusa le politiche sulle formazioni professionali, demandate alle Regioni e ai vari Enti di formazione privati che organizzano corsi finanziati con appositi fondi, spesso orientati verso fantasmagoriche professioni e mestieri, e per nulla orientate a colmare le lacune in alcuni settori o mestieri che sono sempre più rari così come rare sono le persone che sono formate.

Un fallimento vero e proprio sia dal punto di vista economico, visto i miliardi spesi negli anni a fronte di risultati per nulla rilevabili, non essendovi fonti certe che monitorano le persone formate ne talpoco in quali settori, men che meno coloro i quali vengono assunti dopo un corso di formazione.

Ebbene Federcepi indica una strada che vorrebbe coinvolgere diversi Enti, ivi compreso le Università, per nulla idonee a colmare i vuoti delle formazioni professionali individuando in uno le varie professionalità e le varie competenze per avviarli alla formazione e poi al lavoro, immaginando che un posatore, un impiantista, un muratore, un carpentiere, un idraulico e così via vengano dalle Università. Purtroppo così non è, e tornando indietro negli anni, si ricorderà come si formavano le varie maestranze, formazione che avveniva sul posto di lavoro, lavorando. Chi non ricorderà i cantieri scuola? Chi non ricorderà i manuali generici che sul posto di lavoro, acquisivano competenze e diventavano prima apprendisti, poi aiuti e poi alla fine era il Mastro muratore o altro a certificare il conseguimento delle competenze acquisite, che venivano certificate e trascritte sul libretto del lavoro. Ebbene quella formula metteva insieme l’esperienza, l‘impresa, il lavoratore, oggi questa formula si potrebbe migliorare coinvolgendo oltre che le Regioni, le scuole, e le imprese dovrebbero investire finanziando quei percorsi, ma soprattutto valorizzandoli con adeguati compensi, sempre se si vuole avere una fonte da cui poter attingere nei vari bacini formativi, e così forse essere pronti a qualsiasi emergenza mirando ad essere pronti a gestire l’ordinario.

Salerno, 6 agosto 2021

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