Così sfido la sinistra: Intervista a Nichi Vendola

Siamo governati da Cannibali.

Mentre è emersa la feccia di un potere osceno, violento, con  sentinelle camorristi e massoni, espressione di un berlusconismo in caduta, il centrosinistra continua ad essere in affanno.

Serve un’allenza e un programma che metta insieme la questione sociale e quella democratica.

Nichi Vendola Stati Generali della Fabbrica di Nichi

di BEPI MARTELLOTTA

BARI – 18 luglio 2010 – Il sole picchia forte nella piccola «Woodstock» di Baia S. Giorgio: niente musica, ma «fabbriche» di ragazzi che si confrontano sui temi di attualità e provano a costruire «la nuova sinistra». Lui, Nichi Vendola, ne è convinto: da questo angolo di mare alle porte di Bari non può nascere un inutile partito della sinistra (che farebbe solo il solletico al transatlantico Pd), ma un movimento che provi ad arginare la deriva del Paese. E il traghettatore-leader ha già preso in mano il timone: questa volta anche gli «apparati», come accaduto in Puglia con le primarie, dovranno seguirlo.

Presidente, a Bari le grandi prove per la leadership del centrosinistra del 2013?

«Siamo di fronte al paradosso: nel momento in cui emerge tutta la feccia di un potere osceno, violento, che ha come proprie sentinelle camorristi e massoni, nel momento in cui c’è uno strappo così forte nel berlusconismo e comincia a percepirsi la caduta, il centrosinistra continua ad essere in affanno. Siamo governati da cannibali, si stanno cibando della nostra Costituzione e dei diritti umani, sociali, di libertà. La nostra è una Repubblica delle Banane, un Paese perduto, che va verso la catastrofe. La destra procede con i carri armati alla devastazione della civiltà giuridica e sociale e il centrosinistra che fa? Arranca, tira fuori formule di governi tecnici improbabili. Non c’è più tempo: bisogna che la sinistra riconnetta la politica con la vita, segua i cartelli segnaletici che indicano Pomigliano e Melfi, la libertà delle donne e la ricerca, il Welfare e il Mezzogiorno, tutti i luoghi oggetto della macelleria sociale della destra: solo così il centrosinistra, invece di sentirsi sconfitto in partenza e aver paura perfino di evocare le elezioni anticipate, potrà smetterla di combattere la destra con la sindrome di Zelig.

Addio partiti, avanti con le «fabbriche»?

Io qui non ho l’alleanza della vittoria, ma ho il motore di un processo politico che spazza via i vizi e le vecchie culture del ceto politico per incrociare la domanda di cambiamento di un popolo e l’idea che si può vincere. Qui, nelle “fabbriche”, non si costruisce un corpo, un partito, un alleanza strutturata: siamo l’alito che consente a un corpo di avere un’anima.

Sì, ma poi bisogna andare alle urne e vincere. Come?

Serve un’allenza e un programma che metta insieme la questione sociale e quella democratica: l’Italia sta diventando un paese del Sudamerica degli anni ‘70. Altro che governi tecnici, qui c’è bisogno di un fronte largo di opposizione democratica e c’è bisogno ora di mettere in piedi il cantiere dell’alternativa del berlusconismo. In ballo non c’è la vittoria alle urne, ma la liberazione della Paese.

Fuori dalla battaglia politica, sembra però non aver retto anche il «fronte» dei governatori contro le politiche del governo che lei accusa.

Ci sono due governatori della Lega che vedono con favore le norme clientelari a favore della Padania in Finanziaria, ma il giudizio sulla manovra è unanime e dice che è insostenibile per qualsiasi regione. È una manovra che smantella il Welfare e lo sviluppo, è una manovra che taglia la vita non gli sprechi, taglia la carne viva del Paese: questo lo dicono Formigoni, Iorio, Caldoro e lo comincia a dire Scoppelliti, governatori del Pdl di Nord e Sud. Gli unici che non lo capiscono sono gli uomini della destra pugliese, il più sublime esempio di alto tradimento delle loro comunità. Gli Azzollini e i Fitto sono dei piccoli gendarmi leghisti e sarebbero imputabili di alto tradimento per quello che hanno fatto con questa Finanziaria, il primo facendosi alfiere dei più vergognosi emendamenti leghisti e il secondo dicendo che è giusto che il Sud perda risorse, perché non le ha sapute spendere bene.

Oltre la manovra, c’è il Patto di stabilità che obbliga la Puglia al rientro.

Noi violiamo quel Patto per la follia delle regole. Per rispettarlo non dovremmo spendere i soldi della spesa comunitaria: significa che nel 2011 non dovremmo spendere nulla di 1,2 miliardi di euro di fondi Ue: se superiamo di 150 milioni di euro la spesa, lo sforiamo. Qualcuno dovrà pure risponderci a questa domanda, che faremo rimbalzare da Bari a Roma a Bruxelles.

