Notti Estive ad Eboli: Tra Calore & Rumore

Non c’è nottata che gli ebolitani non combattano con l’insonnia.. e non è sempre “colpa di Caronte”.

Rumori molesti da una parte all’altra del centro cittadino, teenager chiassosi fino quasi allo spuntare dell’alba e corse in solitaria in moto ed auto per le lunghe arterie cittadine. Un quadro che inizia a preoccupare i residenti.

di Massimo Del Mese e Marco Naponiello POLITICAdeMENTE

EBOLI- Non ci sono più le Estati di una volta!” E quest’affermazione non è soltanto un modo di dire consunto, ma invero una certezza; difatti chi tra di noi abbia superato gli “anta”, ricorda benissimo e con nostalgia il famoso anticiclone delle Azzorre che era caratteristica climatica degli Stati affaccianti sul  Mediterraneo, la cosiddetta bella stagione che raramente superava i 30 gradi e non ammorbava gli abitanti della penisola, e non solo, con un’umidità asfissiante, addirittura in qualche caso esiziale. Ma i tempi ahinoi sono cambiati e le reiterate avvertenze dei climatologi sull’impatto antropico avverso l’equilibrio climatico, accompagnato anche da variazioni dovute al normale ciclo del nostro pianeta, sono  de plano andate a vuoto. Pertanto, sta di fatto che l’Italia è divenuta quasi una dependance caraibica, con caldo insopportabile per due/tre mesi l’anno e variazioni repentine di stampo torrenziale. La cronaca giornaliera ci racconta al Nord Italia del maggiore fiume italiano in secca, il Po, come non erano secoli, una siccità che sta facendo affiorare addirittura alcune palafitte costruite, si presume, nel lontanissimo Neolitico, ma che tornando al clima pazzo, allo stesso è investito il territorio italico oltre la “linea gotica”, da impetuose quanto nefaste manifestazioni temporalesche, le quali scaricano grandine aventi chicchi “ipertrofici” che ragigungono a volta, le dimensioni di un uovo.

Eboli-Piazza-della-Repubblica

Il nostro meridione invece, compresa la Campania e il distretto del Sele, da due settimane e più sono coperti da una cappa di umidità, un anticiclone che viene dall’Africa soprannominato (ha definitivamente soppiantato quello delle Azzorre), con una metafora, Caronte, parafrasando il demone traghettatore dell’Inferno, in virtù del riscontro che temperature come le attuali si stanno stabilizzando oramai da circa un ventennio. Dunque il fatidico 2003 non è stato un caso isolato, le “Cassandre” come al solito, son rimaste inascoltate.

E veniamo in loco: i cittadini ebolitani non fanno di certo eccezione nel subire le angherie del tempo meteorologico e specialmente, al calare delle tenebre quando si anela un giusto ristoro tra le braccia di Morfeo, viepiù dopo una dura giornata lavorativa, il letto casalingo, si trasforma da sacro baccello delle membra, a quasi uno strumento di tortura. Cosa fare allora? Semplice! Ci si aiuta con i moderni condizionatori, con i più desueti ma sempre utili ventilatori, in definitiva con tutte quelle strumentazioni create a piè sospinto dall’umano ingegno,  per sopperire e combattere il caldo angosciante, specie in questa anticipata Canicola 2022, con tutti gli inconvenienti del caso: raffreddori, tosse e mal di testa, effetti collaterali indesiderati, corroborando il tutto dall’aumento dell’energia, giustappunto di quei prodotti commodity, che sono stati investiti per primi nei listini prezzi, dalla guerra Russo- Ucraina, Petrolio e Gas sugli scudi.

Ed allora non resta altro, contro il “logorio della vita moderna”, recitava uno slogan pubblicitario di decenni or sono,  alla maggior parte di noi comuni mortali, di aprire finestre e balconi, sperando nell’aiuto refrigerante di un refolo di vento, che faccia come si dice in gergo, “corrente”, all’interno delle case infuocate e stimoli il giusto sonno… ma non è così! E veniamo al dunque, dopo una dovuta prefazione: in specie ( ma non soltanto da quest’anno) il centro di Eboli, come anche le zone semi- periferiche e periferiche, son divenute il proscenio involontario di bisbocce rumorose e prolungate, specialmente impattanti, arricchito lo scenario da corse in solitaria di auto e moto sgommanti condotte da driver scapestrati, che sono pericolosissime nonostante l’orario alla pubblica incolumità, ed inoltre fracassanti le trombe di Eustachio dei disgraziati residenti.

