Nell’80°delle 4 Giornate di Napoli niente accordo con l’ANPI dal Ministro Valditara

Si celegra l’80° delle 4 Giornate di Napoli e il Ministro Valditara non rinnova l’accordo ANPI-Ministero dell’Istruzione e del Merito, e conferma che lo farà “ma a tutte le Associazioni Partigiane“. 

Il Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Combattenti Reduci Prof. Antonio Landi fa una piccola lezione di storia al Ministro ricordandogli, se se ne fosse dimenticato che l’obiettivo dell’accordo era quello di educare le nuove generazioni “agli ideali di democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale”. 

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POLITICAdeMENTE

ROMA – Ha fatto discutere in questi giorni la questione relativa allo studio della resistenza antifascista a scuola: è stato il presidente dell’AnpiGianfranco Pagliarulo, a denunciare il ritardo del rinnovo dell’accordo tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e l’ANPI. Intanto il Ministro Valditara a Convenzione scaduta e al momentaneo mancato rinnovo è stato oggetto di critiche, alle quali ha risposto confermando il rinnovo, ma aggiungendo: “Si rilassino i professionisti della polemica politica. I valori dell’antifascismo sono anche i miei e la Resistenza è un valore prezioso. Il Ministero è impegnato a costruire una convenzione che coinvolga tutte le associazioni partigiane, perché la Resistenza non è monopolio dell’Anpi e i valori resistenziali devono essere patrimonio di tutti. Per essere ancora più espliciti la Resistenza non l’hanno fatta solo i comunisti, ma anche i cattolici, i liberali, gli azionisti e perfino i monarchici”.

Dunque, ci sarà una convenzione per far conoscere l’importanza della Resistenza nelle scuole, ma con tutte le associazioni partigiane e non con una soltanto”, ha concluso Valditara.

A sostegno dell’ANPI e del suo Presidente Nazionale Gianfranco Pagliarulo, è intervenuto anche il Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci Prof. Antonio Landi: «In queste ultime ore giunge voce che il Ministro Giuseppe Valditara abbia deciso a non rinnovare l’accordo tra l’ANPI e il Ministero dell’Istruzione e del Merito, accordo in essere da circa 10 anni e che ha sempre goduto un rinnovo ogni tre anni. – si legge in una nota a firma del Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci Prof. Antonio Landi – Accordo che prese il via nel 2014, con un programma che aveva l’obiettivo di educare le nuove generazioni “agli ideali di democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale”, come sottolinea l’ANPI.

Mentre si sta celebrando l’80 anniversario delle 4 Giornate Napoli riteniamo doveroso ricordare a tutti che la Resistenza italiana, detta non a caso anche “Secondo Risorgimento”, fu “l’insieme di movimenti politici e militari che in Italia, dopo l’armistizio di Cassibile, e prima di tutto a Napoli, si opposero al nazifascismo nell’ambito della guerra di liberazione italiana”.

Nella Resistenza vanno individuate le origini stesse della Repubblica Italiana:

L’Assemblea Costituente fu in massima parte composta da esponenti dei partiti che avevano dato vita al Comitato di Liberazione Nazionale e che, a guerra finita, scrissero la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni politiche e ispirandola ai princìpi della democrazia e dell’antifascismo. – scrive il Presidente Nazionale dell’ANCR Antonio LandiIl movimento della Resistenza – inquadrabile storicamente nel più ampio fenomeno europeo della resistenza all’occupazione nazifascista – fu caratterizzato in Italia dall’impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, anarchici), in maggioranza riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), i cui partiti componenti avrebbero più tardi costituito insieme i primi governi del dopoguerra.

Giuseppe Valditara

Per queste ragioni l’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, Associazione da sempre apartitica e apolitica, chiede con forza al Ministro Valditara di poter avere accesso alle scuole, in particolar modo nell’anno di questo importante ottantesimo anniversario, per far sì che una pagina tanto nobile, che ha visto il Paese unito verso un ideale unico, malgrado le differenze dei singoli, possa essere ricordato e trasmesso alle nuove generazioni nella forma meno politicamente corrotta possibile, attenendosi ai fatti, ai tanti fatti che hanno generato numeri impressionanti ed eroi indimenticati.

Secondo alcune fonti i caduti per la Resistenza italiana (in combattimento o uccisi a seguito della cattura) sarebbero stati complessivamente circa 45.000; altri 20.000 sarebbero rimasti mutilati o invalidi; i soldati regolari morti nelle formazioni che combatterono accanto agli Alleati nella Campagna d’Italia furono invece circa 3.000. Le donne partigiane combattenti sarebbero state 35.000, mentre 70.000 fecero parte dei Gruppi di difesa della donna; 4.653 di loro furono arrestate e torturate. 2.750 furono deportate in Germania, 2.812 fucilate o impiccate; 1.070 caddero in combattimento; 19 vennero decorate con la medaglia d’oro al valor militare. – continua la lunga nota di Landi – I civili deportati dai tedeschi furono circa 40.000, di cui 7.000 ebrei i sopravvissuti furono circa il 10%; dei 2.000 deportati ebrei dal ghetto di Roma il 16 ottobre 1943 tornarono vivi solo in quindici. Tra i sol Settembre dati italiani che dopo l’Armistizio di Cassibile dell’8 settembre si trovarono a combattere, privi di direttive precise, contro la Wehrmacht sul territorio nazionale o nelle regioni occupate morirono in circa 45.000 (esercito 34.000, marina 9.000 e aviazione 2.000): 20.000 nei combattimenti subito dopo l’armistizio, 10.000 nei Balcani, 13.400 nei trasporti via mare.

Secondo alcuni studi, furono invece circa 40.000 i militari italiani che morirono nei lager nazisti su un totale di circa 650.000 che furono internati in Germania e Polonia dopo l’8 settembre e che, per la maggior parte (il 90% dei soldati e il 70% di ufficiali), rifiutarono le periodiche richieste di entrare nei reparti della RSI in cambio della liberazione”. – conclude il suo lungo e doloroso ricordo il Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Combattenti Reduci Prof. Antonio Landi che a maggior ragione sostiene che la “memoria” fortifica i valori e soprattutto la democrazia, evidentemente risultate desuete dal Ministro Giuseppe ValditaraEcco, di fronte a tutto questo si chiede di non cancellare la storia, si chiede di poter entrare in contatto con i giovani e per raccontare loro, quanto più obiettivamente possibile, una delle nostre pagine migliori». 

Roma, 20 Settembre 2023

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