E la sanità? Nel 2005 accusò Fitto di tagliare gli ospedali e oggi è costretto a fare lo stesso. Cos’è, una nemesi?

Il razionamento ci è imposto dal governo con una violenza contabile impressionante: non ci chiedono quanti posti letto tagliamo, ma quante risorse corrispondenti riduciamo. Ci impongono i ticket e, nonostante dalla Puglia sia arrivato un piano draconiano, volevano imporci pure le tasse. È una modalità demenziale questo rigore: tre anni di piani di rientro della Sicilia hanno provocato un aumento di 6mila lavoratori precari, così come razionare le risorse un anno significa decuplicare il disavanzo l’anno dopo.

Dunque, tagli agli ospedali come fece Fitto. Non la preoccupa la rivolta delle comunità?

Se fosse vero che sto portando a compimento l’opera di Fitto, la destra pugliese dovrebbe applaudirmi. La verità è che Fitto non ha chiuso neanche un ospedale, ma ne ha resi agonizzanti tanti: ha stressato la domanda di salute per rendere limpido il bilancio. Noi abbiamo invertito il trend: abbiamo coperto col Bilancio autonomo della Regione i disavanzi che si producevano per rispondere al diritto alla salute dei cittadini e abbiamo fatto un’operazione verità sui bilanci. Certo, oggi c’è la manovra di rientro: avrei voluto farla con più gradualità, ma non c’è dubbio che un piccolo ospedale non solo non ha professionalità e tecnologie ma costa di più. I cittadini non vogliono l’ospedale sotto casa, ma la risposta alla domanda di salute. Non tanti ospedalini, ma tanti luoghi di cura: da questo punto di vista continuiamo a perseguire il piano della salute. Abbiamo cominciato e continueremo a spiegarlo alle comunità: i cittadini hanno chiaro ciò che sta accadendo, il delitto che la destra sta compiendo nei confronti del Sud è evidente. Lo sanno tutti e noi lo spiegheremo nel dettaglio.

dalla Gazzetta del Mezzogiorno

Vendola agli Stati generali della Fabbrica di Nichi

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da facebook

Nichi Vendola

“Noi diciamo no ai governi tecnici e a quelli delle larghe intese: le primarie non sono una minaccia per il Pd o per il centrosinistra, e io mi candido per sparigliare questi giochi”.

Nichi Vendola ha così concluso oggi, a Bari, gli Stati generali delle fabbriche di nichi davanti a una platea di circa duemila persone provenienti per il 40% dal resto d’Italia, in molti dal Settentrione.

La manifestazione è stata seguita anche attraverso il web e i social network: la fan page di facebook di Nichi Vendola ha raggiunto quota 167.000, con 4.800 nuovi fan negli ultimi tre giorni.

“Dobbiamo vincere”, ha sottolineato Vendola, “ma questo verbo deve essere coniugato fuori dal palazzo, lungo le traiettorie delle vie popolari. Vincere ha un significato se si vince a Pomigliano, a Melfi, se la vittoria ha significato per gli studenti precari, per i ricercatori che sono costretti ad emigrare, per le donne e gli eroi dei nostri giorni, come Falcone, Borsellino e Carlo Giuliani. Bisogna vincere per ricostruire i codici dei diritti: allora la vittoria è un discorso sulla salvezza del Paese, che guarda all’Europa. È la vittoria di tanti, è la vittoria del popolo che si alza in piedi, non è una vittoria di parte o di partito”.

Vendola ha poi precisato il senso della sua disponibilità alla candidatura. “Perché io?”, ha detto, “perché sono voi quando non sopportate il centrosinistra avendo in mente un mondo diverso da questo. Noi abbiamo due obiettivi da raggiungere: il primo è l’indispensabilità di un metodo democratico che si sottrae alle nomenclature di partito; il secondo è portare nell’arena la domanda di una buona politica. Non c’è buona politica che possa prescindere da un discorso sul buio e sulla luce”. Vendola, infatti, ha titolato così il discorso conclusivo degli Stati generali delle fabbriche di nichi, “lanterne che illuminano gli angoli bui dell’esistente”.

Le fabbriche, come specificato da Vendola, sono un’esperienza autonoma da tutti i partiti, portano in dote il principio di cooperazione e “vogliono accarezzare il centrosinistra, insufflare l’anima della questione della modernità nel momento in cui la destra si presenta come antimoderna”. Questa nuova realtà vuole scuotere “l’albero del centrosinistra per costruire la narrazione di un’Italia migliore”.

Ha poi annunciato i temi chiave di una nuova piattaforma programmatica del centrosinistra: investire nella Bellezza dell’ambiente, dei talenti e dei territori; rilanciare l’Economia attraverso una pressione fiscale più equa, la redistribuzione delle risorse e puntando su qualità e innovazione; sottrarre la Conoscenza alla privatizzazione e alla parcellizzazione dei saperi attraverso il rilancio della scuola e dell’università come elementi fondanti di una cultura diffusa; ristabilire la connessione tra i Diritti e le persone; custodire il patrimonio dei Beni Comuni.

