Privatizzazione dell'acqua a Grumo Nevano: Una serie di interessi a scapito dei cittadini

Quali sono gli interessi di Acquedotti scpa, Ottogas, Ambiente Italia, Impregilo, Caltagirone a Grumo Nevano?

Cosa interessi hanno con la privatizzazione delle risorse idriche questi nomi?

acqua bene prezioso

GRUMO NEVANO – Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente Comunicato/nota dell’Associazione grumese “Acquazione”, che da tempo si batte contro la privatizzazione dell’acqua, ritenuta come bene essenziale, primario e naturale di rilevanza non economica, e nonostante tutto si trovano di fatto privatizzata.

L’Associazione “Acquazione”, pone per questo degli interrogativi, ritenendo che nell’AFFARE acqua, vi siano molti interessi e molte società che ci “girano” intorno. A che titolo e perché? Domande senza Risposte?

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GRUMO NEVANO – Che interessi hanno Acquedotti scpa, Ottogas, Ambiente Italia, Impregilo, Caltagirone a Grumo Nevano?

Cosa centrano con la privatizzazione delle risorse idriche a Grumo Nevano questi nomi?

Ottogas è un nome che ritroviamo sui bollettini di C.C. che la società acquedotti scpa ci invia per pagare le fatture del consumo di acqua.

Ma Ambiente Italia, La società Impregilo e Caltagirone che interessi hanno a Grumo Nevano?

Ma i cittadini di Grumo Nevano a chi pagano l’acqua?

A questo punto desideriamo rivolgere due domande a chi governava allora e chi governa oggi Grumo Nevano:

Quando nel 2007 l’amministrazione presieduta da Angelo Di Lorenzo in quel nefasto consiglio comunale unitamente ai consiglieri di maggioranza che votarono a favore (e quelli di minoranza che si astennero) della privatizzazione delle risorse idriche a Grumo Nevano sapevano a chi stavano affidando questo importante fonte di vita?

1 commento su “Privatizzazione dell'acqua a Grumo Nevano: Una serie di interessi a scapito dei cittadini”

  1. Il “popolo dell’acqua” si è riunito ieri in piazza Navona a Roma insieme ad artisti, rappresentanti delle associazioni e dei comitati territoriali per festeggiare la raccolta firme degli ultimi tre mesi con un muro simbolico di scatole per porre un argine alla privatizzazione dell’acqua. Poi la consegna delle firme al palazzo di giustizia.E’ chiaro, quindi, che la principale fonte di vita dell’umanità si sta trasformando in una risorsa strategica vitale.

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    Già nel 1994, alla Giornata Mondiale per l’Alimentazione, il Papa Giovanni Paolo II sottolineava la necessità di “… considerare l’importanza dell’acqua per la vita e la sussistenza degli individui e delle comunità. Giacché ognuno deve avere la possibilità di accesso a rifornimenti d’acqua incontaminata, la comunità internazionale è chiamata a cooperare per proteggere questa preziosa risorsa da forme di utilizzazione non adeguate e dal suo spreco irrazionale. Senza l’ispirazione che deriva dai principi morali profondamente radicati nei cuori e nella coscienze degli uomini, gli accordi e l’armonia che dovrebbe esistere a livello internazionale per la preservazione e l’uso di questa risorsa essenziale saranno difficili da mantenere e portare avanti”.ttavia, per quanto riguarda la gestione dell’acqua, c’è da fare i conti con un crescente fenomeno di privatizzazione dell’acqua. Nel Regno Unito è stata l’espressione di una scelta politica del governo Thatcher. La privatizzazione alla francese (fondata sul sistema della “gestione delegata” dei servizi alle compagnie private) è di gran lunga la più usata. In Canada vi sono stati dei tagli drastici alle spese per le infrastrutture e le municipalità locali sono state costrette ad affidare gli investimenti in materia di acqua alle compagnie private. Forti spinte per la privatizzazione sono presenti in Germania federale, in Irlanda, in Italia, nei Paesi Bassi. Moltissime le città nel Sud del Mondo in cui da diversi anni tale privatizzazione si è verificata.l valore crescente dell’acqua, le preoccupazioni concernenti la qualità e la quantità di approvvigionamenti, oltre che le possibilità di accesso, accordate o rifiutate, stanno avvicinando l’acqua al petrolio e a certe ricchezze minerali in quanto risorsa strategica. La sua rarità e il suo valore crescente porteranno sempre più a delle politiche dell’acqua e a conflitti internazionali che potranno attribuire ai diritti su quest’ultima un’importanza di primo piano.Sono diverse le soluzioni prese in esame e le tematiche di intervento per gestire al meglio la crescita del consumo dell’acqua. Comunque è evidente che mancano delle regole mondiali di controllo sulla gestione dell’acqua e la sua difesa come bene comune, patrimoniale e prevale l’approccio di considerare l’acqua un bene da lasciare alla libera regolamentazione del mercato.