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Ci rapportiamo orbene nella nostra narrazione  a quell’asse immaginario che va da Piazza Tito Flavio Silvano, passando per la omologa Matteo Ripa, il Viale Amendola, naturalmente le due Piazze centrali (Repubblica e Pezzullo),  proseguendo per il corso Giacomo Matteotti e chiudendo “in bellezza” verso la strada statale 19, zona Ceffato per intenderci. Fino a tardissima notte infatti, bande di teenager: bevano, giocano, urlano, litigano, et similia, insomma un compendioso  declinare della malacreanza, in un caleidoscopio cacofonico, che nonostante i ripetuti richiami dei poveri residenti, non cessano, nonostante essi non lesinino di chiamare ripetutamente i Carabinieri. I primi continuano spavaldamente la loro “attività notturna”, fatta di strafottenti goliardate rumorose, le quali,oltre a causare notti in bianco costituiscono un reato ordinamentale, ovvero gli schiamazzi notturni, disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone” previsto dall’art. 659 del Codice penale, punito con la reclusione a tre mesi ed ammende pecuniarie. Qualche residente di condominio esasperato oltremodo, si avventura con secchiate d’acqua more maiorum sui malcapitati, ma nulla fa desistere  questi giovani impavidi dalle loro  piacevoli occupazioni e ciò crea un nervosismo ed un disappunto montante ogni sera che passa, indispettisce gli assonnati, con la speranza che qualcuno, da qui a brevissimo, non passi direttamente alle vie di fatto, altro reato“la giustizia privata” (392 e 393 c.p. “Esercizio arbitrario delle proprie ragioni sulle cose  e sulle persone”), e che comunque, in una Società fondata sul Diritto, non deve assolutamente  creare un facile alibi allo Jevulse incazzato, che si sente privato ingiustamente del proprio naturale diritto di riposare nelle ore canoniche, con buona pace dei novelli Valentino Rossi o Lewis Hamilton.

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E passi pure se qualche decibel sia più alto oltre la normale tollerabilità ai sensi dell’art. 844 del codice civile da parte di qualche locale, difatti dopo due anni di semidetenzione si è più tolleranti, ed è normale pure che gli esercenti cerchi di intrattenere la clientela un po’ più a lungo, anche valicata la fatidica scocca della mezzanotte, del resto parte degli introiti si tramutano in tributi per l’erario comunale. A questo aggiungiamo anche che il caldo sta “dando alla testa”, purtroppo da qualche giorno si registra in città un serial killer di cani e gatti, che sta spargendo un veleno mietendo ahinoi anime innocenti, agli angoli delle case, e questo contrasta con lo storico amore per gli animali di buona parte della cittadinanza.

Un’istantanea non rasserenante questa appaiata ad un Covid in aumento, le varianti omicron 4 e 5 le quali nonostante abbiano una carica virale molto più bassa rispetto alle sorelle nei due anni precedenti, tuttavia stanno allettando una fetta ampia della popolazione locale:  giovani, mezzani ed anziani, che deve combattere anche il rincaro di tutti i prezzi al consumo, con un’inflazione reale, ovvero che si avverte forte nel portafogli della spesa alimentare quotidiana, parimenti nel pagamento di bollettini ed F24, per l’uomo della strada dell’antica Eburum, la situazione si è fatta triste, e siamo entrati proprio nei “verbi difettivi”, che a valanga trascina anche l’universo-mondo delle partite IVA.

Naturalmente l’Amministrazione Comunale non ha da assumere il ruolo di capro espiatorio, essa è entrata in carica da appena (quasi), nove mesi, non può ex abrupto  tramite la bacchetta magica di Harry Potter, parafrasando il neo-sindaco Mario Conte, risolvere tutti i problemi sedimentati nel tempo. Da sottolineare in aggiunta che gli agenti della Municipale sono 26 su una pianta organica che dovrebbe annoverarne come minimo il doppio, Il territorio misura 138 km quadrati, primo per estensione in provincia, con le sue differenze orografiche difficile da monitorare con una squadra ridotta all’osso, e va specificato come il primo cittadino in persona si sia recentemente speso in Prefettura, insieme alla collega battipagliese Cecilia Francese, per istituire un tavolo concreto di concertazione  sull’Ordine e Sicurezza Pubblica

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Il 2023 dovrebbe essere l’anno in cui il nostro Ente esce dopo tanto penar, dal “piano di rientro” decennale, dunque una volta archiviato il predissesto si potranno bandire quei concorsi tanto, ma tanto attesi,  specialmente nei ranghi della Polizia Municipale, che mai come ora vengono sentiti come essenziali dalla popolazione. Una collettività che auspica delle risposte in tempi brevi anche dalla parte istituzionale sovraordinata, in diversi campi (ordine Pubblico, Sanità, Trasporti etc) a quella cittadina, che possano di concerto magari potenziare l’organico della locale Compagnia dei Carabinieri, affiancando i militi della Benemerita dai soldati del vicino comprensorio di Persano (il secondo dell’Esercito), ove sono situate ben tre caserme ed alloggiati diversi battaglioni. Difatti alcuni elementi di codesti reparti, potrebbero pattugliare il territorio e fungere cosi da deterrente, perché non prendiamoci in giro, la presenza degli stivali sull’asfalto non sono mai lontanamente paragonabili alle seppur utili telecamere, vigilanti  però da remoto.

In sintesi conclusiva, la sfida quella dell’Ordine Pubblico cittadino è una problematica che investe buona parte dei comuni italiani specialmente qui nel meridione, ma siamo speranzosi che a breve i nostri amministratori, col Sindaco Mario Conte in testa e l’assessore al ramo Antonio Corsetto al seguito, possano produrre quelle risposte, omogenee, rapide quanto performanti, che i cittadini con comprensibile insistenza, reclamano da tempo.

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Eboli, 6 luglio 2022

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