Nichi Vendola ha sottolineato che gli Stati generali delle fabbriche di nichi diventeranno un appuntamento annuale. “Questo è l’equivalente del meeting riminese di Comunione e Liberazione: deve essere per noi il più importante incubatore di intelligenze e della nuova classe dirigente”. “C’è un’Italia migliore”, ha concluso Vendola, “e noi la faremo vincere”.

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10 commenti su “Così sfido la sinistra: Intervista a Nichi Vendola”

  1. Una persona di grande talento e rispetto ,ma ci cose che non quadrano molto quando parla dell’ autonomia delle fabbriche e di
    indicazioni piu o meno precisi su aperture a fazioni di centro destra per demolire Berlusconi .No non credo che gle lo faranno fare,un bel sogno un po come Martin Luter King ” i have e dream”
    Credo che Niki debba essere ancora piu determinato su cosa fare rafforzzare i concetti e le direttive,perche i primi ostacoli da superare stanno nell’attuale sinistra e centro sinistra del PD:
    Non credo che il PD sia un oceano piuttosto un grande mare come il mar morto che ogni giorno agonizza sempre di piu a causa dell’inquinamento.Le fabbriche non sono bancarelle di pensieri ,ma dovrebbero essere spazi fatti di cultura pratica su che cosa è la politica quali sono le sue prerogative ,come viene vissuta e a che serve.Auguro a niki una buona battaglia per una giusta vittoria.

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  2. Vendola, a parte qualche eccesso, ( Giuliani ) potrebbe essere, in teoria un buon candidato, in pratica sarebbe il peggiore. Mi spiego con una domanda: secondo voi quella parte moderata dell’elettorato di sinistra chi voterebbe. ?!. Casini. Quindi di nuovo Berlusconi per altri cinque anni e questo credo proprio che l’Italia non lo meriti,
    Resto dell’idea che il miglior candidato sarebbe Cofferati. Ricordate quando il Cinese era a capo della CGIL e da solo “invase” le strade di Roma con migliaia di persone, io c’ero, e la cosa bella era che la gente di Roma si affacciava alle finestre sventolando il tricolore. Di lì a poco Prodi sconfisse Berlusconi.

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  3. Berlusconi è alla fine, ma adesso è più pericoloso, mica si preoccupa del paese, lui pensa a se stesso. I suoi li mollerà senza pensarci, lui invece si vuole salvare e lo farà rabbiosamente per difendersi. Il centro destra è alla fine.

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  4. solo Eboli è un cesso di paese non si riesce ad organizzare niente solo pizzelle e fresole tra la munezza per eburum eboli con il sindaco che cammina da solo nel centro storico è solo tra una frittella e l’altra mentre i suoi baluardi lo schivano prendendo altre stradini.Ieri 18 luglio sono stato ad olevano sul tusciano hanno organizzato una storia tra folclore cultura e storia sul brigantaggio ,”la storia del brigante Manzo ” un successo con attori veri due volte gente del paese che si era offerta per la manifestazione,Anche il sindaco rimase meravigliato della partecipazione del pubblico. Tra gli attori vi era anche un ebolitano ,questo ti fa pensare che nessuno è profeta in patria non vi è spazio per gli ebolitani di talento ad eboli. Ieri mi sono vergognato di appartenere al mio amato paese.

    altre vie. Ieri Olevano sul tusciano per

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  5. Vendola lo ascoltai a metà anni novanta in un comizio sotto le scule elementari di eboli, rimanendone affascinato, nel mio piccolo capii subito che il “ragazzo” aveva talento, e che avrebbe fatto strada. Laguida della coalizione forse mi sembra prematuro,un personaggio cosi “anti” COME VENDOLA ,non sarebbe digerito bene dal centro della coalizione stessa.Ma la lingua batte dove il dente duole e il dente che duole è quel Partito democratico sempre meno rappresentativo degli umori della sinistra, sempre più in calo nei sondaggi…. La maggioranza tentenna, l’opposizione “tende la mano”.. sconcertante!Caldo, Roma boccheggia (assieme al resto del paese)

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  6. Siamo alla deriva.!. Il Ministro Sacconi ( ma quando prendeva per il c…la gente?!. quando era Socialista o ora che è liberista, visto che i due concetti politici sono all’antitesi ?), è notizia di oggi ( Corriere della Sera ) che vorrebbe introdurre dei fondi privati per l’assistenza agli anziani. E’ notizia vecchia, quando disse che con l’accordo di Pomigliano il Paese era diventato più moderno. Sì, più moderno. Si è tornati indietro di 50 anni, come per la “riforma della scuola” e come per questaltra c…ta. Obama, introduce il sistema sanitario nazionale, Sacconi fa il contrario, ci americanizziamo, laddove l’America ha fallito.
    Ma da dove escono queste menti sopraffine.?!

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