    “Qualunque sia la motivazione” – afferma Riccardo Petrella – “la privatizzazione dell’acqua non è una soluzione efficace dal punto di vista politico, sociale, economico, ambientale, etico. Non è giustificabile considerare l’acqua come una fonte di profitto. In quanto fonte di vita, l’acqua è un bene patrimoniale che appartiene agli abitanti del pianeta (così come agli organismi viventi). La privatizzazione del petrolio è stata e resta un errore storico fondamentale, che non può essere ripetuto: bisogna impedire la petrolizzazione dell’acqua”

    L’acqua appartiene più all’economia dei beni comuni e della distribuzione della ricchezza che all’economia privata dell’accumulazione individuale ed altre forme di espropriazione della ricchezza. Mentre nel passato la condivisione dell’acqua è stata spesso una delle maggiori cause delle ineguaglianze sociali, la civilizzazione di oggi riconosce l’accesso all’acqua come un diritto fondamentale, inalienabile, individuale e collettivo. Il diritto all’acqua è una parte dell’etica di base di una buona società e di una buona economia.La privatizzazione fa gonfiare i prezzi dell’acqua in maniera smisurata. Il capitale privato è consapevole del fatto che i servizi per l’acqua sono diventati un settore di attività molto redditizio. Così, le grandi multinazionali dell’acqua, (tra cui le francesi Suez-lyonnaise, Vivendi-Generale, Saur-Bouygues, o le più note Danone e Nestlé) spingono perché si sviluppi il mercato dell’acqua. Grazie alla loro potenza finanziaria, alla loro tecnologia e alle loro enormi competenze accumulate negli anni, esse sperano di assicurarsi il controllo di questi mercati.Qualche esempio. La Danone ha acquisito la gestione di tre sorgenti: una in Indonesia, una in Cina e l’altra negli Stati Uniti. La Nestlé ha iniziato a commercializzare in Pakistan la sua prima acqua “purificata”, acqua di rubinetto trattata con l’aggiunta di minerali.Il diritto all’acqua è un diritto inalienabile individuale e collettivoL’acqua deve contribuire al rafforzamento della solidarietà fra i popoli, le comunità, i paesi, i generi, le generazioni.Le risorse d’acqua sono distribuite in modo ineguale. Questo non significa che deve esserci anche ineguaglianza nell’accesso all’acqua fra le persone, le comunità e le regioni. Inoltre, l’ineguaglianza nella distribuzione dell’acqua e della ricchezza finanziaria non significa che le persone ricche d’acqua ,non rischino la sua mancanza in un prossimo futuro«Un milione e quattrocentomila firme rappresentano una delegittimazione di qualunque scelta tesa ad applicare il decreto – spiega il Comitato – a maggior ragione per quelle amministrazioni che vogliono addirittura anticiparne le scadenze». l referendum sull’acqua è «uno strumento importante per fare pressioni sulla politica e sul Parlamento e cambiare gli errori della pessima legge proposta dal governo Berlusconi», ha detto il responsabile green economy del Pd, Ermete Realacci. Occorre «non far calare l’attenzione su un tema tanto importante per i cittadini», ha sottolineato Realacci.

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